Azione Cattolica Italiana: catechesi settimanale del gruppo adulti (mesi di ottobre e novembre 2009) E’ tempo di ricerca Premessa: esigenze e tematiche per l’incontro del giovedì sera Dopo la consueta pausa estiva, riprende in parrocchia la catechesi settimanale per il gruppo degli adulti. Nel biennio 2009-2010, il vescovo mons. Lanfranchi invita i fedeli laici a riflettere sul tema: La celebrazione liturgica – Erano assidui nella frazione del pane e nelle preghiere - . Alle indicazioni contenute nella lettera pastorale, s’aggiunge la richiesta inoltrata già a suo tempo da alcuni parrocchiani, circa l’esigenza di una catechesi sacramentale. Coniugare queste due differenti proposte è possibile, attraverso l’ausilio del sussidio “Questo è il tempo” preparato dall’azione cattolica per il settore degli adulti. Il cammino formativo proposto agli aderenti ed ai simpatizzanti di AC, è composto da cinque parti distinte: 1. E’ tempo di ricerca 2. E’ tempo di stupore 3. E’ tempo di perdono 4. E’ tempo di restituzione 5. E’ tempo di annuncio La catechesi del giovedì sera inizia con il delicato tema della ricerca: dal discernimento vocazionale, ai dubbi ed alle insicurezze della vita quotidiana. Il dubbio di Giovanni Battista: in ascolto della Parola Dal vangelo secondo Luca: «Giovanni fu informato dai suo discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni li mandò a dire al Signore: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". Venuti da lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. In quello stesso momento, Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!» Il Vangelo di Luca ci presenta un tratto drammatico della vita di Giovanni. Il profeta è in carcere, sta pagando con la vita la sua missione di precursore del Messia. Ma quale Messia? Quello che egli aspettava avrebbe dovuto portare a compimento la liberazione da ogni forma di corruzione. Invece questo Gesù sta con i deboli, i peccatori, i diseredati e parla il linguaggio del perdono. Giovanni è nella crisi, nella confusione, inizia a sospettare di aver sbagliato. Gesù dice la Sacra Scrittura, in quello stesso momento guarì dei malati e poi disse: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito”. Il messaggio è dato con un duplice linguaggio che si compone di gesti e Parola, cioè si caratterizza per il linguaggio del segno. I segni compiuti da Gesù sono sufficienti per rispondere a Giovanni, sono i segni preconizzati dal profeta Isaia: gli ammalati guariscono ed è annunciata la lieta novella. Dalla Parola alla vita personale Le diverse età dell’adulto sono attraversate da tanti passaggi: esperienze e situazioni di gioia, dolore, fatiche e slanci nella vita quotidiana. Nella nostra società osserviamo sempre più spesso che, come adulti, fatichiamo ad acquisire e mantenere sicurezze nella vita personale, familiare, professionale e sociale, o perdiamo abituali sicurezze che avevamo acquisito negli anni. Ci interroghiamo sul senso della nostra vita, sull’affidabilità di un lavoro, della salute, di una casa, sulla famiglia che talvolta non è più quel luogo di tranquillità e sicurezza dove sostare. Aumentano le incertezze per il futuro. Emergono emozioni, spesso fino a quel momento sconosciute, che sconvolgono l’equilibrio dei nostri sentimenti. A volte ci sentiamo imprigionati in relazioni che fatichiamo ad accogliere: andiamo in crisi. Il breve ma intenso brano di San Luca ci presenta in sintesi un metodo, una via per ricercare la verità, per formare le coscienze, sconvolte o deluse dagli eventi, in modo che non perdano nella vita l’orientamento verso il fine. Ecco la sequenza suggerita: dapprima c’è la crisi, il dubbio; poi il ricercare e il domandare compromettendosi; l’andare, dunque, alla