Arcidiocesi Brindisi-Ostuni
UFFICIO STAMPA
Brindisi – Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”
Liturgia di benedizione, 18 novembre 2007
DISCORSO DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE
Eccellenze Reverendissime,
illustri Autorità,
cari sacerdoti e religiosi,
cari seminaristi,
cari fedeli dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni!
Non posso non ripetervi la mia grande gioia di trovarmi qui con voi questa sera. Sin dal mio
arrivo a Brindisi, questa mattina, ho percepito il calore della vostra accoglienza e la cordialità dei
brindisini. Ora, ancora una volta sono veramente contento di rivolgere a tutti e a ciascuno il mio
affettuoso saluto durante il rito di benedizione del Seminario della vostra Arcidiocesi di BrindisiOstuni. In primo luogo saluto nuovamente il vostro Arcivescovo, il caro Mons. Rocco Talucci, che
già questa mattina mi ha rivolto parole quanto mai gradite nel corso della solenne Celebrazione
nella bella Basilica Cattedrale riaperta al culto. Ugualmente questa sera, all’inizio della
celebrazione, ha voluto rinnovare i suoi sentimenti ed ha illustrato aspetti interessanti di questo
nuovo Seminario che sorge nel quartiere Santa Chiara, affidato ai Salesiani. Un grazie devo di cuore
anche al Signor Sindaco, che ha voluto pure lui indirizzarmi gentili espressioni di benvenuto a nome
dell’intera cittadinanza.
Stiamo compiendo una celebrazione quanto mai significativa soprattutto per il valore e
l’importanza che il Seminario riveste per la vostra Città, la vostra Diocesi e per la Chiesa intera.
Quest’edificio, come ogni Seminario, sta a testimoniare l’impegno con cui la comunità diocesana
intende prendersi cura della formazione dei futuri sacerdoti, ed al tempo stesso, offrire alla Città e
alla Diocesi una sede ben attrezzata per qualificati incontri culturali e spirituali destinati ai
sacerdoti, ma pure per altre benemerite iniziative utili all’intera cittadinanza. Si potrebbe dire allora
che su questa nuova e ben compaginata istituzione ecclesiale si fonda in concreto la speranza di un
proficuo cammino non solamente della comunità cristiana, bensì pure di quanti vorranno, attraverso
incontri e manifestazioni culturali e religiose, ricercare un autentico progresso umano e spirituale.
Il Seminario – lo sappiamo bene! - costituisce il cuore della Chiesa locale, una volta si diceva “la
pupilla della diocesi”! Da una parte, esso esprime il presente di una Diocesi, costituendo come il
punto di arrivo del lavoro svolto dai sacerdoti e dalle parrocchie nei settori della pastorale giovanile,
dell’insegnamento catechistico, dell’animazione religiosa delle famiglie. Dall’altra parte, esso è un
vero investimento quanto mai prezioso per il futuro della Chiesa, perché assicura, mediante un
lavoro paziente e generoso, che le comunità cristiane di questo vostro territorio non saranno in
futuro prive di pastori d’anime, chiamati ad essere maestri di fede, guide zelanti e testimoni della
carità di Cristo. Ed in effetti, si potrebbe forse porre in dubbio che il futuro di una comunità
cristiana sia legato al Seminario? Il progresso di tutto il popolo di Dio non dipende infatti dal
ministero dei sacerdoti? Il sacerdote si colloca nel cuore della comunità cristiana soprattutto perché
dispensa il perdono divino e la guida spirituale, e celebra la santa Eucaristia. Così ha voluto il
Signore Gesù! E si comprende bene allora come la preparazione accurata dei futuri presbiteri debba
costituire una delle massime preoccupazioni del Vescovo e dei sacerdoti, come anche delle famiglie
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e delle parrocchie. Ecco perché la cura delle vocazioni sta a cuore a tutti i Pastori della Chiesa, a
livello universale e a livello locale.
Vedendo questo vostro Seminario, che oggi viene inaugurato, ci si rende conto che è stato
realizzato recuperando elementi della tradizione costruttiva di terra d’Otranto, innervandoli delle
più moderne e attuali tecnologie. La comunità del Seminario era prima ospitata nei locali del
Palazzo arcivescovile e successivamente a Ostuni. Ora ritrova locali idonei ed appropriati in un
complesso pensato a vantaggio di un itinerario formativo che si definisce “come la continuazione
della comunità apostolica stretta attorno a Gesù, in ascolto della sua parola, in cammino verso
l’esperienza della Pasqua, in attesa della missione” (CEI, Seminari e vocazioni sacerdotali, n. 69).
