I FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Policlinico Umberto I, Dipartimento di Scienze Cliniche TESI DI DOTTORATO DI RICERCA IN FISIOPATOLOGIA CHIRURGICA E GASTROENTEROLOGIA XXII CICLO STUDIO RANDOMIZZATO IN DOPPIO CIECO SULL’EFFICACIA E SICUREZZA DEI CLISMI DI ALOE VERA GEL CONTRO PLACEBO NELL’INDUZIONE DELLA REMISSIONE CLINICO-ENDOSCOPICA IN PAZIENTI AFFETTI DALLA RETTOCOLITE ULCEROSA ATTIVA DISTALE DI GRADO LIEVE-MODERATO Dottorando: Hans Unim Matricola: 937964 ANNO ACCADEMICO 2009 – 2010 1 "Ci sono cose che soltanto l’intelligenza è capace di cercare, ma che da sé non troverà mai; soltanto l’istinto potrebbe scoprirle, ma esso non le cercherà mai". Henri Bergson 2 INDICE 1. Aloe Vera: Tra scienza e mito 2. Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali 3. Aloe Vera e la Rettocolite Ulcerosa 4. Scopo dello studio 5. Pazienti e Metodi 6. Risultati 7. Discussione 8. Ringraziamenti 9. Bibliografia 10.Tabelle 3 1. Aloe Vera: Tra scienza e mito 1.1 Descrizione L’Aloe Vera è una pianta succulenta simile al cactus, appartenente alla famiglia delle Liliacee e cresce nelle regioni aride e tropicali (1). La pianta è generalmente priva di gambo, o in alcuni casi è molto modesto, può raggiungere l’altezza di 60-100 cm e cresce con foglie a raggiera. Quest’ultime sono spesse e carnose, variando dal colore verde al grigio-verdastro, di cui alcune varietà costellate di macchie biancastre alla radice delle foglie (2). Il fiore della pianta sboccia durante la stagione estiva raggiungendo anche i 90 cm di altezza. Tutte le varietà della pianta formano una simbiosi con il fungo arbuscular mychorriza, caratteristica che li rende particolarmente adatti a sfruttare le risorse minerali del sottosuolo (3). Nonostante una gran mole di nomi riscontrabili in letteratura, Aloe Vera Barbadensis Miller è il nome più frequentemente utilizzato per riferirsi alla varietà della pianta costellata da macchie biancastre. Il termine “Vera” sta ad indicare la sua genuinità, mentre Barbadensis perché la prima documentazione fu fatta da Philip Miller nel 1768 nelle isole Barbados. Aloe Vera gel è l’estratto di mucillagine contenuta nella polpa della pianta (4). La distribuzione della pianta è praticamente ubiquitaria, infatti vi sono testimonianze che variano dalla Cina, al Nord America, vaste regioni dell’Africa ed anche parti del sud dell’Europa (5). Aloe Vera è stata ed è ampiamente coltivata a scopo ornamentale, soprattutto per le sue presunte proprietà medicamentose, la bellezza della pianta e succulenza delle foglie. Quest’ultima caratteristica le permette di resistere a climi poco piovosi, tuttavia soffre climi ghiacciati e nevosi. Allo stesso modo mostra una buona resistenza contro l’infestazioni dagli insetti più comuni. 4 Durante la stagione invernale, le foglie diventano dormienti richiedendo pochissima acqua. Nelle aree nevose, è meglio conservata dentro casa o nelle serre (6). Attualmente una produzione in larga scala a scopo agricolo si può riscontrare in Australia, Bangladesh, Cuba, Cina, Messico, India, Kenya, Sud Africa, nonché negli Sati Uniti a scopo prevalentemente cosmetico con l’estrazione del gel (7). 1.2 Le proprietà medicamentose Le foglie di Aloe Vera contengono un ampio ventaglio di sostanze biologicamente attive fra le quali le più documentate sono sicuramente: i mannani acetilati (Acemannani), i polimannani, gli antrachinoni C-glicosilati, antroni e lectine (8-11). Evidenze scientifiche sull’efficacia cosmetica e terapeutica dell’Aloe Vera sono tuttora limitate e spesso contraddittorie (12, 13). Le prime documentazioni sull’uso di Aloe Vera a scopo curativo risalgono al XVI secolo a.c, mentre la più completa descrizione è contenuta nella Historia Natura del Plinio il Vecchio intorno al primo secolo d.c.(14). La pianta non è ritenuta tossica né è associata ad effetti collaterali noti, eccetto una sostanza antrachinonica detta “aloina” che ha effetti lassativi quindi viene spesso eliminata nella produzione di tipo industriale (8, 15). Infatti, è utilizzata come medicamento erboristico in varie regioni del mondo (Cina, Giappone, Russia, Sud Africa, USA, Jamaica ed India) (8). Uno recente studio negli Stati Uniti, fatto per mezzo di un sondaggio fra le persone affette dalle malattie infiammatorie croniche intestinali, ha rivelato che l’Aloe Vera gel sia il rimedio fitoterapico al quale fanno più frequentemente ricorso questi pazienti (16). 5 Aloe Vera è ritenuta essere efficace nella guarigione delle ferite, tuttavia le evidenze scientifiche sono ancora poche e non conclusive (15). Alcuni studi ne avvalorano l’efficacia (17, 18), mentre altri mostrano che le ferite trattate con l’Aloe Vera gel guariscono più lentamente rispetto ai trattamenti convenzionali (19, 20). Una recente metanalisi del 2007 che ha preso in considerazioni diversi studi, ha concluso che l’Aloe Vera sia efficace nel guarire ferite di primo e secondo grado (21). Oltre all’uso dermatologico dell’estratto della pianta, il consumo di prodotti orali è stato associato ad un migliore controllo glicemico nei pazienti diabetici (22, 23) ed alla riduzione della lipidemia nei pazienti iperlipidemici (24). Un altro studio ha dimostrato che il succo di Aloe Vera gel assunto insieme ad integratori di vitamine antiossidanti C ed E ne aumentava significativamente l’assorbimento delle e quindi ne favoriva una maggiore biodisponibilità (25). Uno studio nel 1985 ha concluso che la somministrazione quotidiana di un supplemento orale di succo Aloe Vera si è dimostrata ben tollerata ed efficace per la regolarizzazione della funzione gastrointestinale (26). Recentemente uno studio ha dimostrato che il consumo di Aloe Vera gel per via orale può ridurre i sintomi e l’infiammazione in pazienti con la rettocolite ulcerosa (27). Similmente nel 2006 è stato osservato un miglioramento clinico dopo somministrazione orale di un preparato Aloe Vera per trenta giorni in pazienti con la sindrome del colon irritabile, in particolare nella forma diarroica (28). D’altra parte va anche segnalato un caso di epatite acuta ed un caso di porpora di Henoch-Schonlein provocato dall’assunzione orale di un succo all’estratto della pianta (29, 30). 