fonte, da Gesù; l’ascoltare i segni dati che rinviano alla promessa di salvezza. Il discernimento vocazionale Il dubbio suscita la domanda e quest’ultima muove l’uomo verso la ricerca. Ciò accade sempre in tutte le stagioni della vita. Gli adulti consci delle scelte effettuate in passato, devono chiedersi se sono stati sempre fedeli alla loro vocazione. Partendo dalla nostra personale condizione di vita, siamo cresciuti nella conoscenza e nell’amore verso Dio? Ci aiuta in questo compito, la ricerca dei modi e tempi in cui Dio si manifesta: la conoscenza dei sacramenti diventa una fonte privilegiata di primaria importanza. Iniziamo questo percorso con l’approfondimento sui sacramenti dell’ordine e del matrimonio. I sacramenti per gli stati della vita cristiana Secondo la volontà di Cristo ci sono nella Chiesa due stati, che sono santificati per mezzo di sacramenti: lo stato sacerdotale e lo stato matrimoniale. L'Ordine Sacro Prima di lasciare Efeso S. Paolo no minò Timoteo come capo della comunità. Mentre essa era raccolta al completo, l'Apostolo pregando gli impose le mani. Più tardi gli scrisse: <<Ti esorto a ravvivare il dono di Dio, che è in te per l'imposizione delle mie mani >> (2 Tim., 1, 6). Cristo ha dato agli Apostoli la pienezza del potere sacerdotale. Nello stesso tempo diede loro anche la grazia necessaria alla vita e all'opera sacerdotale. G li Apostoli hanno ritr asmesso ad altri il potere e la grazia ricevuti da Cristo; hanno imposto loro le mani e inv ocato lo Spirito Santo; li hanno consacrati o ordinati. Dal tempo degli Apostoli vengono consacrati i vescovi e ordinati i s a c e r d o t i e i d i a c o n i c o n l ' i m p o si z i o n e d e l l e m a n i e c o n l a preghiera. Gli ordini sacri sono conferiti dal vescovo. Il sacramento dell'Ordine imprime nell'anima un segno indelebile. Il consacrato diviene simile a Cristo, Sommo Sacerdote Celeste, e viene unito in modo particolare con Lui. Il consacrato non può mai perdere il potere sacerdotale; ma può esercitarlo solamente quando ne riceve il mandato dal suo legittimo superiore. Cristo chiama al suo servizio giovani di tutti i popoli e di tutte le condizioni. Essi debbono avere fede viva e pietà genuina; debbono essere pronti a sopportare sacrifici per il servizio di Dio e ad adoperarsi per la salute degli uomini. Solamente chi ne riceve la vocazione può diventare sacerdote. Chi crede di avere la vocazione al ministero ordinato, non deve trattenersi, per nessun motivo umano, dal seguire la chiamata di Dio. E' una grande grazia per una parrocchia, per una famiglia, quando Dio chiama uno dei suoi membri al sacerdozio. Che cos'è l'« Ordine » ? L'Ordine è il sacramento che dà la potestà di compiere le azioni sacre riguardanti l'Eucaristia e la salute delle anime, e imprime il carattere di ministri di Dio. Chi è il ministro dell'« Ordine » ? Ministro dell'Ordine è il Vescovo, che dà lo Spirito Santo e la potestà sacra con l’'imporre le mani e consegnare gli oggetti sacri propri dell'Ordine, dicendo le parole della forma prescritta. Perché il sacramento che fa i ministri di Dio si chiama Ordine? Il sacramento che fa i ministri di Dio si chiama Ordine, perché comprende vari gradi di ministri, l'uno subordinato all'altro, dai quali risulta la sacra Gerarchia. Qual fine deve avere chi entra negli Ordini? Chi entra negli Ordini deve aver per fine soltanto la gloria di Dio e la salute delle anime. . Può entrare ciascuno a suo arbitrio negli Ordini? Nessuno può entrare a suo arbitrio negli Ordini, ma deve essere chiamato da Dio per mezzo del proprio Vescovo, cioè deve avere la vocazione, con le virtù e con le attitudini al sacro ministero, da essa richieste. Nell'ordinazione sacerdotale