1. ------IND- 2014 0532 UK- IT- ------ 20141124 --- --- PROJET REVISIONE DEI REGOLAMENTI (SCOZZESI) SUGLI EDIFICI DEL 2004 PROPOSTE DI MODIFICHE ALLE NORME CONTENUTE NEI MANUALI TECNICI SUI PARAMETRI PER GLI EDIFICI RESIDENZIALI E NON RESIDENZIALI PER IL 2015 SEZIONE MATERIA Sezione 2: Norme antincendio Paragrafo 2.5 – Diffusori di luce termoplastici Sezione 2: Norme antincendio Paragrafo 2.6 – Isolamento dei muri esterni Sezione 2: Norme antincendio Paragrafo 2.11 – Sistemi per la rivelazione d’incendi e sistemi di allarme antincendio Paragrafo 3.11 – Appartamenti di migliore qualità Paragrafo 3.12 – Disponibilità futura di docce nelle abitazioni Paragrafo 3.12 – Muri rinforzati in locali adibiti a servizi igienici accessibili Paragrafo 3.12 – Disponibilità di servizi igienici per i clienti Residenziale 7 Residenziale 10 Residenziale 11 Residenziale 13 Non residenziale 16 Sezione 3: Ambiente Paragrafo 3.14 - Ventilazione Residenziale 19 Sezione 3: Ambiente Paragrafo 3.26 – Siti per la raccolta di letame e di acque di scarico agricole Paragrafo 4.2 – Accessibilità all’interno delle abitazioni – montascale e dimensioni delle porte4.2 – Accesso Paragrafo all’interno degli edifici – ascensori nei piccoli edifici Paragrafo 5.2 – Riduzione dei rumori fra le stanze Residenziale e non residenziale Residenziale 26 Non residenziale 29 Residenziale e non residenziale Residenziale 31 Sezione 3: Ambiente Sezione 3: Ambiente Sezione 3: Ambiente Sezione 3: Ambiente Sezione 4: Sicurezza Sezione 4: Sicurezza Sezione 5: Inquinamento acustico Sezione 7: Sostenibilità Paragrafo 7.1 – Emissioni di anidride carbonica MANUALE TECNICO Residenziale e non residenziale Residenziale PAGINA 2 4 28 32 1 Sezione 7: Sostenibilità Paragrafo 7.1 –Emissioni di anidride carbonica Non residenziale 33 NORME TECNICHE PROPOSTE SUI DIFFUSORI DI LUCE TERMOPLASTICI SEZIONE 2: NORME ANTINCENDIO – RESIDENZIALE E NON RESIDENZIALE Paragrafo 2.5.7 Materiali termoplastici negli apparecchi per l’illuminazione con diffusori I materiali termoplastici possono essere usati negli apparecchi per l’illuminazione con diffusori. Laddove il diffusore di luce forma parte integrante del soffitto, le dimensioni e la disposizione dei diffusori di luce devono essere conformi alla tabella e al diagramma qui di seguito. Tuttavia, laddove I diffusori di luce formino parte integrante di un sistema a livello del soffitto resistente al fuoco che è stato collaudato con esito positivo, la quantità di materiale termoplastico è illimitata. Laddove gli apparecchi per l’illuminazione con diffusori termoplastici non formino parte integrante del soffitto, la quantità di materiale termoplastico è illimitata a condizione che il diffusore di luce fuoriesca dalla sua montatura se ammorbidito dal calore. Tabella 2.5 Lucernai termoplastici e apparecchi per l’illuminazione con diffusori Zona protetta Zona non protetta o condotta ignifuga Classificazione Qualsiasi TP(a) TP(a) della materiale rigido flessibile superficie termoplastico e TP(b) inferiore Area massima Non Senza 5 m2 di ogni panello consigliato limiti diffusore o lucernaio (m2) Stanza Senza 1m2 limiti 5m2 Area totale Non massima dei consigliato pannelli diffusori o dei lucernai espressa in percentuale dell’area del pavimento dello spazio in cui il soffitto è situato (%) Distanza di Non TP(a) TP(a) flessibile e rigido TP(b) Senza limiti 15% Senza 50% limiti 50% Senza 3m Senza Una 3m 2 separazione consigliato minima fra I pannelli diffusori o I lucernai (m) limiti limiti distanza non inferiore alla maggiore dimensione piana del più grande diffusore o lucernaio (vedere figura 2.1 A) Ulteriori informazioni: 1. Pannelli di minori dimensioni possono essere raggruppati insieme a condizione che la dimensione totale del gruppo e lo spazio che lo separa da altri eventuali pannelli rispettino le dimensioni mostrate nel diagramma sottostante. 2. La distanza minima di separazione di 3 metri nel diagramma sottostante deve essere mantenuta fra ciascun pannello di 5 m2. In alcuni casi, pertanto, l’uso della massima percentuale qui citata può non essere possibile. 3. Il TP(a) flessibile non è raccomandato per I lucernai. Figura 2.1 A, restrizioni in materia di configurazione dei lucernai in TP(b) e apparecchi per l’illuminazione con diffusori non più grandi di 1 m2 X = Massima dimensione del diffusore o lucernaio superiore più grande Y = Massima dimensione del diffusore o lucernaio superiore più piccolo 3 al testo principale PROPOSTE NORME TECNICHE IN MATERIA D’ISOLAMENTO DEI MURI ESTERNI – CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA REAZIONE AL FUOCO SEZIONE 2: NORME ANTINCENDIO - RESIDENZIALE Paragrafo 2.6.2 Area non protetta Per area non protetta s’intende ogni parte di un muro esterno (ivi comprese le eventuali aperture per porte e finestre) che non presenta la durata appropriata di resistenza al fuoco quale raccomandata nella tabella di cui al paragrafo 2.6.1. Un’area non protetta non include una finestra fissa e non apribile in cui il telaio e la lastra presentino la durata appropriata di resistenza al fuoco. Ogni asse per fascia su parete, intradosso o asse di finitura, ovvero ogni cavità o apertura si può egualmente tralasciare per il calcolo dell’area non protetta. I seguenti elementi possono essere tralasciati per il calcolo dell’area non protetta: una finestra fissa non apribile in cui il telaio e la lastra presentino la durata appropriata di resistenza al fuoco ogni asse per fascia su parete, intradosso, asse di finitura, ovvero ogni cavità o apertura e nel caso di un’abitazione, il rivestimento applicato alla parete di un muro esterno, che permetta di conseguire una classificazione di reazione al fuoco a basso rischio. Fino a 500 mm dal confine del terreno - qualora il muro esterno di un edificio non disti più di 500 mm dal confine del terreno non può esserci un’area non protetta, distinta da qualsiasi asse per fascia su parete, intradosso o asse di finitura, ovvero ogni cavità o apertura. Fino a 1 m dal confine del terreno - qualora il muro esterno di un edificio disti più di 500 mm ma non più di 1 m dal confine del terreno, il livello di area non protetta è limitato a: a. il muro esterno di una zona protetta b. un’area non maggiore di 0,1 m2, che disti almeno 1,5 m da ogni altra area non protetta nella stessa parete c. un’area non maggiore di 1 m2, che disti almeno 4 m da ogni altra area non protetta nella stessa parete (l’area non protetta di 1 m2 può consistere di due o più aree minori che, una volta combinate, non superino un’area totale di 1 m2). Sezione 2; Norme antincendio, paragrafo 2.6.4 Rivestimento dei muri esterni Il rivestimento dei muri esterni comprende tutti i sistemi di rivestimento dei muri esterni non portanti annessi alla struttura, ad esempio, piastrelle in argilla o cemento, tegole, componenti di calcestruzzo prefabbricati, pannelli in pietra, muratura, rivestimento in metallo profilato, ivi compresi pannelli a sandwich, rivestimenti esterni con assi, sistemi rinzaffati di muri esterni termicamente isolati, sistemi di lastre di vetro e altri sistemi di rivestimento areati. I rivestimenti di muri esterni distanti non più di 1 m da un confine devono essere classificati come non combustibili ad eccezione del rivestimento applicato alla facciata di un muro esterno di una casa in cui: il muro esterno presenta una durata media di resistenza al fuoco medium dall’interno e 4 il totale dell’area non protetta è conforme alle norme di cui al paragrafo 2.6.2 e il rivestimento è classificato a basso rischio per la reazione al fuoco All’interno dell’edificio, il fuoco può aprirsi un varco attraverso una finestra o il vano di una porta e, in seguito, il rivestimento, una volta che ha preso fuoco, contribuisce al calore generato dall’incendio. Pertanto, laddove il rivestimento disti più di un metro da un confine di proprietà e sia costruito in materiale combustibile spesso più di 1 mm e che presenti un rischio basso, medio, alto o molto alto (ai sensi dell’allegato 2.B), il rivestimento dev’essere compreso nel calcolo dell’area non protetta. Tuttavia, il rivestimento combustibile non dev’essere ricompreso nel calcolo dell’area non protetta qualora: il rivestimento combustibile sia annesso alla struttura dell’edificio e il muro esterno non contenga aperture all’infuori delle piccole aperture di cui al paragrafo 2.6.2b e il muro dietro il rivestimento (o il rivestimento stesso) presenti la durata di resistenza al fuoco appropriata dall’interno e nel caso di un’abitazione, il rivestimento applicato alla facciata di un muro esterno sia classificato come a basso rischio per la reazione al fuoco Inoltre, un’intercapedine formata dal rivestimento