6 Tornando ai preparati topici, si sono dimostrati efficaci anche contro l’herpes genitale e la psoriasi (15). In un interessante studio a doppio cieco, sia il gruppo che adoperava un dentifricio all’Aloe Vera che il gruppo che usava un dentifricio al fluoro hanno mostrato una riduzione della placca gengivale, senza una significativa differenza fra i due gruppi di pazienti (31). Gli estratti di Aloe Vera posseggono proprietà antibatteriche ed antifungine utili nelle infezioni minori della pelle, come da tinea capitis, pedis, etc.. (32). Da antibatterico, è stato dimostrato in vitro la capacità del gel Aloe Vera nell’inibire la crescita di colonie di Streptococchi e Shigelle (33). 1.3 Requisiti del prodotto Aloe Vera gel Per una più adeguata ed affidabile lettura dei risultati nelle sperimentazioni cliniche con i prodotti di Aloe Vera gel devono essere utilizzati quelli con l’Aloe Vera in concentrazione fra il 95-100%, raccolta da una coltivazione preferibilmente di almeno 5 anni o comunque non inferiore ai 3-4 anni. Inoltre deve essere stato raccolto il prodotto fresco, cioè che fra il momento del raccolto ed il momento del trattamento e concentrazione del gel non siano passate più di 48-72 ore. In ultimo i prodotti in commercio devono essere privi dell’aloina che è una sostanza con potente azione lassativa contenuta nel gel fresco della foglia di Aloe Vera. Tutte queste raccomandazioni sono della Food and Drug Administration (FDA) che regola il commercio dei farmaci e prodotti naturali negli Usa, la quale ha stabilito una tavola sulle caratteristiche dei prodotti in commercio Aloe Vera adatte per una sperimentazione in ambito clinico (34). 7 2. Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali 2.1 La malattia di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa Le malattie infiammatorie croniche intestinali (M.I.C.I) comprendono la malattia di Crohn (MC), la rettocolite ulcerosa (RCU) e le cosiddette coliti indeterminate che presentano caratteristiche intermedie delle due malattie principali. L’eziologia di queste malattie è a tutt’oggi oscura. Tratti comuni delle due malattie è la loro natura infiammatoria e cronica, quindi, non si può mai parlare di una guarigione definitiva dei pazienti bensì di remissione dei sintomi seguite da recidive (35). Altri elementi che accomunano le due malattie, sono l’età media d’esordio delle malattie che si aggira intorno ai 20-25 anni con una equa distribuzione fra i due sessi, seppur lievemente più frequente nel sesso femminile. Oltre a ciò, la tendenza ad associarsi ad altre complicazioni di tipo extraintestinali, di cui le più frequenti sono: l’artrite reumatoide, la sacro-ileite, osteoporosi, eritema nodoso, pioderma cancrenoso, colangite sclerosante ed in alcuni casi anche a tumori. Comunque, la malattia di Crohn può interessare qualsiasi tratto dell’apparato digerente (bocca-ano) e soprattutto mostrare lesioni in diverse sedi dell’intestino anche non direttamente contigui, la rettocolite ulcerosa interessa prevalentemente il retto per poi estendersi lentamente in senso caudo-craniale e comunque interessare soltanto il grosso intestino. La lesione da Crohn interessa la parete intestinale a tutto spessore e generalmente parte dal tratto terminale dell’ileo (ileite terminale), invece la rettocolite ulcerosa si limita ad interessare lo strato mucoso della parete intestinale con la conseguente deplezione delle ghiandole mucipare con il decorso della malattia. La presentazione di un paziente affetto dalla malattia di Crohn è spesso subdola, ed accomuna sintomi apparentemente non correlati: coliche intestinali, afte buccali, astenia, dolori ossei, malassorbimento ecc. Diversamente i sintomi più caratteristici di presentazione della rettocolite ulcerosa sono: feci con sangue e muco, aumentato 8 numero di evacuazioni, tenesmo rettale, urgenza evacuativa nonché dolori addominali bassi (36). Anche per quanto riguarda le terapie ci sono alcuni aspetti simili ed altri decisamente diversi. Entrambe le malattie rispondono a farmaci antiinfiammatori come i salicilati (salazopirina, mesalazina) ed i cortisonici presi per via orale e topica (clismi, schiume). Nei casi più gravi si ricorre ai farmaci immunosoppressori come l’azatioprina, il 6-mercaptopurina o il metotrexate (36). Tuttavia, bisogna sottolineare che il Crohn risponde con meno efficacia agli antinfiammatori e si ricorre più frequentemente agli immunosoppressori (37). Nei casi che non rispondono alla terapia farmacologica, in entrambe le malattie si ricorre alla chirurgia ma anche in questo caso vi sono delle differenze significative. Mentre un intervento chirurgico di rimozione del tratto intestinale malato risulta curativo in più dell’80% dei casi di rettocolite ulcerosa, questa percentuale scende drasticamente al 30-35% nel Crohn potendo la malattia recidivare su altri tratti intestinali o addirittura sul moncone terminale del tratto operato (36). Attualmente le terapie biologiche (anticorpi monoclonali anti-TNFα), rappresentano la novità nella gestione di questi pazienti e sembrano ridurre il ricorso all’intervento chirurgico (38, 39). 