Diocesi di Bergamo
Ufficio per l’Insegnamento della Religione Cattolica
Formazione Insegnanti specialisti della scuola primaria e della scuola dell’infanzia
Istituto Suore Sacra Famiglia – Comonte di Seriate - 29-30-31 agosto 2016
“Cosa faceva Dio Padre, mentre il proprio Figlio moriva sulla croce?”
Ritornando sul Golgota
don Mario Della Giovanna
Approfondimenti per la progettazione dell’unità di apprendimento. Mappa concettuale.
Argomento e Titolo
Sviluppare la capacità critica su ciò che umano
e disumano.
1. Livello antropologico-esistenziale: le posizioni
culturali in atto.
2. Livello etico: il fondamento etico (le ragioni e i criteri
delle scelte etiche) e il suo riconoscimento nella libertà.
Le ragioni del Senso etico umanamente ricco
Senso etico parziale e/o equivoco
3. Domanda religiosa, risposta delle religioni, risposte
“equivoche” cristiane
“E Dio in rapporto alla sofferenza dell’uomo?”
A parità di interrogativo, l’orizzonte dell’esperienza cristiana porta a riproporre l’interrogativo di
partenza, ri-scrivendolo nel contesto ebraico:
4. Fonti di A.T. --------------conoscenza Testi scelti
disciplinari
Irc
Focus
Il Dio dell’Alleanza: non un essere estraneo, fantastico, magico, ma
Colui che è coinvolto, vicino, interessato, presente nella storia. È
coinvolgimento personale, è il Dio toccato dagli eventi storici, non è un
Dio neutrale.
Gn 8
Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo: «Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo,
perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni essere
vivente come ho fatto.
21
Es 3
7
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi
sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire
da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo
dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. 9Ecco, il grido degli Israeliti
è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal
faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!».
Gb 42
7
Dopo che il Signore ebbe rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz di Teman: «La mia ira si è accesa
contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe.
8
Prendete dunque sette giovenchi e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per
voi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi e io, per riguardo a lui, non punirò la vostra stoltezza, perché non
avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe».
1
“E Dio in rapporto alla sofferenza dell’uomo?”
A parità di interrogativo, l’orizzonte dell’esperienza cristiana porta a riproporre l’interrogativo di
partenza, ri-scrivendolo nel contesto cristiano:
Gesù e N.T. ------- Testi
scelti
Brani della passione di Gesù
Rm 8,33-39
Rm 14,7
Focus
Il Golgota quale luogo rivelativo di Dio: che cosa significa il Cristo
crocifisso per Dio stesso?
Dio non solo partecipa alla storia umana, nella certezza che gli eventi
del mondo lo riguardano, ma partecipando con - e - nel Figlio, in
virtù dell'evento della croce noi apparteniamo a Dio Padre, a Dio
Figlio, nella forza dello Spirito.
Soltanto dopo aver compreso ciò che sulla croce si è verificato tra
Gesù e suo Padre, essa potrà anche parlare di chi sia questo Dio per
le persone che soffrono e che protestano nella storia del mondo.
“Cosa faceva Dio Padre, mentre il proprio Figlio moriva sulla croce?”
Uno sguardo ai testi biblici …
Al Giordano:
Mt 3,13 Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare …
16 Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo
Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17 Ed ecco una voce dal
cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Mc 1,9 Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel
Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito
discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio,
l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Lc 3,21 Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il
battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma
corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te
ho posto il mio compiacimento».
Al Tabor
Mt 17,5 Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed
ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio
compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono
presi da grande timore.
Mc 9,7 Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è
il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più
nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Lc 9,34 Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella
nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto;
ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non
riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
2
Sul Golgota
E’ determinante per la comprensione del cristianesimo ritornare sul Golgota, quale luogo della
Rivelazione di Dio Padre, auto-manifestazione di Dio in Cristo Gesù Signore.
Dal vangelo
secondo Matteo
Da mezzogiorno fino alle
tre del pomeriggio si fece
buio su tutta la terra.
Verso le tre, Gesù gridò a
gran voce: « Elì, Elì, lemà
sabactàni?», che significa:
« Dio mio, Dio mio,
perché mi hai
abbandonato?».
Udendo questo, alcuni dei
presenti dicevano:
«Costui chiama Elia».
Dal vangelo
secondo Marco
Dal vangelo
secondo Luca
Venuto mezzogiorno, si
fece buio su tutta la
terra, fino alle tre del
pomeriggio.
