Parrocchia e Progetto Culturale

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SERVIZIO DIOCESANO PER
IL PROGETTO CULTURALE
RIMINI - 2005
PARROCCHIA E PROGETTO CULTURALE
Premesse
La svolta per un rinnovato incontro tra Vangelo e cultura
all’interno delle nostre comunità parrocchiali si fa sempre più
urgente e ineludibile. I Vescovi italiani negli
Orientamenti
pastorali “Comunicare il vangelo in un mondo che cambia”
hanno
richiamato
la
necessità
di
una
vera
e
propria
“conversione culturale” delle nostre comunità, affinché il
«Vangelo sia incarnato nel nostro tempo per ispirare la cultura
e
aprirla
all’accoglienza
integrale
di
tutto
ciò
che
è
autenticamente umano» (n. 50). Questo è l’orizzonte verso il
quale occorre urgentemente rimettersi in cammino.
Oggi la parrocchia si trova al centro di una serie di sfide
ineludibili che sollecitano una profonda rivisitazione della sua
natura e identità pastorale, come pure un adeguamento della
sua struttura e presenza rispetto al rapido mutamento del
contesto sociale, culturale ed ecclesiale; si muove in questa
direzione la proposta alle parrocchie di dare vita ad una nuova
collaborazione tra loro mediante le Zone Pastorali. Nonostante
le
difficoltà
emergenti
in
questo
scenario
sempre
più
complesso e frammentato, molte attese e speranze si stanno
riversando su di essa. Di fronte agli inediti dilemmi del tempo
presente molti sono gli interrogativi che si addensano sulla
parrocchia, a partire dalle questioni fondative: come ritrovare
lo spazio e il tempo affinché essa torni ad essere l’esperienza
viva del Vangelo di Gesù in una comunità credente? Come
saldare culto e vita quotidiana? Come portare l’annuncio della
fede a coloro che sono spazialmente vicini alla parrocchia ma
spiritualmente distanti? Attorno a queste, e molte altre
domande, ruota la crescente attenzione del mondo ecclesiale.
Mediante il Progetto culturale orientato in senso cristiano, la
Chiesa oggi avverte con acutezza la portata di questa sfida, il
bisogno di interrogare la storia e di addentrarsi nel turbine
delle complesse problematiche contemporanee, con il preciso
intento di farvi fruttificare il dono di Cristo, entrando in un
dialogo rispettoso con le culture che incontra, con avvedutezza
e discernimento, testimoniando e riconciliando.
1. La Parrocchia è l’ambito generativo e formativo
dell’incontro con Cristo
L’urgenza di un rinnovamento della parrocchia non risponde
comunque ad un’esigenza sociologica, ma appartiene anzitutto
al mistero costitutivo della Chiesa, la quale «insieme santa e
2
sempre bisognosa di purificazione, mai tralascia la penitenza e
il
suo
rinnovamento»
(Lumen
Gentium, 8), consapevole
soprattutto che lo Spirito Santo «con la forza del Vangelo la fa
ringiovanire e continuamente la rinnova» (LG, 4). Dunque, una
parrocchia che si disponga in stato di rinnovamento testimonia
anzitutto la sua fedeltà a Cristo, lasciandosi provocare e
attraversare dal suo Spirito di santità.
La parrocchia può rinascere e trovare nuova linfa solo se si
riconosce come comunità eucaristica e missionaria, immersa
in un’autentica “spiritualità di comunione”, frutto del legame
fondativo con la Parola di Dio e con la viva Tradizione liturgica
e sacramentale. Nessun mutamento della parrocchia-comunità
e della parrocchia-territorio sarà credibile, infatti, senza una
concreta ricentratura della sua identità eucaristica, presenza
viva del Signore nella storia. Da questa esperienza di fede
ascoltata, celebrata e testimoniata, centrata sul mistero
dell’amore eucaristico, la parrocchia può davvero ritrovare se
stessa, la pienezza del suo essere realmente “casa e scuola di
comunione”, il senso della sua vocazione originaria che fa
proprio il metodo della missione di Cristo.
