ASSOCIAZIONE CULTURALE LIGYS www.associazione-culturale-ligys.it [email protected] tel/fax 019932140 FINE DELLA CIVILTA' INTESA COME MEMORIA,PENSIERO,PRODOTTO DI CULTURA. Se bisogna andare fino a Londra per apprezzare Pompei e vedere reperti inediti ( al British Museum è allestita una mostra strepitosa sugli scavi, mentre il sito in Italia versa in stato di degrado), si deve arrivare negli Stati Uniti per registrare una decisa reazione di fronte al rischio che si estingua la nostra cultura. Il Congresso degli Stati Uniti ha definito “problema drammatico” il fatto che le facoltà umanistiche statunitensi si siano di fatto svuotate. Rischiano così di scomparire la memoria storica, il pensiero critico, la capacità di organizzare e comprendere un discorso. In sintesi, rischiano di eclissarsi la civiltà e la democrazia. I dati sono preoccupanti, se si pensa che nel 2012 nella facoltà di Harvard, il tempio degli studi storici, solo il 20 per cento degli studenti ha conseguito una laurea in materie umanistiche. E va ancora peggio in altri prestigiosi atenei americani. Tendenza che in Europa è ancora più grave e che vede come ultima in classifica l'Italia, che della cultura umanistica è stata la culla. Da noi gli studenti delle facoltà umanistiche sono diminuiti del 27 per cento. L'esodo dagli studi letterari, storici e filosofici è dovuto alle scarse prospettive di lavoro che offrirebbero queste facoltà. Un paradosso per l'Italia, considerando che quì risiede l'80 per cento dei beni artistici e culturali dell'intero pianeta. Si tratta di un paradosso, considerando come una civiltà tecnicizzata abbia necessità di una solida, ramificata ed agile infrastruttura culturale per rispondere alla complessità crescente del mondo e tenere testa, con la capacità d'uno sguardo d'insieme e un apprendimento continuo, ai repentini mutamenti di ogni natura cui è sottoposto il sistema mondo. In Francia ci si pone il problema, tanto che il presidente F. Hollande ha invitato i giovani francesi ad intraprendere la loro carriera di studi nelle facoltà umanistiche promettendo investimenti in questo campo. In Italia, a parte inviti laconici a intraprendere studi di ingegneria per non essere disoccupati, si ascoltano al massimo denunce indignate da parte di baroni universitari preoccupati per le loro facoltà. Spesso gli stessi che hanno contribuito a trasformare i corsi di letteratura, di storia e di filosofia in subordinate della sociologia o dell'economia politica. In gioco c'è qualcosa di più: il rischio è che davvero la storia finisca, ma nel senso più vasto e radicale della fine della civiltà intesa come memoria, pensiero, prodotto di cultura. ( Riccardo Paradisi.)