Diocesi di Bergamo Ufficio per l’Insegnamento della Religione Cattolica Formazione Insegnanti specialisti della scuola primaria e della scuola dell’infanzia Istituto Suore Sacra Famiglia – Comonte di Seriate - 29-30-31 agosto 2016 “Cosa faceva Dio Padre, mentre il proprio Figlio moriva sulla croce?” Ritornando sul Golgota don Mario Della Giovanna Approfondimenti per la progettazione dell’unità di apprendimento. Mappa concettuale. Argomento e Titolo Sviluppare la capacità critica su ciò che umano e disumano. 1. Livello antropologico-esistenziale: le posizioni culturali in atto. 2. Livello etico: il fondamento etico (le ragioni e i criteri delle scelte etiche) e il suo riconoscimento nella libertà. Le ragioni del Senso etico umanamente ricco Senso etico parziale e/o equivoco 3. Domanda religiosa, risposta delle religioni, risposte “equivoche” cristiane “E Dio in rapporto alla sofferenza dell’uomo?” A parità di interrogativo, l’orizzonte dell’esperienza cristiana porta a riproporre l’interrogativo di partenza, ri-scrivendolo nel contesto ebraico: 4. Fonti di A.T. --------------conoscenza Testi scelti disciplinari Irc Focus Il Dio dell’Alleanza: non un essere estraneo, fantastico, magico, ma Colui che è coinvolto, vicino, interessato, presente nella storia. È coinvolgimento personale, è il Dio toccato dagli eventi storici, non è un Dio neutrale. Gn 8 Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo: «Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. 21 Es 3 7 Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. 9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Gb 42 7 Dopo che il Signore ebbe rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz di Teman: «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe. 8 Prendete dunque sette giovenchi e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi e io, per riguardo a lui, non punirò la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe». 1 “E Dio in rapporto alla sofferenza dell’uomo?” A parità di interrogativo, l’orizzonte dell’esperienza cristiana porta a riproporre l’interrogativo di partenza, ri-scrivendolo nel contesto cristiano: Gesù e N.T. ------- Testi scelti Brani della passione di Gesù Rm 8,33-39 Rm 14,7 Focus Il Golgota quale luogo rivelativo di Dio: che cosa significa il Cristo crocifisso per Dio stesso? Dio non solo partecipa alla storia umana, nella certezza che gli eventi del mondo lo riguardano, ma partecipando con - e - nel Figlio, in virtù dell'evento della croce noi apparteniamo a Dio Padre, a Dio Figlio, nella forza dello Spirito. Soltanto dopo aver compreso ciò che sulla croce si è verificato tra Gesù e suo Padre, essa potrà anche parlare di chi sia questo Dio per le persone che soffrono e che protestano nella storia del mondo. “Cosa faceva Dio Padre, mentre il proprio Figlio moriva sulla croce?” Uno sguardo ai testi biblici … Al Giordano: Mt 3,13 Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare … 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Mc 1,9 Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Lc 3,21 Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Al Tabor Mt 17,5 Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Mc 9,7 Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Lc 9,34 Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. 2 Sul Golgota E’ determinante per la comprensione del cristianesimo ritornare sul Golgota, quale luogo della Rivelazione di Dio Padre, auto-manifestazione di Dio in Cristo Gesù Signore. Dal vangelo secondo Matteo Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: « Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». Dal vangelo secondo Marco Dal vangelo secondo Luca Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo. Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. 3 Dal vangelo secondo Giovanni Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: « Ho sete ». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò. Dio Padre non fece nulla. Quale Dio si è rivelato e si è fatto conoscere sulla croce di Gesù? Dio non ha agito, si è tirato indietro, ha lasciato fare? Perché è rimasto silenzioso? Lo ha dimenticato? Era assente? Chi quel Dio che lascia morire suo Figlio in quella maniera? Cosa sappiamo di Dio prescindendo dal Golgota luogo della Rivelazione di Dio nel Figlio suo? Quando la domanda si articola nella formula: “Perché Dio non interviene, non fa il miracolo?” soggiace un orizzonte di risposta che interpreta Dio in un certo modo. A volte questa concezione di Dio ha trovato la spinta, pur essendo ben altro il valore teologico, nel catechismo popolare. 