POPPER ADDIO I° CAPITOLO L’IMMAGINE RICEVUTA DI SCIENZA Nel II° dopoguerra del 900 si è consolidata un’immagine della scienza a partire dalle riflessioni originatesi all’interno del Circolo di Vienna. Tra i numerosi autori troviamo: Popper, Schlick, Carnap, Hempel. Si parla dunque di un nuovo periodo di radicale cambiamento durante il quale le certezze acquisite vengono messe da parte. Adesso questa nuova scienza si è indicata con la locuzione di RECEIVED VIEW (IMMAGINE RICEVUTA DI SCIENZA). LA TRADIZIONE RICEVUTA Sin dalla nascita della scienza moderna si pensò che la scienza stessa fosse caratterizzata per la sua natura squisitamente RAZIONALE. Per cui tutte le altre discipline e scienze che vogliono pervenire ad un analogo grado di precisione ed esattezza non devono far altro che adeguarsi ed imitare la scienza. Dopo la rivoluzione scientifica si parlò di molti filosofi tra cui: 1) CARTESIO che voleva edificare un nuovo metodo CONOSCITIVO partendo dalla matematica 2) SPINOZA: che voleva costruire la sua filosofia ispirandosi alla geometria euclidea 1 3) LEIBNIZ che non abbandona l’impostazione della logica tradizionale, anzi si pone in continuità con essa mediante la creazione di un linguaggio artificiale (lontano da quello naturale) , simbolico (con precisi significati) e universale (rivolto a tutti). 4) KANT che prende a modello la scienza newtoniana. Perciò gran parte del moderno è segnato dalla SCIENZA e dalla sua RAZIONALITA’. Tuttavia è con la fine dell’800 e gli inizi del 900 che si afferma una vera e propria modalità di accostarsi alla scienza . in particolare la filosofia della scienza tende ad acquisire una fisionomia autonoma. La scienza e la fisica costituiscono la FORMA CONOSCITIVA per eccellenza. Adesso il COMPITO DEL FILOSOFO è capirne la STRUTTURA E IL MODO in cui operava ( andava avanti). Perciò la scienza viene considerata conoscenza vera, perché spiega come è fatto il mondo, è conoscenza razionale perché prova ciò che dice ed è conoscenza necessaria perché obbliga tutti alle sue prove. Platone fu uno dei primi che usò il termine logos. Esso deriva dal greco e significa scegliere, raccontare. Platone sostiene che il sapere deve essere visto come una credenza vera associata a un logos. Dà inoltre, a questo termine 3 diversi significati: 1) È l’espressione del pensiero; 2) È l’enumerazione delle caratteristiche di una cosa 3) È l’individuazione della differenza di una determinata cosa. Inoltre è nel logos che viene racchiuso il destino dell’occidente, cioè grazie ad esso sono state rese possibili tutte le conquiste tecniche e scientifiche. Dunque per Platone, il logos filosofico va riportato nell’ambito del discorso definitivo, in quanto serve a stabilire la verità o falsità di una proposizione. L’esigenza poi, di argomentare è l’essenza di tale logos. Ed infatti la logica può nascere solo grazie a varie argomentazioni, il cui scopo sia quello di dimostrare o provare una certa tesi. ARISTOTELE è stato uno dei filosofi fondamentali a proporre l’argomentazione razionale. Lui chiama logica ANALITICA, in quanto è un procedimento che scompone il linguaggio nei suoi elementi costituitivi. L’analitica così intesa è sia ORGANON, cioè strumento di tutte le scienze, sia scienza di per sé ( base di tutte le altre) scienze). In generale prima si fanno indagini, poi su queste basi si elaborano ragionamenti, infine si danno giudizi. Per Popper inoltre, la RAZIONALITA’ DELLA SCIENZA consiste nella sua capacità di discutere criticamente le varie tesi sostenute evidenziandone i pro e i contro, perché la razionalità e obiettività del progresso scientifico non sono dovute alle qualità del singolo scienziato ma alla capacità di superare la discussione critica. Tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 si mise in atto un particolare programma filosofico ovvero la FILOSOFIA DELLA SCIENZA in quanto si parlava di una sorta di identificazione tra pensiero filosofico e pensiero scientifico. In particolare la scienza doveva costituire il modello della filosofia e cercare di risolvere i suoi problemi seguendo gli stessi metodi e criteri. RUSSELL vedeva nell’adozione del metodo scientifico la via che avrebbe portato la filosofia a più modeste ambizioni. Per REICHENBACH l’epistemologia non deve essere più intesa come una disciplina che perviene alla conoscenza per mezzo della ragione ma piuttosto come l’analisi del pensiero scientifico. Alcuni autori condividono invece un comune progetto cartesiano e sostengono che la scienza deve