Era verso
mezzogiorno, quando
il sole si eclissò e si
fece buio su tutta la
terra fino alle tre del
pomeriggio.
Alle tre Gesù gridò con
voce forte: Eloì, Eloì,
lemà sabactàni?, che
significa: Dio mio, Dio
mio, perché mi hai
abbandonato?
Il velo del tempio si
squarciò nel mezzo.
Gesù, gridando a gran
voce, disse: «Padre,
nelle tue mani
consegno il mio
spirito».
Alcuni dei presenti,
udito ciò, dicevano:
«Ecco, chiama Elia!».
E subito uno di loro corse
a prendere una spugna e,
imbevutala di aceto, la
fissò su una canna e così
gli dava da bere. Gli altri
dicevano: «Lascia,
vediamo se viene Elia a
salvarlo!».
Uno corse a inzuppare
di aceto una spugna e,
postala su una canna,
gli dava da bere,
dicendo: «Aspettate,
vediamo se viene Elia a
toglierlo dalla croce».
E Gesù, emesso un alto
grido, spirò.
Ma Gesù, dando un
forte grido, spirò.
Ed ecco il velo del tempio
si squarciò in due da cima
a fondo.
Il velo del tempio si
squarciò in due,
dall'alto in basso.
Il centurione e quelli che
con lui facevano la
guardia a Gesù, sentito il
terremoto e visto quel
che succedeva, furono
presi da grande timore e
dicevano: «Davvero
costui era Figlio di Dio!».
Allora il centurione
che gli stava di
fronte, vistolo spirare
in quel modo, disse:
«Veramente
quest'uomo era Figlio
di Dio!».
Detto questo spirò.
Visto ciò che era
accaduto, il
centurione glorificava
Dio: «Veramente
quest'uomo era
giusto».
Anche tutte le folle
che erano accorse a
questo spettacolo,
ripensando a quanto
era accaduto, se ne
tornavano
percuotendosi il
petto.
3
Dal vangelo
secondo Giovanni
Dopo questo, Gesù,
sapendo che ogni
cosa era stata ormai
compiuta, disse per
adempiere la
Scrittura:
« Ho sete ».
Vi era lì un vaso
pieno d'aceto; posero
perciò una spugna
imbevuta di aceto in
cima a una canna e
gliela accostarono
alla bocca.
E dopo aver ricevuto
l'aceto, Gesù disse:
«Tutto è
compiuto!». E,
chinato il capo, spirò.
Dio Padre non fece nulla.
Quale Dio si è rivelato e si è fatto conoscere sulla croce di Gesù?





Dio non ha agito, si è tirato indietro, ha lasciato fare?
Perché è rimasto silenzioso?
Lo ha dimenticato?
Era assente?
Chi quel Dio che lascia morire suo Figlio in quella maniera?
Cosa sappiamo di Dio prescindendo dal Golgota
luogo della Rivelazione di Dio nel Figlio suo?
Quando la domanda si articola nella formula: “Perché Dio non interviene, non fa il miracolo?”
soggiace un orizzonte di risposta che interpreta Dio in un certo modo.
A volte questa concezione di Dio ha trovato la spinta, pur essendo ben altro il valore teologico, nel
catechismo popolare.
1.
Il catechismo di Pio X: Dio è l'essere perfettissimo …
"Il credo ci insegna che vi è un Dio solo, che è onnipotente e ha creato tutte le cose.
E' la prima persona della Trinità perché non procede da altra persone.
Onnipotente significa che può fare tutto quello che vuole, quantunque non possa né
peccare né morire, perché il poter peccare o morire non è effetto di potenza, ma di
debolezza, che non può essere in Dio, il quale è perfettissimo …"
L'essere divino è eterno, originario, indivisibile, immutabile …
La natura divina è stabile, immortale, immutabile, incapace di sofferenza.
La conoscenza di Dio avviene dalle opere visibili di Dio per risalire alla natura invisibile
divina: l'essere, causa prima, primum movens, ens per se necessarium, maxime ens: et hoc omnes
intelligunt Deum… E' conoscere Dio nella sublimità vagheggiata da un uomo che cerca Dio…
2.
Gli uomini in genere, hanno un incredibile bisogno religioso: sentendosi finiti, minacciati,
mortali col termine “Dio” si rappresentano una onnipotenza superiore, e desiderano ciò da
cui vorrebbero ricavare le proprie sicurezze, protezioni, garanzie di successo, soddisfazione
di bisogni personali e sociali. Non troviamo modello di proiezione religiosa.