1. Il catechismo di Pio X: Dio è l'essere perfettissimo … "Il credo ci insegna che vi è un Dio solo, che è onnipotente e ha creato tutte le cose. E' la prima persona della Trinità perché non procede da altra persone. Onnipotente significa che può fare tutto quello che vuole, quantunque non possa né peccare né morire, perché il poter peccare o morire non è effetto di potenza, ma di debolezza, che non può essere in Dio, il quale è perfettissimo …" L'essere divino è eterno, originario, indivisibile, immutabile … La natura divina è stabile, immortale, immutabile, incapace di sofferenza. La conoscenza di Dio avviene dalle opere visibili di Dio per risalire alla natura invisibile divina: l'essere, causa prima, primum movens, ens per se necessarium, maxime ens: et hoc omnes intelligunt Deum… E' conoscere Dio nella sublimità vagheggiata da un uomo che cerca Dio… 2. Gli uomini in genere, hanno un incredibile bisogno religioso: sentendosi finiti, minacciati, mortali col termine “Dio” si rappresentano una onnipotenza superiore, e desiderano ciò da cui vorrebbero ricavare le proprie sicurezze, protezioni, garanzie di successo, soddisfazione di bisogni personali e sociali. Non troviamo modello di proiezione religiosa. Dio è potente e onnipotente = valido riparo all'uomo impotente Dio non può patire = valido riparo all'uomo che patisce Dio non può essere debole = valido riparo all'uomo debole Dio può tutto. Dio decide tutto. Dio è tutto. Dio è perfetto da ogni punto di vista, “ciò al di là del quale non è possibile pensare alcunchè di più grande”. Dio poi è il responsabile di tutto, di ogni cosa, onore e onere. 3. Gesù ha sofferto solo in apparenza, non in realtà: posizione docetista. Il blocco intellettuale che qui scattava traeva origine dal concetto filosofico di Dio: un Dio che al pari di tutte le creature, fosse soggetto alla sofferenza non sarebbe "Dio". Cristo può aver sofferto "secondo la carne", nella sua natura umana. "Chi ritiene che Cristo sia stato sopraffatto dalla paura, dalla debolezza, costui nega la confessione della sua divinità" (Cirillo). 4 Il morire di Gesù è un interrogativo aperto su Dio. Chi è Dio Padre? “Voi lo avete crocifisso, ma Dio lo ha risuscitato” Il Kèrygma ( = annuncio) pasquale: Non croce e resurrezione, ma la risurrezione del Crocifisso! Atti 2,22 Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, 23 dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. 24 Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Atti 3,14 voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino 15 e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l’ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. At 4,10 la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso ma che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo. Un nuovo messaggio qualificante Dio stesso, una nuova rivelazione di Dio: Dio è colui che risuscita dai morti, è colui che ha resuscitato Gesù dalla morte di croce e l'ha introdotto nella Sua gloria. È un operare storico di Dio. Se nella resurrezione Dio è in azione, nella crocifissione Dio è in passione. E’ in passione nella forma della consegna: Rom 8, 31 Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32 Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Dio Padre si rivela nella consegna del Dio Figlio Gesù e nella sua passione e morte. Nella passione di Dio Figlio è Dio Padre stesso che soffre il dolore dell'abbandono. Nella morte di Dio Figlio incontra la morte Dio stesso: Dio Padre subisce la morte del Figlio. Dio Padre si rivela nella consegna del Dio Figlio Gesù e nella sua passione e morte. Non possiamo dire chi sia Dio in sé e per sé, ma soltanto chi egli sia per noi nella storia di Gesù Cristo. Dio Padre consegna il proprio Dio Figlio alla croce, per diventare il Padre-che-consegna. Consegnando il Figlio, il Padre si consegna, benché non alla stessa maniera. Nella passione del Figlio è il Padre stesso che soffre il dolore dell’abbandono, soffre la morte del Figlio nel dolore senza fine dell'amore. Il Padre subisce la morte del Figlio. Il Figlio soffre l’agonia della croce, dell'incomprensione e del rifiuto degli uomini, il Padre soffre la morte del Figlio. Nella morte del Figlio soffre la morte del suo essere-Padre. Sulla croce Dio Padre e Dio Figlio sono separati nel modo più profondo nell’abbandono e al medesimo tempo uniti nel modo più intimo nella consegna. Ciò che scaturisce da questo avvenimento che coinvolge Dio Padre e Dio Figlio è Dio Spirito Santo che giustifica gli empi, colma del suo amore gli abbandonati e vivifica pure i morti (Credo lo Spirito Santo che è Signore e 5 dà la Vita…). Perché nemmeno il morire può venire escluso da quell’avvenimento della croce, ma è assunto nella morte in Dio-Trinità. Abbiamo dunque interpretato la morte di Gesù non come un avvenimento umano-divino, bensì come un avvenimento trinitario, verificatosi tra Dio Figlio, Dio Padre e Dio Santo Spirito, nel loro reciproco rapporto. È la sola riflessione capace di percepire in tutta la sua pregnanza il significato della croce di Cristo. Mc 15,37 Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38 Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Mt 27,50 E Gesù, emesso un alto grido, spirò. 