raggiungere il proprio scopo mediante l’applicazione di tale metodo, la scienza perderebbe il proprio carattere razionale qualora non avesse tale metodo. Il METODO DELLA SCIENZA e di conseguenza la sua RAZIONALITA’ ha carattere procedurale : consiste nel modo più efficace di raggiungere lo scopo che ci si propone. Anche il logos ha carattere procedurale: esso è lo 3 strumento ritenuto migliore per farci ottenere la conoscenza più affidabile del mond0o. Il fine della RICERCA SCIENTIFICA è la VERITA’ ASSOLUTA. E’ questo anche un obiettivo che è stato al centro della riflessione di Popper. La logica ha avuto nel corso del 900 il ruolo di MODELLO RAZIONALE per i suoi caratteri di chiarezza, precisione e rigore. Tutto ciò risale a Russel, in quanto sostiene che la logica dà il metodo di ricerca così come la matematica fornisce il metodo alla fisica. E’ compito della FILOSOFIA DELLA SCIENZA chiarire i problemi concettuali e rendere esplicite le assunzioni fondamentali di ogni disciplina scientifica. Nello stesso ha anche il compito di formalizzare i concetti e le teorie più importanti in un dato dominio della scienza. La RICERCA DELLA VERITA’ mediante la scienza non può essere subordinata ad autorità religiose o a fonti rilevate, in quanto il suo compito è ben diverso da quello delle religioni. La scienza è anche priva di genere e di razza, ovvero è indifferente al sesso degli individui nel valutare una teoria non facciamo caso se ad averla formulata sia stato un uomo o una donna, ma stiamo solo attenti al suo valore cognitivo, se ci permette di spiegare i fenomeni del mondo. LA RECEIVED VIEW E LA SUA CRISI INTERNA Non sempre tra i principali rappresentanti della R.V vi è stata unanimità di opinioni: molte volte, infatti, sono stati gli stessi protagonisti a cambiare le proprie concezioni. Si aveva comunque l’idea di lavorare ad un comune progetto e bisognava e bisognava perfezionare gli strumenti razionali a disposizione, elabotare più raffinate concezioni. I CARATTERI FONDAMENTALI DELLA RECEIVED VIEW La R.V ( detta anche concezione standard delle teorie scientifiche) ha un impianto tipicamente formalista e linguista ed è stata sviluppata avendo presente essenzialmente le leggi della fisica, anche se poi si è cercato di estenderla alla biologia evoluzionistica e alla psicologia. Essa ritiene che si possano comprendere gli aspetti essenziali di una teoria scientifica mettendo in evidenza la struttura logica. Per HEMPEL dal punto di vista formale una teoria scientifica può essere concepita come un insieme di proposizioni espresse in termini di un vocabolario specifico. Per SCHLICK invece una teoria scientifica è paragonabile a una rete sospesa nello spazio. I suoi termini sono rappresentati dai nodi, mentre i fili che collegano questi termini corrispondono alle definizioni e ipotesi di una certa teoria. Perciò tutti i n odi connessi per mezzo dei fili costituiscono il VOCABOLARIO OSSERVATIVO ( esempio questa cosa è dura, bianca, fredda). Gli altro nodi non connessi direttamente costituiscono il VOCABOLARIO TEORICO. -.i fili che collegano tra loro i nodi costituiscono lo SCHELETRO LOGICO. Col tempo si è potuto parlare della cosiddette TEORIE PER RIDUZIONE e di un loro conseguente progresso all’interno della scienza. NAGEL distingue due diversi tipi di RIDUZIONE per una teoria e cioè: 1) La OMOGENEA : qui si parla di omogeneità tra i termini della scienza secondaria e quelli della scienza primaria. Questo tipo di riduzione si ha quando teorie che hanno raggiunto un alto grado di conferma vengono estese ad altri ambiti fenomenici. 2) L’ETEROGENEA: nel caso della riduzione eterogenea una teoria secondaria viene assorbita in una teoria primaria più generale. Inoltre mentre nella riduzione omogenea il vocabolario teorico in cui sono formulate le leggi della teoria secondaria è uguale a quello della teoria primaria, invece nel caso della riduzione eterogenea il vocabolario teorico della scienza secondaria contiene termini che non sono gli stessi di quella della scienza primaria. Sempre nel secondo caso Nagel ritiene che ci siano altri due requisiti di carattere formale: 5 1) CONDIZIONE DI CONNETTIBILITA’: devono essere introdotte regole di corrispondenza tra la scienza secondaria e la scienza primaria 2) CONDIZIONE DI DERIVABILITA’: tutte le leggi della scienza devono risultare logicamente derivabili dalle premesse teoriche. Inoltre la RIDUZIONE DIPENDE DA VARIE CIRCOSTANZE : dalle fasi di sviluppa delle singole scienze, dalla disponibilità di teorie