Desidero esprimere viva riconoscenza a tutti coloro che hanno partecipato alla costruzione di
quest’opera, frutto del convergente impegno di molte persone: un giusto riconoscimento va
all’Arcivescovo ed ai suoi collaboratori, senza dimenticare le Autorità civili, l’impresa di
costruzione con i suoi vari responsabili e gli operai tutti. Mi pare giusto e doveroso ringraziare
infine coloro che con la loro generosità hanno contribuito al sorgere di questa importante casa di
formazione. La loro munificenza troverà giusta ricompensa da parte della bontà di Dio.
Che cosa augurare in una circostanza come questa? Facendomi interprete dei sentimenti e dei
voti di Sua Santità Benedetto XVI, il quale in vari incontri con sacerdoti e seminaristi ha posto in
rilievo l’importanza della formazione teologica ed ascetica dei candidati alla vita sacerdotale,
auspico vivamente che il Seminario, oggi inaugurato e benedetto, contribuisca efficacemente a
preparare uomini esperti nell’arte pastorale, secondo le esigenze dei tempi e sul modello di Gesù
Cristo maestro, sacerdote e pastore. Ciò suppone la capacità di valutare le concrete situazioni in cui
vive la gente del nostro tempo e di esaminare con lucidità, onestà e discernimento evangelico le
istanze, le obiezioni, le sfide rivolte alla Chiesa e al suo messaggio da tante persone: dalle famiglie,
dai giovani, dalle comunità del lavoro e della politica, della scuola e della cultura. Il ministero
sacerdotale esige nei candidati una rigorosa formazione ai valori della fede e della carità, in costante
attenzione ai segni dei tempi, perché possano inserirsi nel mondo come fedeli testimoni di Cristo,
nutriti della sua parola, e quindi capaci di guidare il popolo di Dio nella conoscenza e
nell’attuazione del Vangelo.
Tutto ciò non si acquista se non a prezzo di lunghi anni di studio e, soprattutto, di assiduo
esercizio delle virtù cristiane. l’Esortazione Apostolica Pastores dabo vobis dell’amato e venerato
Giovanni Paolo II, che è stato sempre molto vicino ai seminaristi e ai sacerdoti, ricorda che:
«Vivere in seminario, scuola del vangelo, significa vivere al seguito di Cristo come gli apostoli; è
lasciarsi iniziare da lui al servizio del Padre e degli uomini, sotto la guida dello Spirito santo; è
lasciarsi configurare al Cristo buon pastore per un migliore servizio sacerdotale nella chiesa e nel
mondo. Formarsi al sacerdozio significa abituarsi a dare una risposta personale alla questione
fondamentale di Cristo: “Mi ami tu?”. La risposta per il futuro sacerdote non può che essere il dono
totale della propria vita» (n. 42).
Nel Vangelo poc’anzi proclamato abbiamo ascoltato l’invito di Gesù a «pregare il padrone della
messe perché mani operai nella sua messe» (Mt 9,38). In obbedienza al suo comando, la Chiesa
riconosce che le vocazioni sono anzitutto un dono di Dio e, come tali, sono da invocare con una
supplica incessante e fiduciosa da parte di tutti. A questo riguardo, particolarmente prezioso e
meritorio risulta il servizio che anche nella vostra Diocesi svolge l’OVE, Opera Vocazioni
Ecclesiastiche. Ma oggi l’attesa orante di nuove vocazioni deve diventare sempre più un’abitudine
costante e largamente condivisa nell’intera comunità cristiana e in ogni realtà ecclesiale, come
afferma la già citata Esortazione apostolica (n. 38).
Alla Vergine Maria, Regina degli Apostoli, chiediamo la grazia di molte e sante vocazioni.
Chiediamo per questa vostra Diocesi, per le altre Diocesi della vostra Regione, dell’Italia e del
mondo intero, il dono di molti e santi sacerdoti che siano guide sicure ed illuminate del popolo di
Dio. Invochiamo con fiducia Maria, affinché i nuovi presbiteri che qui si formeranno siano capaci
di comprendere e farsi carico con prontezza delle istanze degli uomini; siano preparati a rispondere
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ai loro problemi, specialmente a quelli dei più umili e poveri; siano disposti a rendere viva
testimonianza dell’amore misericordioso di Gesù sino al dono della vita. Di questi sacerdoti ha oggi
bisogno la Chiesa e il mondo.
Con questi auspici, sono lieto di partecipare a tutti voi la speciale Benedizione del Santo Padre
Benedetto XVI.
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