CRONOLOGIA DELL’ETÀ DELLE GUERRE CIVILI
135-132 Rivolta servile in Sicilia, sotto la guida dello schiavo siriaco Euno, poi repressa nel sangue da Roma
133 Muore Attalo III di Pergamo, che lascia il suo regno ai Romani, mutato nel 129 in provincia di Asia
133 Tiberio Gracco, tribuno della plebe. Fa approvare una legge agraria (Lex Cornelia) che limita a 500 iugeri
(125 ettari) o a 1000 per chi aveva più di un figlio, l’estensione di ager publicus che un privato poteva
possedere, assegnando la parte restante a cittadini nullatenenti (capitecensi), sotto il controllo di un triumvirato
che comprende anche il fratello Gaio Gracco; propone di impiegare il tesoro di Attalo III per sovvenzionare i
contadini. Fa deporre il collega Ottavio, suo oppositore, dai comizi tributi, tentando poi di farsi rinnovare la
carica ma viene ucciso dal cugino Scipione Nasìca, assieme ai suoi collaboratori.
123-122 Gaio Gracco due volte tribuno.della plebe. Leges Semproniae: De capite civis Romani: esilio ai
magistrati che condannavano a morte un cittadino senza l’approvazione dei comizi; Agraria: si rinnova quella
di Tiberio; Frumentaria: distribuzione al popolo di grano a basso prezzo (edificazione degli horrea
Sempronia); Militaris: lo stato deve fornire il vestiario ai soldati; De viis muniendis: rafforzamento del sistema
viario; Iudiciaria: si riservano agli equites le quaestiones perpetuae de repetundiis; De provincia Asiae: si
riserva agli equites l’esazione dei tributi in Asia; De suffragiorum confusione: si impone il sorteggio della
prima centuria votante nei comizi, togliendo l’omen alla prima classe. L’ostilità popolare contro la proposta di
concedere la cittadinanza romana ai Latini, favorisce la successione al tribunato dell’avversario Livio Druso.
121 Trasferitosi a Cartagine per la fondazione di una colonia, osteggiata dal senato, Gaio torna a Roma per
sostenere il suo partito; assediato dal console.Opimio, in forza di un senatus consultum ultimum, si fa uccidere.
118 La Gallia Meridionale (Provenza) diviene provincia (Gallia Transalpina), con capitale Narbona.
112-105 Guerra giugurtina. Giugurta, nipote di Micipsa, re di Numidia, alleato dei Romani, si impadronisce
alla sua morte del regno, uccidendone i figli Iempsale e Aderbale. La morte di cittadini romani ed italici spinge
Roma all’intervento. Dopo parziali successi sotto la guida di Calpurnio Bestia e, dal 109, Quinto Cecilio
Metello, la guerra volge a favore dei Romani con l’avvento (107) del console Gaio Mario, un homo novus, che
arruola nell’esercito anche proletari volontari. Nel 105 Giugurta viene catturato grazie alle astuzie del legato
Lucio Cornelio Silla, esponente della nobilitas senatoria.
102 Mario sconfigge i Teutoni ad Aquae Sextiae (Aix-en-Provence)
101 Mario sconfigge i Cimbri ai Campi Raudii, presso Vercelli. Nasce Gaio Giulio Cesare
100 Il tribuno della plebe Lucio Appuleio Saturnino, fautore già nel 103 di una politica antioligarchica,
propone una legge agraria che attribuisce a Mario il compito di fondare colonie, distribuire terre conquistate in
Gallia ai suoi veterani, concedendo loro anche il diritto di cittadinanza. L’imposizione di un giuramento di
obbedienza ai senatori provoca l’emanazione di un senatus consultum ultimum, in forza del quale Mario, al suo
V consolato, lo assedia in Campidoglio, dove il tribuno viene ucciso.
90-88 Guerra Sociale L’assassinio del tribuno Marco Livio Druso (figlio dell’avversario di Gaio Gracco), che
aveva proposto la concessione della cittadinanza romana agli alleati (socii) italici, provoca la loro insurrezione.
La confederazione italica si dà un governo autonome ed una capitale a Corfinio (Italica). La guerra, che costò
circa 300.000 morti, viene risolta durante il consolato di Silla, grazie anche alla concezione della cittadinanza
alle città che via via passavano dalla parte di Roma (Lex Iulia de civitate).
