Le sezioni della mostra A cura di Marco Rosci Opere giovanili e la Maniera internazionale La sezione illustra le opere giovanili di carattere devozionale privato dell’ultimo decennio del ‘500, quando l’artista, nato nel 1573 a Romagnano, all’estremità occidentale del Ducato sulla strada del Sacro Monte di Varallo e circondato dai capolavori di Gaudenzio Ferrari, operava a Milano sotto la protezione di casa Borromeo ed era aperto alle esperienze dell’estremo manierismo internazionale, soprattutto a quello della corte a Praga dell’Imperatore Rodolfo II i cui esponenti erano passati da Milano e Roma, dove il Cerano era stato nel suo viaggio di formazione, fondendo questi modelli con quelli di Barocci e di Camillo Procaccini, già affermato sulla piazza milanese e in Duomo. Tali modelli sono evidenti nell’andamento danzante delle figure e negli splendenti smalti cromatici della Flagellazione della collezione Borromeo all’Isola Bella, nella Decollazione del Battista in collezione privata a Modena e nel Riposo nella fuga in Egitto concesso dal Prado. Pale d’altare giovanili Dopo la produzione privata giovanile, ripresa poi nei quadri a mezze figure della maturità soprattutto dedicati a San Francesco, le opere più significative del Cerano, rappresentanti il suo fondamentale contributo ai vari modi rivoluzionari della pala d’altare della Controriforma verso lo sbocco barocco della generazione che lo accomuna al Caravaggio, ai Carracci e a Rubens, sono appunto le grandi pale d’altare lungo tutta la sua vita, molte nascenti dai rapporti instaurati precocemente con gli ordini francescani, soprattutto i cappuccini. La sezione ospita le pale nel territorio delle sue prime esperienze pubbliche fra Cerano, con l’Ultima cena, e Novara, con i Due San Lorenzo già in San Lorenzo dei cappuccini, dando una particolare enfasi espositiva, isolata contro l’unica parete nera, alla Pala del Gonfalone di Trecate con la sua colossale cornice architettonica dorata, entrambe appositamente restaurate. La sala ospita anche i due piccoli ovali di Brera con Storie di San Francesco, identificate negli studi in preparazione della mostra, tradizionalmente connesse con la pala del Voto francescano, prima grande opera milanese del 1600 perduta a Berlino nel 1945, e due assoluti capolavori, il Battesimo di Cristo del 1601 dell’Istituto Staedel di Francoforte e la Coronazione di Spine della collezione Borromeo di recente scoperta, appositamente restaurata. Carlo Borromeo santo L’andamento del percorso al pianterreno di Palazzo Reale, ma anche lo spirito della mostra centrato sul rapporto fra la sacra rivoluzione delle forme pittoriche del Cerano e i due arcivescovi Carlo e Federico Borromeo, interrompono la sequenza cronologica per porre nel cuore della mostra il salone dedicato agli straordinari documenti visivi delle cerimonie milanesi del 1610 per la canonizzazione di San Carlo, dalla serie completa degli otto “teleri” con i Miracoli del santo che solo ai milanesi e solo a settembre sono visibili appesi in Duomo, compresa la ricomposizione dello smembrato Miracolo Crivelli Arese con la Carità della Civica Collezione Campori di Modena, il Paliotto in seta e oro con al centro il San Carlo orante del Cerano con il relativo stupendo modelletto del Museo di Ginevra e il trionfale San Carlo in gloria di San Gottardo, prototipo e modello per Giulio Cesare Procaccini, per il Morazzone e poi per tutti i domini cattolici della corona di Spagna. 1600-1610 La sezione illustra l’evoluzione delle forme pittoriche del Cerano nel primo decennio del ‘600 dai legami giovanili con la Maniera internazionale alle nuove forme del secolo barocco attraverso i primi confronti con Giulio Cesare Procccini e la prima eco di Rubens, con le quattro grandi pale della Resurrezione in Sant’Antonio Abate, dei Santi Carlo e Francesco veneranti la statua della Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San Celso della Galleria Sabauda, straordinaria immagine contro l’iconoclastia calvinista dipinta per i Savoia, e il confronto fra il Cristo morto e santi già dei cappuccini di Rivolta d’Adda e oggi a Santo Stefano a Milano per deposito di Brera e il Cristo al sepolcro già dei cappuccini di San Lorenzo e oggi del Museo Civico di Novara. Disegni e natura morta La seconda sala lunga ospita il maggior gruppo di disegni, una ventina dall’Ambrosiana, dal Museo del Castello e da collezioni grafiche italiane, inglesi, francesi, statunitensi, tedesche, polacche, mentre i rimanenti sono esposti all’inizio, fra le opere giovanili, e a fianco di dipinti a cui sono legati. Alle due estremità della sala sono esposti due dipinti e un disegno, unici documenti del pittore di nature vive e morte di animali celebri al suo tempo, e il famoso Quadro delle tre mani di Brera di Cerano, Procaccino e Morazzone con i suoi vivissimi cavallo e cane. 1610-1630 Le ultime tre sale ospitano le opere della maturità, dal cartone del Museo Arcivescovile per la Caduta di San Paolo, il bassorilievo sopra la porta di San Paolo delle Monache sulla facciata progettata dal Cerano nel secondo decennio del ‘600, fino al drammatico, ”pestante” Crocifisso con i Santi Giacomo, Filippo e Francesco del terzo decennio, già in San Protaso e oggi nel Seminario di Severo e all’altrettanto drammatico Cristo morto e Maddalena per il Monte di Pietà di Milano. Spiccano capolavori fantastici e di straordinaria ricchezza cromatica come la Terza messa di San Gregorio Magno di San Vittore a Varese e il Cristo risorto e santi di proprietà Antona Traversi a San Vittore a Meda, un esempio tipico delle grandi pale mariane del terzo decennio, la Madonna e San Siro del Duomo di Pavia, mentre si scaglionano su una parete le mezze figure di San Francesco, il San Giacomo sconfigge i mori del Museo di Austin, Texas, il Cristo e la Samaritana al pozzo della collezione Koelliker e, della stessa collezione, il Sant’Isidoro già pubblicato come Cerano che un attento esame della firma ha rivelato essere opera della sorella pittrice Giulia, finora nota solo per documenti.