A partire dalla cura della liturgia e della vita sacramentale, dalla
catechesi dei giovani e degli adulti, dai Centri di ascolto del
Vangelo e di formazione biblica, teologica e spirituale, ogni
parrocchia dovrebbe farsi carico di donare nuovo impulso e
3
concretezza ad una vera teologia contestuale, una teologia viva
come servizio per tutta la comunità, come evento ecclesiale
che aiuti a pensare la fede come esercizio spirituale, culturale e
profetico. Parrocchie come luoghi accoglienti per l’uomo;
luoghi dell’incontro con il Dio di Gesù Cristo, dove il Signore
non sia conosciuto “per sentito dire”, ma trovato nel presente
della propria esistenza. L’incontro con Cristo umanizza la vita,
la rende piena di senso, la sostiene e la incoraggia ad andare
sulle strade della comunione solidale, della giustizia, del
perdono vivificante.
2. La “conversione culturale” della vita pastorale
Unitamente a questo occorre comunque ritrovare quella
capacità comunicativa che generi un’immagine in cui alla
Parola del Vangelo sia riconosciuto, se non l’immediata
adesione della fede, almeno il rispetto della dignità culturale.
Non dimentichiamo infatti che l’adesione alla proposta di fede
passa anche attraverso un quadro di riferimento culturalmente
adeguato.
Qui
è
in
gioco
certamente
l'attitudine
della
parrocchia ad accogliere ed attuare quella “svolta” che va sotto
il nome di conversione culturale della pastorale in senso
missionario, evitando di concepirsi “come una comunità
piuttosto autoreferenziale, nella quale ci si accontenta di
trovarsi bene insieme e quella di una ‘stazione di servizio’ per
l’amministrazione dei sacramenti ” (Card. C. Ruini).
4
La parrocchia è comunione di fede, di preghiera e di carità, ma
proprio in quanto tale, sarà anche “soggetto sociale”, essa vive
e opera profondamente inserita nella società umana. La
crescita della società umana attende anche il contributo dei
cristiani che non possono limitarsi ad una “fede privata”, ad
una questione di sentimento interiore, poiché la fede è luce
che illumina il cammino di tutti, fermento che può trasformare
il mondo secondo il progetto di Dio. Di fatto “il Vangelo è
fattore di promozione di espressioni culturali pienamente
umane e la cultura è l’ambito attraverso il quale la Parola
eterna risuona e si realizza nel tempo” (Il Progetto Culturale
della Chiesa Italiana, CEI, 2002.)
La “conversione culturale” è l’orizzonte verso il quale occorre
mettersi in cammino, attraversando la fatica e la gioia del
quotidiano. Alle comunità parrocchiali è oggi richiesto un salto
di qualità e di responsabilità: tradurre l’azione pastorale in
esperienze
di
significato
per
la
vita.
Ciò
affinché
la
testimonianza sia spiritualmente significativa e culturalmente
credibile. Tutto questo esige una diversa rilevanza della
formazione
teologica
e
pastorale,
ma
soprattutto
una
differente considerazione e valorizzazione dei diversi carismi e
ministeri, della qualità delle relazioni personali e della
concreta capacità di ascolto e condivisione fraterna. Sulla base
di questi presupposti la parrocchia può pensare di donare
5
dignità e tempo ad ogni relazione, espressione, affetto,
trasformandoli in ethos, mentalità, cultura.
La questione culturale non è quindi una problematica che si
pone fuori, o in alternativa, alla pastorale ordinaria, ma nel
suo stesso cuore pulsante. La sfida del tempo presente è
quella culturale poiché, come ci insegna la grande tradizione
cristiana, senza cultura non c’è umanità, ed è mediante la
cultura che la persona può costruire la propria identità,
plasmare il proprio essere.
3. Per
una
nuova
pastorale
della
cultura
in
parrocchia
Le nostre comunità ecclesiali, nelle loro diverse articolazioni
pastorali, devono tornare a essere e a fare cultura, diventare
vere e propri “laboratori” di cultura, nei quali le diverse forme
della creatività umana possano ricucire nella quotidianità della
propria esperienza quel rapporto vitale con il Vangelo,
facendolo
risplendere
di
nuova
luce.