9 2.2 Il trattamento della Rettocolite Ulcerosa distale La maggior parte di pazienti con la rettocolite ulcerosa si presentano con malattia limitata al colon sinistro, anche detta distale. Quindi il termine distale si riferisce alla malattia limitata al di sotto della flessura splenica e comprende la proctite (coinvolgimento del solo retto), la proctosigmoidite (malattia estesa al retto-sigma) ed infine colite sinistra (estesa oltre il sigma senza superare la flessura splenica), quindi entro 40-60 cm dallo sfintere anale. Si stima che l’80% dei pazienti si presenti con questa forma di malattia contro il solo 20% con le forme estese o pancoliti. Come tutte le forme di rettocolite ulcerosa, l’esordio della malattia può essere graduale o brusco, passando da periodi di remissione a quelli di recidiva. Difatti, lo scopo della terapia medica è di indurre la remissione della malattia nonché limitare il rischio della recidiva (40). Se escludiamo il 5-10% dei casi con forme severe che richiedono ospedalizzazione e terapia parenterale (idrocortisone, ciclosporina, infliximab) ed in alcuni casi anche la chirurgia d’urgenza (colectomia), la maggior parte dei pazienti con forme lievi-moderate viene trattata ambulatorialmente con dei periodici controlli. I farmaci più utilizzati sono i salicilati (sulfasalazina e la mesalazina) ed i corticosteroidi presi per via orale e topica (clismi, supposte, schiume). Tuttavia, è dimostrato che la terapia topica sia la più efficace nell’indurre la remissione, in quanto il farmaco agisce direttamente nel sito dell’infiammazione massimizzandone l’effetto ed allo stesso tempo limitandone l’assorbimento sistemico. Di questi, i clismi di mesalazina sono dimostrati essere più efficaci dei steroidi topici seppur gravati da una non ottimale compliance dei pazienti. Infatti, soltanto tra il 40-60% dei pazienti sono aderenti alla terapia presa per via anale (41). Tutti i pazienti affetti dalla rettocolite ulcerosa distale sono a rischio di recidiva della malattia dopo un periodo di remissione farmacologicamente riuscita. La stragrande maggioranza dei pazienti ha un episodio di recidiva entro un anno dalla remissione. Quindi tutti devono ricevere una terapia di mantenimento tesa sia a ridurre il rischio di recidiva che il rischio di estensione prossimale della malattia ed infine col tempo (18-20 anni) proteggere dallo 10 sviluppo del carcinoma (42). Attualmente, la terapia di mantenimento si avvale della combinazione della mesalazina orale e topica essendo la più efficace e sicura nel mantenere lo stato di remissione della malattia senza essere associata a degli effetti indesiderati significativi. Comunque, un buon 30-40% dei pazienti non è aderente alla terapia per svariati motivi; quali intolleranza ai salicilati, difficoltà a praticare i clisteri o semplicemente a ritenerli durante la notte nonché forme subdole in cui l’azione del farmaco di riferimento si dimostra incompleta. In questi casi si ricorre ai cortisonici per via orale e topica con i ben noti effetti collaterali (soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene) e quindi l’impossibilità di protrarre la terapia a lungo termine. Infine entrano in gioco gli immunosoppressori come le tiopurine (azatioprina, 6-mercaptopurina) ed il metotrexate, che in questi casi rappresentano l’ultimo tentativo per evitare il ricorso alla chirurgia (40). Senza dimenticare l’associazione di questi farmaci al rischio d’insorgenza di tumori mielomatosi ed esporre l’organismo ad un aumentato rischio di malattie infettive di tipo cronico (43). 11 3. Aloe Vera e la Rettocolite Ulcerosa Ad oggi pochi lavori hanno studiato gli effetti dell’ Aloe Vera sulla funzione gastrointestinale in individui sani e/o pazienti con le M.I.C.I. Nello specifico, la letteratura medico-scientifica riporta soltanto due lavori che trattano l’impiego e gli effetti dell’Aloe Vera gel sulla mucosa di pazienti affetti dalla RCU in fase attiva. 3.1 Anti-inflammatory effects of Aloe Vera gel in human colorectal mucosa in vitro Nel 2003 Langmead et al.(44) hanno studiato le proprietà antinfiammatorie di una soluzione dell’Aloe Vera gel su dei campioni bioptici di mucosa del colon-retto umano ottenuti dai pazienti con RCU in fase attiva. Il tutto è stato studiato in vitro e monitorizzato con tecniche di chemiluminescenza. Alla fine dello studio è stata dimostrata una significativa inibizione dose-dipendente da parte della soluzione Aloe Vera gel su diversi fattori della risposta infiammatoria quali eicosanoidi, prostaglandina E2, interleuchina-8 e trombossani B2 a livello delle cellule epiteliali intestinali. Gli autori concludono che l’Aloe Vera gel potrebbe avere un ruolo terapeutico nelle malattie infiammatorie intestinali. 12 3.2 Randomized, double blind, placebo-controlled trial of oral Aloe Vera gel for active ulcerative colitis Nel 2004, sempre Langmead et al. (27) hanno studiato gli effetti di un succo orale di Aloe Vera gel nei pazienti affetti dalla rettocolite ulcerosa attiva di grado lievemoderato contro placebo. Il lavoro ha coinvolto 44 pazienti per un periodo di 4 settimane con controlli clinici ed endoscopici all’ingresso ed a fine studio. Un gruppo di pazienti (30pz) assumeva 200 ml di succo orale Aloe Vera gel ripartiti due volte al giorno, contro una soluzione fisiologica dolcificata (14pz). I risultati sono stati valutati con parametri clinici ed istologici. A 4 settimane il 47% dei pazienti aveva tratto beneficio dall’assunzione di Aloe Vera gel espressa in termini di remissione e risposta terapeutica, contro il solo14% del gruppo placebo. Questa differenza è stata considerata statisticamente significativa. Inoltre, la soluzione di Aloe Vera gel si è dimostrata ben tollerata, in quanto solo 4pazienti hanno manifestato effetti collaterali trascurabili. Gli autori concludono che la buona risposta clinica ed istologica dimostrata in questo studio, suggeriscono che l’Aloe Vera gel potrebbe avere un ruolo terapeutico nella gestione di pazienti affetti dalla rettocolite ulcerosa in fase attiva. 13 4. Scopo dello studio Confrontandosi con malattie del gruppo M.I.C.I già ampiamente descritte nei paragrafi precedenti, risulta facilmente evidenziabile il fatto si tratti di un campo di sconfinata ricerca al fine ultimo e preciso di migliorare la qualità della vita di questi pazienti. Quindi, oltre alla semplice cura dei sintomi l’obiettivo rimane sempre quello di salvaguardare al meglio l’omeostasi del paziente. Forti di questa visione e consapevoli dei benefici e limiti delle attuali terapie convenzionali abbiamo voluto approfondire l’indagine sugli effetti di una risorsa naturale usata per millenni a livello empirico con scarse e poco affidabili metodologie scientifiche, soprattutto in un’area della medicina dove finora, come dimostra la limitatissima letteratura, non si sono dedicate molte energie. Lo studio rappresenta, alla nostra conoscenza, il primo a studiare i potenziali benefici effetti dell’applicazione di clismi