51 Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 52 i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. 53 E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Lc23,44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Dio Padre agisce nella maniera del patire e del morire, perché coloro che patiscono e che muoiono trovino vita e libertà. 2Cor 5,19 E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Considerando il significato che la morte di Gesù viene ad assumere per Dio stesso, siamo giunti alle tensioni trinitarie ed alle relazioni esistenti in Dio, e a parlare del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Questo significa che l'avvenimento della croce va compreso trinitariamente e in termini personali, all'interno dell'essere stesso di Dio. Questa "rivoluzione del concetto di Dio" ci è rivelata dal Crocifisso. La Cristologia deve partire dall’aspetto unitario e globale della persona di Cristo e cogliere la morte del Figlio nella relazione che lo stringe al Padre ed allo Spirito - è il Figlio che sulla croce patisce e muore - il Padre soffre con lui, ma non alla stessa maniera - ci viene resa manifesta la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio La morte di Gesù non può essere compresa come "morte DI DIO", ma soltanto "come "morte IN DIO". Il vero Dio non lo si conosce dalla potenza e gloria, ma dalla sua impotenza e agonia sofferte sul legno della croce di Gesù. L'avvenimento della croce è un rivolgimento in Dio stesso: questo si traduce cristianamente in una formula molto semplice, la quale però contraddice ogni possibile idea di Dio derivata dalla metafisica o dalla storia del mondo. "Dio è amore". Dio Padre con il suo proprio essere era attivo e sofferente durante l'agonia di Gesù. Dio Padre si manifesta in un uomo impotente, consegnato alla morte ignobile della croce. 6 Un Dio incapace di sofferenza è un essere incapace di partecipazione, è cioè esente dal dolore e dall’ingiustizia. Chi non soffre, non ama: è apatico. Dio Padre non se ne sta fuori dal raggio della sofferenza, dolore e morte. Egli è personalmente coinvolto. Questo pathos dipende dalla libertà volontà, è il risultato di una decisione: dall’apatia alla simpatia. L'immaginazione umana è sempre incline ad associare l'idea di Dio con POTENZA, la maestà infinità, onnipotenza e perfezione. E Quali conseguenze sul vivere dei cristiani? Dio non solo partecipa alla storia umana, nella certezza che gli eventi del mondo lo riguardano, ma partecipando con - e - nel Figlio, in virtù dell'evento della croce noi apparteniamo a Dio Padre, a Dio Figlio, nella forza dello Spirito. Rm 8,33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. 34 Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? 35 Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36… 37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38 Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39 né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. Rm 14,7 Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, 8 perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. 9 Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Non c'è la morte e la sofferenza senza la comunione con LUI, il Dio- Trinità.. Ha preso la sofferenza con sè e gli ha dato un senso. Dio soffre con noi quando l'amore soffre. Gesù Cristo, ci ha resi partecipi di questo GRANDE AMORE TRINITARIO. Così non si prega semplicemente Dio, ma si prega in Dio. Per mezzo del Figlio si prega il Padre nello Spirito. Nella fraternità di Gesù l'orante trova accesso alla paternità di suo Padre e riceve lo Spirito della speranza. La persona che soffre a dismisura inizia sempre col credere di essere abbandonata da Dio: grida verso quel Dio che le si mostra enigmatico e incomprensibile e così facendo grida in sintonia con il grido del Crocifisso, il Figlio di Dio agonizzante. La fede, che scaturisce dalla croce, non risolve il problema della sofferenza e nemmeno si irrigidisce in puri atteggiamenti di protesta. Quando soffriamo perchè amiamo è Dio stesso che soffre in noi. 7 Se egli ha patito la morte di Gesù, e così ha dimostrato la forza del suo amore, anche gli uomini credenti possono trovare la forza di rimanere nell’Amore: è la vita nello Spirito. Lo Spirito, l’Amore si apre all’intera umanità abbandonata per la nuova creazione. Questo Spirito lo riceve chi crede e che ama come anticipazione. Per mezzo dell’abbandono di Cristo, gli uomini abbandonati hanno già fatto il loro ingresso nella storia divina e che noi viviamo in Dio. Dio è in noi, Dio soffre in noi quando l’amore soffre: noi prendiamo parte del processo storico e trinitario di Dio. E come partecipiamo attivamente della sofferenza di