Associazione di Promozione Sociale CRT scenaMadre Crt scenaMadre presenta DANIELA GIORDANO in JAZ di Koffi Kwahulè traduzione di Gianni Poli regia Daniela Giordano musica di Pape Siriman Kanoutè luci e immagini video Giuseppe Falcone Durata 60 min Venerdì 8 giugno, ore 21.00 Monterotondo - Teatro Auditorium “O.Scardelletti” – Via Monte Pellino (Monterotondo Scalo) Sabato 9 giugno, ore 21.00 Ladispoli - Aula Consiliare “ Fausto Ceraolo” – piazza G. Falcone, 1 Domenica 10 giugno, ore 21.00 San Vito Romano - Teatro Caesar – via Remigio de Paolis, 6 In scena una donna e un uomo, lei usa la voce, lui uno strumento musicale. Dialogano a volte accarezzandosi a volte ferendosi. Il tentativo di ricomporre la memoria di qualcosa di terribile che è accaduto. Una violenza. Un omicidio. Protagonista una incredibile e nuova eroina contemporanea che si oppone all’indifferenza delle metropoli che generano società senza nome, contaminando il mondo con la sua bellezza. La scrittura di Kwahulè ha un ritmo profondo, è una partitura di emozioni fatta di silenzi e suono. Koffi Kwahulè, autore drammatico della Costa d’Avorio, è tra gli autori più significativi e dirompenti per linguaggio e tematiche della nuova drammaturgia africana. L’essere umano con le sue contraddizioni è al centro di questa drammaturgia che si libera della struttura del teatro borghese e riscrive un paradigma di riflessione epico e universale. Jaz è suo malgrado protagonista di una storia che la vede vittima e carnefice, in un dialogo che è una confessione ma anche il tentativo di ricomporre una memoria dei fatti, costruito in contrappunto con una partitura musicale. Il flusso della parola e della musica sono inscindibilmente legati. La violenza è anch’essa una musica del profondo, come l’amore o la colpa. Daniela Giordano in scena, attrice e regista ha il merito di aver portato e fatto conoscere in Italia questa nuova drammaturgia e i suoi autori, creando Festad’Africa Festival Internazionale delle Culture dell’Africa Contemporanea giunto alla sesta edizione. In scena a dialogare con lei in un crescendo emozionante il grande musicista senegalese Pape Siriman Kanoutè. 1 UFFICIO STAMPA: Carla Romana Antolini – 06 87440065 – 347 6708856 – [email protected] e-mail: [email protected] sito: www.festadafricafestival.com Associazione di Promozione Sociale CRT scenaMadre NOTE DI REGIA di Daniela Giordano La città di Jaz è un luogo dove non si incontrano esseri umani, se ne avverte solo, incombente e asfissiante, la presenza, testimoniata dai citofoni dei condomini affollati di nomi in ordine alfabetico, da un imprevedibile intasamento dei cessi, che fa scorrere merda fino in strada, da assemblee di condominio che deliberano regole ed esigono pagamenti. A questa no man’s land au milieu de la Cité, Jaz si oppone, resiste, dona la sua bellezza. Si consegna al condominio con la coscienza che c’est sa présence qui l’illumine et le maintient encore dans un semblant d’humanité. Una umanità che le si manifesta per le solitarie e putrescenti scale del condominio o in una tranquilla mattina di domenica nella latrina di Place Bleu de Chine, con le sembianze de l’homme au regard de Christ, che uccide per sempre la sua innocenza. In questa città-latrina, sinonimo di tutte le società moderne, che consumano e mercificano qualunque atto di purezza, anche il mendicante lebbroso, un povero quindi, non sfugge a queste regole. Le don est avant tout dialogue, il corpo diventa strumento di comunicazione con la suprema offerta della sua incommensurabile bellezza, così ci è raccontata la fine dell’amica di Jaz, Oridé, belle à réveiller un mort, che non sopravvive alla richiesta di una moneta dal lebbroso al quale aveva donato tutta se stessa. La pièce. C’est cette pièce qui a tué Oridé. E sono le sue parole a svelarci ancora la segreta vocazione del consapevole destino di queste donne c’est là/ dans cette gangrène éventrèe sur le ciel/ que l’homme a le plus besoin de beauté . Inseguire una corrente di acqua dolce in un oceano salato sporgendosi oltre la misura dell’equilibrio, il linguaggio che si frammenta e si ricompone attraverso ritmi e note, una battaglia che lacera e un abbraccio che sublima, la poesia di Kwahulè è antica, genetica, ancestrale. Parla con la simbologia del mito, imprigiona in corpi di donne l’idea della bellezza che si oppone e lotta contro il mondo spazzatura vincente l’idea, perdente la realtà. Tutto è corruttibile, tutto può essere confuso e insozzato, non c’è scampo, l’identità si perde nella marea di informazioni fino a esplodere per ascoltare, dopo il Big Bang, il silenzio e nella conquistata solitudine dell’anima scoprire il pulsare del proprio nome, dicono che pulsi in noi un ritmo musicale che nessun altro eccetto noi sa percepire, dicono che pulsi in una nota uguale,...dicono che questa musica è il nostro nome. La parola diventa comunicazione solo privata del suo codice verbale, solo quando riesce a liberare l’energia imprigionata tra le pieghe dei significati e significanti, e si fa musica e ritmo. La qualità della poesia e della prosa di Kwahulè è intrinsecamente e inscindibilmente legata a questa musica del profondo, e ne è quasi enunciazione programmatica la creazione in scena del misterioso rapporto tra il jazzista e la voce della donna in Jaz. L’autore consegna agli interpreti le regole del gioco, uno strumento jazz che di tanto in tanto trafigge/è trafitto; avvinghia/è avvinghiato dalla voce della donna. Come amanti la donna e il musicista, un corpo e un’anima distinte, intrecciano i loro linguaggi, si cercano, si sfuggono, con violenza o con dolcezza, fino ad abbandonarsi all’incontro ed essere un’unica voce. Parole che diventano note, note che diventano parole, azioni che diventano pensieri, in un susseguirsi senza respiro di immagini che nutrono emozioni, ma nulla deve essere fuori posto, ogni parola-nota-azione-pensiero, deve avere un senso, e la ricerca di questo senso, come per una metafora filosofica ,si scopre che non può essere altro che in quel silenzio che è la prima nota di dialogo tra anima e corpo. 