di Aloe Vera gel sulla mucosa intestinale bassa di pazienti RCU in fase attiva. Tenendo presente le recenti acquisizioni sull’argomento, l’intento è stato quello di verificare se la terapia per via topica possa ottenere benefici sovrapponibili o migliori a quelli riscontrati nella somministrazione di Aloe Vera gel per via orale nella RCU attiva di grado lieve-moderato. Endpoint primario di questo studio è stato quello di confrontare l’efficacia dell’Aloe Vera gel assunta per via rettale contro placebo, nell’indurre la remissione clinica ed endoscopica della RCU distale attiva di grado lieve-moderato. Endpoint secondari sono stati: la risposta clinico-endoscopica ai trattamenti, la remissione istologica e la tollerabilità locale e/o sistemica dei clismi di Aloe Vera gel. 14 5. Pazienti e Metodi 5.1 Arruolamento dei pazienti In questo studio sono stati arruolati pazienti ambulatoriali ambosessi afferenti a due centri di riferimento ospedalieri per le M.I.C.I. a Roma. Il policlinico “Sandro Pertini” ed il policlinico Umberto I. Rispettivamente 29 e 15 pazienti, per un totale di 44 persone affette dalla RCU attiva di grado lieve o moderato. L’estensione massima della malattia accettata era di 40-60 cm dal margine anale, ovvero malattia distale; quindi proctiti, proctosigmoiditi e coliti sinistre che non superino la flessura splenica. Le diagnosi di attività ed estensione della malattia sono state confermate in tutti i casi con dei controlli clinici, endoscopici ed istologici. Nella definizione di malattia in attività sono stati inclusi sia i pazienti di nuova diagnosi RCU che i pazienti già noti con episodi di recidiva. Criteri di esclusione dallo studio sono stati considerati i seguenti parametri: età inferiore ai 18 anni, malattia in remissione, malattia estesa oltre il colon sigma (coliti diffuse e pancoliti), RCU in attività severa, incontinenza ano-rettale, gravi insufficienze d’organo (fegato, rene, cuore), gravidanza accertata di qualsiasi trimestre, uso di farmaci corticosteroidi da meno di sei mesi, assunzione di compresse a rilascio modificato di mesalazina ed assunzione di farmaci immunosoppressori per qualsiasi altra patologia. Da tutti i pazienti è stato ottenuto il consenso informato seguito da una chiara spiegazione delle finalità dello studio da parte dei medici che hanno effettuato il controllo ambulatoriale di inserimento dei pazienti nella sperimentazione clinica. Lo studio è stato condotto secondo i principi del Good Clinical Practice. L’approvazione dello studio è stata richiesta ed ottenuta dai Comitati Etici dei due Policlinici. 15 5.2 Farmaci Per l’intera durata dello studio, a tutti i pazienti è stata prescritta la terapia orale a base di 5-ASA tre compresse da 800mg al giorno. Invece per la terapia topica sono stati divisi in due gruppi uguali da 22 pazienti ciascuno. Ad un gruppo sono stati somministrati clismi rettali da 60 ml contenenti come principio attivo la soluzione di Aloe Vera gel al 100% di concentrazione. Al secondo gruppo sono stati somministrati clismi rettali sempre da 60 ml, contenenti una soluzione con gli stessi eccipienti ed il colore dell’Aloe Vera gel ma privi del principio attivo. Tutti i pazienti sono stati consigliati di applicare i clismi una volta al giorno e preferibilmente la sera mezz’ora prima di coricarsi per permettere alla soluzione di diffondersi lungo il tratto intestinale durante il riposo notturno. Inoltre, la consegna del kit con i clismi è stata accompagnata da un foglio con le istruzioni pratiche sull’applicazione dei clismi. Gruppo A: 5-ASA per os 800mg x 3/die + 1 clisma 60ml Aloe Vera gel/die Gruppo B: 5-ASA per os 800mg x 3/die + 1 clisma 60ml Placebo/die 5.3 Randomizzazione La lista di randomizzazione è stata ottenuta per via di un programma informatico a blocchi di 8 pazienti. Tutti i clismi avevano lo stesso confezionamento ed etichettatura, con l’unica differenza delle ultime tre cifre del codice numerico del campione, quest’ultimo dato a conoscenza del solo medico sperimentatore che ha analizzato i risultati dello studio e non era coinvolto nel reclutamento ed inserimento dei pazienti nello studio. Lo studio è definito a doppio cieco perché sia i pazienti che i medici coinvolti nei controlli clinici sono stati all’oscuro dei principi attivi dei clismi fino al termine della sperimentazione. 16 5.4 Durata dello studio e valutazione dei risultati La durata dello studio è stata di quattro settimane. I pazienti sono stati sottoposti a dei controlli clinici, endoscopici ed istologici all’ingresso ed alla fine del periodo di sperimentazione. Anche successivamente ai pazienti è stato garantito un continuo monitoraggio clinico nel tempo (follow-up). I pazienti erano considerati usciti dallo studio (drop-out), se non si erano presentati ai controlli programmati se avevano spontaneamente modificato la prescrizione dei farmaci (protocol violator), se vi era il sospetto di aggravamento delle condizioni cliniche (fallimento terapeutico), o di qualche grave effetto collaterale che controindicasse la prosecuzione della sperimentazione. Da un punto di vista macroscopico i risultati sono stati valutati per mezzo del Disease Activity Index (DAI ) (45) un punteggio che considera principalmente quattro parametri di valutazione del paziente. I primi due di tipo clinico (numero di evacuazioni e sangue nelle feci), il terzo di tipo endoscopico (aspetto della mucosa) e l’ultimo una osservazione generale del medico sullo stato di salute del paziente, ovvero, il Physician Global Assessment (PGA). Il punteggio può variare fra lo 0 ed un massimo di 12. La malattia è considerata in remissione se il punteggio rientra fra lo 0 e 2 (0 ≤ x ≤ 2), di grado lieve fra 3 e 6 (3 ≤ x ≤ 6), di grado moderato fra 7 e 10 (7 ≤ x ≤ 10) e oltre di grado severo (Tabella 1). Oltre alla remissione, è stata presa in considerazione anche la risposta terapeutica, ovvero riduzione di almeno tre punti DAI alla fine del trattamento senza tuttavia aver raggiunto la remissione. Da un punto di vista microscopico, i reperti istologici sono stati valutati secondo i criteri di Truelove e Richards (46), ottenuti per mezzo di biopsie effettuate durante le colonscopie di controllo, e comprende parametri di valutazione come la remissione (mucosal healing), attività lieve, moderata e severa in base al grado di compromissione dell’architettura ghiandolare e quota di infiltrato infiammatorio. 