adatte alla riduzione. Per POPPER ( in riferimento alla teoria della riduzione): si perviene ad una nuova teoria non per estensione ( induttiva o deduttiva che sia) ma per sostituzione, in cui la nuova teoria rappresenta una libera creatività dello scienziato. Inoltre pure Popper ritiene che esiste una relazione tra la vecchia e la nuova teoria. Per lui, le vecchie teorie hanno ancora una loro validità. FREGE sostiene che quando si parla di LEGGE LOGICA si intende qualcosa di totalmente diverso dalla LEGGE PSICOLOGICA. Quest’ultima descrive di fatto il comportamento tenuto da tutti gli uomini. Mentre la legge logica stabilisce ciò che deve essere. Insomma lo psicologismo ha il vizio di confondere ciò che è di natura psicologica da ciò che non è di natura psicologica. Dunque gli aspetti fondamentali che hanno caratterizzato l’immagine tradizionale della scienza sono: 1) L’aspetto razionale (la sua natura empirica) 2) Una concezione della scienza come rapporto tra soggetto e oggetto 3) L’esaltazione della logica matematica come lo strumento per dare rigore delle argomentazioni 4) Una visione del legame tra teorie successi ve basato sulla riduzione che permette di conciliare la continuità. Ma proprio questa concezione entra in crisi a cominciare dagli anni 60 rimettendo in discussione le certezze degli scienziati e dei filosofi. LA CRITICA DELLA RECEIVED VIEW La crisi della R.V non avviene tutta in una volta, ma a seguito di un lungo processo in cui vengono innanzitutto modificati i principali punti della sua impostazione. La RV viene accusata di SEMPLICISMO e di conseguenza vengono criticati i vari aspetti da essa elaborati: la visione deduttivoassiomatica delle teorie, il progresso e il cambiamento teorico, la possibilità di distinguere i due linguaggi. Inoltre per HEMPEL l’ASSIOMATIZZAZIONE può veniure solo dopo che una teoria sia stata ben sviuluppata. Sia HEMPEL che SUPPES sostengono che vi sia una rpporto armonico tra il filosofo e lo scienzato. Il primo chiarifica la struttura delle teorie e il secondo trae profitto da questo lavoro per svilupparle e migliorarle. Bisogna inoltre, affermare che la FILOSOFIA DELLA SCIENZA Nnon si occupa della ricostruzione storica, del modo di operare dello scienziato, ma solo dei criteri di valutazione dell’accettabilità di teorie ben formate. Negli anni 70 e 80 , diversi filosofi hanno cercato di sviluppare una LOGICA DELLA SCOPERTA SCIENTIFICA. Vi era innanzitutto, poco consenso sulla natura della spiegazione, della conferma del controllo delle teorie o anche del cambiamento scientifico. Eppurew la filosofia della scienza era diventata una disciplina che ormai stava a fianco dell’etica, dell’epistemologia e della metafisica. L’unico consenso che sembra esistere è quello che una nuova filosofia della scienza non può pensare di conoscere cosa sia la scienza senza studiarne la storia. 7 THOMAS KUHN E’ stato uno storico della scienza e filosofo statunitense. Fu anche un epistemologo e scrisse vari saggi di storia della scienza, tra questi troviamo ‘ LA STRUTTURA DELLE RIVOLUZIONI SCIENTIFICHE’ (opera più celebre e conosciuta). Kuhn in questa opera sostiene che la scienza invece di progredire gradualmente verso la verità, è soggetta a rivoluzioni periodiche che egli chiama SLITTAMENTI DI PARADIGMA. Accanto agli slittamenti di paradigma , Kuhn impone l’uso del termine PARADIGMA per indicare l’insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono una tradizione ricerca in cui le teorie sono accettate universalmente. Utilizza l’espressione SCIENZA NORMALE per riferirsi al lavoro di routine degli scienziati che seguono un determinato paradigma. Usa anche l’espressione RIVOLUZIONI SCIENTIFICHE declinata al plurale per poter essere distinta dalla RIVOLUZIONE SCIENTIFICA ( sviluppatasi intorno alla fine del rinascimento e nel 600). A seguito di una di queste rivoluzioni scientifiche cambia il paradigma di riferimento. Il criterio con cui un paradigma risulta vincitore sugli altri consiste nella sua forza persuasiva e nel grado di consenso all’interno della COMUNITA’ SCIENTIFICA. In altre parole la RIVOLUZIONE SCIENTIFICA è il termine con il quale vengono chiamati quei particolari periodi della storia della scienza nei quali la comunità scientifica abbandona una tradizione di ricerca per adottarne una nuova, definendo pertanto la fase di passaggio tra un paradigma scientifico e l’altro. IMRE LAKATOS E I PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA Imre Lakatos è stato un filosofo della scienza e