del muro esterno dev’essere protetta conformemente alla norma par il parametro 2.4 e riguardo alla propagazione del fuoco sui muri esterni conformemente alla norma per il parametro 2.7. Sezione 2; Norme antincendio, Paragrafo 2.7.1 Rivestimento dei muri esterni Il rivestimento dei muri esterni comprende i sistemi di rivestimento dei muri esterni non portanti annessi alla struttura, ad esempio, piastrelle in argilla o cemento, tegole, componenti di calcestruzzo prefabbricati, pannelli in pietra, muratura, rivestimento in metallo profilato, ivi compresi pannelli a sandwich, rivestimenti esterni con assi, sistemi rinzaffati di muri esterni termicamente isolati, sistemi di lastre di vetro e altri sistemi di rivestimento areati. Un rivestimento di muri esterni che disti più di 1 m da un confine di proprietà può essere costruito a partire da prodotti combustibili più spessi di 1 mm che presentino un rischio basso, medio, alto o molto alto (vedere l’allegato 2.B). Questa norma non si applica a edifici residenziali di altezza elevata. Un rivestimento di muti esterni che non disti più di 1 m da un confine di proprietà deve essere classificato come non combustibile ad eccezione di rivestimenti annessi alla facciata di un muro esterno di una casa in cui: la restante parte del muro esterno presenti una durata media di resistenza al fuoco su entrambi i lati il totale delle aree non protette sia conforme alla norma di cui al paragrafo 2.6.2 il rivestimento sia classificato a basso rischio per la reazione al fuoco. Un rivestimento di muri esterni applicato sul muro esterno di un edificio residenziale di altezza elevata dev’essere costruito con prodotti non combustibili. 5 Tuttavia, un prodotto isolante non deve necessariamente avere la qualifica di non combustibile qualora: il prodotto isolante sia situato fra due strati di muratura o cemento spessi almeno 75 mm e il muro esterno sia fornito di barriere a intercapedine attorno a tutte le aperture e sulla sommità del muro. 6 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI ALLARMI ANTINCENDIO AUTOMATICI E FORNITURA DI SISTEMI DI RIVELAZIONE D’INCENDI – STANZE INTERNE SEZIONE 2: NORME ANTINCENDIO - RESIDENZIALI Paragrafo 2.11.1 Sistemi di rivelazione d’incendi e di allarme antincendio I salotti e le cucine devono essere completi di sistema antincendio perché rappresentano l’origine più probabile di un incendio nelle abitazioni e determinano il numero maggiore di vittime e feriti in Scozia ogni anno. Le statistiche mostrano altresì che anche camere da letto e altre stanze o spazi interni a un’abitazione contribuiscono al numero complessivo di vittime in Scozia e quindi gli ambienti di circolazione esterni a queste stanze o spazi devono essere protetti in modo da dare un allarme in largo anticipo in caso d’incendio. Pertanto, per fornire un sistema di rivelazione d’incendi e allarme antincendio in grado di avvertire gli occupanti dello scoppio di un incendio, in tutte le abitazioni dev’essere installato un sistema di grado D, comprendente: almeno 1 rivelatore di fumo installato nella stanza abitabile principale almeno 1 rivelatore di fumo, in ogni ambiente di circolazione su ogni piano quali atri e pianerottoli almeno 1 rivelatore di fumo in ogni stanza d’accesso collegata a una stanza interna almeno 1 un rivelatore di calore installato in ogni cucina. Laddove un’abitazione abbia una pianta a piano aperto, l’area del piano aperto è usata altresì come ambiente di circolazione (che può includere una scala). L’ubicazione e la collocazione di rivelatori di fumo e di calore deve pertanto conformarsi alla norma summenzionata e a quella di cui al paragrafo 2.11.7 per determinare il numero appropriato di allarmi. Stanze interne – Qualora la sola via di fuga per gli occupanti sia attraverso un’altra stanza (la stanza di accesso), essi sono a rischio se un incendio divampa proprio in quella stanza. Pertanto, ogni stanza d’accesso dev’essere fornita di rivelatore di fumo per dare un allarme in largo anticipo agli occupanti della stanza interna. Una stanza abitabile principale è una stanza frequentemente usata dagli occupanti di un’abitazione a scopo abitativo generale durante il giorno. Qualora la stanza di accesso sia una cucina, il tipo di rivelatore dev’essere attentamente valutato per ridurre la probabilità di falsi allarmi. Ogni stanza interna a un’altezza superiore a 4,5 m dev’essere designata conformemente alla norma di cui al paragrafo 2.9.7. Sistemi comuni - in un edificio che contiene appartamenti o villini, un allarme antincendio e un sistema di rilevazione comuni che colleghino tutte le abitazioni e gli ambienti comuni non sono raccomandati a causa del rischio di falsi allarmi indesiderati. Tuttavia, in un complesso di case protette, è raccomandato l’uso di attrezzature per l’osservazione a causa della vulnerabilità degli occupanti. 7 Norme dettagliate sui sistemi di rilevazione d’incendi e di allarme antincendio nelle abitazioni possono essere trovati in BS 5839: Parte 6: 2004. Sezione 2: Norme antincendio, Paragrafo 2.11.7 Ubicazione dei rilevatori d’incendi La norma in questo paragrafo tiene conto dei livelli di udibilità nelle stanze adiacenti e gli effetti del fumo che si propaga lungo un soffitto. I rilevatori di fumo e di calore, per definizione, includono necessariamente un dispositivo sonoro. I rivelatori di fumo sono progettati per emettere un suono di 85 dB(A) a 3m di distanza. Pertanto, supponendo un’attenuazione del suono di circa 20 dB(A) attraverso una porta interna, livelli acustici compresi fra 55 e 65 dB(A) sono più appropriati alla testa del letto di ogni camera da letto, in modo da svegliare gli occupanti. Non vi sono dati che indichino decessi nelle abitazioni a causa dei livelli acustici, eccetto che nei casi in cui le persone siano inabilitate a un tale livello, ad esempio per effetto di alcool o droghe, che non potrebbero essere svegliate neppure da suoni più forti. Il fumo proveniente da un incendio in un’abitazione è normalmente sufficientemente caldo da andare verso l’alto e formare uno strato immediatamente sotto al soffitto. Innalzandosi e propagandosi in senso orizzontale, si mescola con l’aria e questo aumenta le dimensioni delle particelle di fumo. Questo significa che i rivelatori di fumo a ionizzazione possono essere meno sensibili al fumo. Nei casi in cui un corridoio sia particolarmente lungo, il fumo può raffreddarsi a tal punto da perdere spinta ascensionale e propagarsi a livello del pavimento. Udibilità - pertanto, i rilevatori di fumo devono essere situati negli ambienti di circolazione: • a non più di 7 m dalla porta di un soggiorno o cucina • a non più di 3 m da ogni porta di una camera da letto • negli ambienti di circolazione di lunghezza maggiore di 7,5 m, nessun punto all’interno di tali ambienti dev’essere più distante di 7,5 m dal più vicino rilevatore di fumo Qualora un rilevatore di fumo sia situato in una stanza d’accesso collegata a una stanza interna, il rilevatore non dev’essere distante più di 3 m dalla porta della stanza. Propagazione del fumo – un rilevatore di fumo nella principale stanza abitabile dev’essere collocato in modo tale che nessun punto nella stanza disti più di 7,5 m dal più vicino rilevatore di fumo e, nel caso di un rilevatore di calore, nessun punto nella cucina deve distare più di 5,3 m dal più vicino rilevatore di calore. Tutte le dimensioni devono essere misurate orizzontalmente. Il fumo potrebbe non raggiungere un rilevatore di fumo in caso questo sia situato sopra o vicino a un muro o un altro ostacolo. Pertanto, i rilevatori di fumo devono essere montati sul soffitto e collocati lontano da ogni muro o apparecchio per l’illuminazione. Per ridurre i falsi allarmi indesiderati, i rilevatori di fumo devono essere collocati non direttamente sopra gli impianti di riscaldamento, i ventilatori per l’aria condizionata o altri ventilatori che potrebbero gettare polvere e particelle fini nel rilevatore. 8 I rilevatori di fumo e quelli di calore devono essere montati sul soffitto e collocati in modo che le loro componenti sensibili si trovino: nel caso dei rilevatori di fumo, fra 25 mm e 600 mm al di sotto del soffitto, e ad almeno 300 mm di distanza da ogni muro o apparecchio per l’illuminazione e nel caso dei rilevatori di calore, fra 25 mm e 150 mm al di sotto del soffitto. 