17 Tutti i prelievi bioptici sono stati analizzati dallo stesso istologo e sempre in cieco rispetto al trattamento del paziente. Inoltre, ad ogni controllo sono stati eseguiti degli esami bioumorali utili a valutare la risposta degli indici infiammatori (VES, PCR e mucoproteine) e somministrato un questionario sulla qualità della vita (QdV) (47) che prende in considerazione aspetti medici e psicosociali delle precedenti due settimane (Scheda 1). Il questionario rappresenta la forma ridotta (12 domande) del questionario formulato per lo studio dell’impatto della RCU sui pazienti, quest’ultima di 36 domande. Le opzioni di risposte ad ogni domanda sono 5 ed il punteggio varia da un minimo di 1 ad un massimo di 5 punti, per un totale di 60 punti. Secondo i criteri del questionario un punteggio fra i 48 ed i 60 punti indica una soddisfacente QdV; da 36 a 47 una accettabile QdV ed infine sotto i 35 punti totali una inaccettabile QdV. 5.5 Tollerabilità ed eventi avversi Per avere un quadro più chiaro sugli effetti collaterali riscontrati dai pazienti, all’inizio dello studio è stato distribuito un diario dove segnare per singolo giorno di trattamento qualunque sintomo o reazione strana che a detta del paziente era degno di nota. Questo diario, accompagnato dagli esami del sangue e dalla visita clinica, hanno fornito elementi utili ai medici per valutare la tollerabilità del principio attivo in sperimentazione. 18 5.6 Analisi statistica Ipotizzando una percentuale di remissione con il placebo del 15% e del 60% con il trattamento Aloe Vera gel, erano necessari almeno ventidue pazienti per gruppo ed una potenza dello studio dell’ 80% con errori α = 0.05 e β = 0.2 per ottenere una differenza dei dati statisticamente significativa. L’analisi dei dati è stata valutata con il metodo per protocol (PP). Il test esatto di Fisher è stato utilizzato per confrontare le percentuali di pazienti usciti dallo studio nei due gruppi (drop-out), le percentuali di remissione clinico-endoscopica nei due gruppi di trattamento calcolato con il DAI, la risposta alla terapia (-3punti DAI), il grado di attività della malattia all’esordio, la differente distribuzione della malattia fra i due sessi e la concordanza fra la remissione clinico-endoscopica e quella istologica; Il test T di Student è stato utilizzato per la variabile demografica di età dei pazienti e per confrontare il punteggio medio DAI e quello della QdV fra i due gruppi di pazienti all’inizio dello sperimentazione; il test T di Student per le misurazioni ripetute è stato utilizzato per confrontare il punteggio DAI all’esordio ed alla fine dello studio nei due gruppi di trattamento, per confrontare i valori della VES all’esordio ed alla fine dello studio nei due gruppi ed infine per confrontare il punteggio della QdV all’esordio ed alla fine nei due gruppi di trattamento. Tutti i calcoli statistici sono stati ottenuti con il GraphPad Instat software versione 2.05. Un valore di p < 0.05 è stato considerato statisticamente significativo. Tutti i dati sono espressi come la media più la deviazione standard. 19 6. Risultati Dei 44 pazienti iniziali inseriti nello studio, 5 pazienti sono stati considerati drop-out ed esclusi dall’analisi finale dei dati. Di questi rispettivamente 4 e 1nel gruppo A e nel gruppo B, la differenza fra i due gruppi è stata considerata statisticamente non significativa (18,2% vs. 4,5%; p=0,345). Quindi l’analisi dei dati finali è stata eseguita su 39 pazienti di cui 18 pazienti del gruppo A e 21 pazienti del gruppo B. L’analisi dei dati è stata eseguita secondo il metodo per protocol (PP). All’ingresso nello studio, non vi erano differenze statisticamente significative fra i due gruppi di pazienti per le seguenti variabili demografiche: età, sesso, punteggio medio DAI, qualità della vita, grado di attività ed estensione della malattia, Tabella 2. Alla fine della sperimentazione, la remissione clinico-endoscopica calcolata con il DAI è stata ottenuta in 10 pazienti del gruppo A ed in 4 pazienti del gruppo B, la differenza è stata considerata statisticamente significativa (55,5% vs. 19%; p=0,024). La risposta al trattamento è stata ottenuta in 3 pazienti del gruppo A e sempre in 3 pazienti nel gruppo B, la differenza è stata considerata statisticamente non significativa (16,6% vs. 14,3%; p=1). Cumulando i dati di remissione e risposta al trattamento, nel gruppo A abbiamo 13 pazienti su 18 contro i 7 su 21 del gruppo B (72,2% vs. 33,3%; p=0,025) anche questa differenza è stata considerata statisticamente significativa. La concordanza fra la remissione clinico endoscopica e la remissione istologica della malattia (mucosal healing) è stata ottenuta in 6 pazienti del gruppo A contro un paziente del gruppo B, la differenza è stata considerata statisticamente non significativa (6/10 60% vs. 1/4 25%; p=0,560), Tabella 3. Nel gruppo A, la variazione del punteggio medio DAI all’inizio ed alla fine del trattamento è stato considerato statisticamente significativo (6,66 ± 1,75 vs. 3,27 ± 2,07; p=0,002). Nel gruppo B, la variazione del punteggio medio DAI all’inizio ed alla fine del trattamento è stato considerato statisticamente non significativo (6,19 ± 1,63 vs. 5,90 ± 2,16; p=0,780). 20 La variazione del valore medio della VES nel gruppo A è stata considerata statisticamente significativa (29,53 ± 11,47 vs. 21,77 ± 12,71; p=0,0498). Dall’altra parte, la variazione del valore medio della VES nel gruppo B è stata considerata statisticamente non significativa (34,01 ± 13,47 vs. 33,24 ± 14,97; p=0,823). Infine, nel gruppo A il punteggio medio della QdV calcolato all’inizio ed alla fine del periodo di trattamento è stato considerato statisticamente non significativo (41,11±7,40 vs. 47,16±7,01; p=0,068), anche nel gruppo B la stessa variazione della QdV è stata considerata statisticamente non significativa (40,57±8,13 vs. 39,47±7,49; p=0,486),Tabelle 4-5. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, 3 pazienti del gruppo A hanno lamentato sintomi lievi come la stipsi (2 pazienti) ed uno il prurito anale. Invece nel gruppo B, 4 pazienti hanno lamentato sintomi lievi come; astenia, dolori addominali e due pazienti il meteorismo. 21 7. Discussione Come abbiamo avuto modo di introdurre, da molti secoli, se non millenni, vi è grande fascino e mistero intorno a questa pianta medicinale dalle infinite proprietà curative ed in grado di resistere ai climi più difficili (1-6). Ad oggi, le documentazioni scientificamente valide sono state molto limitate (12-14). Recentemente, intendiamo gli ultimi vent’anni, è rinato un vivo interesse verso la pianta da parte della comunità scientifica, soprattutto in campo chirurgico ed infettivologico per le rinomate qualità cicatrizzanti ed antinfettive (17-21, 31-34). Seguiti dalla medicina interna, considerando i diversi studi sull’uso di Aloe Vera gel per la cura del diabete e le dislipidemie nei Paesi del sud-est asiatico (22-24). Nel campo della gastroenterologia, e più precisamente le malattie infiammatorie croniche intestinali (M.I.C.I), ad oggi ci sono state veramente limitate esperienze cliniche con la pianta miracolosa (25-26, 28). In riferimento alla rettocolite ulcerosa (RCU), Langmead e collaboratori a cavallo degli anni 2003-2004 sono riusciti a passare da una sperimentazione in vitro a quella diretta in vivo sulla mucosa dei pazienti in attività, ottenendo risultati positivi in entrambe le esperienze (27-44). Inoltre, ad inizio di quest’anno una metanalisi di Koutrubatis sulla gestione terapeutica dei pazienti con RCU distale ha confermato che un buon 30-35% dei pazienti in fase attiva non risponde alla terapia convenzionale a base di mesalazina orale e topica dopo quattro - sei settimane di trattamento, facendo ricorso ai cortisonici o in alcuni casi immunosoppressori, con le ben note conseguenze per quanto riguarda la tollerabilità di questi farmaci (40). Confortati da questi studi scientificamente validi, abbiamo pensato di formulare un preparato topico contenente soluzione di Aloe Vera gel, ed alla nostra conoscenza è il primo studio al mondo a somministrare per via anale il gel di Aloe Vera sulla mucosa colo-rettale di pazienti RCU in fase attiva. 22 Il presente lavoro ha voluto confrontare in uno studio randomizzato in doppio cieco, i clismi contenenti estratto puro di gel Aloe Vera al 100% contro una soluzione placebo per validarne le capacità d’induzione della remissione in pazienti affetti dalla RCU attiva distale di grado lieve e moderato. I risultati dello studio hanno dimostrato la superiorità dell’Aloe Vera contro placebo, infatti è stata riscontrata una significativa differenza nelle percentuali di remissione clinico - endoscopica fra il gruppo Aloe Vera gel (A) ed il gruppo placebo (B), rispettivamente 10/18 (55%) vs. 4/21(19%). Questo dato diventa ancor più significativo quando ai pazienti in remissione vengono aggiunti i pazienti che hanno risposto al trattamento seppur senza giungere ad una completa remissione 13/18 (72,2%) vs. 7/21( 33,3%). Un altro dato interessante è la distribuzione dei casi finali di remissione, infatti, se da un lato la maggior parte delle remissioni ha riguardato i pazienti con attività entro i primi 10-15 cm quindi proctiti (5pz) bisogna comunque sottolineare il fatto che ben 5pazienti su 10 (50%) ha riguardato estensioni fino ai 40-60 cm (3 proctosigmoiditi e 2 coliti sinistre). Quest’osservazione suggerisce una buona diffusione e capacità ritentiva del preparato topico di Aloe Vera gel. Tuttavia, bisogna osservare una discrepanza fra i pazienti trovati in remissione clinico - endoscopica e la relativa remissione istologica della malattia, 6/10 (60%) nel gruppo A vs. 1/4 (25%) nel gruppo B, la differenza fra i due gruppi non è stata trovata statisticamente significativa. Comunque, ipotizziamo un’associazione tra quest’ultimo dato ed il limitato numero di pazienti che non ha permesso di esaltare maggiormente la differente risposta istologica fra i due gruppi di pazienti. Oltretutto, è ampiamente dimostrato che nelle MICI ed in particolare nella RCU la remissione istologica proceda più lentamente rispetto alla risposta clinico – endoscopica impiegando sei - otto settimane, motivo che giustifica il mantenimento della terapia ben oltre la scomparsa dei sintomi clinici (36, 41, 42, 46), ed in questo studio la durata del periodo di osservazione si è fermata alle quattro settimane. 23 A rafforzare la validità di questi dati, basta osservare il punteggio medio del Disease Activity Index (DAI) che si è praticamente dimezzato nei pazienti trattati con Aloe Vera gel rispetto all’inizio a differenza del placebo dove è rimasto sostanzialmente invariato (Tavola 4). L’indice infiammatorio di riferimento nelle malattie infiammatorie croniche, ovvero la velocità di eritrosedimentazione (VES) è diminuita in modo debolmente significativo nel gruppo A ed anche in questo caso è rimasto invariato nel gruppo B. Questa debole significatività del dato VES è in linea con la numerosa quota di pazienti trovati con residua attività istologica (12/18) anche in assenza di sintomi clinici. Per quanto riguarda il punteggio medio della qualità della vita, nei due gruppi di pazienti non è stata osservata una significativa differenza alla fine dello studio. Tuttavia c’è da sottolineare che il gruppo A ha mostrato un trend verso la significatività salendo da una media di 41, corrispondente ad una qualità della vita accettabile, ad una media di 47, appena sotto il valore soglia di 48 per una qualità della vita soddisfacente. Va osservato che la qualità della vita tiene conto di fattori medici e psicosociali, quindi, anche in presenza di una buona risposta al trattamento vi possono sussistere altre difficoltà personali, familiari e professionali in grado di influenzare il punteggio finale. Il trattamento topico con clismi di Aloe Vera gel si è dimostrato altamente tollerabile, infatti soltanto tre