Questo
esige
conseguentemente, anche a livello parrocchiale, una rinnovata
considerazione per la pastorale della cultura, ripensandone
radicalmente le forme e i contenuti. Occorre in sostanza una
diversa progettualità, un uso diverso e adeguato delle risorse
spirituali, umane e materiali, un investimento diverso di esse,
guardando profeticamente in avanti sulla base dell’autentica
tradizione ecclesiale, di una memoria viva. Non serve lanciare
6
anatemi contro la contemporaneità, atteggiamento che spesso
nasconde soltanto un bisogno di “difesa” e una reale
debolezza di pensiero; la cultura attuale non è il “nemico”, né
realtà deprecabile più di altre passate; è piuttosto, nei termini
di una vera storia della salvezza, né più, né meno che il kairòs,
il momento opportuno per mettere in atto ciò che più ci sta a
cuore. Spetta ad ognuno mettersi al lavoro, abbandonando
pretese, lamentazioni e demonizzazioni. Occorre mettere in
atto un discernimento critico e persuasivo.
Le parrocchie, nella loro rinnovata vitalità, sono chiamate a
porsi come riferimento sostanziale nella configurazione della
società del terzo millennio, ponendosi non alla rincorsa, ma
all’avanguardia dei fenomeni culturali e sociali che segnano e
condizionano il cambiamento. Molto più che in passato, la
parrocchia è chiamata, oggi a un ruolo di protagonismo
culturale saliente. Una cultura intesa anzitutto nel suo profilo
esistenziale, antropologico e popolare, in grado di tracciare
sentieri
di
vita,
di
orientamento
di
senso.
La
nuova
evangelizzazione è impensabile senza una marcata e specifica
sollecitudine pastorale per il mondo della cultura. La cultura
pone all’attenzione di tutta la pastorale alcune esigenze
fondamentali. La domanda di salvezza, unica nel profondo del
cuore dell’uomo, viene posta e percepita con modalità
diverse secondo le diversità delle situazioni e dei contesti. Il
7
principio dell’inculturazione della fede presuppone che a
queste
diverse
realtà
non
sia
rivolto
un
annuncio
indifferenziato, ma un annuncio culturalmente determinato,
attento al contesto e alle situazioni.
L’evangelizzazione della cultura si attua soltanto se la fede è
capace essa stessa di un’autentica inculturazione. Dunque, se la
parrocchia vuole costruire il proprio futuro, deve essere capace
di promuovere ed elaborare cultura cristianamente ispirata.
Tutto questo senza andare alla ricerca di chissà quali “novità” o
eccentriche stravaganze, ma soprattutto valorizzando il tesoro
prezioso della sua Tradizione, il suo specifico patrimonio
spirituale,
dottrinale,
artistico,
ecc.
(spesso
nascosto
o
abbandonato). La comunità parrocchiale può e deve ritrovare la
propria identità e memoria a partire dalle innumerevoli
occasioni offerte dal suo ricco e pregnante calendario liturgico
e pastorale, dalla peculiarità della sua presenza storica in quel
dato territorio, dalle innumerevoli risorse umane e materiali
che certamente già possiede al suo interno.
L’immagine delle parrocchie va riscattata urgentemente dal
luogo comune che le relega alla sottocultura e per compiere
un’inversione di rotta è necessario che l’intera azione pastorale
venga dunque ripensata in una prospettiva di una diversa
valorizzazione della cultura, di efficace servizio e formazione
culturale.
8
4. Parrocchia, territorio e vita sociale
La parrocchia non può ridursi a comunità “religiosa”, estranea e
quasi disinteressata ai problemi della società in cui vive;
neppure può erigersi, orgogliosamente, come comunità in
contrasto con la società (gruppo alternativo e di fatto
altrettanto rinchiuso); né può permettersi di sbiadire la propria
identità assumendo i tratti della comunità che si identifica con
il territorio (smarrendo così il proprio compito salvifico e
profetico). La parrocchia non ha un territorio, ma vive in un
territorio e in esso “è la comunità cristiana che ne assume la
responsabilità. Ha il dovere di portare l’annuncio a coloro che
vi risiedono e sono lontani da essa, e deve farsi carico di tutti i
problemi umani che accompagnano la vita di un popolo. Così
essa è dentro la società non solo il luogo della comunione dei
credenti, ma anche segno e strumento di comunione per tutti
coloro che credono nei veri valori dell’uomo” (CEI, Comunione
e Comunità, 44).