2 UFFICIO STAMPA: Carla Romana Antolini – 06 87440065 – 347 6708856 – [email protected] e-mail: [email protected] sito: www.festadafricafestival.com Associazione di Promozione Sociale CRT scenaMadre KOFFI KWAHULE’ Autore, attore e regista, nasce nel 1956 a Abengourou in Costa d'Avorio. Compie i suoi studi all'Institut National des Arts di Abidjan. Trasferitosi a Parigi a 23 anni, segue i corsi della École Nationale Supérieure des Arts et Techniques du Théâtre e s'iscrive alla Sorbona dove, nel 1992, consegue il dottorato in studi teatrali. Contemporaneamente intraprende la carriera di attore e regista al Théâtre Noir di Parigi. Amante e cultore di jazz, porta questa passione nelle sue opere dove la sua scrittura è sempre fortemente segnata dal rapporto con la musica. I ritmi jazz abitano profondamente e intimamente il suo scrivere e formano la struttura della poetica del suo teatro. Beneficia di numerose residenze di scrittura in tutto il mondo, scrive e pubblica diversi testi teatrali, messi in scena in Europa e in tutto il mondo. La sua poetica rifiuta etichette. La ricerca di folklori o di esotismi africani è vana nei suoi testi. I suoi personaggi abitano tutte le parti del mondo. Il suo primo testo teatrale Cette vieille magie noire pubblicato nel 1992 riceve il Grand prix Tchicaya U Tam’si / Textes et dramaturgies du monde. In Italia con il Festad’africa festival le Edizioni Corsare di Perugia pubblicano Bintou (1997), Jaz (1998) Big Shoot (2000) e Porcellina (2000). Nel 2002 è presente al nostro festival per la messinscena di Jaz e Bintou. Koffi Kwauhlé é anche autore di opere di critica Ubu Roi de Jarry (Bertrand Lacoste, 1993), et Pour une critique du théâtre ivoirien contemporain (L'Harmattan, 1996). Quest’anno ha pubblicato il suo primo e unico romanzo Babyface, éditions Gallimard, continents noirs, 2006. Anche in questa sorprendente storia d’amore e di violenza prende in prestito dal jazz la sua struttura polifonica, il gioco sulle assonanze e un certo squilibrio, come l’importanza della ruvidità, della materia stessa delle parole. DANIELA GIORDANO, attrice, regista, scrittrice, studiosa di teatro contemporaneo internazionale. Il suo lavoro e la sua ricerca sono sempre stati caratterizzati da un forte impegno sociale e civile al quale si aggiungono la capacità di indagine e un forte impatto visivo. Lavora in Italia e all’estero nei più importanti teatri, interpretando grandi personaggi della letteratura teatrale classica e contemporanea, diretta da registi di fama internazionale quali Ronconi, Lijubimov, Besson. E’ tra i fondatori e dirige dal 1994 AlcantaraTeatro e dal 2001 il Centro di Ricerche Teatrali scenaMadre. Dal 2002 è direttore artistico e ideatrice di Festad’Africa Festival Internazionale delle Culture dell’Africa Contemporanea. Spettacoli da lei diretti sono stati presentati in tutto il mondo. E’ specializzata in drammaturgia contemporanea africana. Dirige la sezione autori africani nella collana “Scenica-testi” per Le Edizioni Corsare di Perugia. Pubblica articoli sul teatro su riviste specializzate e svolge attività didattica in Italia e all’estero. Ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo “Settembre” nel 2000 e l’opera teatrale “ Orfeo Africano” nel 2004. Lavora anche in Radio, Cinema e Televisione. Nota al grande pubblico per l’interpretazione di Agnese Borsellino in “Borsellino”, film per la televisione, record d’ascolti nel 2004, con la regia di Gianluca Tavarelli. Ha vinto numerosi premi tra cui la Maschera d’Oro come miglior attrice nel 1993 e per Festad’AfricaFestival ha ricevuto medaglia d’argento della Presidenza della Repubblica nel 2005. Nel 2006 vince La Grolla d’Oro come migliore attrice per la fiction. PAPE SIRIMAN KANOUTE’ Sempre alla ricerca di nuove melodie entra a far parte dell’Orchestra Nazionale Senegalese dove apprende le armonie del jazz e lavora stabilemnte per nove anni. Arrivato in Italia con il gruppo di afro-salsa “Africando”, decide di stabilirsi a Roma per diffondere la cultura, la tradizione africana e la musica della kora. Fonda così il gruppo dei Mande, con cui suona una musica scritta e arrangiata da lui. È una miscellanea di musica popolare mandinga e senegalese, dove, dietro le dolci note della kora, e sullo sfondo delle percussioni vibrano lontane suggestioni di afro-jazz. In Italia prende parte a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche della RAI, Mediaset, Raisat, Sat2000 e Telemontecarlo. Scrive due libri sulla cultura della sua etnia: “I Mandinga, musica, danze e cerimonie” e “Mande, parole del griot”. 3 UFFICIO STAMPA: Carla Romana Antolini – 06 87440065 – 347 6708856 – [email protected] e-mail: [email protected] sito: www.festadafricafestival.com