9 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI APPARTAMENTI DI MIGLIORE QUALITÀ SEZIONE 3: AMBIENTE - RESIDENZIALE 3.11.2 Appartamenti di migliore qualità Appartamenti più piccoli o di forma particolare possono presentare dei limiti all’utilizzo dello spazio interno. Nei casi in cui tutti gli appartamenti all’interno di un edificio abitativo abbiano questa conformazione, questo comporterà dei problemi per gli occupanti, in particolare se riguarda direttamente i principali spazi abitativi. Di conseguenza, almeno un appartamento in corrispondenza del livello principale abitativo di un edificio dev’essere di dimensioni e forma tali da permettere una maggiore flessibilità d’impiego. Questo appartamento di migliore qualità deve: avere un pavimento di una superficie di almeno 12 m2 e che misuri almeno 3,0 m di lunghezza e larghezza (si veda la nota 1). In quest’area non devono essere compresi nessuno spazio di altezza minore di 1,8 m e nessuna parte della stanza adibita a cucina. contenere uno spazio di manovra non ostruito corrispondente a un quadrato di almeno 1,5 m di lato o un’ellisse di almeno 1,4 m per 1,8 m, che può eventualmente sovrapporsi agli spazi adibiti a determinate attività, raccomandati dal paragrafo 3.11.1. Su questo spazio può aprirsi una porta. avere un accesso non ostruito, di almeno 800 mm di ampiezza, ai controlli di ogni finestra apribile o di ogni apparecchio per il riscaldamento e fra le porte interne dell’appartamento. Nota 1: In alcune abitazioni di piccole dimensioni può essere non sempre ragionevolmente praticabile il raggiungimento della lunghezza o ampiezza minima di 3 m. In tali immobili, può essere ridotta la lunghezza o l’ampiezza, a condizione che si possa dimostrare che la funzione dell’appartamento di migliore qualità non sia compromessa. Per determinare se la funzione sia compromessa o meno, si devono considerare fattori quali la posizione della porta (o delle porte) per accedere all’appartamento, la collocazione del mobilio caratteristico e dei letti temporanei, nonché la circolazione e gli spazi di manovra. 10 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI DISPONIBILITÀ FUTURA DI DOCCE NELLE ABITAZIONI SEZIONE 3: AMBIENTE - RESIDENZIALE 3.12.3 Abitazione con servizi igienici accessibili (parte) Alternativa - spazio per futura doccia – laddove un'abitazione abbia una vasca da bagno o una cabina per doccia accessibili su un altro livello, e non collegati direttamente a una camera da letto, gli occupanti non possono richiedere la fornitura immediata di attrezzature per il bagno in corrispondenza del livello abitativo principale. In questo caso, il livello abitativo principale può invece essere sistemato in modo che possa essere facilmente adattato per comprendere una doccia accessibile in un momento futuro. Uno spazio per una futura doccia può essere realizzato in uno di questi due modi: 1. Costruendo uno spazio separato e racchiuso di dimensioni tali da permettere, da solo o tramite incorporazione ai servizi igienici accessibili, la creazione di una cabina per doccia accessibile (come sopra descritta) in una data futura. Lo spazio racchiuso può, nel frattempo, offrire spazio aggiuntivo adibito a magazzino. Lo spazio racchiuso dev'essere dotato di un collegamento a un sistema di scarico, posizionato in modo da permettere l'installazione di una futura doccia. Tuttavia, tale collegamento non è necessario se può facilmente essere creato in futuro, ad esempio, tramite un servizio di tubo a vuoto (duct/void). Se lo spazio racchiuso non è adiacente a servizi igienici accessibili ed è separato da un tramezzo facilmente smontabile, dev'essere presente una conduttura verso l'aria esterna onde permettere la successiva installazione di un sistema meccanico di ventilazione, oppure 2. Creando una toilette più grande e accessibile, costruita in modo da facilitare il futuro adattamento a locale umido. Quest'area dev'essere in grado di ospitare uno “spazio doccia” di almeno 900 mm x 1100 mm, libero da ogni altro impianto sanitario (si veda la figura 3.XX). Le dimensioni complessive della toilette più grande e accessibile dipendono dalla forma della stanza, nonché dalle dimensioni e dalla collocazione degli impianti sanitari. Prima dell'adattamento, un lavandino più grande per la pulizia delle mani (con profondità maggiore di 200 mm) può estendersi sopra l'area designata come futuro “spazio per doccia”, purché lo spazio operativo per il WC sia mantenuto. L'accesso al WC e al lavandino può sovrastare l'area soggetta a scarico solo qualora la toilette accessibile sia adattata a incorporare una doccia. La toilette più grande e accessibile deve avere un collegamento a un sistema di scarico, posto in modo da permetter la futura installazione di un piatto doccia per pavimento umido. Tuttavia, tale collegamento non è necessario se può facilmente essere creato in futuro, ad esempio, tramite un servizio di tubo a vuoto (duct/void). 11 Figura 3 XX Toilette accessibile per futuro locale umido L'area in grigio rappresenta un futuro spazio doccia di 1100 mm x 900 mm libero da ogni altro impianto sanitario Le dimensioni complessive della toilette accessibile variano a seconda delle dimensioni degli impianti Prima dell'adattamento, un lavandino può estendersi sopra il futuro spazio doccia a patto che lo spazio operativo per il WC sia mantenuto futuro spazio doccia 12 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI MURI RINFORZATI NEI LOCALI ACCESSIBILI ADIBITI A SERVIZI IGIENICI SEZIONE 3: AMBIENTE - RESIDENZIALE 3.12.3 Servizi igienici accessibili Bagni e toilettes progettati in base a parametri di spazio minimo possono spesso rivelarsi difficili da usare. Dato che il grado di abilità degli occupanti può variare significativamente, i servizi igienici devono sia essere immediatamente accessibili sia poter essere soggetti a semplici modifiche in futuro. Un'abitazione deve avere almeno un WC, o un gabinetto che utilizza un Sistema senz'acqua, accessibile, un lavandino per la pulizia delle mani e almeno una vasca da bagno o una doccia accessibile. I suddetti impianti sanitari devono essere situati al livello abitativo principale di un'abitazione ed essere di dimensioni e forma tali da permetterne l'uso non assistito, e in tutta riservatezza, da parte di quasi ogni occupante, il che deve comprendere l'uso da parte di una persona con difficoltà motorie o che utilizza una sedia a rotelle, sia pure con un limitato spazio di manovra all'interno del locale adibito a servizi igienici. Una toilette aggiuntiva accessibile può rendersi necessaria al livello d'ingresso di un'abitazione laddove questo non costituisca anche il principale livello abitativo (si veda il paragrafo 4.2.10). Un locale accessibile adibito a servizi igienici deve comprendere: uno spazio di manovra che permetta a una persona di entrare e chiudere la porta dietro di sé, che misuri almeno 1,1 m di lunghezza e 800 mm di larghezza, orientato verso l'ingresso e non ingombrato dall'eventuale movimento della porta o da altri ostacoli, e eccetto nei casi in cui sia ridotto dall'estensione di un lavandino per la pulizia delle mani, un accesso non ostruito di almeno 800 mm di larghezza a ogni impianto sanitario e uno spazio operativo per ogni impianto sanitario, come specificato nel diagramma sottostante. Questi spazi possono sovrapporsi fra loro e allo spazio di manovra sopra menzionato. Una porta può aprirsi sopra uno spazio operativo; e un'altezza non ostruita sopra ogni spazio operativo e sopra ogni vasca da bagno o doccia estesa ad almeno 1,8 m dal livello del pavimento; e muri adiacenti a ogni impianto sanitario, di fattura rinforzata, che permettano l'affissione sicura di corrimano o altri dispositivi di assistenza nelle zone sotto indicate (tutte le dimensioni elencate sono da intendersi come valori minimi); e qualora sia ricompreso un WC, lo spazio per almeno una forma riconosciuta di traslazione non assistita da una sedia a rotelle a un WC. 13 Vasca da bagno vista di lato WC o gabinetto senz'acqua Vasca da bagno vista di fronte Lavandino per la pulizia delle mani La costruzione di muri rinforzati deve estendersi o fino al limite di una parete adiacente o almeno 200 mm oltre il limite della cabina della doccia Pareti adiacenti alla doccia 14 Esempi di costruzione di muri rinforzati includono la realizzazione di pareti in muratura e la sezionatura con borchie di metallo o di legno adeguatamente rinforzato. I grafici seguenti indicano come la sezionatura con legno o metallo possa essere irrobustita in preparazione per la futura installazione di corrimano. Borchiatura in legno o metallo 18 mm di compensato 12.5 mm di cartongesso Borchiatura in legno(1) Intelaiatura 18 mm di compensato 12.5 mm di cartongesso (1) Fare riferimento alle informazioni fornite dal produttore per i dettagli appropriati in materia di costruzione per il rafforzamento in compensato nella sezionatura con borchie di metallo 15 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI DISPONIBILITÀ DI SERVIZI IGIENICI PER I CLIENTI