La pastorale parrocchiale deve acquisire una sensibilità molto
più avvertita nei confronti del territorio che si abita, dei fatti
culturali, economici e sociali. Più precisamente, le realtà e gli
eventi culturali, economici e sociali devono entrare nella
considerazione pastorale ordinaria. Essi incidono fortemente
sulla mentalità e sono spesso condizione non marginale
dell’azione
ecclesiale:
si
pensi
9
alla
ricaduta
pastorale
dell’urbanistica. Questo significa fare del lavoro culturale una
priorità pastorale della vita ordinaria.
La fede cristiana rimane sterile e astratta se non penetra e
trasforma la società. Se non acquisisce quella forza di ethos
pubblico tendenzialmente
condiviso
che
è ispirazione e
sostanza del vivere civile. Occorre qui superare una mentalità
ancora diffusa di “delega” affidando tutto alla presenza di
alcuni singoli cristiani “impegnati” nel sociale o in politica, e
lasciandoli soli. Si tratta infatti, accanto all’impegno di coloro
che si dedicano alla politica in prima persona, di far sentire la
propria voce come comunità ecclesiale, assicurare una
presenza con modalità e forme autenticamente ecclesiali a
diversi
livelli.
parrocchiali
In
sul
particolare
territorio,
nel
vissuto
tenendo
delle
sempre
comunità
presente
la
prospettiva globale della carità. Il territorio è “la carne”
dell’incontro salvifico tra Dio e gli uomini che la parrocchia
rende possibile nella fedeltà al comandamento nuovo.
10
Suggerimenti e proposte
Anche soltanto alla luce di questi brevi richiami, tratti
dall’attuale
magistero
ecclesiale,
si
può
facilmente
comprendere che non si tratta di avviare qualche adattamento
di superficie, un semplice restauro di facciata, quanto piuttosto
di mettere in atto una vera e propria conversione pastorale
della comunità in prospettiva culturale, si tratta di immergersi
nella cultura del nostro tempo per portare in essa il lievito e il
fermento dell’Annuncio, senza mai conformarsi ad essa.
Immergersi nei diversi ambienti di vita dell’uomo di oggi, con
uno sguardo costante alla globalità e all’integrità dell’approccio
missionario. Questa declinazione parrocchiale del progetto
culturale è ciò che più ci si attende per il presente e per il
futuro.
La mappa della pastorale ordinaria si arricchisce così di nuovi
ambiti di presenza ed azione (dalla famiglia alla comunicazione,
dall’impegno per la “città dell’uomo” agli ambiti espressivi delle
arti
e
del
tempo
libero…).
Essi
non
si
aggiungono
semplicemente alle forme più tradizionalmente consolidate, ma
reclamano una nuova impostazione e concezione di tutta
l’azione
ecclesiale.
All’interno
della
vita
della
comunità
parrocchiale sarà dunque necessario ricercare le forme e le
modalità più idonee e fruttuose per valorizzare queste
prospettive. Vengono qui suggeriti alcuni possibili percorsi,
11
senza alcuna pretesa di esaustività e tanto meno di riduzioni a
schemi formali.
Quanto viene detto per la parrocchia singola, può essere
realizzato nell’ambito della Zona Pastorale.
1. Attenzione specifica (e non più delegabile) da parte
dell’intero Consiglio Pastorale della parrocchia ai diversi
fenomeni della cultura, ricercandone possibili declinazioni
pastorali. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è il luogo del
discernimento pastorale per tutta la vita della parrocchia,
per il suo rapporto con il territorio, ecc.