88-85 I Guerra mitridatica Silla, dopo aver represso l’opposizione dei seguaci di Mario, assume il comando
della guerra contro Mitridate re del Ponto, che aveva invaso la Bitinia, protetta da Roma e la provincia romana
d’Asia, con il massacro di 80.000 Italici. Dopo aver occupato Atene, sconfigge Mitridate, che nell’85 offre
trattative di pace, ripristinando lo status quo. Nel frattempo i mariani riconquistano il potere con Lucio
Cornelio Cinna, che attua una sanguinaria vendetta contro la nobilitas; dopo la morte di Mario (86) egli tenta di
strappare il comando della guerra a Silla, ma viene assassinato (84).
83-79 Dittatura di Silla Silla ritorna al potere sconfiggendo i Mariani a Porta Collina ed instaurando un
feroce regime di repressione antimariana, con la proscrizione di migliaia di avversari, di cui vengono
incamerati i beni. Divenuto dittatore, toglie potere all’ordine equestre e al tribunato della plebe rafforzando
quello giudiziario del senato (quaestiones de repetundis), ed aumenta il numero dei magistrati per evitare
concetrazioni di potere. Amplia inoltre il pomerium (territorio della città di Roma) fino alla linea dell’Arno e
del Rubicone, oltre il quale non era possibile condurre un esercito in armi. Ritiratosi a vita privata nel 79,
muore l’anno successivo
80-73 Guerra vinta da Pompeo contro il mariano ribelle Quinto Sertorio, che aveva occupato la Spagna.
74 Inizia la Seconda (o Terza) Guerra Mitridatica. Mitridate occupa la Bitinia, donata ai Romani dal re
Nicomede. Il console Licinio Lucullo ottiene successi importanti, conquistando il regno dell’armeno Tigrane
alleato di Mitridate, ma deve fronteggiare una rivolta dell’esercito ed è richiamato a Roma nel 68.
73-71 Guerra servile capeggiata dal trace Spartaco, alla testa dei gladiatori di Capua, a cui si uniscono
proletari ed italici. Dopo una serie di vittorie contro i Romani muore in uno scontro con l’esercito di Marco
Licinio Crasso in Lucania, sul Bradano; i suoi seguaci vengono quindi sterminati da Pompeo in Etruria.
70 Pompeo e Crasso, eletti consoli, promuovono un’alleanza fra cavalieri e popolari, abrogando le leggi
sillane, restituendo potere ai tribuni e ai censori e reintroducendo i cavalieri nelle quaestiones de repetundis,
come auspicato da Marco Tullio Cicerone nel processo contro il malgoverno in Sicilia del propretore Verre.
67 Bellum piraticum Grazie ai poteri proconsolari a fino a 70 Km. dal mare concessi dalla Lex Gabinia
Pompeo sconfigge i pirati del Mediterraneo, alleati di Mitridate e assegna a chi si arrende terre in Oriente.
66-63 Con la Lex Manilia viene affida a Pompeo il comando della guerra contro Mitridate, che sconfitto ed
abbandonato dal figlio Farnace, si fa uccidere. Sono create le province di Bitinia e Ponto e Siria. Pompeo
occupa anche la Palestina, che diviene un protettorato romano sotto la dinastia degli Asmonèi.
63 Lucio Sergio Catilina, un nobile decaduto, vistosi precluso l’accesso al consolato, coalizza in funzione
antiaristocratica proletari, ma anche ex partigiani di Silla caduti in disgrazia. La congiura è denunciata
pubblicamente in senato dal console Marco Tullio Cicerone (homo novus legato all’aristocrazia) che, dopo la
fuga di Catilina, fa giustiziare senza regolare processo i suoi seguaci, appoggiato da Marco Catone il Giovane;
Catilina riesce a fuggire, ma muore combattendo a Pistoia, a capo di un esercito da lui raccolto (62 a. C.).
60 Primo triumvirato: accordo privato fra Crasso e Gaio Giulio Cesare, un nobile parente di Mario e vicino
ai popolari. Eletto console, Cesare distribuisce ai veterani di Pompeo l’ager publicus campano.
