IL NOCCIOLO Corylus avellana
Il nocciolo o avellano è un albero o un grosso arbusto cespuglioso ben noto fin da tempi assai remoti per i suoi frutti
commestibili , le nocciole .
Originario dell' Asia Minore fu portato in Italia dai Greci.
Le foglie, dal breve picciolo e da margini dentati sono ovali o quasi rotonde, verde cupo sopra, più chiare e pelose
sotto.
I fiori maschili, piccoli e insignificanti, formano lunghe infiorescenze (amenti o gattini ) che pendono dall' estremità
dei rametti ; essi compaiono a fine estate, mentre quelli femminili sbocciano solo a fine dell' inverno e si riconoscono
per i lunghi stili rossi.
Il frutto, ovale e appuntito, allungato o quasi sferico, ha un guscio legnoso e molto duro, bruno rossiccio, e una
"cupola" fogliacea verde e pelosa che lo avvolge in parte o totalmente. Il guscio racchiude un seme carnoso, ricco di
grassi e di proteine, nutriente e di buon sapore, avvolto da una pellicina rossastra.
Le nocciole si raccolgono a partire da agosto a mano o con lo scuotimento dei rami più alti; in alcune zone si pratica la
bacchiatura che può provocare la rottura dei rami e lesioni che facilitano l' insorgere di malattie. Liberate dalla cupola,
le nocciole si lasciano asciugare bene e si conservano poi in magazzino. Oltre che per il consumo diretto come frutta
secca, sono molto utilizzate dall' industria dolciaria per fare confetti, torroni, cioccolata, ecc. L'olio che se ne ricava per
spremiture è commestibile, ma è usato soprattutto come lubrificante e per fare saponi e cosmetici.
Il nocciolo si moltiplica estirpando in autunno giovani polloni ( cioè getti robusti provvisti di radici) e trapiantandoli.
Le piante cominciano a dare produzioni elevate verso il decimo anno e continuano poi per almeno altri dieci .
Esso viene coltivati in climi diversi : preferisce però il clima temperato, mite e fresco, e vegeta bene nelle zone del
castagno e nei terreni di origine vulcanica.
Il nocciolo è una dicotiledone che appartiene alla famiglia delle corilacee.
L'ACACIA Robinia pseudoacacia
Originaria della parte orientale del Nord America, la robinia da tempo è stata piantata in Europa come albero
ornamentale per la bellezza della sua fioritura in parchi e giardini.Ben presto è sfuggita alla coltivazione,
naturalizzandosi in tutta Europa in zone a clima sufficientemente caldo. La sua larga diffusione è favorita dalla
presenza di stoloni basali e da una ricca disseminazione spontanea. Viene così a formare boscaglie dense in
competizione con le specie arboree spontanee su cui prende il sopravvento.
Cresce bene su suoli sabbiosi e spesso viene usata per stabilizzare il terreno.
Raggiunge un' altezza di 30 metri.
La chioma è irregolare ed aperta, con i rami ritorti e il tronco solcato e nodoso. La corteccia è liscia e bruna negli
alberi giovani, diventa poi di un grigio opaco e ruvida, con una rete di profonde fratture longitudinali che aumentano
con l'età. I rami giovani sono di un rosso scuro, ciascuno con un paio di corte spine alla base. Le gemme sono piccole
e nascoste dai piccioli fogliari fino all' autunno. Le foglie sono composte imparipennate di 13-15 foglioline
picciolettate; i fiori sono infiorescenze a grappoli di 10-25 cm formate da 15-25 fiori papilionati bianchi profumati che
fioriscono a maggio-giugno; i frutti sono legumi pendenti bruni di 5-10 cm.
Il legno viene impiegato nella falegnameria ed è un buon combustibile, foglie e corteccia sono tintorie, i fiori sono
usati in cucina per dolci e infusi, ed il miele prodotto dalle api è pregiato perché con il tempo non cristallizza. I semi
sono molto duri e si usano per rosari e collane.
Le sue parti vanno usate con prudenza perché è tossica particolarmente semi, corteccia , radici
L'ACERO Acer campestre L.
L'altezza di questo albero può variare dai 15-20 metri di altezza, fino a un massimo di 40 metri.
La chioma è globosa; il tronco breve, ramificato e talvolta inclinato; la corteccia è di colore bruno, solcata a placche.
Grazie al suo esteso e ricco apparato radicale che gli permette di abbarbicarsi saldamente l'acero di monte o sicomoro è
particolarmente adatto a colonizzare pendici scoscese, versanti con substrato roccioso intensamente fratturato e
soprattutto colate di detriti con massi e blocchi rocciosi anche non ben stabilizzati.
Il suo legno è usato per la fabbricazione di mobili, mentre le foglie sono considerate un ottimo foraggio per pecore e
capre. La corteccia dei rami più giovani viene utilizzata anche in erboristeria per le sue proprietà astringenti intestinali.
Quando l'acero di monte cresce in ambienti meno aspri contribuisce con il suo fogliame a formare una spessa lettiera in
cui prosperano numerosi funghi. In questa lettiera sono comuni gli Isopodi, forse meglio conosciuti come oniscidi od
anche pidocchi del legno.
Ha il fogliame deciduo con foglie semplici, di 8-10 cm., lobate a 5 (3) lobi ottusi. Hanno picciuolo con inserzioni
opposte; il colore di queste foglie in autunno è giallo.
I fiori hanno infiorescenze a corimbo erette, di più o meno di 10 fiori, ciascuno con 5 sepali e 5 petali simili, di colore
giallo-verdi; fiorisce ad aprile-maggio, durante la fogliazione; i frutti sono disamare di 5-6 cm. con ali perpendicolari al
peduncolo.
E' generalmente sparso in tutta Italia e sulle Alpi arriva sino a quasi 2 mila metri di quota. Vive spesso sparso od in
piccoli gruppi, ma anche in associazioni con faggio, frassino e tiglio.
Specialmente nelle foreste miste gli aceri montani sono frequentati dal picchio muratore. Il picchio muratore si procura
il cibo, costituito da una grande quantità di artropodi. Tra gli insetti, le prede più comuni sono i coleotteri Curculionidi
ma anche ditteri e larve di varie specie.