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“Il web? Una benedizione e un futuro anche per le piccole
imprese”. Parola di Soumitra Dutta, docente di business scholl
Una benedizione, un grande regalo. Soumitra Dutta, docente dell’Insead di Fontainebleau,
una delle principali business school al mondo, non ha dubbi: nonostante le difficoltà che le
piccole imprese possono avere oggi con il web, anche per loro Internet è il futuro.
Intervenuto al festival Città Impresa che si è svolto recentemente nelle principali città del
Nord-Est, Soumitra Dutta è un convinto sostenitore dell’efficacia dei social network.
Secondo il docente, che ha anche un passato in un gruppo petrolifero e in General
Electric, i social network hanno un impatto molto forte su più aspetti chiave dei modelli di
collaborazione e interazione tra le persone, nelle organizzazioni e nella società. I social
network permettono alle persone di esprimere la loro unicità in modo più aperto, e alle
idee e ai talenti di esprimersi e di riconoscersi in un modo più democratico. E, infine,
offrono anche ai leader nuovi strumenti per raggiungere le basi di un potere diffuso.
Facebook e compagnia hanno offerto alle aziende nuovi strumenti di marketing, come per
esempio il marketing virale che permette di raggiungere un numero enorme di consumatori
molto rapidamente.
Ma i social network possono essere utilizzati anche per rafforzare il rapporto con gli
stakeholder interni e esterni: azionisti, dipendenti, clienti. Un esempio arriva da Ibm che
utilizza le piattaforme di social media per coinvolgere migliaia di suoi dipendenti nel mondo
nelle sue decisioni strategiche.
E poi ci sono altre aziende che usano sistemi simili a Twitter per ottenere feedback
immediati sulle loro decisioni chiave.
Anche nell’era di Internet, però, la figura chiave rimane quella dell’imprenditore. “Sono loro
che fanno la differenza”, conferma Dutta.
Le piccole e medie imprese possono sfruttare a fondo il web solo se il proprietario
dell’azienda ne comprende le potenzialità. I mercati emergenti sono un buon terreno dove
misurare le potenzialità di Internet.
Un esempio arriva da Blend Tech, società americana, che è riuscita a farsi una clamorosa
pubblicità in rete grazie a dei video scaricati oltre cinque milioni di volte. Blend Tech
produce frullatori e il proprietario ha deciso di mettere online su Youtube un video dove
uno dei suoi aggeggi faceva a pezzi un iPhone. Ovviamente ci ha provato anche con un
iPad. “Una grande campagna di marketing con poche risorse che ha creato engagement, il
coinvolgimento degli utenti”, ha osservato Dutta.
Il coinvolgimento si realizza anche attraverso i social network. Una delle pagine più visitate
su Facebook è quella dedicata alla Coca Cola che non è stata creata dalla società ma da
un paio di fans. La multinazionale dei soft drink è arrivata dopo e oggi la cogestisce con i
due creatori.
Ma non ci sono solo esempi legati alla comunicazione. Blockbuster, il noleggiatore di film,
è andato in crisi un po’ per la pirateria, ma molto perché negli Usa ha subito la durissima
concorrenza di Netflick, azienda con solo otto anni di vita, che invece di chiedere soldi per
ogni film noleggiato chiede ai suoi clienti un abbonamento per scaricare ciò che si vuole. E
guadagna di più con i vecchi film piuttosto che con quelli nuovi.
Maurizio Scuccato
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