Roma, 11 dicembre 2008
SVIMEZ, MEZZOGIORNO: PIL IN DISCESA NEL 2008 E 2009
Consumi e occupazione in flessione, l’export in rallentamento
Limitato nel Sud l’impatto di bonus e social card sulla crescita,
mentre l’esenzione dell’ICI penalizza l’area
Un Mezzogiorno che già nel 2008 cala di più del Centro-Nord per PIL,
investimenti e occupazione, nonostante sia meno integrato nell’economia mondiale, e
che nel 2009 peggiora ulteriormente. È quanto emerge dalle previsioni macroeconomiche
Nord-Sud per il biennio 2008-2009 elaborate dalla SVIMEZ e dall’IRPET, che con questo
studio inaugurano periodiche previsioni sull’economia delle regioni italiane.
PREVISIONI 2008
A livello nazionale, nel 2008 il Prodotto interno lordo dovrebbe scendere
dello 0,4%, in deciso calo rispetto al +1,5% dell’anno precedente, per effetto
soprattutto del rallentamento dell’economia mondiale degli ultimi mesi. In particolare,
il Sud dovrebbe registrare nel 2008 una flessione dello 0,7%, rispetto al +0,7% del
2007. segno negativo anche al Centro Nord: per il 2008 si prevede un calo dello 0,3%.
In entrambe le aree sono da segnalare il calo della spesa in consumi (che vede
precipitare soprattutto la componente dei beni durevoli) e degli investimenti fissi lordi.
Segno negativo anche per il valore aggiunto del comparto industriale e delle costruzioni
(-2,2% al Sud).
Non va meglio neanche sul fronte occupazione: nel Mezzogiorno si registra nel
2008 -0,1%, a fronte di +0,5% nel Centro-Nord. Stazionari anche i redditi delle
famiglie (+0,1% contro +0,5% dell’altra ripartizione).
PREVISIONI 2009
La recessione dovrebbe aggravarsi nel 2009 in entrambe le macro-aree del paese.
In base alle stime SVIMEZ-IRPET, il PIL italiano dovrebbe attestarsi al -0,5%, con un
- 0,4% nel Centro-Nord e un -0,8% al Sud.
In discesa nel 2009 anche i consumi delle famiglie, che continuano la
performance negativa iniziata nell’anno precedente. Sono ancora i beni durevoli a
segnare i valori più negativi (-2,7% al Sud, -2,5% al Centro-Nord). Positiva invece la
spesa per i servizi, ma senza facili ottimismi: rispetto al 2007 e 2008 il trend rimane in
fase discendente e si ferma allo 0% al Sud e a un tiepido + 0,3% nell’altra ripartizione.
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Segno meno ancora per gli investimenti fissi lordi, che arrivano a scendere nel
Mezzogiorno del 4,3% per quanto riguarda macchinari e mezzi di trasporto. Quanto ai
redditi delle famiglie, nel Mezzogiorno rimane una situazione di assoluta stazionarietà
(0%), mentre il Centro-Nord cresce dello 0,4%.
Sul fronte occupazione il Mezzogiorno continua nel 2009 la parabola discendente,
arrivando a -0,4%. In calo di due decimi di punto rispetto al 2008 anche l’occupazione
al Centro-Nord, ferma nel 2009 a +0,3%.
Unica nota positiva in entrambe le aree nel periodo in questione è la dinamica
dell’export, forte soprattutto nelle componenti extra Ue, in deciso calo comunque
rispetto al 2007 e ancora di entità troppo modesta dare un efficace contributo alla
crescita.
PREVISIONI REGIONALI
La situazione non migliora a livello regionale. Nel 2008 registrano un Pil positivo
(con valori compresi tra 0 e 0,2%) soltanto Liguria, Trentino Alto Adige e Lazio,
mentre dopo le Marche (-1%) sono in deciso calo Basilicata (-0,9%), Campania e
Toscana (0,8%), Calabria (-0,7%), Puglia e Sicilia (-0,6%). Segno negativo anche per il
2009 in quasi tutte le regioni, ad eccezione di Veneto, Marche e Abruzzo, che registrano
valori compresi tra 0 e +0,2%.
In deciso calo anche il valore aggiunto industriale, che arriva a flettere in
Basilicata dell’1,8% nel 2008, dell’1,6% in Campania e dell’1,5% in Sicilia. Trend
negativo previsto anche nel 2009, con un calo in Puglia di due punti percentuali.
Molto diversificato si presenta a livello regionale l’andamento dell’export. In
generale, però, è da segnalare che per caratteristiche interne alla struttura economica
delle regioni meridionali performances anche moderatamente positive non riescono da
sole a incidere sensibilmente sulla crescita, come dimostra anche il calo
dell’occupazione (nel 2009 -0,5 e -0,6% rispettivamente in Campania e Puglia).
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PACCHETTO ANTI-CRISI ED ESENZIONE ICI
SVIMEZ e IRPET hanno inoltre effettuato una simulazione per valutare da un
lato l’impatto nelle due macroaree dei provvedimenti “anti-crisi” del Governo e
dall’altro gli effetti dell’esenzione dell’ICI sulle famiglie italiane.
Se bonus e social card avranno un impatto soprattutto al Sud, le spese per gli
ammortizzatori sociali si concentreranno invece nell’altra ripartizione. Da segnalare
però che tali misure saranno efficaci al Sud soprattutto nell’attivare i consumi
privati (+0,3%) più che a incidere sulla crescita (effetto stimato sul PIL: +0,1%).
Riguardo agli effetti dell’esenzione ICI, invece, dallo studio emerge un
aumento della diseguaglianza tra famiglie settentrionali e meridionali. Il beneficio
medio è di appena 60 euro al Sud, contro 88 euro al Nord e 129 al Centro.
Beneficiano infatti della misura il 50% delle famiglie italiane, di cui il 34%
meno abbienti e il 64% più abbienti. Il massimo beneficio va alla classe di reddito più
alta. Tra le Regioni le famiglie del Lazio avranno il beneficio medio più elevato (179
euro), la Sicilia il più basso (34 euro). Da ricordare inoltre che la copertura finanziaria
del provvedimento è stata realizzata attraverso l’utilizzo di fondi (circa 2 miliardi di
euro) sottratti agli interventi infrastrutturali previsti per il Mezzogiorno.
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