della matematica di origine ebrea ungherese. Il contributo di Lakatos alla filosofia della scienza fu un tentativo di risolvere il conflitto che percepiva tra il falsificazionismo di Popper e la teoria dei paradigmi scientifici di Kuhn. La teoria di Popper implica che gli scienziati debbano abbandonare una teoria non appena venga riscontrata una prova che la falsifichi, sostituendola immediatamente con nuove ipotesi più 'audaci ed efficaci'. Secondo Kuhn, invece, la scienza consiste di periodi di normalità, durante i quali gli scienziati continuano a sostenere le proprie teorie pur rilevando delle anomalie, intervallati da periodi di grande cambiamento concettuale. Lakatos cercò una metodologia che armonizzasse questi punti di vista apparentemente contraddittori, che fornisse una spiegazione razionale del progresso scientifico e fosse coerente con i dati storici. Per Lakatos, quelle che siamo soliti considerare 'teorie' sono in realtà gruppi di teorie leggermente differenti tra loro, le quali condividono alcuni principi, definibili 'nucleo'. Lakatos definisce 'programmi di ricerca' tali gruppi. Gli scienziati coinvolti nel programma difendono il nucleo teoretico dai tentativi di falsificazione cingendolo di una serie di ipotesi ausiliarie. Mentre Popper generalmente screditava simili misure dichiarandole 'ad hoc', Lakatos intendeva mostrare che lo sviluppo e la messa a punto di ipotesi protettive non è necessariamente un male, per un programma di ricerca. Invece che tra teorie vere e false, Lakatos preferisce distinguere tra programmi di ricerca progressivi e degenerativi. I programmi di ricerca progressivi crescono e sono caratterizzati dalla scoperta di nuovi fatti. I programmi degenerativi sono caratterizzati dalla mancanza di crescita o dal moltiplicarsi di ipotesi protettive che non conducono a fatti nuovi. Lakatos afferma che non tutte le modifiche delle ipotesi ausiliarie (definite 'spostamenti del problema') siano ugualmente accettabili. Ritiene che gli 'spostamenti del problema' possano essere valutati in base alla loro capacità di produrre fatti nuovi. Se sono in grado di produrne, per Lakatos possono essere dichiarati progressivi; altrimenti sono semplicemente modifiche 'ad hoc' che non conducono alla previsione di fatti nuovi e che vanno etichettate come degenerative. Ebbene come avvengono le rivoluzioni scientifiche? Se abbiamo 2 programmi di ricerca rivali dei quali uno è progressivo mentre l’altro è regressivo, gli scienziati tendono ad aderire al programma progressivo. E’ questa la base razionale delle rivoluzioni scientifiche. 9 PAUL KARL FEYERABEND Filosofo della scienza, nacque in Austria ed in seguito visse in Inghilterra, USA, Nuova Zelanda, Italia ed infine in Svizzera. Nei suoi libri Contro il metodo e La scienza in una società libera Feyerabend difese l'idea che non ci sono regole metodologiche che siano sempre applicate dagli scienziati. Egli obiettava a qualsiasi singolo metodo scientifico prescrittivo affermando che esso avrebbe limitato l'attività degli scienziati e, di conseguenza, il progresso scientifico. Nella sua visione la scienza beneficerebbe maggiormente da una tendenza all'anarchismo epistemologico. Pensava anche che l'anarchismo teoretico fosse desiderabile perché era più umanitario di altri sistemi organizzativi, poiché non imponeva regole rigide agli scienziati. In filosofia della scienza la posizione di Feyerabend viene generalmente considerata estrema, perché essa implica che la filosofia non possa né riuscire a fornire una descrizione generale della scienza né a concepire un metodo per differenziare i prodotti della scienza dalle entità non scientifiche, come i miti. Inoltre sostiene che le regole metodologiche di solito non contribuiscono al successo scientifico. Egli sottolinea che l'insistere sul requisito che le nuove teorie siano coerenti con le vecchie fornisce un irragionevole vantaggio alle teorie più vecchie. Il punto essenziale è, nel suo pensiero, che la compatibilità con una defunta teoria precedente non rende una nuova teoria più valida né più vera delle teorie rivali sullo stesso argomento. In altre parole, se si deve scegliere tra due teorie che abbiano lo stesso potere esplicativo, scegliere quella che è compatibile con una teoria più anziana, precedentemente falsificata, è una scelta estetica più che razionale. Le teorie già familiari possono inoltre essere le più gradite agli scienziati perché permettono loro di conservare molti amati pregiudizi. Si può quindi affermare che