Cravero Gabriele – L`ospedale delle parole

ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE SOLERI – BERTONI
SALUZZO (CN)
Cravero Gabriele IV B
SEZIONE: PENSARE NEL SOCIALE
LICEO DELLE SCIENZE UMANE
Docente Referente: Nadia Miretto
L’OSPEDALE DELLE PAROLE
Si sente parlare spesso attualmente di problemi legati al linguaggio e all’apprendimento. Talvolta questi
disturbi sono presenti negli individui fin da quando questi sono bambini e, se vengono diagnosticati in tempo
si può procedere, attraverso l’aiuto di un logopedista, ad una “riabilitazione al linguaggio”.
Il luogo che si occupa di questo molto spesso è un reparto specifico presente in molti ospedali: il reparto di
neuropsichiatria infantile. È in questo luogo che io ho avuto modo di entrare per un certo periodo durante
uno stage. In questo luogo vengono svolti degli esami per individuare eventuali problemi negli individui e in
molti casi questo viene fatto per “rendere la vita migliore” a queste persone.
Buona parte delle patologie diagnosticate in questo reparto causano un difficile rapporto con l’esterno.
Va però specificato il motivo per cui io ho scelto di affrontare questa tipologia di stage che assume notevole
importanza, soprattutto in questo periodo. Va quindi specificato che io stesso,in quello stesso reparto, ho
affrontato un percorso come paziente, prima ancora che come stagista.
Ma prima di parlare della mia esperienza personale voglio parlarvi di due persone che ho avuto modo di
conoscere durante lo stage e che ricordo con molto piacere.
Uno dei casi è quello di Alberto (il nome è ovviamente fittizio, per rispettare la privacy del soggetto), un
bambino di circa dieci anni con forti problemi nella comunicazione. Questo bambino ha avuto sin da piccolo
difficoltà nel parlare, nel comunicare o anche solo nell’emettere suoni. Il bambino era stato in grado di
apprendere numerosi fonemi grazie all’aiuto di una dottoressa che lo seguiva ormai da diversi anni. Grazie a
lei (e ai genitori, che hanno continuato a seguirlo ed ad aiutarlo perché potesse sviluppare un linguaggio)
Alberto poteva comunicare con gli altri, anche se in modo piuttosto difficile e faticoso per il bambino.
Tuttavia, da quanto ho saputo dai medici, il ragazzo non avrebbe mai potuto comunicare se non fosse stato
per i logopedisti.
Un altro caso è quello di Roberta (anche qui il nome è fittizio), una bellissima bambina diversamente abile.
Roberta non può comunicare verbalmente con gli altri. Per comunicare Roberta utilizza un quaderno un po’
particolare. All’interno di questo quaderno infatti gli psicologi, i familiari e gli insegnanti hanno inserito una
serie di immagini e di parole che permettono a Roberta di comunicare con gli altri.
Infine voglio parlare della mia esperienza personale come paziente.
Ricordo ancora molto bene la prima volta in cui sono entrato all’interno del reparto di pediatria. Ricordo i
numerosi poster e le numerose immagini attaccate alle pareti azzurre, gli armadi pieni di libri e di giochi per
bambini,la luce del sole che entrava forte dalle finestre in quelle giornate di caldo estivo. La cosa che più mi
è rimasta impressa è però l’odore del reparto: un forte odore che potremmo definire di “giocattoli”. Ricordo
che dovetti andare più di una volta per effettuare tutti i test, ma ogni volta era un piacere tornare, rincontrare
i dottori, fare nuove cose. È poi arrivò la diagnosi: dislessia. Mi dissero che ero intelligente come gli altri, solo
che il mio cervello fa fatica a distinguere le varie lettere dell’alfabeto, i numeri etc. rendendomi più difficile lo
studio. Capii perché non riuscivo ad utilizzare il dizionario. Capii perché facevo fatica in matematica. Capii
che forse, se avessi saputo prima il mio “problema” forse avrei potuto continuare a studiare nella mia vecchia
scuola. Avevo sedici anni. Da alcuni mesi avevo lasciato il liceo classico per le troppe difficoltà scolastiche e
mi ero trasferito al liceo socio pedagogico. Se avessi saputo prima delle mia dislessia non avrei avuto molti
dei problemi scolastici ma, in ogni caso, non sono dispiaciuto di ciò. Grazie al “ritardo” della mia diagnosi ho
potuto capire quanto sia effettivamente importante la prognosi per le persone che hanno disturbi che vanno
a colpire il linguaggio e la comunicazione.
Per questi individui è importante l’ausilio di persone come i medici, i logopedisti e numerose altre persone
che studiano questi disturbi, che con caparbietà hanno raggiunto ottimi risultati e che permettono a questi
individui di comunicare con coloro che li circondano.