COMUNICATO STAMPA Il teatro di Daniela Baldassarra e Giraffa Onlus insieme contro la Solitudine Giraffa Onlus, dopo aver promosso nel 2011 “Libellule senza ali”, spettacolo contro la violenza sulle donne, scritto da Daniela Baldassarra, continua il sodalizio con la drammaturga pugliese, promuovendo il suo nuovo progetto teatrale “Solitudini”, in anteprima sabato 26 maggio presso il Cinema Grande di Altamura. L’idea è stata subito sposata dalla Consigliera regionale di parità, Dott.ssa Serenella Molendini per la quale è importante in questo momento gravissimo di crisi morale, economica e sociale in cui ci sente più soli/e nell’affrontare le tante difficoltà che quotidianamente si incontrano (la perdita del proprio lavoro o di quello di un familiare, la perdita della casa, l’angoscia del domani) partire da sé per incontrare l’altro/a ed insieme iniziare, associazioni ed istituzioni, un cammino che riporti tutti noi verso la relazione, la speranza e, perché no, verso la felicità, e ha già ricevuto il pieno sostegno dell'Assessora Regionale alle Politiche Sociali, Dott.ssa Elena Gentile. Lo spettacolo, interpretato dagli attori Andrea Simonetti e Arianna Gambaccini, mostra ancora una volta la sensibilità e l'attenzione di Giraffa Onlus e dell'autrice Baldassarra, nei confronti di problematiche sociali attuali e sempre più difficili da comprendere e contrastare. L’idea di scandagliare e raccontare le diverse occasioni in cui la solitudine si manifesta e nelle quali tutti possiamo quotidianamente ritrovarci, viene concretamente realizzata attraverso questo spettacolo teatrale che fotografa due tipologie di solitudine in maniera diretta, ironica e profonda nelle intense ed esilaranti interpretazioni dei due attori. Nella prima situazione, “Cari amici miei”, una donna disillusa, interpretata da Arianna Gambaccini, racconta e descrive le dinamiche e le personalità delle cinque persone riunitesi con lei per la cena di Natale, espressione di quanto ci si possa sentire soli anche e soprattutto in situazioni di condivisione. Nella seconda occasione “E pensare che volevo essere Giacomo Leopardi” un muratore, interpretato da Andrea Simonetti, si fa coraggio e si racconta ad un pubblico sconosciuto, perché esternare i propri desideri e le ambizioni con chi non si conosce può essere più semplice che mettersi a nudo con le persone che si amano e con le quali trascorriamo il nostro tempo. Il problema, infatti, non è tanto la solitudine, quanto il non sapersi rapportare a se stessi e alla società, dunque, è necessario aiutare le persone sole e allo stesso tempo affrontare la solitudine sentendosene parte anche al fine di uscire fuori dalla violenza che la solitudine può produrre sempre di più. E’ proprio in quest’ottica che si vorrebbe istituire per settembre una Giornata Regionale contro la Solitudine, per la quale è necessario e fondamentale l’apporto di tutte le istituzioni in un sinergico e incisivo lavoro di sensibilizzazione. Lo spettacolo di Daniela Baldassarra si presenta dunque come un progetto di sensibilizzazione sulla delicata e complessa tematica della solitudine, intesa come condizione individuale che troppo spesso diviene causa di forme di violenza e disagio. La società produttiva nella quale viviamo ha col passare del tempo confinato i suoi componenti entro limiti sempre più ristretti, in una dimensione sociale dove il singolo è portato a chiudersi sempre più in se stesso. Ogni persona, giovane o anziana, vive in una sua isola personale che rischia di diventare una prigione. NOTE AUTORIALI Senza la pretesa di voler definire e raccontare la solitudine, questo spettacolo nasce dal desiderio di riflettere su una condizione che io credo appartenere alla segreta intimità di ogni essere umano. In diverse forme, in diversi momenti, la sensazione di isolamento rispetto alla società è un malessere con cui ognuno di noi deve fare i conti. “Che ci faccio io qui? Chi mi aiuta? Di chi posso fidarmi? Rendo felice qualcuno io? E' questa la vita che volevo?” sono domande che tutti ci poniamo e che troppo spesso restano senza risposta, nella frustrante sfera del “non detto” e del “non condiviso”. Del resto viviamo in una società che penalizza e mortifica i rapporti umani, in una società votata all'apparenza e alla superficialità, e questo spettacolo vuole metterci dinanzi ad uno specchio, vuol dare la possibilità di confrontarci con la nostra personale Solitudine per provare a non mentire più, almeno a noi stessi. daniela baldassarra