tale teoria avrebbe "un ingiusto vantaggio". Partendo dall'assunzione che non esiste un metodo scientifico universale astorico, Feyerabend dedusse che la scienza non merita il suo ruolo privilegiato nella società occidentale. Poiché i punti di vista scientifici non nascono dall'uso di un metodo universale che garantisca conclusioni di alta qualità, egli pensò che non ci fosse alcuna giustificazione per valutare le rivendicazioni scientifiche superiori a quelle di altre ideologie come le religioni. Feyerabend dedusse inoltre che le realizzazioni scientifiche come gli atterraggi sulla luna non avessero ragioni inoppugnabili per fornire alla scienza uno status speciale. Dal suo punto di vista non è giusto basarsi su supposizioni scientifiche su quali siano i problemi che vale la pena risolvere per giudicare i meriti di altre ideologie. In aggiunta, i successi degli scienziati hanno tradizionalmente coinvolto elementi non scientifici, come ispirazioni da miti o da fonti religiose. LARRY LAUDAN Laurence Laudan è un filosofo statunitense. È un esperto di filosofia della scienza. Larry Laudan ha dato un notevole apporto alla filosofia della scienza, soprattutto cercando di dare una soluzione al problema della demarcazione tra scienza e non-scienza. Partendo da una critica ai concetti di paradigma (proprio di Thomas Kuhn) e di programma di ricerca (proprio di Imre Lakatos), ha proposto una soluzione con la definizione del concetto di tradizione di ricerca. secondo questa nuova concezione non sono le teorie ad entrare in crisi e ad essere sostituite quando subentra un numero eccessivo di anomalie (come avveniva nel pensiero di Kuhn), ma sono i programmi di ricerca, cioè i metodi con cui tali teorie venivano sviluppate. Al contrario di Kuhn, inoltre, Laudan non nega la possibilità che più tradizioni di ricerca possano coesistere in un dato momento storico, eliminando l'eccessiva rigidità strutturale della teoria Kuhniana. Un ulteriore apporto di Laudan alla filosofia della scienza è il suo modello reticolare della razionalità: nel tentativo di sottolineare come la razionalità sia connessa in modo imprescindibile all'abilità di raggiungere un accordo 11 tra i tre livelli che compongono la scala giustificativa della scienza (i livelli delle teorie scientifiche, delle regole metodologiche e degli scopi), il filosofo sfrutta la metaforadel reticolo per spiegare l'interdipendenza reciproca di ogni livello rispetto all'altro. negli anni successivi i filosofi della scienza hanno cercato nuove strade, in particolare alcuni si affiancarono al realismo scientifico: il realismo scientifico ammette invece l’esistenza di entità non direttamente osservabili, come i quark, i neutrini, gli stati di sovrapposizione quantistica. Altri pensatori, provenendo da scienze più soft rispetto alla fisica e matematica privilegiate dalla biologia, archeologia , psicologia cognitiva, pensano che bisogni andare in cerca di filosofie delle singole scienze ciascuna delle quali presenta un’autonomia metodologica. Grazie a questi recenti nuovi sviluppi in cambio scientifico è mutata l’immagine della scienza e sono anche cambiati i modi di concettualizzarle. Inoltre il più significativo interesse riguarda la FILOSOFIA DELLA BIOLOGIA. IL RITORNO DEL DESCRITTIVISMO: L’EPISTEMOLOGIA NATURALIZZATA La naturalizzazione dell’epistemologia nasce in seguito a una severa diagnosi sullo stato della filosofia della scienza. Innanzitutto per naturalizzazione dell’epistemologia s’intende la trattazione della conoscenza come un fenomeno naturale. Dunque s’intende la concezione secondo cui la conoscenza è un fenomeno naturale. L’epistemologia naturalizzata di tipo analitico ha il suo iniziatore in QUINE. Secondo QUINE, questo tipo di epistemologia studia un fenomeno naturale cioè un soggetto fisico umano. Ma a partire dagli anni 70 si riafferma la necessità di tornare a una filosofia della scienza che assume un programma descrittivista. HOLTON ad esempio aspira a portare alla luce gli standard metodologici e le procedure che guidano la pratica scientifica. Vuole recuperare gli elementi di continuità nella storia della scienza. Infatti per lui il filosofo della scienza deve essere uno studioso della storia della scienza e non un esperto di logica. Per epistemologia naturalizzata si intende la scienza che deve occuparsi della formazione e dello sviluppo della conoscenza per cui essa si configura come lo studio scientifico dell’apprendimento, del pensiero, dell’acquisizione del linguaggio della