Ufficio Stampa e Relazioni Esterne Giovedì 27 ottobre ore 20.45

Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Giovedì 27 ottobre ore 20.45
Venerdì 28 ottobre ore 20.30 turno A
Sabato 29 ottobre ore 18 turno B
Settimo appuntamento sinfonico al Verdi di Trieste:
Brahms, Liszt e Ravel
con la direzione del M° Paul Chiang
violino solista Lara St. John
Venerdì 28 ottobre per il settimo concerto della Rassegna Sinfonica, che vede anche la partecipazione del
Coro preparato dal M° Paolo Vero, sul podio del “Verdi” debutta il giovane direttore Ching-Po (Paul)
Chiang che è anche violinista, compositore e produttore musicale. Si è imposto all ’attenzione del pubblico,
a partire dali Stati Uniti Usa ma poi anche in Europa, in Mongolia e a Taiwan, dove ha diretto anche
orchestre giovanili. Il programma affidato al M° Chiang si apre con una composizione per coro e orchestra,
su versi di Friedrich Schiller, intitolata Nänie, scritta da Johannes Brahms tra il 1880 e il 1881. Si tratta di un
vero e proprio Lieder corale, che dilata in una dimensione sonora e psicologica più ampia l’intimismo
cameristico del Lied per voce e pianoforte, coltivato da Brahms con grandi risultati così come da quasi tutti
gli altri grandi del Romanticismo tedesco. il Lied per voce e orchestra sarà essenzialmente frutto di una
stagione più tarda e decadentistica, quella illustrata da Gustav Mahler e, in una sopravvivenza favolosa fin
nel cuore del Novecento, da Richard Strauss). Nenia vede Brahms rivestire di suoni una poesia
particolarmente intensa dedicata da Schiller nel 1799 al tema della “morte della bellezza”, e intitolata
Nänie (Nenia) dal nome del canto funebre in uso nell’antica Roma e da altri richiami greci. La prima
esecuzione ebbe luogo il 6 dicembre alla Tonhalle di Zurigo, sotto la direzione dello stesso Brahms. Si tratta
di un addio all’amico scomparso, il pittore Anselm Feuerbach, ma anche alla bellezza in sé, nel senso
generale delle parole di Schiller, tutte dedicate alla impossibilità di salvarsi per l’essere umano; e anche
forse un addio ad un mondo musicale che agli occhi di un classicista severo come Brahms sembrava andare
a rotoli.
Di Franz Liszt, a celebrazione dei 200 anni della nascita, sarà poi eseguita “Totentanz” nella trascrizione
per violino ed orchestra di Martin Kennedy e Lara St. John. Chiamata anche Terzo concerto per pianoforte,
questa Danza Macabra reca il sottotitolo “ parafrasi sul tema del Dies Irae”. ll tema del Dies Irae (tratto dal
celebre canto liturgico) con il richiamo al Giudizio universale viene variato con fantasia, con inesauribile
ricchezza di trovate ritmiche e armoniche. Ed è da considerarsi uno dei pezzi migliori del compositore
tedesco per il suo aprire prospettive e orizzonti nuovi in una girandola di effetti travolgenti. La
composizione è in un solo tempo articolato in Andante – Allegro (tema con variazioni) e Allegro animato.
La visione demoniaca della morte ha grande spazio nella letteratura romantica così come nella musica, a
partire dalla Sinfonia fantastica di Berlioz e non poteva non attrarre anche Liszt.
Il brano Tzigane per violino e orchestra di Maurice Ravel che segue fu composto e poi trascritto per vari
strumenti. Esalta le seduzioni musicali degli Tzigani magiari espresse con grande virtuosismo coniugato ad
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un languido sentimentalismo tipico di quel folclore. Solista, la violinista di origine canadese Lara St.John
considerata una grade artista non solo in America dove ha suonato con le orchestre più prestigiose ma
anche in Europa, in Asia e Australia. Tra le sue incisioni discografiche figura anche la prima mondiale di
Totentanz di Franz Liszt arrangiato per violino ed orchestra da Martin Kennedy e dalla violinista stessa.
Lara St.John suona un Guadagnini 1779 “Salabue”, donazione di un anonimo e di Heinl & Co. di Toronto.
Infine tornando a Liszt il concerto si chiude con la “Dante Symphonie” per coro femminile e orchestra, una
pagina sinfonica del 1859 che si presenta divisa in due parti dedicate all’Inferno e al Purgatorio. La
composizione lo occupò per circa un anno, dall'estate del 1855 al 6 luglio del 1856; la prima esecuzione fu
diretta dallo stesso Liszt a Dresda il 7 novembre. Il progetto però era nato nel 1849, all’epoca dei primi
entusiasmi di Liszt per il nostro paese, e destinato poi a occupare il settimo posto nella Deuxième année de
pèlerinage, quella dedicata appunto all'Italia. Il richiamo al Paradiso dantesco è limitato all’intervento del
coro, che intona le parole iniziali del Magnificat con l’aggiunta di ripetuti “halleluja! “ e “hosanna!” in un
brano relativamente ridotto, per durata e peso sonoro, rispetto ai due che lo precedono, e privo di
autonomia perché attaccato direttamente al Purgatorio vero e proprio, di cui almeno “editorialmente“
risulta far parte.
In ciò si può rintracciare il segno della speciale fortuna ottocentesca della Commedia dantesca con
l'identificazione dei suoi valori poetici anzitutto in Inferno e Purgatorio, contro un Paradiso letto anzitutto
come suprema sintesi teologica. Resta però fondamentale, accanto a ciò, una disposizione della materia
musicale secondo un progetto abbastanza raffinato e ascetico del Liszt di questi anni. “ Non è fuor di luogo,
per la Dante-Symphonie, parlare di una struttura esteriormente in “diminuendo”, sagace omaggio al piano
generale della Commedia, e quasi sua rappresentazione - sostiene il musicologo Daniele Spini – “ Le tre
tappe del viaggio verso l'alto non potrebbero tradursi in musica per mezzo di una progressiva
intensificazione della materia sonora senza cadere nella retorica e nel banale. Dunque Liszt opera in senso
esattamente opposto, con logica stringente. Dal puro punto di vista della materia si avrà un Inferno
corposo, ritmicamente e fonicamente tormentato ed estroverso; un Purgatorio più calmo e rarefatto, quasi
accademicamente composto e un finale (“surrogato” del Paradiso, indubbiamente), ancor più terso e
smaterializzato, con le voci eteree del coro femminile contro un'orchestra leggerissima. Una struttura a
piramide, che si riflette anche nelle proporzioni temporali: se l'Inferno è la base, per naturale legge fisica
più “pesante”, esso sarà anche — immagine visiva, geometrica — più esteso; e così il Purgatorio sarà più
breve di quello, ma più lungo del Magnificat conclusivo. E tutto ciò in stretta coerenza con il progressivo
distaccarsi del fatto musicale dalle suggestioni del testo”.
Biglietteria del Teatro Verdi. Per la seconda esecuzione a Trieste, sabato 29 ottobre ore 18 vendita
last minute al 50% da un’ora prima del concerto.
www.teatroverdi-trieste.com
Trieste, 24 ottobre 2011
Con preghiera di pubblicazione e/o diffusione
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