Dio è potente e onnipotente = valido riparo
all'uomo impotente
Dio non può patire
= valido riparo
all'uomo che patisce
Dio non può essere debole = valido riparo
all'uomo debole
Dio può tutto. Dio decide tutto. Dio è tutto. Dio è perfetto da ogni punto di vista, “ciò al di là del
quale non è possibile pensare alcunchè di più grande”.
Dio poi è il responsabile di tutto, di ogni cosa, onore e onere.
3.
Gesù ha sofferto solo in apparenza, non in realtà: posizione docetista. Il blocco intellettuale
che qui scattava traeva origine dal concetto filosofico di Dio: un Dio che al pari di tutte le creature,
fosse soggetto alla sofferenza non sarebbe "Dio". Cristo può aver sofferto "secondo la carne", nella
sua natura umana. "Chi ritiene che Cristo sia stato sopraffatto dalla paura, dalla debolezza, costui
nega la confessione della sua divinità" (Cirillo).
4
Il morire di Gesù è un interrogativo aperto su Dio.
Chi è Dio Padre?
“Voi lo avete crocifisso, ma Dio lo ha risuscitato”
Il Kèrygma ( = annuncio) pasquale: Non croce e resurrezione, ma la risurrezione del Crocifisso!
Atti 2,22
Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato
da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi
per opera sua, come voi ben sapete -, 23 dopo che, secondo il prestabilito disegno e la
prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di
empi e l'avete ucciso. 24 Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte,
perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Atti 3,14
voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse
graziato un assassino 15 e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l’ha risuscitato dai
morti e di questo noi siamo testimoni.
At 4,10
la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù
Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso ma che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi
sta innanzi sano e salvo.
Un nuovo messaggio qualificante Dio stesso, una nuova rivelazione di Dio: Dio è colui che risuscita
dai morti, è colui che ha resuscitato Gesù dalla morte di croce e l'ha introdotto nella Sua gloria.
È un operare storico di Dio.
Se nella resurrezione Dio è in azione, nella crocifissione Dio è in passione.
E’ in passione nella forma della consegna:
Rom 8, 31
Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32
Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci
donerà ogni cosa insieme con lui?
Dio Padre si rivela nella consegna del Dio Figlio Gesù e nella sua passione e morte.
Nella passione di Dio Figlio è Dio Padre stesso che soffre il dolore dell'abbandono.
Nella morte di Dio Figlio incontra la morte Dio stesso: Dio Padre subisce la morte del Figlio.
Dio Padre si rivela nella consegna del Dio Figlio Gesù e nella sua passione e morte. Non possiamo
dire chi sia Dio in sé e per sé, ma soltanto chi egli sia per noi nella storia di Gesù Cristo.
Dio Padre consegna il proprio Dio Figlio alla croce, per diventare il Padre-che-consegna.
Consegnando il Figlio, il Padre si consegna, benché non alla stessa maniera.
Nella passione del Figlio è il Padre stesso che soffre il dolore dell’abbandono, soffre la morte del
Figlio nel dolore senza fine dell'amore. Il Padre subisce la morte del Figlio.
Il Figlio soffre l’agonia della croce, dell'incomprensione e del rifiuto degli uomini, il Padre soffre la
morte del Figlio. Nella morte del Figlio soffre la morte del suo essere-Padre.
Sulla croce Dio Padre e Dio Figlio sono separati nel modo più profondo nell’abbandono e al
medesimo tempo uniti nel modo più intimo nella consegna. Ciò che scaturisce da questo
avvenimento che coinvolge Dio Padre e Dio Figlio è Dio Spirito Santo che giustifica gli empi,
colma del suo amore gli abbandonati e vivifica pure i morti (Credo lo Spirito Santo che è Signore e
5
dà la Vita…). Perché nemmeno il morire può venire escluso da quell’avvenimento della croce, ma è
assunto nella morte in Dio-Trinità.
Abbiamo dunque interpretato la morte di Gesù non come un avvenimento umano-divino, bensì
come un avvenimento trinitario, verificatosi tra Dio Figlio, Dio Padre e Dio Santo Spirito, nel loro
reciproco rapporto.
È la sola riflessione capace di percepire in tutta la sua pregnanza il significato della croce di Cristo.
Mc 15,37
Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38 Il velo del tempio si
squarciò in due, dall'alto in basso.