SEZIONE 3: AMBIENTE – NON RESIDENZIALE 3.12.5 Servizi da fornirsi al pubblico negli edifici adibiti ad attività d'intrattenimento e assemblea Non sarebbe realistico includere ogni tipo di edificio adibito ad attività d'intrattenimento o assemblea nella tabella sottostante. Devono essere effettuate supposizioni basilari e deduzioni ragionevoli che si applichino nel migliore dei modi agli sviluppi edilizi presi in considerazione. La fornitura di servizi dev'essere conforme alla seguente tabella: Tabella 3.8. Numero d'impianti sanitari per il pubblico negli edifici adibiti ad attività d'intrattenimento e assemblea Numero di Numero di Numero di Tipologia di edificio [2] Genere persone WC [1] orinatoi 1-100 Edifici adibiti ad attività d'intrattenimento e assemblea (ad es. luoghi di culto, biblioteche, cinema, teatri, sale da concerto ed esercizi che non ospitino bar autorizzati) 1 2 101-250 1 oltre le 100 persone, 1 in più per ogni insieme di 80 maschi, o parte di esso oltre 250 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 500 maschi, o parte di esso oltre le 100 persone, 1 in più per ogni insieme di 80 maschi, o parte di esso 1-40 3 41-70 4 71-100 5 oltre 100 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 35 femmine, o parte di esso 1-400 [6] 1 per ogni insieme di 100 maschi, o parte di esso oltre 400 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 250 maschi, o parte di esso maschile [5] femminile [5] Ristoranti, caffè, mense, e locali per la ristorazione veloce (con posti a sedere) ed esercizi maschile che vendono alimenti da asporto [7] (con posti a sedere per più di 6 clienti che consumino gli alimenti) 1 per ogni insieme di 50 maschi, o parte di esso 16 Tipologia di edificio [2] Genere femminile Numero di persone 2 21-50 3 51-100 4 101-150 5 151-200 6 oltre 200 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 100 femmine, o parte di esso 1-75 1 2 76-150 1 3 oltre 150 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 150 maschi, o parte di esso 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 75 maschi, o parte di esso 1-10 1 11-25 2 oltre 25 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 20 femmine, o parte di esso 1-100 2 oltre 100 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 100 maschi, o parte di esso 1-25 2 oltre 25 1 in più per ogni insieme aggiuntivo di 25 femmine, o parte di esso femminile [7] maschile Piscine (solo per bagnanti) [11] femminile Numero di orinatoi 1-20 maschile [8] Pubblici esercizi per lo spaccio di alcolici (pub) e bar autorizzati [9, 10] Numero di WC [1] 1 ogni maschi 20 Informazioni supplementari: 1. Dev'essere messo a disposizione 1 lavandino per la pulizia delle mani per ogni WC, nonché 1 lavandino per la pulizia delle mani per ogni insieme di 5 orinatoi, o parte di esso. 17 2. Negli edifici polifunzionali, ogni funzione dev'essere considerata separatamente per il calcolo della fornitura totale di servizi. 3. Nel caso in cui a membri del pubblico sia permesso di usare i servizi igienici previsti per il personale di servizio, dev'essere effettuato un calcolo separato per ogni gruppo onde determinare il numero totale di servizi da mettere a disposizione. 4. Non è obbligatorio prevedere servizi igienici per chi non appartiene al personale di servizio negli edifici adibiti a uso ufficio, magazzino o industriale, ma laddove questi siano disponibili, devono essere immediatamente accessibili al pubblico, ad esempio in prossimità dell'ingresso o dell'atrio. 5. Nei cinema multisala e in esercizi analoghi in cui l'uso dei servizi igienici è destinato a ripartirsi nelle ore di apertura, il numero dei servizi igienici deve normalmente corrispondere a circa il 75% della capacità totale. Per I cinema a sala unica, si presume un'affluenza del 100%. 6. Nel caso di mense lavorative e aziendali, l'entità della fornitura di servizi può essere proporzionalmente ridotta qualora vi siano servizi igienici pertinenti al luogo di lavoro facilmente accessibili e situati in prossimità della mensa. 7. Un esercizio commerciale che vende alimenti da asporto è un esercizio al dettaglio che serve alimenti caldi o freddi, principalmente per consumo al di fuori dell'edificio, sia come unica attività sia come attività collaterale. 8. Il numero dei clienti dev'essere calcolato in ragione di 4 persone ogni 3 m2 di spazio effettivo destinato alla consumazione (ossia, lo spazio totale di quelle parti delle stanze considerate cui il pubblico ha accesso). 9. I pubblici esercizi per la vendita di alcolici (pub) dotati di ristorante devono essere forniti di servizi igienici come i bar autorizzati. 10. I pubblici esercizi per la vendita di alcolici (pub) che detengano autorizzazioni per offrire spettacoli pubblici di musica, canto e ballo sono equiparati ai bar. L'area autorizzata per lo svolgimento di tali spettacoli dev'essere considerata separatamente per calcolare il numero delle persone e la fornitura di servizi igienici per tale area dev'essere conforme a quanto previsto per gli edifici adibiti ad attività d'intrattenimento pubblico. 11. Servizi igienici per gli spettatori devono essere messi a disposizione conformemente a quanto previsto per gli edifici adibiti ad attività d'intrattenimento pubblico. 18 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI VENTILAZIONE SEZIONE 3: AMBIENTE - RESIDENZIALE 3.14.0 Introduzione La ventilazione di un'abitazione è necessaria per preservare la qualità dell'aria e in tal modo contribuire alla salute e al benessere degli occupanti. In mancanza di ventilazione, è possibile che l'anidride carbonica, il vapore acqueo, le impurità organiche, il fumo, le esalazioni e i gas diminuiscano la qualità dell'aria in termini di umidità, polvere e odori e inoltre riducano la percentuale di ossigeno nell'aria, rendendo quindi l'edificio meno confortevole per viverci o lavorarci. Per fare in modo che gli agenti inquinanti non oltrepassino livelli accettabili e quindi mettano a rischio la salute degli occupanti, è importante che le abitazioni siano adeguatamente ventilate. La ricerca ha mostrato che gli occupanti delle abitazioni, per la maggior parte, non sono a conoscenza del parametro della qualità dell'aria nelle loro case. La mancanza di consapevolezza riguardo alla scarsa qualità dell'aria spesso fa sì che gli occupanti non si rendano conto della necessità di attivare i ventilatori o aprire le finestre, specialmente nelle camere da letto. Una ventilazione naturale ben strutturata presenta molti benefici, non ultimi quelli di tipo finanziario e ambientale, benché sia anche universalmente accettato che la qualità dell'aria all'interno può solo essere buona quanto quella dell'aria all'esterno e in alcuni casi può essere necessario un filtraggio. In altri casi sistemi meccanici o sistemi che combinano la componente naturale con quella meccanica (ibridi) possono offrire la migliore soluzione per la ventilazione dell'edificio. La ventilazione può anche avere effetti significativi sul consumo e sulle prestazioni energetiche e pertanto dev'essere compiuta un'attenta valutazione della ventilazione naturale, da confrontare con quella meccanica, dato che la decisione potrebbe influenzare significativamente l'efficienza energetica dell'edificio (si veda Sezione 6, Energia). La ventilazione non deve influenzare negativamente il benessere e, laddove necessario, può essere opportuno per i progettisti considerare le questioni legate alla sicurezza e alla protezione contro le infiltrazioni di pioggia, prevalenti negli edifici ventilati in maniera naturale, in cui le finestre sono parzialmente aperte per garantire una ventilazione costante di fondo. Riduzione delle infiltrazioni d'aria – un migliore isolamento e una "più ermetica" costruzione degli edifici potranno ridurre il numero di alterazioni nell'aria naturale ma anche aumentare il rischio di condense. Tuttavia, gli edifici privi d'isolamento sono scomodi ed esposti alle correnti d'aria. Eliminare gli spifferi aumenta il benessere e permette di risparmiare energia, mentre una corretta ventilazione mantiene l'aria all'interno gradevole e salubre. Se non viene prestata adeguata attenzione a questi dettagli, gli spifferi d'aria possono determinare una parte sostanziale dei costi per il riscaldamento. I risparmi di energia derivanti da edifici "più ermetici" potrebbero comportare risparmi significativi anche sulle bollette dell'energia. Esiste una diffusa opinione secondo cui una struttura "ermetica" favorirebbe un'aria interna più inquinata ma in realtà sia gli edifici isolati sia quelli privi d'isolamento possono 19 presentare problemi di qualità dell'aria. Benché le fughe d'aria possano diluire gli agenti inquinanti interni, non c'è controllo su quanto scambio d'aria effettivamente abbia luogo, quando avvenga e da dove venga l'aria immessa. BRE GBG 67, "Per ottenere l'isolamento dell'aria: principi generali" fornisce delle utili indicazioni su come realizzare nuovi edifici più ermetici. Agli occupanti dovrebbe essere data l'opportunità di asciugare il bucato in maniera alternativa rispetto all'uso di un'asciugatrice, che consuma una notevole quantità di energia. L'asciugatura del bucato fatta internamente può generare grandi quantità di umidità che dev'essere rimossa prima che rechi danno all'edificio. Conversioni – in caso di conversioni, come specificato nel regolamento 4, l'edificio convertito deve conformarsi a quanto previsto da questo parametro (regolamento 12, lista 6). 