Dio, così partecipiamo anche alla sua gioia, quando amiamo, preghiamo e speriamo. La nostra storia nella storia di Dio Cristo sulla croce sperimenta un inferno di isolamento e di abbandono che in questa misura non dovrà più essere patito dai credenti: egli apre la strada e coloro che lo seguono, camminano in un sentiero già tracciato. Il suo seguace sperimenta la morte e l’inferno nella comunione con Lui Questo amore è follia e scandalo… Non imporrà né amore né contraccambio all'amore. E' l'amore per i non-uomini che non amano e non sono amati. Quando sperimento nella croce di Cristo l'amore di Dio per gli empi e per i nemici, il credente viene trasposto nella vita interiore di Dio stesso. La fede sperimenta nel soffrire di Cristo un amore di Dio completamente diverso, quell'amore che ama il totalmente altro, che è peccaminoso, malvagio,stolto, debole, odioso, per renderlo buono, sapiente, bello, giusto… Gli uomini vanno da Dio nella loro miseria, implorano aiuto, chiedono felicità e pane, salvezza dalla malattia, dalla colpa e dalla morte. Così fan tutti, cristiani e pagani. Gli uomini vanno da Dio nella Sua miseria, Lo trovano povero, ingiuriato, senza tetto e senza pane, lo vedono inghiottito dal peccato, dalla debolezza e dalla morte. I cristiani stanno con Dio nel Suo soffrire. Dio va da tutti gli uomini nella loro miseria, sazia il corpo e l'anima con il Suo pane, muore per i cristiani e per i pagani con la morte di Croce, e perdona ad entrambi. Bonhoeffer 8 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Mc Salmo 22 Il paradosso è estremo. L'esperienza di abbandono è nello stesso tempo affermata (abbandono nelle mani dei nemici) e negata (Dio MIO ): il grido è un'invocazione che proclama la presenza di Colui che sembra assente. Proprio in tale tensione la relazione sussiste. Si vuole affermare che Dio si separa da suo Figlio? Citazione dal salmo 22 17 Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, 18 posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: 19 si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte. 2 «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento. 3 Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo. 4… 5 In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati; 6 a te gridarono e furono salvati, sperando in te non rimasero delusi. 20 Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. 21 Scampami dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita. 22 Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei bufali. 23... 7 Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. 8 Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: 9 «Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico». 10… 24 Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele; 25 perché egli non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del misero, non gli ha nascosto il suo volto, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito. 11 Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. 12 Da me non stare lontano, poiché l'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta. 26 Sei tu la mia lode nella grande assemblea, 13… scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. 14 Spalancano contro di me la loro bocca come leone 27 … 28 … 29.. 30… che sbrana e ruggisce. 15 Come acqua sono versato, sono slogate tutte le E io vivrò per lui, 31 lo servirà la mia discendenza. mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo Si parlerà del Signore alla generazione che viene; alle mie viscere. 32 annunzieranno la sua giustizia; 16 E' arido come un coccio il mio palato, la mia lingua al popolo che nascerà diranno: si è incollata alla gola, su polvere di morte mi hai «Ecco l'opera del Signore!». deposto. Il salmista inizia la preghiera con un grido di disperazione, ma è un salmo di grande speranza e certezza. L'evangelista si sarebbe accontentato del primo versetto, lasciando che nel lettore la familiarità con le scritture, risuonasse poi l'intero salmo. "Un grido di vera angoscia, ma non di disperazione". 9 Padre nelle tue mani affido il mio spirito. Lc. Salmo 31 E' la preghiera del Giusto: nell'ora delle potenze delle tenebre Gesù affronta il combattimento non nella maniera dei violenti, ma nella dolcezza del giusto: accoglie Giuda il traditore guarda Pietro che l'ha appena rinnegato sta in silenzio di fronte ad Erode prega per i carnefici promette il paradiso al buon ladrone La violenza di cui è vittima si scontra con questa dolcezza non-violenza che dissolve la durezza dei malvagi. Dal salmo 31 2 In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami. 15 Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, 16 nelle tue mani sono i miei giorni». Liberami dalla mano dei miei nemici, dalla stretta dei miei persecutori: 17 fà splendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua misericordia. 