2. Individuazione di un “Referente” per il Progetto Culturale in
Parrocchia,
che
sia
inserito
attivamente
nella
vita
parrocchiale; che possa fungere da richiamo alla dimensione
culturale nelle varie attività pastorali; che svolga la funzione
di collegamento con la Diocesi e ne caldeggi e proponga le
iniziative in parrocchia; che solleciti la promozione di
iniziative specificamente culturali a livello di Parrocchia o di
Zona Pastorale; che guidi la Commissione culturale (dove è
possibile costituirla).
3. Costituzione
di
una
Commissione
culturale
o
di
un
Centro/circolo/gruppo/ di formazione, confronto, ricerca e
studio delle diverse problematiche (culturali, sociali, etiche,
politiche,
economiche,
ecc…)
che
sono
generalmente
oggetto del più ampio dibattito anche in ambito civile.
12
4. Alcuni collaboratori (all’interno della parrocchia) di questa
Commissione (o centro culturale) che possano svolgere una
funzione
di
stimolo,
sollecitazione,
orientamento,
informazione, raccordo con iniziative diocesane e cittadine,
ecc. La scelta di questi collaboratori è molto importante,
poiché il loro compito di progettazione, animazione,
conduzione e coordinamento sarà tanto più efficace quanto
più sarà svolto da persone “culturalmente attrezzate”, con
una valida formazione spirituale, teologica e culturale,
attente alla vita ecclesiale, aperte al confronto e con buone
qualità organizzative. Se tali persone mancano, occorrerà
formarle gradualmente attraverso occasioni di formazione
diocesana e nel servizio in parrocchia.
5. Instaurare rapporti di collaborazione con le diverse realtà
formative presenti in Diocesi sul versante della formazione
culturale, con la possibilità di invitare esperti e studiosi,
biblisti, storici, teologi, filosofi, ecc. (Istituto di Scienze
Religiose; Servizio diocesano per il progetto culturale; Media
diocesani:
settimanale,
radio,
tv;
Centro
Universitario
Diocesano; Centro Culturale Paolo VI e altri centri culturali).
6. Operare
un’attenta
ricognizione
delle
risorse
umane
presenti nel territorio parrocchiale, individuando figure e
personalità significative nell’ambito della produzione e
promozione
culturale
(scrittori,
13
ricercatori,
economisti,
scienziati, artisti, poeti, letterati, giornalisti, docenti o esperti
dei diversi campi del sapere; ma anche artigiani, “maestri di
bottega” e “maestri di vita”) per poi verificarne un possibile
coinvolgimento
e/o
collaborazione,
magari
in
alcuni
momenti specifici del percorso formativo o di altre iniziative
particolari che verranno proposte nel corso dell’anno.
7. Progettazione e realizzare centri di ascolto, lettura e
confronto di e su opere particolarmente rilevanti per la
comprensione
e
il
discernimento
delle
problematiche
culturali e antropologiche contemporanee; temi di attualità;
fenomeni culturali che fanno opinione (spettacoli, TV, film,
libri…).
8. Offrire proposte diversificate, ma all’interno di un progetto
unitario
e
non
frammentario,
di
formazione,
studio,
dibattito, confronto. Es. cicli di conferenze su tematiche
teologiche, spirituali, filosofiche, ecc.; percorsi tematici su
opere d’arte della tradizione cristiana; laboratori teatrali su
testi biblici o altro; percorsi musicali, mostre (pittoriche,
fotografiche,…), ecc.
9. Prevedere l’allestimento e l’attivazione di una Sala della
comunità
da
utilizzare
prevalentemente
per
iniziative
culturali, cineforum (con proiezioni e confronto critico su
film scelti), spettacoli teatrali e musicali. La sala della
comunità è “uno spazio che offre una proposta articolata di
14
momenti
di
secondo
un
intrattenimento
criterio
non
o
di
riflessione,
meramente
scanditi
occasionale
o
episodico, ma secondo una significativa programmazione”
(cf CEI, “La sala della comunità”, 1999, n. 14): cinema,
musica, teatro, televisione, dibattiti, conferenze, tavole
rotonde, ecc. Può essere attrezzata con le moderne
tecnologie, per la diffusione di programmi tv, ecc. La sala
della comunità richiede di essere arredata e mantenuta con
dignità e ordine, per poter essere un luogo di accoglienza e
di incontro per tutti, e non solo per le persone più assidue
alla parrocchia.