3.14.2 Conoscenza della qualità della ventilazione nelle abitazioni L'anidride carbonica (CO2) è presente nell'aria esterna che respiriamo a livelli di concentrazione di circa 400 particelle per milione e non è dannosa per la salute a bassi livelli di concentrazione. Tuttavia, dato che le persone rilasciano CO2 nell'aria ogni volta che espirano, negli edifici abitati si possono determinare livelli di CO2 più alti, e questo è generalmente accettato come un indicatore credibile del fatto che la ventilazione debba essere migliorata. L'attrezzatura per controllare il livello di CO2 dev'essere presente nella camera da letto principale in un'abitazione dove le quote di infiltrazioni d'aria siano minori di 15 m3/hr/m2 @ 50Pa. Questo dovrebbe migliorare negli occupanti la conoscenza dei livelli di CO2 (e quindi anche di altri agenti inquinanti) presenti nelle loro case e della necessità per loro di prendere misure preventive per aumentare la ventilazione. L'occupante deve ricevere appropriate istruzioni sul modo operativo dell'attrezzatura di controllo, ivi comprese opzioni per migliorare la ventilazione quando lo strumento di controllo lo segnali come necessario. L'attrezzatura installata per il controllo della CO2 deve funzionare elettronicamente e può avere la forma di un monitor/rilevatore autonomo o comporsi di un monitor e di un rilevatore distinti. Il monitor deve avere un indicatore visivo di facile comprensione ed essere in grado di archiviare dati in modo da permettere all'occupante di ottenere informazioni sui livelli di CO2 almeno per il periodo delle 24 ore precedenti. Se il rilevatore/monitor è dotato di un allarme acustico, dovrebbe essere possibile disabilitarlo permanentemente. L'attrezzatura per il controllo della CO2 dev'essere in grado di registrare e mostrare rilevazioni in una fascia di almeno 0 – 5,000 particelle per milione, nonché di archiviare i dati a intervalli di non più di 15 minuti, in un arco di 24 ore. Laddove i monitor/rilevatori di anidride carbonica siano conformi a quanto disposto da una delle seguenti direttive (o da entrambe): Direttiva europea 2006/95/CE – direttiva "bassa tensione" e/o Direttiva europea 1999/5/CE – direttiva sulle apparecchiature radio e sulle apparecchiature terminali di telecomunicazione devono essere realizzati in modo da rispettare interamente tutti gli aspetti relativi alla sicurezza applicabili al caso e previsti dalla direttiva (o dalle direttive). 20 Un rilevatore di anidride carbonica necessita di un flusso d'aria sulla testina per operare correttamente, per cui non dev'essere situato in un'area dove il movimento dell'aria potrebbe essere limitato. Salvo diversa indicazione del fabbricante, un rilevatore di anidride carbonica non dev'essere collocato: se fissato al soffitto, a una distanza di 300 mm o meno da qualsiasi muro; se fissato alla parete, a una distanza di 150 mm o meno dal soffitto o dalla congiunzione con un'altra parete; dove il flusso può essere ostruito (per esempio da tende, schermi o mobilio); vicino a una porta o a una finestra; o vicino a una bocca d'aria o ad analoga apertura per la ventilazione. Salvo diversa indicazione del fabbricante, un monitor per l'anidride carbonica, sia o meno integrato da un rivelatore, dev'essere collocato a un'altezza compresa fra 1,4 e 1,6 m rispetto al livello del suolo. La testina di un rilevatore di anidride carbonica (o di un monitor cui è integrato un rivelatore) non dev'essere collocata entro un raggio di un metro dalla prevista posizione della testa di un letto. Qualora la testina del rilevatore sia installata separatamente dal monitor, quest'ultimo può essere collocato in un'altra stanza rispetto a quella dov'è situata la testina, ad esempio nell'ingresso, il che può essere auspicabile se più di una testina di rilevatore è stata installata. 3.14.3 Ventilazione delle abitazioni Tutti gli edifici sono soggetti a fughe d'aria, in misura più o meno elevata. Tuttavia, il movimento di aria non controllata che s'infiltra attraverso la struttura di un edificio può causare spifferi e influire negativamente in maniera significativa sull'efficienza energetica dell'edificio nel suo insieme. Migliorando le tecniche di costruzione è possibile ridurre queste infiltrazioni d'aria a livelli minori e quindi migliorare l'efficienza energetica (si veda Sezione 6, Energia). Alcune tecniche di costruzione possono avere un effetto limitato sulle fughe d'aria e pertanto prevedere che le infiltrazioni d'aria non controllate siano prese in considerazione nella fornitura di ventilazione all'edificio. Se si costruisce in base a tecniche concepite per ridurre le fughe d'aria bisognerà anche, reciprocamente, aumentare la fornitura prevista di ventilazione per compensare le minori infiltrazioni d'aria. Le raccomandazioni riguardo alla ventilazione leggera di fondo, nella tabella qui sotto, si basano sul presupposto che valori da 5 a 10m3/h/m2@ 50 Pa rappresenteranno le quote normali d'infiltrazioni d'aria negli edifici moderni. Tuttavia, laddove il progettista intenda utilizzare strutture caratterizzate da basse quote d'infiltrazioni d'aria, minori di 5m3/h/m2@ 50 Pa nei calcoli SAP (si veda Sezione 6 Energia), le aree di ventilazione leggera di fondo qui suggerite possono non essere sufficienti per mantenere la qualità dell'aria e pertanto dev'essere adottata una soluzione alternativa per la ventilazione (si veda il paragrafo 3.14.10). 21 Tabella 3.5. Ventilazione raccomandata per un'abitazione Raccomandazioni in materia di ventilazione Appartamento Un ventilatore con un'area di apertura pari ad almeno un trentesimo dell'area del pavimento che deve ventilare. Ventilazione leggera di fondo [1] 12,000 mm2 alternativamente: Cucina a. uno strumento a estrazione meccanica di capacità minima pari a 30 l/sec (intermittente) situato sopra il piano di cottura [3] o b. uno strumento a estrazione meccanica di capacità minima pari a 60 l/sec (intermittente) se situato altrove [3] o c. un sistema di ventilazione passivo a camino [4]. 10,000mm2 alternativamente: Ripostiglio a. uno strumento a estrazione meccanica di capacità minima pari a 30 l/sec (intermittente) [3] o b. un sistema di ventilazione passivo a camino [4]. 10,000mm2 alternativamente: Stanza da bagno o angolo doccia (con o senza WC) a. uno strumento a estrazione meccanica di capacità minima pari a 15 l/sec (intermittente) o b. un sistema di ventilazione passivo a camino [4]. 10,000mm2 alternativamente: Toilette a. un ventilatore con un'area di apertura pari ad almeno un trentesimo dell'area del pavimento che deve ventilare o b. uno strumento a estrazione meccanica in grado di effettuare almeno tre cambi d’aria per ora. 10,000mm2 3.14.6 Trickle ventilators o ventilazione leggera di fondo Un trickle ventilator, chiamato anche a volte “ventilazione leggera di fondo”, è una piccola apertura ventilata generalmente posta nella parte alta del telaio di una finestra, ma non esclusivamente, e normalmente fornita di un’imposta regolabile. Benché solitamente realizzata nella parte superiore del telaio di una finestra, questa spesso non rappresenta la migliore ubicazione, in quanto il libero movimento 22 dell’aria può essere ostacolato, per esempio da tendine o schermi. Tali aperture devono essere presenti in aree naturalmente ventilate per permettere un controllo rigoroso del movimento d’aria. Le raccomandazioni riguardo all’area nella tabella contenuta nel paragrafo 3.14.2 possono, in determinati situazioni, essere difficili da rispettare in riferimento al telaio della finestra e altre opzioni possono dover essere prese in considerazione. L’ubicazione dei trickle ventilators dev’essere valutata attentamente in modo che siano in grado di fornire la ventilazione desiderata, tenendo conto di fattori quali le dimensioni e la forma della stanza, nonché la disponibilità di muri esterni. Un ventilatore permanente non è raccomandabile dato che gli occupanti