3 Porgi a me l'orecchio, vieni presto a liberarmi. Sii per me la rupe che mi accoglie, la cinta di riparo che mi salva. 4 Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, per il tuo nome dirigi i miei passi. 5 Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. 18 Signore, ch'io non resti confuso, perché ti ho invocato; siano confusi gli empi, tacciano negli inferi. 19 … 20 Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, ne ricolmi chi in te si rifugia davanti agli occhi di tutti. 21… 22 Benedetto il Signore, che ha fatto per me meraviglie di grazia in una fortezza inaccessibile. 23 Io dicevo nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza». Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto. 6 Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. 7 Tu detesti chi serve idoli falsi, ma io ho fede nel Signore. 8… 9 non mi hai consegnato nelle mani del nemico, hai guidato al largo i miei passi. 10 Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno;… 11 … 12… 13 Sono caduto in oblio come un morto, sono divenuto un rifiuto. 14 Se odo la calunnia di molti, il terrore mi circonda; quando insieme contro di me congiurano, tramano di togliermi la vita. Ho sete 24 Amate il Signore, voi tutti suoi santi; il Signore protegge i suoi fedeli e ripaga oltre misura l'orgoglioso. 25 Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel Signore. Tutto è compiuto Gv.: salmo 63 10 Il discepolo viene coinvolto da Gesù nel cammino possente, sovrano, trionfale che lo conduce alla croce, sul trono. Gesù si sente sempre impegnato a compiere l'opera che il Padre gli ha affidato e che deve portare a buon fine 4, 34 Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 5, 36 Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 17,4 Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 5 E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Gesù ha sete di compiere l'ultimo atto che porta a termine e al suo fine l'opera affidatagli dal Padre. Is 55, 10 Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Il "Tutto è compiuto" si presenta come una proclamazione di vittoria. Il "servizio" richiesto è compiuto. 2 O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua. 3 Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria. 4 Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode. 7 Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, 8 a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all'ombra delle tue ali. 9 A te si stringe l'anima mia e la forza della tua destra mi sostiene. 10 Ma quelli che attentano alla mia vita scenderanno nel profondo della terra, 11 saranno dati in potere alla spada, diverranno preda di sciacalli. 12 Il re gioirà in Dio, si glorierà chi giura per lui, perché ai mentitori verrà chiusa la bocca. 5 Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani. 6 Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. Gesù ha sete di realizzare l'opera del Padre e con ciò di portare a compimento l'intera scrittura. La ricerca dl significato 11 Gesù è morto su una croce: viene consegnato agli uomini, conserva fino al termine la sua relazione con il "suo " Dio. Gesù è morto lanciando un forte grido e proferendo una parola. L'equivoco dei presenti, equivoco storico: perché avrebbero dovuto aggiungere un tale particolare? Elì, Elì… = Eloi ? Eliyah = Elia vieni Dal vangelo di Matteo cap.27,45 46 Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: « Elì, Elì, lemà sabactàni?»… 47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 49 Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50 E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Elia' ta' = Elia vieni! Ta' imperativo del verbo 'ata Marana ta' Elì attàh = Dio mio, sei tu! Il mio Dio sei tu! Mc Salmo 21,11 dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio Lc Salmo 31,15 Ma io confido in te, Signore, dico: Tu sei il mio Dio Gv Salmo 63,2 O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco. Gesù ha manifestato la propria fiducia fondamentale, l'alleanza col suo Dio non è rotta: il dialogo continua fino all'ultimo istante. La lamentazione, sempre presente nell'A.T., non si limita mai ad esprimere il dolore: il suo scopo è sempre la lode, poiché l'uomo sa che il Signore risponde. Quando compare. Essa termina sempre con un'azione di grazie. La struttura dei salmi di lamentazione: grido di angoscia fiducia lode universale: aspettare la liberazione da Dio Mc Gesù muore totalmente solo. L'abbandonato da Dio alla violenza dei nemici, alla vigliaccheria dei discepoli: per i primi cristiani perseguitati potevano trovare consolazione, convinti che il Dio fedele aveva liberato il Figlio su dalla morte. Non interpretabile come grido di disperazione… Lc Gesù è il Giusto che si abbandona a Dio. Non interpretabile come: per Lui non era difficile morire... 12