Firenze, 21 giugno 2016
COMUNICATO MEDIA
La musica torna a Palazzo Pitti
Accordo tra Gallerie degli Uffizi
e Fondazione Maggio Fiorentino
In occasione della “Festa della musica” e all’indomani della prima di L’elisir d’amore di
Gaetano Donizetti, primo titolo del cartellone estivo dell’Opera di Firenze che si svolge a
Palazzo Pitti, è stata annunciata la stipula di un accordo tra le Gallerie degli Uffizi e
la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino al fine di stabilire una
collaborazione culturale strategica, su base triennale, che darà il via a una serie
organica di attività integrate e condivise che mirano anche alla promozione e
valorizzazione dei rispettivi patrimoni culturali, di risorse umane e di idee.
“Così come la settimana scorsa abbiamo riportato la moda a Palazzo Pitti, dove esordì
nel 1951, adesso proseguiamo nel recupero della storia restituendo alla lirica proprio il
palazzo dove, al tempo dei Medici, è nato il melodramma – ha affermato Eike Schmidt,
Direttore delle Gallerie degli Uffizi -. Sia con la moda, sia con la musica, renderemo ancor
più vivi e vivaci questi spazi museali che tutto il mondo ci invidia”.
“Un accordo tra di noi di importanza cruciale – ha aggiunto Francesco Bianchi,
Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – e che dà
sostanza a una collaborazione strategica tra le nostre due istituzioni; un accordo, inedito
rispetto al passato, che offrirà occasioni uniche e preziose di alto profilo e valore culturale
a beneficio del pubblico sia del Teatro dell’Opera che delle Gallerie”.
I PUNTI SALIENTI DELL’ACCORDO
Il comune percorso di progettazione prevede la programmazione estiva nel Cortile
dell’Ammannati di Palazzo Pitti, ovvero la rappresentazione di opere e l’esecuzione di
concerti sinfonici nel periodo estivo, e per giunta la programmazione annuale di
appuntamenti musicali negli spazi delle Gallerie come la Sala Bianca o l’ex-chiesa di San
Pier Scheraggio, agli Uffizi.
UN PO’ DI STORIA
La musica (unitamente al teatro) e Palazzo Pitti costituiscono i punti cardine cui si lega,
convenzionalmente (poiché della precedente Dafne di Jacopo Corsi e Jacopo Peri su
testo di Ottavio Rinuccini, ben poco è rimasto), la nascita del melodramma. In occasione
delle nozze di Maria de’ Medici, figlia di Francesco I, con Enrico IV di Francia, il 6 ottobre
1600 in una sala di Palazzo Pitti fu presentato Euridice, melodramma su versi sempre di
Rinuccini e musicato da Peri. In effetti il Cortile di Palazzo Pitti nel 1589 aveva già ospitato
la Naumachia, battaglia tra 18 galee turche e cristiane di varie dimensioni e forme che si
affrontarono in un bacino d’acqua artificiale.
Tuttavia a seguire gli spettacoli – di qualsiasi genere tra lirica, balletto, sinfonica,
cameristica - hanno avuto sempre più in Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli dei
palcoscenici privilegiati, tant’è che il rapporto tra il Maggio Musicale Fiorentino e la reggia
fiorentina (con annesso giardino) ha radici lontane. Già il cartellone d’esordio del Maggio,
nel 1933, previde il Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn, con l’allestimento
di Max Reinhardt, nel Giardino di Boboli. Prima di quella data, per esempio, si ricordano le
direzioni di Pietro Mascagni dell’Inno al sole e di Don Lorenzo Perosi degli Oratori,
entrambi negli anni Venti del Novecento in Boboli.
Alcuni spettacoli poi sono addirittura passati alla storia, come la shakespeariana
Tempesta messa in scena presso la Vasca dei cigni del Giardino di Boboli da Giorgio
Strehler per il Maggio Musicale del 1948; l’anno successivo toccò a Luchino Visconti
firmare la regia di Troilo e Cressida (con scene di Franco Zeffirelli) sempre in Boboli. Lo
stesso regista milanese nel 1967 diresse Egmont di Wolfgang Goethe nel Cortile di
Palazzo Pitti ed entrambe le opere furono celebrate nell’estate del 2006 (a cento anni
dalla nascita di Visconti) con una mostra nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.
Lo stesso museo l’anno successivo ospitò “Musica in scena. Artisti nei 70 anni del
Maggio Musicale Fiorentino”, una mostra dedicata al rapporto dell’ente lirico fiorentino e
l’arte.
Tuttavia il ricordo più indelebile è legato al Maggio del 1951 – tra l’altro l’anno che lega
la nascita della moda a Palazzo Pitti – quando, in giugno, Herbert Graf mise in scena,
sempre vicino la Vasca dei cigni di Boboli, l’Oberon di Weber, opera durante la quale il
soprano Teresa Stich-Randall prima nuotava nella vasca (erano i tempi d’oro dei film di
Esther Williams) verso l’isoletta, per poi uscire dall’acqua e cantare la sua parte.
In anni più recenti non si può scordare l’ultima grande rappresentazione lirica in Boboli,
The Fairy Queen di Purcell, con la regia di Luca Ronconi e fortemente voluta nel
cartellone del Maggio del 1987 dall’allora Direttore artistico, Bruno Bartoletti.
ATTENZIONE
In AreaStampa, oltre al presente comunicato in versione Word, è disponibile una
fotografia del Direttore Eike Schmidt e del Sovrintendente Francesco Bianchi.
Uffici stampa
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