preferiscono avere il controllo del proprio ambiente e i ventilatori non controllabili vengono solitamente spenti in maniera permanente per prevenire gli spifferi. Efficienza della ventilazione leggera di fondo – È universalmente accettato che le prestazioni del flusso d’aria attraverso i trickle ventilators possono variare, a seconda del tracciato e della disposizione delle correnti d’aria attraverso il ventilatore. Per ottimizzare le prestazioni, le superfici raccomandate nella tabella di cui al paragrafo 3.14.2 devono essere coperte utilizzando ventilatori di dimensioni corrispondenti a una superficie equivalente, determinata tramite BS EN 13141-1:2004. Nel caso in cui il trickle ventilator debba essere collegato, ad esempio a una stanza interna, la superficie geometrica equivalente del trickle ventilator dev’essere aumentata fino a raggiungere il doppio di quella contenuta nella tabella di cui al paragrafo 3.14.2, per compensare la riduzione del flusso d’aria causata dalla frizione. In alcuni casi, questo potrebbe determinare una ventilazione eccessiva, ma che può essere regolata tramite il controllo diretto. Alternative alla ventilazione leggera di fondo vera e propria – la collocazione di trickle ventilators veri e propri costituisce il metodo preferenziale per regolare esattamente la ventilazione di una stanza. Tuttavia, in alcuni casi può essere accettabile che la ventilazione leggera di fondo venga effettuata tramite piccole finestre, quali feritoie, ma altri elementi devono essere presi in considerazione se si desidera adottare questo metodo: una finestra parzialmente aperta e assicurata con un saliscendi rappresenta un possibile punto per entrare con scasso all’interno di un’abitazione, anche quando la finestra è in posizione chiusa e per questa ragione è meno probabile che venga lasciata aperta durante la notte o quando l’abitazione è vuota, anche per brevi periodi. Piccole finestre al piano superiore in un ambiente aperto e bene illuminato dove è difficile penetrare possono essere più appropriate gli appartamenti e i villini situati a un certa altezza tendono a essere più soggetti al vento e le finestre assicurate con saliscendi non hanno meccanismi di regolazione in grado di ridurre gli spifferi; pertanto è più probabile che siano tenute chiuse i produttori devono dimostrare che la superficie aperta tramite saliscendi è conforme alle dimensioni raccomandate nella tabella di cui al paragrafo 3.14.2 alcune finestre possono essere troppo piccole per comprendere un trickle ventilator delle dimensioni raccomandate nel telaio e occorre considerare con attenzione la struttura e l’ubicazione dei trickle ventilators nella finestra stessa o di un’aggiuntiva ventilazione leggera di fondo attraverso il muro esterno i trickle ventilators forniscono aria di ricambio ai sistemi di ventilazione a estrazione meccanica e a quelli di ventilazione passiva tramite camino, 23 nonché correnti per l’estrazione dell’aria proveniente da sistemi meccanici d’immissione dell’aria. È raccomandabile che trickle ventilators veri e propri siano usati nelle stanza dove tali sistemi sono installati, dato che, rispetto alle finestre, hanno una maggiore probabilità di essere lasciati aperti. Altezza Posizionamento dei trickle ventilators – i trickle ventilators devono essere posizionati in maniera tale che una parte di essi si trovi ad almeno 1,75 m sopra il pavimento. Questo permetterà ad almeno alcuni di loro di facilitare la circolazione d’aria all’interno dell’abitazione e ridurre la stratificazione. Per agevolare la circolazione dell’aria si deve prendere in considerazione l’ipotesi di fornire due o più trickle ventilators all’interno delle stanze, installati a differenti altezze. Benché la ventilazione debba normalmente alimentarsi con l’aria esterna, un ventilatore leggero di fondo o permanente che operi su una stanza da bagno o una cabina da doccia può aprirsi su una superficie che non genera umidità, quali una camera da letto o un ingresso, purché tale superficie sia a sua volta provvista di trickle ventilator conformemente alle norme di cui al paragrafo 3.14.2. In questi casi, la trasmissione del rumore può dover venire limitata; si veda la Sezione 5. Un trickle ventilator dev’essere presente in un’area equipaggiata con un sistema a estrazione meccanica per garantire il ricambio dell’aria e assicurare una funzionalità efficiente quando le porte sono chiuse. Questo impedirà all’aria umida di venire immessa da altre “aree umide”. Il ventilatore leggero di fondo deve funzionare in maniera indipendente dal sistema a estrazione meccanica in modo che il ricambio dell’aria possa essere effettuato anche quando il ventilatore di estrazione è in funzione. Si deve prendere in esame l’ubicazione dei due ventilatori in modo da prevenire un corto circuito dell’aria. Per agevolare la circolazione dell’aria all’interno delle abitazioni con una quota d’infiltrazione d’aria minore di 10 m3/hr/m2@ 50Pa, la ventilazione leggera di fondo a stanze con dMEVs potrebbe essere effettuata “tagliando” la porta della stanza nella sua parte inferiore, ricavando uno spazio d’aria di almeno 8.000 mm2, dove il pavimento dev’essere libero da ogni rivestimento previsto o concreto. 3.14.10 Ventilazione meccanica e sistemi corrispondenti Un sistema di ventilazione meccanica dev’essere progettato, installato e commissionato per funzionare in maniera da non recare pregiudizio alla salute degli occupanti dell’edificio e, quando necessario, essere facilmente accessibile per l’ordinaria manutenzione. Molto poche abitazioni hanno un impianto di aria condizionata ma l’impiego di un flusso d’aria bilanciato e continuamente in funzione, i sistemi di ventilazione meccanica a estrazione e gli impianti di ricupero del calore stanno diventando sempre più popolari in virtù della necessità di conservare l’energia e ridurre l’emissione di gas a effetto serra. Essendo gli edifici costruiti in modo da ridurre le quote d’infiltrazione, la ventilazione meccanica può rendersi necessaria per fornire il ricambio d’aria di cui c’è bisogno per garantire che l’ambiente in cui si vive sia salubre. Sono costantemente introdotti sistemi più semplici e più efficienti che aumentano, integrano e/o migliorano la ventilazione naturale delle abitazioni. Laddove si desideri arrivare a quote d’infiltrazione minori di 5m3/h/m2@ 50 Pa, dev’essere usato un 24 sistema di questo tipo. Qui di seguito alcuni esempi di sistemi meccanici che possono agevolare la ventilazione in un’abitazione: un flusso d’aria bilanciato e continuamente in funzione e sistemi di ventilazione meccanica a estrazione. Qualora siano combinati con meccanismi di ricupero del calore questi impianti sono conosciuti come sistemi di ventilazione meccanica e ricupero del calore (Mechanical Ventilation and Heat Recovery = MVHR). Le installazioni devono essere conformi alle norme di cui al BRE Digest 398. In situazioni di clima caldo le finestre possono essere aperte per rinfrescare l’abitazione mentre il sistema è in funzione. Finestre apribili possono essere altresì necessarie per garantire una via di fuga in caso d’incendio una centralizzata e continuamente operante ventilazione a estrazione meccanica (mechanical extract ventilation = MEV) installata conformemente alle norme di cui al BRE Digest 398 nel caso in cui la quota d’infiltrazione non sia minore di 3 m3/hr/m2@ 50Pa, unità di ventilazione a estrazione meccanica decentralizzate (decentralised mechanical extract ventilation units = dMEV) unità di ventilazione a estrazione meccanica (ventilatori a estrazione), fissate alle finestre o ai muri, in stanze dove sia suscettibile di esservi un alto tasso di umidità, quali le cucine, le stanze da bagno e le cabine per docce. installate conformemente alle raccomandazioni di cui al paragrafo 3.14.2. I ventilatori possono essere accesi e spenti manualmente o automaticamente, tramite un misuratore di umidità, peraltro non raccomandato per le stanze che contengono un WC, dato che gli odori possono non essere rimossi. Una dMEV dev’essere progettata, installata e commissionata per garantire le seguenti quote minime di estrazione continua: Cucina 13 litri/sec con potenza massima di 60 litri/sec Ripostiglio 8 litri/sec con potenza massima di 30 litri/sec Stanza da bagno 8 litri/sec con potenza massima di 15 litri/sec Toilette 8 litri/sec con potenza massima di 15 litri/sec Nei casi in cui le dMEV siano situate in stanze adiacenti alle camere da letto il rumore da loro generato in via continuativa non dev’essere superiore a 30 dBL Aeq,T calcolato conformemente a BS 8233: 1999. 