Mt 27,50
E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
51 Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse,
le rocce si spezzarono, 52 i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti
risuscitarono. 53 E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella
città santa e apparvero a molti.
Lc23,44
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta
la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46
Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».
Detto questo spirò.
Dio Padre agisce nella maniera del patire e del morire, perché coloro che patiscono e che muoiono
trovino vita e libertà.
2Cor 5,19
E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non
imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
Considerando il significato che la morte di Gesù viene ad assumere per Dio stesso, siamo giunti alle
tensioni trinitarie ed alle relazioni esistenti in Dio, e a parlare del Padre, del Figlio, dello Spirito
Santo. Questo significa che l'avvenimento della croce va compreso trinitariamente e in termini
personali, all'interno dell'essere stesso di Dio.
Questa "rivoluzione del concetto di Dio" ci è rivelata dal Crocifisso.
La Cristologia deve partire dall’aspetto unitario e globale della persona di Cristo e cogliere la morte
del Figlio nella relazione che lo stringe al Padre ed allo Spirito
- è il Figlio che sulla croce patisce e muore
- il Padre soffre con lui, ma non alla stessa maniera
- ci viene resa manifesta la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio
La morte di Gesù non può essere compresa come "morte DI DIO", ma soltanto "come "morte IN
DIO".
Il vero Dio non lo si conosce dalla potenza e gloria, ma dalla sua impotenza e agonia sofferte sul
legno della croce di Gesù.
L'avvenimento della croce è un rivolgimento in Dio stesso: questo si traduce cristianamente in una
formula molto semplice, la quale però contraddice ogni possibile idea di Dio derivata dalla
metafisica o dalla storia del mondo. "Dio è amore".
Dio Padre con il suo proprio essere era attivo e sofferente durante l'agonia di Gesù.
Dio Padre si manifesta in un uomo impotente, consegnato alla morte ignobile della croce.
6
Un Dio incapace di sofferenza è un essere incapace di partecipazione, è cioè esente dal dolore e
dall’ingiustizia. Chi non soffre, non ama: è apatico.
Dio Padre non se ne sta fuori dal raggio della sofferenza, dolore e morte. Egli è personalmente
coinvolto. Questo pathos dipende dalla libertà volontà, è il risultato di una decisione: dall’apatia
alla simpatia.
L'immaginazione umana è sempre incline ad associare l'idea di Dio con POTENZA, la maestà
infinità, onnipotenza e perfezione.
E
Quali conseguenze sul vivere dei cristiani?
Dio non solo partecipa alla storia umana, nella certezza che gli eventi del mondo lo riguardano, ma
partecipando con - e - nel Figlio, in virtù dell'evento della croce noi apparteniamo a Dio Padre, a
Dio Figlio, nella forza dello Spirito.
Rm 8,33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. 34 Chi condannerà? Cristo
Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
35 Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36…
37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha
amati. 38 Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né
presente né avvenire, 39 né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura
potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
Rm 14,7
Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se
stesso, 8 perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per
il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. 9 Per
questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e
dei vivi.
Non c'è la morte e la sofferenza senza la comunione con LUI, il Dio- Trinità..
Ha preso la sofferenza con sè e gli ha dato un senso.
Dio soffre con noi quando l'amore soffre.
Gesù Cristo, ci ha resi partecipi di questo GRANDE AMORE TRINITARIO.
Così non si prega semplicemente Dio, ma si prega in Dio.
Per mezzo del Figlio si prega il Padre nello Spirito.
Nella fraternità di Gesù l'orante trova accesso alla paternità di suo Padre e riceve lo Spirito della
speranza.
La persona che soffre a dismisura inizia sempre col credere di essere abbandonata da Dio: grida
verso quel Dio che le si mostra enigmatico e incomprensibile e così facendo grida in sintonia con il
grido del Crocifisso, il Figlio di Dio agonizzante.
La fede, che scaturisce dalla croce, non risolve il problema della sofferenza e nemmeno si irrigidisce
in puri atteggiamenti di protesta.
Quando soffriamo perchè amiamo è Dio stesso che soffre in noi.
7
Se egli ha patito la morte di Gesù, e così ha dimostrato la forza del suo amore, anche gli uomini
credenti possono trovare la forza di rimanere nell’Amore: è la vita nello Spirito.
Lo Spirito, l’Amore si apre all’intera umanità abbandonata per la nuova creazione. Questo Spirito lo
riceve chi crede e che ama come anticipazione.
Per mezzo dell’abbandono di Cristo, gli uomini abbandonati hanno già fatto il loro ingresso nella
storia divina e che noi viviamo in Dio.
Dio è in noi, Dio soffre in noi quando l’amore soffre: noi prendiamo parte del processo storico e
trinitario di Dio. E come partecipiamo attivamente della sofferenza di Dio, così partecipiamo anche
alla sua gioia, quando amiamo, preghiamo e speriamo.
La nostra storia nella storia di Dio
Cristo sulla croce sperimenta un inferno di isolamento e di abbandono che in questa misura non
dovrà più essere patito dai credenti: egli apre la strada e coloro che lo seguono, camminano in un
sentiero già tracciato. Il suo seguace sperimenta la morte e l’inferno nella comunione con Lui
Questo amore è follia e scandalo… Non imporrà né amore né contraccambio all'amore.
E' l'amore per i non-uomini che non amano e non sono amati.
Quando sperimento nella croce di Cristo l'amore di Dio per gli empi e per i nemici, il credente viene
trasposto nella vita interiore di Dio stesso.
La fede sperimenta nel soffrire di Cristo un amore di Dio completamente diverso, quell'amore che
ama il totalmente altro, che è peccaminoso, malvagio,stolto, debole, odioso, per renderlo buono,
sapiente, bello, giusto…
Gli uomini vanno da Dio nella loro miseria, implorano aiuto, chiedono felicità e pane,
salvezza dalla malattia, dalla colpa e dalla morte. Così fan tutti, cristiani e pagani.
Gli uomini vanno da Dio nella Sua miseria, Lo trovano povero, ingiuriato, senza tetto e senza pane,
lo vedono inghiottito dal peccato, dalla debolezza e dalla morte.
I cristiani stanno con Dio nel Suo soffrire.
Dio va da tutti gli uomini nella loro miseria, sazia il corpo e l'anima con il Suo pane,
muore per i cristiani e per i pagani con la morte di Croce, e perdona ad entrambi.
Bonhoeffer
8
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Mc
Salmo 22
Il paradosso è estremo. L'esperienza di abbandono è nello stesso tempo affermata (abbandono nelle
mani dei nemici) e negata (Dio MIO ): il grido è un'invocazione che proclama la presenza di Colui
che sembra assente. Proprio in tale tensione la relazione sussiste.
Si vuole affermare che Dio si separa da suo Figlio?
Citazione dal salmo 22
17 Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
18 posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
19 si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano
la sorte.
2 «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole
del mio lamento.
3 Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
4…
5 In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
6 a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza,
accorri in mio aiuto. 21 Scampami dalla spada, dalle
unghie del cane la mia vita.
22 Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei
bufali. 23...
7 Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini,
rifiuto del mio popolo.
8 Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9 «Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico».
10…
24 Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
25 perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
11 Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12 Da me non stare lontano, poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
26 Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
13…
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
14 Spalancano contro di me la loro bocca come leone
27 … 28 … 29.. 30…
che sbrana e ruggisce.
15 Come acqua sono versato, sono slogate tutte le
E io vivrò per lui, 31 lo servirà la mia discendenza.
mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
alle mie viscere.
32 annunzieranno la sua giustizia;
16 E' arido come un coccio il mio palato, la mia lingua al popolo che nascerà diranno:
si è incollata alla gola, su polvere di morte mi hai
«Ecco l'opera del Signore!».
deposto.
Il salmista inizia la preghiera con un grido di disperazione, ma è un salmo di grande speranza e
certezza.
L'evangelista si sarebbe accontentato del primo versetto, lasciando che nel lettore la familiarità con
le scritture, risuonasse poi l'intero salmo.
"Un grido di vera angoscia, ma non di disperazione".
9
Padre nelle tue mani affido il mio spirito.
Lc.
Salmo 31
E' la preghiera del Giusto: nell'ora delle potenze delle tenebre Gesù affronta il combattimento non
nella maniera dei violenti, ma nella dolcezza del giusto:
 accoglie Giuda il traditore
 guarda Pietro che l'ha appena rinnegato
 sta in silenzio di fronte ad Erode
 prega per i carnefici
 promette il paradiso al buon ladrone
La violenza di cui è vittima si scontra con questa dolcezza non-violenza che dissolve la durezza dei
malvagi.
Dal salmo 31
2 In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami.
15 Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
16 nelle tue mani sono i miei giorni».
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori:
17 fà splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami per la tua misericordia.
3 Porgi a me l'orecchio, vieni presto a
liberarmi. Sii per me la rupe che mi
accoglie, la cinta di riparo che mi salva.