10. Valorizzazione della propria identità mediante iniziative di
recupero della specifica devozione e tradizione spirituale
(es. Madonna del Mare, Crocifisso di S. Rocco, ecc.).
11. Valorizzazione del patrimonio storico-artistico-archivistico
religioso e culturale del territorio (esemplari i musei
parrocchiali di Saludecio e di Roncofreddo; visite guidate al
patrimonio artistico della chiesa; sistemazione dell’archivio
parrocchiale; presentazione e spiegazione alla popolazione
di singoli oggetti d’arte dopo un restauro, ecc.).
12. Riformulare
la
celebrazione
della
festa
parrocchiale,
arricchendola di aspetti pastorali e culturali, oltre che rituali
e meramente ludici o aggregativi. Sarebbe un segno
evidente di mutata prospettiva pedagogica preparare la
15
festa parrocchiale (che tende spesso ad enfatizzare i
momenti di evasione, rincorrendo forme e modalità del
divertimento mondano quando non paganeggiante) in
modo da fare spazio ad autentiche espressioni popolari
della fede, a forme artistiche (letteratura, poesia, pittura,
teatro,
recital,
ecc…),
all’approfondimento
di
temi
di
interesse ed attualità.
13. Giovani e attività espressive: favorire la nascita di un gruppo
associativo che, valorizzando gli interessi giovanili, possa
produrre iniziative e diventare punto di riferimento culturale
per i giovani del territorio, valorizzando le culture giovanili e
le loro forme espressive (musica, teatro, recital, ecc.).
14. Parrocchia e strumenti di comunicazione: valorizzazione e
diffusione dei media diocesani (Il Ponte, Radio Icaro, E’tv,
Newsrimini); collegamento con i media diocesani per
arricchirli con le propria iniziative ed esperienze pastorali e
culturali. Promozione nella parrocchia di
strumenti di
comunicazione con una certa dignità culturale (non mero
bollettino con orari parrocchiali o pubblicità in occasione
della festa). Momenti di formazione alla fruizione critica dei
mass media.
16
TEMATICHE PER INCONTRI CULTURALI
Per ogni area sono indicati alcuni esempi di possibili temi più
specifici da trattare.
1) Fede e spiritualità
-
Il luogo della fede
-
Fede e ragione (la questione della verità)
-
Filosofia e teologia
-
Chiesa e fede
-
Il Concilio Vaticano II
-
Rivelazione di Dio e tradizione cristiana
-
Cristianesimo e cultura
-
La spiritualità cristiana
-
Liturgia e vita sacramentale
-
La Trinità nella vita cristiana
-
Etica e vita cristiana
2) S. Scrittura
-
Parola di Dio e parola dell’uomo
-
La Bibbia e la cultura
-
La Bibbia (nella letteratura, nell’arte, nel cinema, nella
pittura, nel teatro, nella musica, ecc.)
-
Il mistero di Dio creatore
-
Gesù Cristo (Incarnazione e Rivelazione)
-
Il mistero pasquale
17
3) La pace
-
Pace e Bibbia
-
Pace e magistero della Chiesa
-
La teologia cristiana sulla pace
-
Esperienze cristiane di educazione alla pace e alla non
violenza
-
Figure profetiche: Papa Giovanni XXIII; Giorgio La Pira
4) Ecumenismo e dialogo interreligioso
-
L’ecumenismo e l’unità dei cristiani
-
Storia e prospettive del movimento ecumenico
-
Convergenze e divergenze dottrinali tra le diverse
confessioni cristiane
-
Le chiese cattoliche orientali
-
Le chiese della Riforma e le chiese ortodosse
-
Il dialogo interreligioso con le grandi religioni non
cristiane
-
l’Islam e il cristianesimo
-
Il dialogo ebraico-cristiano
5) Espressioni discutibili di religiosità
-
Sètte e deviazioni religiose
-
Superstizioni, esoterismo, satanismo, magia
-
Movimenti e fenomeni religiosi non cristiani
-
La massoneria
6) Arte
18
-
Parola e immagine
-
L’arte come linguaggio non verbale
-
Il simbolo e la fede cristiana
-
Arte e fede
-
Arte e liturgia
-
La teologia della bellezza nel cristianesimo
-
Poesia e preghiera
-
Percorsi di letteratura religiosa
7) Etica della vita, della persona, dell’ambiente
-
La bioetica
-
La fecondazione e la procreazione assistita
-
Le
manipolazioni
e
sperimentazioni
biologiche
genetiche
-
I diritti dell’embrione umano
-
L’aborto
-
L’eutanasia
-
La pena di morte
-
La salvaguardia del creato
-
Ecologie e teologia
8) Lavoro/Professioni
-
L’etica del lavoro (l’evasione fiscale, il lavoro nero)
-
I sindacati
-
La riforma del sistema previdenziale
-
La flessibilità del lavoro dipendente e il precariato
19
e
-
La formazione professionale
9) Economia
-
Economia e dottrina sociale della Chiesa
-
L’economia civile e il terzo settore
-
La finanza etica
-
Economia ed etica
-
Sviluppo e globalizzazione
-
Esperienze di “economia alternativa”: il consumo critico,
il commercio e equo e solidale, il turismo responsabile, il
microcredito
10) Politica
-
Politica e dottrina sociale della Chiesa
-
La democrazia: nuovi scenari, nuovi poteri (democrazia e
informazione, politica e potere, politica ed economia)
-
Storia dei partiti e dei movimenti politici
-
Grandi figure del cattolicesimo democratico (Don Sturzo,
De Gasperi, La Pira, Lazzati, Dossetti, ecc.)
-
I “profeti” riminesi (Alberto Marvelli, Igino Righetti)
-
Il ruolo dei partiti nella democrazia moderna
-
La riforma della Costituzione
-
La riforma dell’ordinamento giudiziario
11) Economia e Politica Internazionale
-
La questione palestinese
20
-
La questione irachena e le conseguenze sull’intero
Medioriente
-
Unione Europea, costituzione e radici cristiane
-
La globalizzazione dell’economia, della finanza e delle
istituzioni
-
La geopolitica e la distribuzione mondiale delle risorse
naturali
-
Le politiche contro la povertà
-
Le grandi istituzioni internazionali (Onu, G8, Nato, Banca
Mondiale,
Fondo
Monetario
Internazionale,
Organizzazione Mondiale del Commercio, ecc.)
-
La riforma dell’Onu
12) Mass-media
-
Teorie e tecniche della comunicazione
-
La comunicazione di massa
-
Dal trasmettere al comunicare
-
Politiche e funzioni della comunicazione
-
La teologia della comunicazione
-
Chiesa e comunicazioni sociali
-
Etica e comunicazioni
-
Verità e menzogne della comunicazione
13) Famiglia
-
Sessualità e amore secondo l’antropologia cristiana
-
Famiglia e dottrina sociale della Chiesa
21
-
La spiritualità coniugale e familiare
-
Matrimonio e famiglia
-
Le famiglie irregolari
-
La convivenza
-
Il divorzio
14) Scuola
-
Il sistema scolastico italiano
-
Scuola e cultura
-
Scuola, formazione, educazione
-
La riforma della scuola
-
L’insegnamento della religione
15) Università
-
La riforma dell’università; le nuove lauree triennali e
specialistiche
-
Master di primo e di secondo livello e i possibili sbocchi
lavorativi
-
L’Università a Rimini: potenzialità e prospettive future
16) La realtà locale: la città di Rimini (analogamente: la
propria Città o Paese)
-
La città di Rimini, le sue potenzialità, i suoi problemi
-
Le politiche giovanili
-
Cultura e politica
22
-
L’edilizia a Rimini (teatro, palacongressi, abitazioni,
infrastrutture,
viabilità,
servizi…
progetta?)
-
Il dissesto urbanistico e ambientale
-
Politica e affari
23
Chi
decide?
Chi
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