conoscenza umana. Si afferma poi, l’idea che la CONOSCENZA è un FATTO, non un problema ed è da questo fatto che bisogna partire. L’epistemologia naturalizzata si propone di studiare empiricamente, allo stesso modo di come un particolare disciplina scientifica studia il proprio oggetto. Inoltre per l’epistemologia naturalizzata lo STUDIO DEI PROCESSI COGNITIVI avviene grazie all’utilizzazione di particolari discipline scientifiche. I processi cognitivi dell’uomo ( o anche degli animali) sono studiati facendo uso delle tecniche psicologiche oppure all’antropologia, alle neuroscienze. Dunque il terreno dell’epistemologia è il campo di attività delle cosiddette SCIENZE COGNITIVE. Gli epistemologi quindi, sostengono che per conoscere la conoscenza bisogna applicare i metodi delle scienze già a disposizione: psicologia, neuroscienze, cibernetica. Inoltre l’epistemologia naturalizzata non cerca tanto di rimpiazzare l’epistemologia tradizionale ma piuttosto di trasformarla e completarla col commetterla ai metodi della psicologia, della biologia e delle scienze cognitive. Per tale motivo è stata anche denominata NATURALISMO COLLABORATIVO. ALMEDER sostiene che l’epistemologia naturalizzata è del tutto compatibile con l’epistemologia tradizionale, in quanto n o cerca ne di rimpiazzarla ne di trasformarla e appunto per questo la chiama NATURALISMO INNOCUO. L’EPISTEMOLOGIA EVOLUZIONISTICA E LORENZ Nel secondo dopoguerra, sulla base della nuova formulazione delle concezioni di Darwin ( teoria sintetica dell’evoluzione- la cosiddetta NUOVA SINTESI) si sviluppa una nuova stagione dell’epistemologia evoluzionistica. Questa si svolge lungo 2 linee investigative diverse. La PRIMA ha carattere biologico e si pone come obiettivo lo studio del substrato biologico della conoscenza in generale. Studia quindi il cervello, i sistemi sensori ecc. La SECONDA linea investigativa si interessa allo studio dell’evoluzione delle idee, delle teorie scientifiche, della cultura in generale. Ad introdurre la prima linea di ricerca è stato sicuramente LORENZ. Egli si occupa dell’evoluzione delle strutture e dei processi della cognizione ( percezione e concettualizzazione). Grazie a Lorenz, tutti gli epistemologi 13 evoluzionisti condividono l’esigenza di una scienza che persegua una comprensione naturalistica dell’uomo e delle sue conoscenze. L’immagine del mondo che l’a priori kantiano ci fornisce non corrisponde ad alcuna caratteristica reale del mondo, ma è del tutto costruita. Mentre per LORENZ gli apparati immagine del mondo non ci danno una visione distorta della realtà, ma un’immagine reale. Per Lorenz agli apparati immagine del mondo che portiamo in noi sin dalla nascita si aggiunge, con la cultura e la sua trasmissione una sovrastruttura spirituale e culturale. Lorenz poi ripropone la BIOLOGIA come soluzione dei problemi della filosofia e come via per la comprensione della cultura umana e della sua evoluzione. LA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA LA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA si è affermata come disciplina autonoma nella metà del 900 come un’ulteriore specificazione della SOCIOLOGIA DELLA CONOSCENZA e mirava a indagare i rapporti tra la società e la conoscenza scientifica. Il fondatore di tale disciplina è MERTON. Lui vedeva la sociologia come una disciplina autonoma di impianto strutturalfunzionalista. Poi vede la SCIENZA come un sottosistema sociale che si rapporta al resto della società ma che presenta sempre una propria autonomia. Essa è fondata su 4 norme: UNIVERSALISMO sottolinea le convinzioni e i valori del singolo scienziato; COMUNISMO sottolinea il carattere pubblico delle idee scientifiche; DISINTERESSE mette in evidenza come gli scienziati debbano lavorare non per il proprio profitto ma a beneficio della comune ricerca. Infine SCETTICISMO ORGANIZZATO è la disponibilità della comunità scientifica di sottoporre a critiche sistematiche le proposte avanzate al suo interno. L’UNICA RICOMPENSA che spetta allo SCIENZIATO nella sua dedizione alla scienza è il RICONOSCIMENTO. SOCIOLOGY OF SCIENTIFIC KWOLEDGE Negli anni ’70 nasce un rinnovato programma di sociologia della conoscenza scientifica (SOCIOLOGY OF SCIENTIFIC KWOLEDGE) che cerca di riprendere gli elementi della sociologia di Merton per dar vita a un programma forte. Questa afferma che le persone producono conoscenza sulla base della conoscenza eredita nell’ambito della propria cultura. Inoltre ruolo è di prestrutturare e non precludere la scelta dello scienziato. Si