4 Tu sei la mia roccia e il mio baluardo,
per il tuo nome dirigi i miei passi.
5 Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
18 Signore, ch'io non resti confuso, perché ti
ho invocato; siano confusi gli empi, tacciano
negli inferi.
19 … 20 Quanto è grande la tua bontà,
Signore! La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia davanti agli
occhi di tutti.
21…
22 Benedetto il Signore,
che ha fatto per me meraviglie di grazia
in una fortezza inaccessibile.
23 Io dicevo nel mio sgomento:
«Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia
preghiera quando a te gridavo aiuto.
6 Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
7 Tu detesti chi serve idoli falsi,
ma io ho fede nel Signore.
8…
9 non mi hai consegnato nelle mani del
nemico, hai guidato al largo i miei passi.
10 Abbi pietà di me, Signore, sono
nell'affanno;…
11 … 12…
13 Sono caduto in oblio come un morto, sono
divenuto un rifiuto.
14 Se odo la calunnia di molti, il terrore mi
circonda; quando insieme contro di me
congiurano, tramano di togliermi la vita.
Ho sete
24 Amate il Signore, voi tutti suoi santi;
il Signore protegge i suoi fedeli
e ripaga oltre misura l'orgoglioso.
25 Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore.
Tutto è compiuto
Gv.: salmo 63
10
Il discepolo viene coinvolto da Gesù nel cammino possente, sovrano, trionfale che lo conduce alla
croce, sul trono. Gesù si sente sempre impegnato a compiere l'opera che il Padre gli ha affidato e
che deve portare a buon fine
4, 34 Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e
compiere la sua opera.
5, 36 Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il
Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di
me che il Padre mi ha mandato.
17,4 Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 5
E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima
che il mondo fosse.
Gesù ha sete di compiere l'ultimo atto che porta a termine e al suo fine l'opera affidatagli dal Padre.
Is 55, 10
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il
seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così sarà della parola uscita dalla mia
bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza
aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.
Il "Tutto è compiuto" si presenta come una proclamazione di vittoria. Il "servizio" richiesto è
compiuto.
2 O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
3 Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
4 Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.
7 Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
8 a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
9 A te si stringe l'anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.
10 Ma quelli che attentano alla mia vita
scenderanno nel profondo della terra,
11 saranno dati in potere alla spada,
diverranno preda di sciacalli.
12 Il re gioirà in Dio,
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.
5 Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
6 Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
Gesù ha sete di realizzare l'opera del Padre e con ciò di portare a compimento l'intera scrittura.
La ricerca dl significato
11
Gesù è morto su una croce: viene consegnato agli uomini, conserva fino al termine la sua relazione
con il "suo " Dio.
Gesù è morto lanciando un forte grido e proferendo una parola.
L'equivoco dei presenti, equivoco storico: perché avrebbero dovuto aggiungere un tale particolare?
Elì, Elì… = Eloi
?
Eliyah = Elia vieni
Dal vangelo di Matteo
cap.27,45
46 Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: « Elì, Elì, lemà sabactàni?»…
47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia».
49 Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!».
50 E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
Elia' ta' = Elia vieni!
Ta' imperativo del verbo 'ata Marana ta'
Elì attàh = Dio mio, sei tu!
Il mio Dio sei tu!
Mc
Salmo 21,11 dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio
Lc
Salmo 31,15 Ma io confido in te, Signore, dico: Tu sei il mio Dio
Gv
Salmo 63,2
O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco.
Gesù ha manifestato la propria fiducia fondamentale, l'alleanza col suo Dio non è rotta: il dialogo
continua fino all'ultimo istante.
La lamentazione, sempre presente nell'A.T., non si limita mai ad esprimere il dolore: il suo scopo è
sempre la lode, poiché l'uomo sa che il Signore risponde. Quando compare. Essa termina sempre
con un'azione di grazie.
La struttura dei salmi di lamentazione:
 grido di angoscia
 fiducia
 lode universale: aspettare la liberazione da Dio
Mc
Gesù muore totalmente solo. L'abbandonato da Dio alla violenza dei nemici, alla
vigliaccheria dei discepoli: per i primi cristiani perseguitati potevano trovare consolazione, convinti
che il Dio fedele aveva liberato il Figlio su dalla morte.
Non interpretabile come grido di disperazione…
Lc
Gesù è il Giusto che si abbandona a Dio.
Non interpretabile come: per Lui non era difficile morire...
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