il vescovo in silenzio impone le mani sul capo di ciascun diacono, invoca su di lui lo Spirito Santo; anche i sacerdoti presenti impongono le mani su di loro, poi il vescovo recita il prefazio dell'ordinazione. Come segni della dignità sacerdotale il vescovo impone agli ordinandi la stola in forma di Croce sul petto e li riveste con la pianeta. Quindi unge loro le mani con olio consacrato e consegna loro la patena con l'ostia e il calice con il vino e l'acqua come segni che d'ora in poi potranno celebrare la S. Messa. Insieme con i nuovi ordinati il vescovo celebra poi la S. Messa. A conclusione impone ancora una volta le mani ad ognuno sul capo, e dice: « Ricevi lo Spirito Santo; a chi rimetterai i peccati saranno rimessi, a chi li riterrai saranno ritenuti ». « Signore, ti preghiamo di dare anche alla nostra debolezza gli aiuti, poiché quanto più siamo fragili, tanto più abbiamo bisogno di aiuto. Ti preghiamo, Padre onnipotente, di concedere a questi tuoi servi la dignità sacerdotale; rinnova nel loro cuore lo spirito di santità, affinché da te, o Dio, ottengano il secondo grado di mistero e con l'esempio della loro vita c'insegnino la riforma dei nostri costumi. Siano prudenti collaboratori del nostro ministero; risplenda in essi l'esempio di ogni giustizia, affinché rendano buon conto della missione loro affidata e possano conseguire i premi della beatitudine eterna ». (Dal prefazio del Rito dell'Ordinazione Sacerdotale). Il Sacramento del Matrimonio Dio ha creato al principio un uomo e una donna e li ha uniti in un santo legame di vita. Così ha istituito il matrimonio nel paradiso terrestre. Cristo ha santificato il matrimonio con la sua morte e ne ha fatto una fonte di grazia; lo ha elevato a sacramento. Il matrimonio cristiano è un'immagine dell'unione, ricca di grazie, di Cristo con la sua sposa, la Chiesa (v. Ef., 5, 32). Gli sposi, per celebrare il matrimonio, debbono essere i n stato d i grazia. Perciò, prima delle nozze, dovrebbero fare una buona con fessione. Nella Messa degli sposi dovrebbero comunicarsi insieme. Gli sposi debbono prepararsi al matrimonio coscienziosamente: debbono seriamente esaminarsi se siano adatti l'uno all'altro e se il loro amore sia tale che possano mantenersi fedeli sino alla morte. Perciò deb bono chiedere luce a Dio e ascoltare il consiglio dei genitori e del con fessore. Durante il fidanzamento debbono comportarsi santamente per attirare la benedizione di Dio sul loro futuro matrimonio. Per il rito nuziale gli sposi si portano dinanzi all'altare. Il sacerdote chiede prima allo sposo e poi alla sposa, innanzi ai testimoni, se vogliono contrarre matrimonio. Essi rispondono affermativamente, si stringono la mano destra e il sacerdote le benedice dicendo: «Vi unisco in matrimonio nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo». Poi benedice gli anelli che gli sposi si mettono al dito a vicenda. A questo rito segue ordinariamente la Messa degli sposi. Questi vi assistono con gli invitati e ricevono la santa Comunione. Alla fine della Messa invoca solennemente la protezione di Dio sopra i nuovi sposi. Con sacramento del matrimonio Cristo unisce gli sposi con un vincolo sacro e indissolubile. Solo la morte può separarli. Perciò Cristo condanna lo scioglimento del vincolo matrimoniale con le parole: «Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio >> (Luca, 16, 18). Nel sacramento del matrimonio Cristo elargisce numerose grazie agli sposi. Li santifica e li fortifica affinché rimangano fedeli al loro vincolo fino alla morte e possano coscienziosamente adempierne i doveri. Nel sacramento del matrimonio gli sposi assumono dei santi doveri. Debbono sempre amarsi scambievolmente e mantenersi fedeli l'uno