LE OPERE CHE FACCIO MI DANNO TESTIMONIANZA
Terza domenica dopo il martirio di san Giovanni il precursore • Is 43,24c44,3 - Eb 11,39-12,4 - Gv 5,25-36
“Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua
luce“. Giovanni Battista ha testimoniato la presenza di Gesù e ha scaldato il cuore di coloro che aspettavano
la salvezza. Prima del Battista “una moltitudine di testimoni“ (Epist.), credenti nel futuro Messia, hanno
sostenuto una attesa e un bisogno di Dio.
Ora che è venuto Gesù, lo sguardo è su di lui, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento“,
cioè colui che è la radice e il contenuto della nostra fede in Dio e ne è il testimone pieno e definitivo, comprovato
dalle stesse opere divine che compie.
1) la testimonianza su Gesù’
•Una moltitudine di testimoni• prepara l•arrivo del Messia. Sono testimoni dell•amore di Dio per il suo
popolo, della sua premura salvifica e della promessa di un compimento futuro: •Verserò il mio spirito sulla tua
discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri• (Lett.). Tutto il Primo Testamento prepara il Nuovo. E•
necessario ripercorrere queste pagine, conoscere i segni posti da Dio: •Dio infatti per noi aveva predisposto
qualcosa di meglio• (Epist.), appunto il Cristo. •Ignorare le Scritture - diceva san Girolamo - è ignorare
Cristo•. Scrive sant•Ambrogio: •Bevi per prima cosa l•Antico testamento, per bene poi anche il Nuovo
Testamento. Se non berrai il primo, non potrai bere il secondo. Bevi dunque tutt•e due i calici, dell•Antico e
del Nuovo Testamento, perché in entrambi bevi Cristo•.
•Giovanni - dice Gesù - dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera•.
Quelli che l•hanno ascoltato •hanno voluto solo per un momento rallegrarsi alla sua luce•. •Io però ho una
testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse
opere che sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato•. Un giorno Giovanni, nel dubbio, gli
aveva chiesto: •Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?•. Gesù gli rispose: •Riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano..• (Mt 11,3-5). •Se non
altro, credetelo per le opere stesse• (Gv 143,11).
Le opere di Gesù sono quelle del Padre, di Dio. •Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello
che ascolto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato•. E• questa sintonia
piena col Padre, anzi l•identità stessa del Figlio, come Figlio di Dio, che è la radice (morale, cioè libera, e
ontologica, cioè di natura: •Io e il Padre siamo una cosa sola•, 10,30) delle opere divine che Gesù compie.
•Tutto è stato dato a me dal Padre mio• (Mt 11,27). E• la stessa vita del Padre che defluisce nel Figlio:
•Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso•,
quasi suo distinto ma identico prolungamento visibile della divinità tra noi. •Chi ha visto me, ha visto il Padre•
(Gv 14,9).
2) la testimonianza di Gesù’
La vita che ha ricevuto Gesù è la vita divina, la vita eterna, che è venuto a offrire a tutti gli uomini: •Io sono
venuto perché abbiano la vita e l•abbiano in abbondanza• (Gv 10,10). •Viene l•ora - ed è questa - in cui i
morti udranno la voce dl Figlio di Dio e quelli che l•avranno ascoltata, vivranno•. Si tratta di una vita che
rinasce dopo la morte, con la risurrezione del corpo: •Viene l•ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri
udranno la sua voce e usciranno•. A lui il Padre ha dato •il potere di giudicare•, così che •quanti fecero il
bene• avranno •una risurrezione di vita• e •quanti fecero il male una risurrezione di condanna•. Veramente
tutto l•agire di Gesù come Figlio di Dio traduce il disegno del Padre, e ne è pienamente consapevole. •Il mio
giudizio è giusto•.
D•altra parte Gesù è •il Figlio dell•uomo• che •messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il
peccato• (Eb 4,15), ci sta davanti come il fratello maggiore che in un modo esemplare esprime il massimo
della obbedienza al Padre a nome nostro e per noi. •Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta
davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di
fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra
del trono di Dio• (Epist.). L•esempio - e la forza (sacramentale) - che ne viene, è perché anche noi impariamo
•a sopportare una così grande ostilità dei peccatori, senza stancarci perdendoci d•animo•. E• unendoci oggi nella messa - alla sua croce che attingiamo •il compimento• anche della nostra fede.
•Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato• (Epist.). Parola che ci inquieta.
Cosa ci è costato finora il nostro seguire Gesù? Ogni volta che incontriamo un martire - e oggi, purtroppo, è
ancora cronaca giornaliera! - ci vien da vergognare del nostro pulito perbenismo borghese, pieno di
compromessi o per lo meno di comodità, fino a divenire magari omologati ad una cultura che.. vive come se
Dio non fosse! Per fortuna abbiamo un Dio che ha pazienza, anzi che addirittura ci permette e invita a trovare
scuse: •Io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati. Fammi ricordare,
discutiamo insieme; parla tu per giustificarti• (Lett.). Il nostro Dio è un padre tenero, sempre pronto al perdono:
•Così dice il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato dal seno materno e ti soccorre: Non temere, Giacobbe
mio servo, Iesurun (caro) che ho eletto•.
Ritorniamo a Giovanni Battista, “lampada che arde e risplende“, alla cui luce ci si è rallegrati per un momento.
Il suo compito fu quello di risvegliare il bisogno di Dio e la speranza di una salvezza vicina, indicando a dito
Gesù. E“ propriamente il compito di ogni cristiano in un mondo che sente - nonostante tutto - la nostalgia di
Dio. Testimoni di una speranza che riscalda il cuore e che segnala “la luce vera, quella che illumina ogni
uomo“, venuta nel mondo (Gv 1,9).
don Romeo Maggioni
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