L'AMORE CRESCE ATTRAVERSO L'AMORE
(Vicenza, Episcopio, 9 aprile 2006)
Cari amici,
nessuno può vivere senza amore. Eppure quanta gente persegue la via di
un amore che non dà vera gioia ed è fonte di delusione, se non addirittura di
sofferenza!
L’amore cresce solo attraverso l’amore: e questo significa che solo chi
ama riceve amore.
Gesù lo ha insegnato, vissuto e testimoniato in tutta la sua vita.
Il suo amore è divino, ed è capace di trasformare anche il nostro in
“divino”, unendoci a Dio, che è l’Amore.
Quando ci invita ad amare come Lui ci ha amato, indica l’unica strada
che rende felice l’amore e lo riscatta dall’egoismo e dalla ricerca del
possesso: è l’amore che si dona senza chiedere niente in cambio.
Vi scrivo queste cose sulla scia della Lettera del Papa sulla carità, perché
penso che in ciascuno di voi sia forte il desiderio di gustare l’amore vero e
sincero, e vi posso assicurare che ciò è possibile e alla vostra portata.
Basta accogliere con convinzione l’invito di Gesù: rimanete nel mio
amore.
Perché lui ama per primo, ci ha amato da sempre, e continuerà ad amarci
anche se noi non lo amassimo più.
1. Ma come si fa ad amare Gesù oggi e con passione ?
Penso che molti danno per scontato di credere in Cristo e di amarlo, e
stemperano la ricerca appassionata e continua della sua persona per
accontentarsi di qualche sprazzo di esperienza esteriore e spesso deludente
dell’incontro con Lui.
Amare una persona significa non poter fare a meno di lei, desiderarla e
investire su di lei la propria vita e il proprio futuro. Niente è più possessivo
e coinvolgente dell’amore.
Così è anche nei confronti di Gesù.
Va cercato, e chiede di permeare la mente, il cuore, i pensieri e la vita di
ogni giorno.
Mi preoccupa il fatto che molti di noi danno per scontato tutto questo.
Operano in parrocchia a servizio di ragazzi e giovani, si dedicano ai
poveri, partecipano anche alla Messa, ma la loro fede è debole e nel loro
cuore non c’è posto per Gesù Cristo.
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Egli è come lo sfondo di un teatro, ma che non centra nulla con quanto si
sta svolgendo sulla scena della vita reale, che costruisce la trama dei nostri
giorni, a casa, a scuola o all’Università, al lavoro e con gli amici nel tempo
libero.
Attribuisco questo fatto alla mancanza di una passione amorosa per
Cristo e alla carenza di fede in Lui. Si parla di tante cose, si discute di tanti
problemi quando ci si incontra, si fanno esperienze anche belle insieme, ma
Lui non c’è, o è considerato un presente-assente.
La fatica di conoscerlo attraverso la Parola di Dio, la preghiera, lo stare
con lui nel silenzio del cuore, si fa sentire ed impedisce l’incontro amoroso
fatto di dialogo e del desiderio profondo e sincero che investe l’anima.
Ritorna allora la domanda che lui stesso ha rivolto ai suoi amici:
«Chi sono io per voi? Chi dite che io sia ?»(cfr Mc.8,29)
2. E’ a partire da questo interrogativo che ho pensato di indire il Sinodo dei
giovani.
Il Sinodo è un cammino fatto insieme, che vuole condurci a
riappropriarci dell’amore di Cristo, riconosciuto ed accolto nella sua
persona di Figlio di Dio e salvatore, amico e compagno di viaggio.
Vorrei che il Sinodo suscitasse una passione forte per Gesù Cristo in
ogni giovane vicentino, riscaldandone il cuore, per donargli un amico vero
e sincero, forte e sicuro.
Il Sinodo è anche una esperienza di gruppo, e perciò di amicizia, che
apre all’incontro con gli altri giovani che si ritrovano attorno a Cristo per
fare gruppo, il “suo gruppo”, quello che chiamiamo la sua Chiesa.
Quando ero giovane prete risuonava nella cultura sessantottina di quei
tempi lo slogan: «Cristo sì, Chiesa no». Era un modo per dire che la Chiesa
non poteva appropriarsi di Gesù Cristo e pretendere di avere il monopolio
della sua persona e del suo insegnamento.
Troppa Chiesa, nel senso di strutture, organizzazione, istituzioni, può
oscurare, invece che agevolare, il cammino di un giovane verso Gesù.
Ma poca Chiesa- comunità può anche impedire di conoscere e di
incontrare il vero Gesù, a vantaggio di quel “mio Gesù” che ciascuno
immagina a suo uso e consumo.
E’ facile infatti costruirsi il proprio Gesù secondo i gusti del momento,
quasi fosse un idolo da trasportare di qua e di là, adatto per tutti e per tutte
le stagioni.
Il confronto con il Gesù dei Vangeli è arduo e spesso difficile. Lo è stato
anche per i suoi contemporanei che, messi di fronte al suo mistero, lo hanno
rifiutato ed abbandonato, giudicando le sue pretese chi troppo divine, chi
troppo umane, per essere accettate.
Oggi avviene lo stesso.