all'altro, servire insieme Dio e aiutarsi a vicenda. Debbono educare per il Signore, con la parola e con l'esempio, i figli che Dio donerà loro e curarsi del loro bene spirituale e temporale. Che cosa fa Gesù Cristo nel sacramento del matrimonio? Nel Sacramento del Matrimonio Gesù unisce gli sposi con un vincolo sacro e indissolubile, conferisce loro ricche grazie per adempiere coscienziosamente i doveri di questo vincolo. Che cosa dice Cristo riguardo all'indissolubilità del matrimonio? Cristo dice: « Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio ». Che cos'è il « Matrimonio » ? Il Matrimonio è il sacramento che unisce l'uomo e la donna indissolubilmente, come sono uniti Gesù Cristo e la Chiesa sua sposa, e dà loro la grazia di santamente convivere e di educare cristianamente i figliuoli. Chi è ministro del Matrimonio? Ministri del Matrimonio sono gli sposi che lo contraggono. Gli sposi nel contrarre il Matrimonio debbono essere in grazia di Dio? Gli sposi nel contrarre il Matrimonio debbono essere in grazia di Dio, altrimenti commettono un sacrilegio. Come si contrae il Matrimonio? Il Matrimonio si contrae esprimendo il mutuo consenso davanti al parroco, o un sacerdote suo delegato, ed almeno a due testimoni. Il Matrimonio celebrato in questa forma consegue in Italia anche gli effetti civili? Il Matrimonio celebrato in questa forma consegue in Italia anche gli effetti civili, perché lo Stato Italiano riconosce tali effetti al sacramento del Matrimonio. Il Matrimonio così celebrato come consegue in Italia anche gli effetti civili? Il Matrimonio così celebrato consegue in Italia anche gli effetti civili, mediante la sua regolare trascrizione nei registri dello stato civile, fatta a richiesta del parroco. Che doveri hanno gli sposi? Gli sposi hanno il dovere di convivere santamente, di aiu tarsi con affetto costante nelle necessità spirituali e temporali, e di educar bene i figliuoli, curandone l'anima non meno del corpo, e formandoli anzitutto alla religione e alla virtù con la parola e con l'esempio. Che ci proibisce il quinto precetto « non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti»? Il quinto precetto non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti proibisce la Messa con la benedizione speciale degli sposi, dall'Avvento a tutto il giorno di Natale, e dal primo giorno di Quaresima a tutto il giorno di Pasqua. .L a parola di Dio: << Voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo amò la Chiesa ed ha dato se stesso per lei », (Ef., 5, 25). - a Non divida l'uomo quello che Dio ha congiunto » (Mat., 19, 6). C h e c o s a s i p r e s u p p o n e p e r c h é u n m a t r i m o n i o d i due giovani c a t t o l i c i p o s s a e s s e r e f e l i c e ? I . U n a f e d e genuina. 2. Vero amore. 3. Caratteri che diano affidamento. 4. Salute fisica. 5. Una base economica. Lo stato religioso Cristo vuole che noi tutti lo seguiamo e tendiamo alla perfezione. Una via speciale per giungere alla perfezione cristiana è quella dei voti religiosi. Perciò nella Chiesa di Cristo oltre allo stato sacerdotale e matrimoniale consacrati da sacramenti, vi è uno stato particolare: quello religioso. Lo stato religioso San Benedetto da Norcia si era rifugiato da giovane in una solitudine montana per pregare indisturbato e per meditare i misteri di Dio. Dopo qualche tempo riconobbe che era chiamato a vivere insieme ad altri monaci. Fondò un monastero, dettò una regola, secondo la quale i monaci, come in una famiglia, vivevano, pregavano e lavoravano insieme. Egli stesso fu il primo abate del monastero. Fin dai primi tempi molti cristiani - sacerdoti e laici, - vivono in comunità religiose. Si dedicano alla preghiera, alla meditazione e alla