individuano dei principi metodologici che devono guidare l’analisi sociologica della conoscenza scientifica. Quindi l’analisi deve essere: CAUSALE (interessata alla cause che producono conoscenza); IMPARZIALE rispetto alla verità o falsità, successo o fallimento; SIMMETRICA nel tipo di spiegazione: gli stessi tipi di causa devono spiegare le credenze vere o false. Secondo Bloor l’attività e la conoscenza scientifica si ricollegano all’esperienza socializzata (pubblica, ripetibile, impersonale) e non si basa invece sull’osservazione sperimentale bruta. Mettendo in evidenze tutti questi progressi si viene a sviluppare quel campo di ricerche che prende il nome di SCIENCE AND TECHNOLOGICAL STUDIES. A ciò si ricollega la nascita della tecnologia. Successivamente si da avvio a un altro programma denominato SOCIAL CONSTRUCTION OF TECHNOLOGY. I suoi sostenitori rifiutano il determinismo tecnologico o meglio 2 tesi fondamentali: 1) quella che lo sviluppo tecnologico avviene indipendentemente dai fattori economici, politici. 2)quella che sostiene che il cambiamento tecnologico porta al cambiamento sociale. Adesso si ha una visione ottimistica della tecnologia sia da parte della destra conservatrice, sia della sinistra marxista. WOLGAR E LATOUR Sostengono che solo il LABORATORIO mette in evidenza le operazioni costruttive che riguardano la produzione delle conoscenze. Il laboratorio costituisce un ambiente interamente artificiale in cui non si ha a che fare con oggetti del mondo naturale ma con prodotti artificiali. Il laboratorio è poi un ambiente impregnato di decisioni. Le iscrizioni generate in laboratorio ( documenti, numeri, tabelle) che si concretano in 15 proposizioni, sono successivamente trasformate in fatti. L’interfaccia ci permette di collegare il laboratorio al suo esterno è il PAPER. Grazie ad esso i fatti costruiti in laboratorio vengono analizzati in m0odo da valere presso differenti contesti, con altri laboratori e scienziati. Così i fatti scientifici si stabilizzano e diventano vere e proprie conoscenze sociali. Adesso si sostiene che sia nella FISICA CLASSICA che nella nuova SCIENZA non si ha a che fare cole reale ma con dei modelli ideali e quindi tra le 2 esistono diversi tipi di reazioni. IL COSTRUTTIVISMO E LA DISSOLUZIONE DELLA REALTA’ Il costruttivismo è un approccio generale che si estrinseca in diversi campi di indagine ( in particolare in sociologia, psicologia e nelle scienze dell’educazione) e qui appunto la conoscenza scientifica rappresenta una costruzione degli scienziati. Ciò significa spostare l’interesse cognitivo dall’oggetto al soggetto, dalla realtà ontologicamente data alla realtà socialmente costruita. Per KUKLA si possono distinguere 3 forme di costruttivismo: 1) COSTRUTTIVISMO SCIENTIFICO ( tutti i fatti scientifici sono costruiti) 2) COSTRUTTIVISMO FORTE ( i fatti a nostra disposizione e non solo quelli scientifici sono costruiti) 3) COSTRUTTIVISMO FORTISSIMO ( sostiene che non esiste una realtà indipendente dal soggetto) L’APPROCCIO FEMMINISTA ALLA SCIENZA Anche alla cultura femminista sono interessati i problemi che riguardano la scienza. La critica femminista considera la scienza non un’impresa intellettuale neutrale indipendente rispetto alla società ma profondamente influenzata da essa. Gran parte della letteratura femminista si è dedicata a documentare il modo in cui le discriminazioni di genere abbiano escluso le donne della ricerca scientifica e teorica. E quando le donne riescono a superare gli innumerevoli ostacoli, non son0o trattate in modo paritario nelle istituzioni accademiche. La critica femminista è poi rivolta agli assunti ontologici e filosofici che stanno alla base della nascita della scienza. Infine vi è una critica di fondo dei metodi e delle procedure della scienza, del modo in cui si rapporta con l’esperienza. Il concetto di RAZIONALITA’ è stato sempre associato alla mascolinità, riservando invece alla femminilità il campo del sentimento delle emozioni, delle intuizioni. Tuttavia a partire dagli anni 70, studi più accurati hanno dimostrato che le femmine sono in grado di manipolare il comportamento dei maschi e quindi anche di influenzare il comportamento sessuale. Nella teoria dell’evoluzione di Darwin lo sviluppo evolutivo viene attribuito all’attività degli uomini, che avrebbero sviluppato per difendere donne e bambini finendo così per divenire intellettualmente superiori alle donne. Ma tale punto di vista è stato contestato: si sosteneva successivamente che sono state le