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Il Gesù della Chiesa, nella quale sono nati i vangeli, ci appare troppo
esigente, e forse lo è anche per gli stessi credenti, che si sentono dire :
«volete andarvene anche voi?» (Cfr. Gv 6,67).
L’amore a Cristo va di pari passo con l’amore alla Chiesa che lo
annuncia e lo vive nella comunità. Amare la Chiesa significa lavorare
perché essa corrisponda sempre meglio alla volontà di Cristo, a come Egli
l’ha pensata e desidera che sia nel mondo: «un cuor solo e un’anima sola»
(Cfr. Atti 4,32).
3. La Chiesa deve dunque sempre convertirsi al Signore e chiedersi se è
fedele a Lui come al suo sposo. Fedele nell’amore e testimone del suo
amore per ogni uomo.
Anche di questo tratterà il Sinodo dei giovani.
Lo farà anzitutto sul piano dell’esperienza, perché la Chiesa non è una
realtà astratta, ma concreta che vive tra la gente e fa parte della loro realtà
quotidiana.
Per vivere la Chiesa occorre conoscersi, incontrarsi, spezzare il pane
dell’Eucaristia insieme, aiutarsi a fare comunità, e non solo gruppo.
Tanti giovani fanno gruppo nelle associazioni, o in altre realtà di
preghiera o di volontariato, ma non si conoscono e non si incontrano con
quanti non fanno la loro stessa esperienza: ciascun gruppo ha sue attività, i
suoi cammini, i suoi programmi e le proprie iniziative.
Il Sinodo vuole gettare ponti di amicizia e di dialogo tra tutti questi
gruppi, come pure con i giovani che frequentano parrocchie diverse, magari
anche solo per la Messa domenicale o per qualche attività ricreativa.
Il Sinodo chiede di camminare di più insieme, per fare esperienza di
Chiesa e di fraternità attorno a Cristo.
Ce lo chiede Gesù stesso, che nell’ultima cena ha pregato così: “Padre
che i miei discepoli siano una cosa sola, perché il mondo creda che Tu mi
hai mandato” ( Cfr. Gv 17,21).
L’unità, frutto di amore vicendevole, è dunque condizione per credere in
Cristo e per annunciarlo a tutti, perché “da questo tutti sapranno che siete
miei amici: se avrete amore gli uni per gli altri” (Cfr. Gv 13,35).
4. Perché tanti giovani lasciano la Chiesa e abbandonano le loro
parrocchie?
E quelli che restano, come vorrebbero rinnovare il volto della loro
comunità perché sia sempre di più serva del Signore e testimone coerente
del suo vangelo?
Se lo chiederà il Sinodo.
Amare, infatti, significa allargare l’orizzonte della missione al mondo
intero.
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Così ha fatto Gesù, portando a tutti, anche a coloro che erano lontani da
Dio ed emarginati dalla comunità, la sua parola ed il suo amore: Zaccheo, la
samaritana, la donna peccatrice, il centurione romano, la Cananea… tutta
gente ritenuta ai margini della vera fede, ai quali il Tempio era precluso, ma
che si sono sentiti da Gesù visitati, accolti con rispetto, cercati, ascoltati,
amati senza pregiudizi e condizioni.
Il Sinodo dovrà trovare vie e modalità per ascoltare anche i molti
giovani che vivono fuori delle parrocchie ed esprimono sulla Chiesa,
sulla fede e la morale cristiana delle critiche: a tutti dovrà essere data la
possibilità di sentirsi ascoltati e amati, perché nessuno si senta estraneo alla
proposta d’amore che Gesù gli rivolge.
5. A tutti i giovani che vorranno partecipare al Sinodo rivolgo il mio invito
riconoscente. L’avventura sta per iniziare ed esigerà l’apporto generoso di
ciascuno.
Lo Spirito del Signore che guida sempre la sua Chiesa nei momenti
importanti del suo cammino sostenga il Sinodo dei giovani, e la nostra
preghiera alimenti l’entusiasmo e la speranza che sia un evento di grazia
ricco di amore per tutti.
A presto
+ Cesare vescovo
Vicenza, Domenica delle Palme 2006
Sinodo è una parola greca che significa : «fare la strada insieme».
Il Sinodo dei giovani di Vicenza inizierà nell’autunno del 2006.
A Giugno 2006 si terrà una riunione delle equipe che si sono costituite nei
Vicariati, nelle associazioni, nei movimenti e nei gruppi, per impostare bene
le fasi del Sinodo.
A settembre si svolgerà una grande assemblea dei giovani vicentini per
illustrare come si svolgerà il cammino del Sinodo a livello parrocchiale,
vicariale e diocesano, secondo le modalità stabilite dalla Commissione
diocesana.
La durata prevista è di circa due anni.
Protagonisti di questo avvenimento saranno i giovani dai 17 ai 30 anni
circa.
Le comunità cristiane saranno coinvolte nell’iniziativa con varie proposte di
sostegno, di ascolto e di accompagnamento.
Il Sinodo sarà costantemente sostenuto da esperienze di preghiera, per
invocare l’aiuto del Signore e la sapienza dello Spirito che guida la Chiesa.
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