IL PIANO INCLINATO E L’ATTRITO Antonio Scafuro – Liceo Scientifico “Rescigno” – Roccapiemonte – Salerno Roberto Chiumiento – ICT – Università di Salerno Nello sforzo che facciamo di rappresentare il mondo che ci circonda siamo come quel bambino che curioso vuol capire come funziona l’orologio appeso alla parete … (Einstein) Abstract: L’attrito ha aspetti particolarmente importanti e sfuggenti che cerchiamo di rendere evidenti. Un corpo che striscia su un piano inclinato è soggetto ad una forza di attrito che in salita ha un verso e in discesa un altro. E se in salita l’attrito può essere più forte della componente del peso parallela al piano, non può esserlo in discesa. Il piano inclinato e l’attrito Il moto di un oggetto, A, lungo un piano inclinato, Q, è determinato dalla componente Px del peso, P, di A parallela a Q e dalla forza di attrito tra Q ed A. Nel caso in cui il piano sia liscio la risultante delle forze agenti su A è Px, Figura 1. Px è la risultante se il piano è liscio Il moto di A è regolato, sia in salita che in discesa, dall’accelerazione costante a g sen( ) , dove g è l’accelerazione di gravità ed è l’angolo che Q forma con l’orizzonte. Nel modello che proponiamo, costruito con Cabri Plus, è possibile fissare i valori di: , g , l , vo ed m e partendo da questi è possibile calcolare il peso, le sue componenti Px e Py , rispettivamente parallela e perpendicolare a Q, l’accelerazione e la posizione, x, di A su Q in funzione del tempo. Supponendo di lanciare A su Q verso l’alto, calcoliamo la velocità iniziale massima voMax conferibile ad A perché non fuoriesca dal piano. In tal modo siamo sicuri del ritorno di A. Associato il valore del tempo con la posizione di un punto t su un vettore T definito ad hoc, servendoci della legge 1 del moto x v0 t a t 2 , leghiamo la posizione di A a quella di t, in modo che 2 animando t vedremo scorrere A su Q, sia in salita che in discesa Figura 2. Animando t su T vedremo scorrere A su Q Questo moto di A è un perfetto moto uniformemente accelerato. Se lo rappresentassimo in un piano XOT vedremmo una parabola caratterizzata completamente dai parametri del moto. È possibile variare questi e vedere come cambia la parabola rappresentativa del moto. Ma soprattutto è possibile, rianimando t, vedere come cambiano il tempo di salita, che comunque è uguale al tempo di discesa, la distanza percorsa lungo il piano. È possibile notare la dipendenza dei tempi e delle distanze dai valori di , di vo e di g . È anche possibile evidenziare l’indipendenza del moto dalla massa di A. Figura 3. Il moto lungo un piano inclinato liscio è uniformemente accelerato Se il piano è scabro ed indichiamo con il coefficiente di attrito tra A e Q allora la situazione diventa alquanto più interessante. Detta Fa la forza di attrito, risulta Fa Py m g cos( ) e la risultante delle forze agenti su A è: Rs Px Fa se A sale, Figura 4 . In salita l'attrito è concorde con Px Se A scende lungo il piano Rd Px Fa Figura 5. In discesa Fa e Px sono discordi Avendo due risultanti diverse, avremo due accelerazioni diverse, quindi due moti non simmetrici uno dell’altro rispetto al tempo di arresto di A. Infatti, mentre in salita il moto è regolato dall’accelerazione as g sin cos , in discesa risulta ad g sin cos Figura 6. Il grafico del moto di A si compone di due archi di parabole diverse Variando i parametri che caratterizzano il moto, cioè l’angolo, il coefficiente di attrito, la velocità iniziale, la lunghezza del piano, la massa di A e perfino il valore del campo gravitazionale, è possibile osservare come ciascuno di essi influenzi il fenomeno oggetto di osservazione. In particolare, agendo su o su è possibile fare in modo che A, arrestatosi dopo la salita, non ritorni giù. Questo capita quando il modulo di Fa in salita è maggiore o uguale al modulo di Px. In tal caso, in discesa sarà Fa Px con conseguente risultante nulla ed il corpo fermo resterà fermo, dovunque esso si trovi Figura 7. In particolari condizioni A si ferma e non torna giù www.antonioscafuro.it