25 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI SITI PER LA RACCOLTA DI LETAME E DI ACQUE DI SCARICO AGRICOLE SEZIONE 3: AMBIENTE – RESIDENZIALE E NON RESIDENZIALE 3.26.0 Introduzione Le acque di scarico della produzione di foraggio insilato rappresentano la causa principale d'inquinamento dell’acqua a livello della fonte da parte delle fattorie in Scozia. Una notevole percentuale di gravi casi d’inquinamento si verifica ogni anno perché non si riesce a contenere o eliminare in maniera soddisfacente le acque di scarico. La raccolta, l’immagazzinamento e l’eliminazione di acque di scarico agricole e reflui zootecnici rappresentano tutte fasi in cui possono verificarsi casi d’inquinamento. Questi materiali sono generalmente classificati per tipo di materia e aspetto fisico, che può essere solido, semi-solido o liquido. I solidi sono immagazzinati in siti per la raccolta del letame che devono essere adeguatamente spurgati; le acque di scarico vengono raccolte in cisterne mentre i liquidi sono immagazzinati anch’essi in cisterne, sopra o sotto il livello del suolo. Il contenitore dev’essere impermeabile. Le norme per questo parametro non devono essere lette isolatamente: le parti pertinenti di altri atti normativi, quali i regolamenti (scozzesi) sul controllo dell’inquinamento (effluenti d’insilato, fanghiglia e olio combustibile agricolo) del 2003 e i regolamenti (scozzesi) sull’ambiente acquatico (attività controllate) del 2011, successivamente modificati, normalmente devono essere egualmente rispettate. L’agenzia scozzese per la protezione dell’ambiente costituisce l’ente responsabile per far rispettare questi regolamenti in materia ambientale e ulteriori informazioni possono essere ottenute dal suo sito Internet www.sepa.org.uk. Il codice delle buone pratiche per impedire l’inquinamento ambientale conseguente alle attività agricole è una guida pratica per i fattori, i coltivatori, gli affittuari e le altre persone coinvolte in attività agricole, che hanno l’obbligo di legge di evitare l’inquinamento dell’ambiente. Il codice fornisce orientamenti utili per la pianificazione, la progettazione, la gestione delle costruzioni e lo spargimento al suolo di fanghiglie ed effluenti d’insilato che può generare inquinamento negli ambienti acquatico, atmosferico e terrestre. Spiegazione dei termini – i seguenti termini sono qui elencati per fornire chiarezza sul loro significato nelle norme del presente parametro. Per sito per la raccolta di letame s’intende un sito adibito permanentemente a deposito di tutti i tipi di letame agricolo, ivi comprese le deiezioni solide e semi-solide degli animali. La costruzione deve permettere lo stoccaggio di ogni liquido all’interno del sito o la sua filtrazione per venire raccolto in una cisterna ermetica di magazzinaggio. Per cisterna per le acque di scarico agricole s’intende un recipiente ermetico per lo stoccaggio di deiezioni animali liquide (fanghiglia), acqua sporca (acqua contaminata con fanghiglia) ed effluenti d’insilato, tutti di consistenza tale da permettere il loro pompaggio o scarico per gravità in ogni fase del processo di trattazione. 26 Conversioni - in caso di conversioni, come specificato nel regolamento 4, l’edificio una volta convertito deve conformarsi ai requisiti del presente parametro (regolamento 12, lista 6). 3.26.1 Costruzione di siti per la raccolta del letame e cisterne per le acque di scarico agricole Ogni sito per la raccolta del letame o cisterna per le acque di scarico agricole, ivi comprese le cisterne per le fanghiglie o gli effluenti d’insilato, dev’essere costruito in maniera tale da impedire la fuoriuscita di effluenti attraverso la struttura, che potrebbe causare contaminazione del suolo o inquinamento dell’ambiente. La costruzione deve anche impedire l’infiltrazione e lo straripamento che potrebbero mettere a rischio qualsiasi fonte o corso d’acqua. 3.26.2 Ubicazione delle concimaie e delle cisterne per le acque di scarico agricole Le concimaie o le cisterne per le acque di scarico agricole, ivi comprese le cisterne per fanghiglie ed effluenti d’insilato, devono essere collocate a distanza dagli edifici usati in parte o in tutto per la preparazione o la consumazione di alimenti in modo da non pregiudicare la salute delle persone in questi edifici. Le concimaie o le cisterne per le acque di scarico agricole devono essere ubicate ad almeno 15 m dagli edifici dove sono trattati alimenti. 3.26.3 Sicurezza delle concimaie e delle cisterne per le acque di scarico agricole Qualora vi sia la possibilità di ferimenti in caso di cadute, le concimaie o le cisterne per le acque di scarico agricole devono essere coperte o recintate per impedire che una persona vi possa cadere dentro. I rivestimenti o le recinzioni devono conformarsi alle raccomandazioni pertinenti della Sezione 8 di BS 5502: Parte 50: 1993. 27 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI ACCESSIBILITÁ ALL’INTERNO DELLE ABITAZIONI SEZIONE 4: SICUREZZA – RESIDENZIALE 4.2.6 Accessibilità all’interno di un piano di un’abitazione Per garantire che i servizi all’interno di un’abitazione possano essere raggiunti e utilizzati dagli occupanti, ogni piano all’interno di un’abitazione dev’essere progettato in modo da essere accessibile. Deve esistere un accesso sicuro e conveniente a ogni piano e attraverso di esso, a eccezione di quelli adibiti soltanto a magazzino, e/o degli ambienti cui si può accedere tramite una scala larga 600 mm. Ogni livello o piano accessibile all’interno di un’abitazione deve avere: a. corridoi di una larghezza non ostruita di almeno 900 mm, che può essere ridotta a 800 mm per una lunghezza massima di 900 mm da ostacoli fissi quali radiatori, o un vano per un futuro montascale, tranne nei casi in cui questi siano situati di fronte al vano di una porta e b. corridoi sufficientemente larghi da comprendere un’area non ostruita di 1,1 m per 800 mm che, nel momento in cui una porta che dà sul corridoio viene utilizzata, risulta orientata nella direzione dell’entrata e non è ostruita dal movimento della porta e c. porte con un’ampiezza minima libera da ostacoli conformemente alla seguente tabella per ogni stanza, ivi compreso ogni appartamento, cucina o ogni locale adibito a servizi igienici che non sia direttamente collegato a una camera da letto. Tabella 4.2 Larghezza delle porte Larghezza minima del corridoio in corrispondenza della porta (mm) 1050 900 Ampiezza minima dell’apertura libera da ostacoli (mm) 775 800 (1) Note (1) L’ampiezza dell’apertura può ridursi a 775 mm qualora una porta sia collocata frontalmente. Principale livello abitativo - in aggiunta, dev’essere garantito un accesso senza bisogno di assistenza ai servizi di base necessari in ogni abitazione. Il principale livello abitativo di una casa, che normalmente coincide col piano d’ingresso, deve contenere almeno un appartamento di migliore qualità (si veda il paragrafo 3.11.2), una cucina (si veda il paragrafo 3.11.3) e servizi igienici accessibili (si veda il paragrafo 3.12.3). Tali servizi devono o trovarsi sullo stesso livello o, se vi sono più livelli in uno stesso piano, essere accessibili senza necessità di salire dei gradini. 28 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI ACCESSO ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI SEZIONE 4: SICUREZZA – NON RESIDENZIALE 4.2.1 Accesso all’interno degli edifici Un edificio dev’essere accessibile a chiunque e dev’essere possibile per una persona di muoversi all’interno di un edificio e usufruire appieno dei servizi presenti, senza assistenza e senza bisogno di superare barriere non necessarie. Ogni piano e livello di un edificio dovrebbe essere accessibile, ma si deve riconoscere che può non essere necessario o, in alcuni casi, ragionevolmente praticabile, garantire un pieno accesso a tutte le parti di un edificio. Di conseguenza, vanno notate le seguenti eccezioni. Accesso limitato – l’accesso a un livello, o l’accesso tramite scale, rampe o strumenti di elevazione non dev’essere garantito per ogni piano, o parte di un piano: che contenga solo impianti fissi o attrezzature, a cui normalmente si rendono solo visite occasionali, onde procedere a ispezione o manutenzione dove l’accesso dev’essere ristretto a persone adeguatamente allenate per ragioni di salute e sicurezza, ad esempio camminatoi che diano accesso solo a macchinari per specifiche funzioni o passerelle e piattaforme per lavori raggiunte con una scala industriale. Accesso tramite gradini – l’accesso al piano o a una rampa o l’accesso tramite ascensore non dev’essere necessariamente fornito: in un edificio residenziale, quale un hotel, verso un piano o livello superiore che non contenga né servizi comuni né alloggi, camere comprese, destinati a essere accessibili a chi usa la sedia