celebrazione della santa Liturgia. Molti di loro si dedicano anche alla cura delle anime, all'educazione della gioventù, alla cura dei malati, specialmente nelle missioni. Queste comunità religiose le chiamiamo ordini. Molti ordini sono stati fondati da santi. Chi serve Dio in un ordine, rinunzia per il Suo regno a molte cose che sono permesse e buone. Non possiede nulla in proprio, e vive di ciò che gli dà la comunità o persone pie; rinunzia al matrimonio, alla famiglia, per vivere in continenza e per appartenere così interamente a Dio; sottopone la sua volontà in tutto alla volontà del superiore e alla regola del suo ordine. A questo si obbliga con i voti religiosi. G l i o r d i n i h a n n o u n a g r a n d e i m p o r t a n z a p e r l a C h i e s a e per il mondo. Essi pregano, si sacrificano per noi tutti, anche per quelli che non onorano Dio e l'offendono. Essi ci esortano con il loro esempio ad amare Dio e il prossimo con tutto il cuore, e ad essere pronti a rinunziare a tutto se Dio lo vuole. Il loro lavoro a servizio dell'umanità è di grande benedizione per il mondo. La vita religiosa in un ordine offre u n grande aiuto per an dare a Dio. Chi serve Dio nello stato religioso ha una direzione ferma e sicura, è libero da molte preoccupazioni e tentazioni, e può darsi a Cristo con tutto il cuore; egli vive insieme ad altri che lo aiutano con la preghiera e con l'esempio a servire Dio in modo più perfetto. Chi vuole entrare in un ordine religioso, d eve essere chiamato da Dio. Deve avere la volontà di amarlo sopra ogni cosa, di seguire completamente Cristo e sforzarsi di tendere alla perfezione. Inoltre deve essere pronto ed essere capace di vivere in una comunità religiosa, di osservarne la regola, di obbedire ai superiori, di rinunziare alla sua proprietà e di vivere senza sposarsi. Deve essere qualificato ai compiti par ticolari dell'ordine nel quale vuole entrare. Per chi è chiamato, la vita in un ordine è una grande grazia, ed è la via più sicura e più bella per arrivare alla perfezione. Che cosa promettono i religiosi? I religiosi promettono: 1. di rinunziare ad ogni proprietà, 2. di vivere in continenza, 3. di ubbidire ai propri superiori. L a parola di Dio: <<Ci sono celibi che hanno rinunciato al matrimonio in vista del regno dei cieli. Chi può comprendere comprenda >> (Mat., 19, 12). Nel Vangel o leggiamo ch e G esù ha invitato alcuni a rinunziare, per il regno di Dio, ai propri beni e alla pro pria attività per seguirlo. Egli ha detto beati quelli che rinunziano al matrimonio per amore del regno di Dio. Perciò la povertà, la verginità e l'obbedienza volontarie per amore del regno di Dio si chiamano “consigli evangelici” A l c u n i d i c o n o : < < I r e l i g i o s i n o n potrebbero fare di più per l'umanità se prendessero moglie e avessero impieghi terreni? >>. Anzitutto i religiosi attirano su di noi con le loro preghiere, con i loro sacrifici e le loro espiazioni innumerevoli benedizioni; Dio solo sa che cosa sarebbe di noi se non ci fossero i nascosti oranti nei chiostri. Inoltre i religiosi rendono inestimabili servizi alla umanità nella cura delle anime, nelle missioni, nell'educazione, nell'insegnamento, nelle ricerche scientifiche, nell'arte, e particolarmente nella cura dei malati . Come si dà prova della Carità? Si dà prova della carità osservando i comandamenti ed eser citando le opere di misericordia, e se Dio chiama, seguendo i consigli evangelici. Che cosa sono i consigli evangelici? I consigli evangelici sono esortazioni che Gesù Cristo fece nel Vangelo ad una vita più perfetta, mediante la pratica di virtù non comandate. I principali consigli evangelici sono: la povertà volontaria, la castità perpetua e l'ubbidienza perfetta.