donne a rappresentare l’innovazione e a sollecitare lo sviluppo dell’intelligenza. BACONE considera la NATURA simile alla donna; dunque da violare e sottomettere. La SCIENZA veniva pertanto intesa come un’impresa prettamente maschile che legittimava ad un tempo sia il saccheggio della natura sia la sottomissione delle donne. Per FOX KELLER la SCIENZA è il prodotto dei soli uomini bianchi appartenenti alle classi medie. Inoltre nel 1664 la ROYAL SOCIETY di Londra richiede una vera e propria FILOSOFIA MASCHILE e rimuove la concezione materna della natura. Inoltre all’immagine RIDUZIONISTA E MECCANICISTA della natura propria della scienza, il femminismo contrappone una visione olistica ed ecologica in cui vengono superati i ristretti limiti del laboratorio e del concetto di verifica. Si tratta di un processo vitale e creativo tipico della femminilità che si riassume nel concetto di TERRA-MADRE. Possiamo poi, distinguere 3 diverse TIPOLOGIE DI CRITICHE FEMMINISTE ALLA SCIENZA: 1) La prima è il cosiddetto EMPIRISMO FEMMINISTA SPONTANEO e consiste nella critica dei pregiudizi e degli aspetti problematici che riguardano la pratica scientifica. Si vuole favorire una più rigorosa applicazione della metodologia scientifica. 2) La seconda tipologia viene definita EMPIRISMO FEMMINISTA FILOSOFICO e consiste nel tentativo di migliorare i tradizionali ideali sulla conoscenza scientifica. 3) La terza è definita EPISTEMOLOGIA FEMMINISTA RADICALE suddivisa a sua volta in 2 varianti: 17 -IL POSTMODERNISMO FEMMINISTA dove si sottolinea come la differenza di genere, di gruppo etnico incida in modo notevole su come si percepisce il mondo. - l’approccio dell’EPISTEMOLOGIA DEL PUNTO DI VISTA che sottolinea il carattere situato di ogni ricercatore o scienziato. Negli anni 70nasce un rinnovato programma di sociologia della conoscenza scientifica ( SOCIOLOGY OF SCIENTIFIC KWOLEDGE) che cerca di riprendere gli elementi della sociologia di Merton, per dar vita a un programma forte. Lui afferma che le persone producono conoscenza sulla base della conoscenza eredita nell’ambito della propria cultura inoltre il ruolo di prestrutturare e non precludere la scelta dello scienziato. Si individuano dei principi metodologici che devono guidare l’analisi sociologica della conoscenza scientifica. Quindi l’analisi deve essere CAUSALE interessata alle cause che producono conoscenza; IMPARZIALE rispetto alla verità o falsità, successo o fallimento; SIMMETRICA nel tipo di spiegazione. Gli stessi tipi di causa devono spiegare le credenze vere o false. Secondo BLOOR l’attività e la conoscenza scientifica si ricollegano all’ESPERIENZA SOCIALIZZATA( pubblica, ripetibile e impersonale ) e non si basa invece sull’OSSERVAZIONE SPERIMENTALE BRUTA. Mettendo in evidenza tutti questi progressi si viene a sviluppare quel campo di ricerche che prende il nome di SCIENCE AND TECHNOLOGICAL STUDIES. A ciò si ricollega la nascita della tecnologia. Successivamente si da avvio a un altro programma denominato SOCIAL CONSTRUCTION OF TECHNOLOGY. I suoi sostenitori rifiutano il determinismo tecnologico o meglio 2 tesi fondamentali: 1) Quella che lo sviluppo tecnologico avviene indipendentemente dai fattori economici e politici. 2) Quella che sostiene che il cambiamento tecnologico porta al cambiamento sociale. Adesso si ha una visione ottimistica della tecnologia sia da parte della destra conservatrice sia da parte della sinistra marxista. LA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA si è affermata come disciplina autonoma nella metà del 900 come un’ulteriore specificazione della SOCIOLOGIA DELLA CONOSCENZA e mirava a indagare i rapporti tra la società e la conoscenza scientifica. Il fondatore di tale disciplina è MERTON. Lui vedeva la sociologia come una disciplina autonoma di impianto struttural-funzionalista. Poi vede la SCIENZA come un sottosistema sociale che si rapporta al resto della società ma che presenta sempre una propria autonomia. Essa è fondata su 4 norme: UNIVERSALISMO sottolinea le convinzioni e i valori del singolo scienziato; COMUNISMO sottolinea il carattere pubblico delle idee scientifiche; DISINTERESSE mette in evidenza come gli scienziati debbano lavorare non per il proprio profitto ma a beneficio della comune ricerca. Infine SCETTICISMO ORGANIZZATO è la disponibilità della comunità scientifica di sottoporre a critiche sistematiche le proposte avanzate al suo interno. L’UNICA RICOMPENSA che spetta allo SCIENZIATO nella sua dedizione alla scienza è il RICONOSCIMENTO. 19