pazienti hanno manifestato sintomi lievi, che non hanno interferito con la prosecuzione del trattamento e non inequivocabilmente associabili al trattamento in questione (stipsi, prurito anale), comunque anche i sintomi del gruppo placebo erano trascurabili (astenia, dolori addominali e meteorismo). Del gruppo A 4 pazienti sono stati esclusi dall’analisi finale dei dati per non aver rispettato le istruzioni della sperimentazione (drop-out). In tre casi, non si sono presentati al controllo clinico dopo le 4 settimane di trattamento ed un paziente aveva 24 sospeso i clismi dopo una decina di giorni riferendo una risoluzione dei sintomi accompagnata dalla scomodità a praticare i clismi tutte le sere. Nel gruppo placebo, soltanto un paziente non si è presentato ai controlli programmati nonostante il ripetuto tentativo di metterci in contatto con lo stesso. Trattandosi di uno studio in cui i due gruppi di pazienti sono stati sottoposti ad un trattamento per via anale, questo fatto sottostima l’importanza della diversa compliance fra i gruppi, infatti la differenza non è stata considerata statisticamente significativa. Possiamo soltanto ipotizzare che il maggior numero di drop-out nei pazienti curati con Aloe Vera gel possa indicare una rapida e positiva risposta al trattamento che ha dissuaso alcuni dal continuare con i fastidiosi clisteri rettali. D’altra parte, va sottolineato il fatto che numerosi pazienti hanno riferito una migliore adesività del preparato e quindi capacità ritentiva delle soluzioni, questo dato è da associare maggiormente agli eccipienti utilizzati nella preparazione dei clismi e nello specifico la gomma xantan, utilizzata per concentrare le soluzioni rettali. Siamo arrivati alla numerosità di 44 pazienti, quindi 22 per gruppo dopo aver consultato la letteratura medica, dove è stimata aggirarsi intorno al 15% la risposta al placebo nelle sperimentazioni di RCU (48), allo stesso tempo la risposta media ai trattamenti standard con i clismi di mesalazina, sulfasalazina o cortisonici è intorno al 60% dopo 4 settimane di trattamento (36, 40, 41, 45). Con la potenza dello studio dell’80%, questo era il numero minimo di pazienti arruolabile per poter evidenziare questa differenza. Il metodo di analisi scelto, ovvero il per protocol, è servito a rafforzare il peso dei risultati dal momento che tiene conto dei pazienti effettivamente seguiti dall’inizio alla fine secondo il protocollo di studio. Ovviamente abbiamo tenuto conto del fatto che lo studio implicava l’utilizzo di un preparato privo di effetto terapeutico (placebo) e di uno in via di sperimentazione (Aloe Vera gel), quindi l’obiettivo era di esporre un numero minimo di pazienti possibile. 25 In virtù di questa riflessione, a tutti i pazienti e per tutta la durata dello studio è stato somministrato 2,4 g/die di 5-ASA per os, onde evitare una totale esposizione a dei farmaci sperimentali. I pregi di questo studio sono stati la sua capacità di dimostrare per la prima volta, con una formulazione e via di somministrazione simile ai preparati standard a cui gran parte dei pazienti RCU sono abituati, i benefici di una sostanza naturale ottenuta dall’estrazione del gel di Aloe Vera. In secondo luogo, sia i pazienti che i medici coinvolti nei controlli clinici, endoscopici ed istologici erano in cieco per tutta la durata dello studio. Infine, la presa in considerazione di aspetti non direttamente correlati alla risposta medica al trattamento come la qualità della vita del paziente. I limiti dello studio sono rappresentati dal ridotto numero di pazienti esposto che non permette di trarre delle conclusioni definitive; l’arruolamento di soli pazienti noti con un episodio di recidiva, senza coinvolgere le prime diagnosi; la limitatezza alle sole forme distali di malattia; l’incapacità di verificare la compliance dei pazienti ai trattamenti, infatti non fu loro chiesto di riportare sempre i flaconcini vuoti dopo l’uso; l’incapacità di dettagliare le proprietà della soluzione Aloe Vera gel utilizzata per poter comprendere meglio le sostanze coinvolte nell’attività antinfiammatoria. 7.1 Conclusioni Il presente studio ha dimostrato che il clisma di Aloe Vera gel è superiore al placebo nell’indurre la remissione dei sintomi in pazienti affetti dalla RCU attiva distale di grado lieve e moderato. Inoltre, si è dimostrato privo di effetti collaterali, quindi potrebbe rappresentare una efficace e sicura soluzione terapeutica nella gestione di questi pazienti. Tuttavia, per giungere a delle conclusioni definitive sono necessari studi di confronto con la mesalazina topica e con una numerosità di pazienti maggiore. 26 8. Ringraziamenti L’autore di questa ricerca sente il dovere di spendere poche note per ringraziare alcuni attori fondamentali nella realizzazione di questo studio nonché stesura finale di questo libro: In primis, la Società Farmaceutica Sofar S.p.A., per il proprio sostegno nella formulazione dei clismi di Aloe Vera gel e placebo, oltre al confezionamento e disponibilità dei propri rappresentanti nelle diverse fasi della sperimentazione. La dr.ssa Roberta Pica del Servizio Speciale di Endoscopia Digestiva del Policlinico Sandro Pertini di Roma, per l’arruolamento e raccolta dati di numerosi pazienti di questo studio, oltre alla pazienza nel seguire le istruzioni del sottoscritto. Il dr. Claudio Cassieri del Servizio Speciale di Endoscopia Digestiva del Policlinico Umberto I di Roma, per l’arruolamento, raccolta dati e preparazione delle diapositive per la presentazione di questo studio con grande senso di amicizia e profonda umanità oltre alla indiscussa professionalità. Il prof. Paolo Paoluzi del Servizio Speciale di Endoscopia Digestiva del Policlinico Umberto I di Roma, per l’analisi dei dati, i paterni consigli, osservazioni critiche e messa a disposizione dei locali e risorse scientifiche per la buona riuscita della sperimentazione. Il prof. Gianni Manghetti, del centro ACSE di volontariato per le popolazioni migranti, per aver contribuito a stimolare l’interesse verso lo studio delle risorse naturali ed insegnato l’arte di credere sempre in tutto ciò che si fa per poterne trarre dei risultati concreti. Infine, sento il dovere di ringraziare la mia famiglia, gli amici e quanti hanno creduto in questo progetto e quindi in qualche modo partecipato spiritualmente alla realizzazione della stessa. 27 9. BIBLIOGRAFIA 1) Reynolds T, Dweck A.C. Aloe Vera gel: A Review update. Journal of ³Ethnopharmacology 1999; 68: 3-37. 2) Yates A. Yates Garden Guide. Harper Collins Australia 2002. 3) Gong M, Wang F, Chen Y. Study on application of arbuscular-mycorrhizas in growing seedings of Aloe Vera. Journal of Chinese medicinal materials 2002; 25 (1): 1–3. 4) Newton L. E. In defense of the name Aloe Vera: The Cactus and Succulent Journal of Great Britain 1979; 41: 29–30. 5) Global Compendium of Weeds. Aloe Vera (Aloeaceae) 2008. 6) Random House Australia. Botanical’s Pocket Gardening Encyclopedia for Australian Gardeners. Random House Publishers, Australia. 7) US Farms Inc. A Different Kind of Natural Resource Company 2008. 8) Boudreau MD, Beland FA. 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Disease Activity Index (DAI) Punteggio Numero delle evacuazioni/die Normale 1–2 volte più del solito 3–4 volte più del solito > 4 volte più del solito 0 1 2 3 Sanguinamento rettale Assente Strisce di sangue Emorragia franca Emorragia massiva 0 1 2 3 Aspetto della mucosa Normale Lieve friabilità Moderata friabilità Essudato, Sanguinamento spontaneo 0 1 2 3 Valutazione globale del medico Remissione Attività lieve Attività moderata Attività severa 0 1 2 3 Punteggio massimo = 12 0 ≤ x ≤ 2 = Remissione 3 ≤ x ≤ 6 = Grado lieve 7 ≤ x ≤ 10 = Grado moderato ≥ 10 = Grado severo Sutherland LR, Martin F, Greer S, et al. 5-Amynosalicylic acid enema in the treatment of distal ulcerative colitis, procto-sigmoiditis and proctitis. Gastroenterology 1987;92:1894-8. 35 Tabella 2. Caratteristiche dei pazienti all’ingresso nello studio Variabili Aloe Vera gel Pz = 18 Placebo Pz = 21 p* Età;anni (range) 39,3 (23-62) 39,71 (22-64) n.s. Sesso; M/F 7 / 11 9 / 12 n.s Attività; lieve/moderato 11 / 7 15 / 6 n.s. Proctite 8 9 n.s. Proctosigmoidite 7 7 n.s. Coliti sinistra 3 5 n.s. DAI; media 6,66 ± 1,75 6,19 ± 1,63 n.s. (range) (4-10) (4-9) QdV¹; media 41,11 ± 7,40 47,16 ± 7,01 (range) (28-55) (36-60) n.s. I valori sono espressi come la media ± deviazione standard *p < 0,05 ¹QdV: Qualità della vita Tabella 3. Analisi dei risultati secondo il metodo per protocol Variabili Remissione DAI Aloe Vera gel Placebo p Pz = 18 Pz = 21 10/18 (55,5%) 4/21 (19%) 0,024 3/18 (16,6%) 3/21 (14,3%) n.s. 13/18 (72,2%) 7/21 (33,3%) 0,025 6/10 (60%) 1/4 (25%) n.s. N / tot. (%) Risposta DAI N / tot. (%) Remissione+Risposta DAI N / tot. (%) Remissione DAI+Mucosal healing N / tot. (%) 36 Tabella 4. Confronto dei risultati all’inizio ed alla fine del trattamento nel gruppo A* Variabili All’inizio (T0)¹ Alla fine (T4)² p DAI; media 6,66 ± 1,75 3,27 ± 2,07 0,002 (range) (4-10) (0-10) VES³; media 29,53 ± 11,47 21,77 ± 12,71 (range) (15-54) (5-44) QdV; media 41,11 ± 7,40 47,16 ± 7,01 (range) (28-55) (36-60) 0,049 0,068 *gruppo A: clisma 60ml di Aloe Vera gel ¹T0: a 0 settimane di trattamento ²T4: a 4 settimane di trattamento ³VES: valori normali < 15 Tabella 5. Confronto dei risultati all’inizio ed alla fine del trattamento nel gruppo B* Variabili All’inizio (T0) Alla fine (T4) p DAI; media 6,19 ± 1,63 5,90 ± 2,16 n.s. (range) (4-10) (0-10) VES; media 34,01 ± 13,47 33,24 ± 14,97 (range) (15-54) (5-44) QdV; media 40,57 ± 8,13 39,47 ± 7,49 (range) (28-55) (36-60) *gruppo B: clisma 60ml di Placebo 37 n.s. n.s. SCHEDA AGGIUNTIVA QUESTIONNARIO SULLA QUALITA’ DELLA VITA NELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI (QdV) 1. Come giudica la frequenza giornaliera delle sue evacuazioni nelle ultime due settimane? 1. Innumerevoli volte al giorno 2. Molto aumentata 3. Abbastanza aumentata 4. Leggermente aumentata 5. Come sempre 2. Le è capitato di sentirsi molto stanco/a o debole nelle ultime due settimane? 1. Si, tutto il tempo 2. Si, gran parte del tempo 3. Si, a volte 4. Quasi mai 5. No, mai 3. Le è capitato di sentirsi frustrato/a o ansioso/a nelle ultime due settimane? 1. Si, tutto il tempo 2. Si, gran parte del tempo 3. Si, a volte 4. Quasi mai 5. No, mai 4. Quanto spesso ha saltato le lezioni, non è andato/a al lavoro o non era in grado di compiere le faccende di casa nelle ultime due settimane? 1. Tutti I giorni 2. Gran parte dei giorni 3. Alcuni giorni 4. Quasi mai 5. Mai 5. Come giudica le sue energie fisiche nelle ultime due settimane? 1. Mi sento privo/a di forze 2. Pochissime forze 3. Abbastanza forte 4. Molto forte 5. Scoppio di salute 6. Quanto spesso ha avvertito sintomi che “a suo giudizio” sono da associare ai farmaci che prende, come per esempio: mal di testa, senso di nausea, macchie sulla pelle o simili? 1. Tutti i giorni 2. Quasi tutti giorni 3. Qualche giorno 4. Raramente 5. Mai 7. Quanto spesso ha avvertito dei dolorosi crampi addominali nelle ultime due settimane? 1. Sempre 2. Quasi sempre 3. Qualche volta 38 4. Quasi mai 5. Mai 8. Quanto spesso si è sentito di essere malato nelle ultime due settimane? 1. Sempre 2. Quasi sempre 3. Qualche volta 4. Quasi mai 5. Mai 9. Quanto spesso le è capitato di dover cercare con urgenza un bagno nelle ultime due settimane? 1. Sempre 2. Molto spesso 3. Spesso 4. Quasi mai 5. Mai 10. Quanto spesso le è capitato di non riuscire a dormire bene durante la notte nelle ultime due settimane? 1. Tutte le notti 2. Quasi tutte le notti 3. Qualche notte 4. Quasi mai 5. Mai 11. Le è capitato e quanto spesso di sentirsi depresso/a nelle ultime due settimane? 1. Si, tutto il tempo 2. Si, gran parte del tempo 3. Si, a volte 4. Quasi mai 5. No, mai 12. Quanto spesso le è capitato di vedere sangue nelle feci nelle ultime due settimane? 1. Durante tutte le evacuazioni 2. Durante la maggior parte delle evacuazioni 3. Alcune volte 4. Quasi mai 5. Mai The Short Inflammatory Bowel Disease Questionnaire (SIBDQ) Punteggio Massimo: 60 punti 48≤ x ≥60: Soddisfacente qualità della vita 36≤ x ≥47: Accettabile qualità della vita ≥35 :Inaccettabile qualità della vita 39