a rotelle, o a un’area sopraelevata, diversa da una galleria, in un piano di un ristorante, un bar o edificio analogo, corrispondente a non più della metà dello spazio pubblico, se tutti i servizi e le prestazioni sono situati sulla parte accessibile del piano in una struttura adibita a parcheggio di autoveicoli, a un piano nel quale non vi sono parcheggi accessibili, a meno che quel piano non ospiti a sua volta servizi che non sono disponibili in un altro piano accessibile in un’area con posti a sedere fissi, all’infuori degli spazi previsti per gli utenti di sedie a rotelle come raccomandato nelle norme del paragrafo 4.10. Piccoli edifici - In piccoli edifici a due piani, l’accesso unicamente tramite scale ai piani superiori o inferiori può essere considerato appropriato, tenendo presente entrambi i seguenti fattori: 29 Le limitate dimensioni dell’edificio, che richiederebbero la destinazione di una parte sproporzionata di superficie utile del pavimento all’installazione di un ascensore; e La fornitura di servizi all’interno dell’edificio, ossia l’accesso a tutta la gamma di beni, prestazioni e servizi forniti, dev’essere disponibile al piano accessibile. Ad esempio, un piccolo edificio in cui tutti i servizi siano localizzati al piano accessibile e solo replicati negli altri piani, come ad esempio può avvenire per un gabinetto dentistico o un salone di bellezza. L’accesso da un’area all’altra in edifici quali i luoghi di detenzione a norma di legge può dover essere limitato per motivi di sicurezza. Laddove siano proposte, simili restrizioni devono essere chiaramente identificate. 30 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI MURI INTERNI SEZIONE 5: INQUINAMENTO ACUSTICO – RESIDENZIALE E NON RESIDENZIALE 5.2.1 Livelli di prestazione della progettazione I muri interni sono normalmente costruiti a partire dal pavimento strutturale. Una porta ubicata in un muro di questo tipo rappresenta un varco per un suono che può in tal modo oltrepassare un muro, anche se verificato con esito positivo: i test sonori effettuati sul posto per i muri interni e i pavimenti intermedi non possono essere considerati affidabili a causa dell'eccessiva trasmissione dei suoni attraverso le falle rappresentate dalle porte. Per questo motivo, si ricorre a un test da laboratorio, il cui risultato è denominato dB Rw (si veda 5.0.4). Dato che il fastidio per gli occupanti può provenire da altre aree all'interno dell'appartamento, il livello del suono udibile dev'essere ridotto nelle stanze dove le persone possono dormire. Pertanto, è a livello dei muri interni fra gli appartamenti, fra un appartamento e uno spazio interno dove è verosimile che si generino dei rumori, che si devono garantire le prestazioni sonore elencate qui sotto. Un muro interno fra un appartamento e una stanza da bagno che vi sia direttamente collegata non necessita di isolamento sonoro. I livelli di prestazione della progettazione per i muri interni e i pavimenti intermedi che rientrano nel presente parametro devono presentare i livelli di isolamento da rumore aereo indicati nella tabella seguente: Tabella 5.5 Livelli di prestazione della progettazione in dB (1) Prestazione della progettazione Muri interni Pavimenti intermedi Livello minimo d'isolamento aereo 40 dB Rw 43 dB Rw 31 al testo principale NORME TECNICHE PROPOSTE IN MATERIA DI SOSTENIBILITÀ SEZIONE 7: SOSTENIBILITÀ - RESIDENZIALE 7.1.4 Livello argento Un'abitazione, per raggiungere questo primo livello superiore opzionale, dev'essere conforme a tutti i parametri elencati nelle Sezioni 1 – 6 applicabili all'edificio per il livello bronzo e, inoltre, deve conformarsi al livello argento in ognuno degli otto aspetti seguenti. Aspetto argento livello 1: emissioni di anidride carbonica Tutte le nuove abitazioni che rispettano o eccedano l'obiettivo in termini di quote di emissioni (Target Emissions Rate = TER) specificato nella Sezione 6 (Energia) del presente manuale sono automaticamente da ritenere conformi ai criteri per il livello argento in materia di emissioni di CO2, a causa di un miglioramento del 21% rispetto ai parametri del 2010 che è stato introdotto a ottobre 2015. Ai sensi delle norme per il parametro 6.1, le emissioni di anidride carbonica per abitazione (Dwelling Emission Rate =DER) devono essere più basse del 21,4% rispetto al TER fissato dai parametri del 2010. Per determinare questo valore, il TER derivante dal calcolo SAP 209 dev'essere moltiplicato per 0,786, in modo da ottenere il valore aggiornato che le DER non devono superare (e che equivale a un miglioramento del 45% rispetto ai parametri del 2007). Qualora un edificio contenga più di un'abitazione (ad esempio, nel caso di un condominio o di villette a schiera) le emissioni medie di anidride carbonica per il condominio o l'insieme di villette proposto (DER) possono essere confrontate con l'obiettivo medio in termini di emissioni di CO2 7.1.6 Livello oro Un'abitazione, per raggiungere questo secondo livello superiore opzionale, dev'essere conforme a tutti i parametri elencati nelle Sezioni 1 – 6 applicabili all'edificio per il livello bronzo e, inoltre, deve conformarsi al livello oro in ognuno degli otto aspetti seguenti. Aspetto oro livello 1: emissioni di anidride carbonica Ai sensi delle norme per il parametro 6.1, la quota di emissioni di anidride carbonica per abitazione (Dwelling Emission Rate = DER) dev'essere più bassa del 27% rispetto al TER fissato dai parametri del 2015. Per determinare questo valore, il TER derivante dal calcolo SAP 2012 dev'essere moltiplicato per 0,73, in modo da ottenere un valore aggiornato che la DER non deve superare (e che equivale a un miglioramento del 42.8% rispetto ai parametri del 2010 e a un miglioramento del 60% rispetto ai parametri del 2007). Qualora un edificio contenga più di un'abitazione (ad esempio, nel caso di un condominio o di villette a schiera) le emissioni medie di anidride carbonica per il condominio o l'insieme di villette proposto (DER) possono essere confrontate con 32 l'obiettivo medio in termini di emissioni di CO2 (TER) per la "categoria condominio o insieme di villette a schiera", simile alla norma di cui alla Sezione 6. SEZIONE 7: SOSTENIBILITÀ – NON RESIDENZIALE 7.1.6 Emissioni di anidride carbonica unicamente al livello argento per tutti gli altri edifici non residenziali Tutti gli edifici non residenziali, per raggiungere questo primo livello superiore opzionale (solo per questo aspetto), devono essere conformi a tutti i parametri elencati nelle Sezioni 1 – 6 applicabili agli stessi edifici per il livello bronzo e, inoltre, devono conformarsi ai seguenti aspetti: Aspetto argento livello 1: emissioni di anidride carbonica Tutti i nuovi edifici non residenziali che rispettano o eccedano l'obiettivo in termini di quote di emissioni (Target Emissions Rate = TER) specificato nella Sezione 6 (Energia) del presente manuale sono automaticamente da ritenere conformi ai criteri per il livello argento in materia di emissioni di CO2, a causa di un miglioramento del 43% rispetto ai parametri del 2010 che è stato introdotto a ottobre 2015. Questo aspetto si applica a tutti gli edifici non residenziali. Ai sensi delle norme per il parametro 6.1, la quota di emissioni di anidride carbonica per edificio (Building Emission Rate = BER) devono essere più basse del 28,6% rispetto al TER fissato dai parametri del 2010. Per determinare questo valore, il TER derivante dal calcolo NCM dev'essere moltiplicato per 0,714, in modo da ottenere il valore aggiornato che la BER non deve superare (e che equivale a un miglioramento del 50% rispetto ai parametri del 2007). 7.1.9 Emissioni di anidride carbonica unicamente al livello oro per tutti gli altri edifici non residenziali Tutti gli edifici non residenziali, per raggiungere questo secondo livello superiore opzionale (solo per questo aspetto), devono essere conformi a tutti i parametri elencati nelle Sezioni 1 – 6 applicabili agli stessi edifici per il livello bronzo e, inoltre, devono conformarsi ai seguenti aspetti: Aspetto oro livello 1: emissioni di anidride carbonica Questo aspetto si applica a tutti gli edifici non residenziali. Ai sensi delle norme per il parametro 6.1, la quota di emissioni di anidride carbonica per edificio (Building Emission Rate = BER) dev'essere più bassa del 38% rispetto al TER fissato dai parametri del 2015. Per determinare questo valore, il TER derivante dal calcolo NCM dev'essere moltiplicato per 0,62, in modo da ottenere il valore aggiornato che la BER non deve superare (e che equivale a un miglioramento del 64,3% rispetto ai parametri del 2010 e a un miglioramento del 75% rispetto ai parametri del 2007). 33 al testo principale