58-51 Campagne Galliche di Cesare Nominato proconsole per le province della Gallia Cisalpina, Narbonense
ed Illirico, Cesare dapprima sconfigge gli Elvezi, che volevano migrare ad Occidente, occupando il centro
della Gallia, quindi i Germani guidati dal re Ariovisto, insediatisi nel territorio dei Sequani (popoli della
Gallia centro-orientale), in lotta con gli Edui alleati dei Romani (58). Svolge quindi a nord una campagna
contro i Belgi, che stavano preparando una colazione antiromana, assumendo il controllo di tutta la Gallia
settentrionale (57). Dopo la vittoria in Bretagna (Francia nordoccidentale), contro la lega armoricana, guidata
dalla popolazione gallica dei Veneti, rinnova l’alleanza con Pompeo e Crasso (accordo di Lucca: 56), grazie
alla quale vede riconfermato l’incarico proconsolare. Compie una campagna repressiva contro le popolazioni
germaniche e sbarca per due volte in Britannia (55-54), ottenendo la sottomissione del capo Cassivelauno.
Dopo la repressione delle sollevazioni dei popoli gallici e germanici dell’area renana settentrionale, fra cui gli
Eburoni guidati da Ambiorige (53), deve affrontare una rivolta della Gallia guidata dal principe degli Arverni
Vercingetorige, che si conclude con l’assedio di Alesia (nell’odierna Borgogna) (52). L’anno seguente
consolida la sottomissione della Gallia.
53 Crasso, dopo essere sconfitto dai Parti a Carre in Mesopotamia, viene ucciso in un agguato.
52 Dopo l’uccisione del tribuno Clodio, Pompeo viene nominato consul sine collega
50 Cesare, intenzionato a candidarsi al consolato, rifiuta di sciogliere il suo esercito, come il senato gli aveva
ordinato, se anche Pompeo non avesse fatto altrettanto con il proprio.
49 Guerra civile fra Cesare e Pompeo. Dopo che il senato ha affidato a Pompeo il compito di difendere
Roma, Cesare oltrepassa in armi il Rubicone, limite nordorientale del pomerium di Roma, violando la norma
sillana (10 gennaio 49). Occupa quindi Roma, mentre Pompeo si rifugia a Brindisi e, sfuggito all’assedio di
Cesare, si rifugia in Grecia; impadronitosi dell’erario, Cesare assedia Marsiglia e vince i pompeiani in Spagna.
48 Eletto console, Cesare varca l’Adriatico, ma subisce una sconfitta a Durazzo. Il 9 agosto 48 in uno scontro
decisivo a Farsalo, in Tessaglia, Cesare ottiene, pur con forze inferiori, un clamoroso successo; Pompeo fugge
in Egitto, contando sull’ospitalità del tredicenne re Tolomeo XIV, ma viene ucciso per mano dei consiglieri del
re. Cesare, giunto in Egitto, inizia la relazione con Cleopatra, sorella e moglie di Tolomeo.
47 Cesare competa la sottomissione dell’Egitto, uscendo vincitore da una rivolta dei suoi oppositori, di cui
prende la guida Tolomeo, che muore in combattimento. Sconfigge poi a Zela Farnace, figlio di Mitridate, che
aveva occupato il Ponto e la Bitinia (Veni, vidi, vici)
46 Cesare sconfigge i Pompeiani a Tapso in Africa. Ad Utica Catone si suicida per non piegarsi a Cesare
45 Tornato a Roma Cesare, nominato dittatore per 10 anni, celebra quattro trionfi. Forte del consenso popolare,
limita l’egemonia della vecchia aristocrazia romana, aumentando il numero dei senatori e introducendo fra essi
provinciali; riduce i debiti dei nullatenenti, assegnando loro anche terreni di nuova conquista; scioglie inoltre le
corporazioni (collegia), che assumevano carattere politico. Avvia la bonifica delle paludi pontine e riforma il
calendario (il cosiddetto calendario giuliano). Si trasferisce in Spagna dove sconfigge a Munda i pompeiani
guidati dai figli di Pompeo, Sesto e Gneo (che qui muore). I Romani acclamano Cesare
44 Cesare, acclamato pater patriae, viene nominato dittatore e censore a vita e gli viene attribuito il titolo di
imperator. Il 15 marzo (idi di Marzo), mentre si preparava ad una spedizione contro i Parti, viene ucciso
nella curia da un gruppo di congiurati capeggiati da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino.