INSEGNAMENTO EDUCATIVO (note da Morin) L’ “Insegnamento Educativo” Sfida della globalità = Sfida della complessità Com-plesso è “ciò che è tessuto insieme”, tessuto interdipendente, interattivo, interretroattivo fra le parti tra di loro, tra le parti e il tutto e tra il tutto e le parti. Contro il ‘riduzionismo’. I problemi sono multidimensionali e gli sviluppi delle scienze non portano solo i vantaggi della divisione del lavoro, ma anche gli inconvenienti della superspecializzazione (divisione sociale del sapere). La conoscenza progredisce principalmente non con la sofisticazione, la formalizzazione e l’astrazione, ma con la contestualizzazione e la globalizzazione; la conoscenza è conoscenza solo in quanto organizzazione, solo in quanto “messa in relazione”. Dov’è la saggezza che perdiamo nella conoscenza? Elliot Dov’è la conoscenza che perdiamo nell’informazione? LA SFIDA CULTURALE 3 SFIDE L’alleanza tra le due culture No alla superspecializzazione LA SFIDA CIVICA Superare il ‘deficit’ democratico No ai politici ‘specialisti’ LA SFIDA SOCIOLOGICA Il problema dell’intelligenza neuro-cerebrale e artificiale Sulla conoscenza (da E.Morin) Le università moderne nascono nel secolo XIX in conseguenza della spinta dell’Encyclopedie e dell’Illuminismo. Nel XX secolo si sviluppa la ricerca scientifica. E’ appunto all’inizio di questo secolo (il 1900) che si assiste alla prima grande rivoluzione scientifica nell’ambito della microfisica e poi, in connessione, della macrofisica cosmologica e cosmogonica. Nel secondo dopoguerra di questo stesso secolo assistiamo alla seconda grande rivoluzione nell’ambito della biologia molecolare, con la sintesi intermedia della definizione del “pensiero sistemico” (Van Bertalanfy). Nascono le “nuove scienze”, quali la genetica e l’ecologia; nuovo impulso ha l’etnologia, la cosmologia e in generale le “scienze delle terra”. Ma quali sono i ‘concetti ordinatori’ che possono oggi “ri-organizzare” le conoscenze? Secondo Morin l’organizzazione della Conoscenza comporta operazioni di interconnessione e di separazione. Il processo è circolare, passa dalla separazione al collegamento, dal collegamento alla separazione, e poi, dall’analisi alla sintesi, dalla sintesi all’analisi . Il nostro insegnamento ha privilegiato la separazione a scapito dell’interconnessione: interconnessione e sintesi rimangono sottosviluppate. “Di conseguenza l’attitudine a contestualizzare e a globalizzare i saperi diviene un imperativo dell’educazione (pensiero ecologizzante, pensiero complesso)”. Un pensiero che connette si apre sul “contesto dei contesti”, ossia il contesto planetario. Alcune “nuove scienze” in particolare si prestano a svolgere il ruolo dei “connettori”: ecologia, scienze della terra, cosmologia, preistoria, nuova storia, ecc.. Così ad esempio le “scienze cognitive” possono costruire dei legami tra cervello (organo biologico), mente (entità antropologica), e il computer (intelligenza artificiale); neuroscienze, psicoscienze, teorie dell’informazione, cibernetica, ecc… [teorie dell’organizzazione a partire da reti] possono costituire il sostrato delle moderne scienze cognitive; i progressi della “biologia molecolare” e della “genetica” permettono di concepire i legami tra fisica,chimica e biologia; importante è il contributo dell’etologia comparata e della stessa parassitologia. D’altra parte anche le scienze umane sono compartimentate: storia, sociologia, economia e diritto, psicologia, antropologia culturale, ecc.. comunicano solo tramite ricercatori marginali. Al nuovo spirito scientifico si dovrà aggiungere lo spirito rinnovato della cultura umanistica, incluso il sapere narrativo, mettendo fine alla separazione tra le “due culture”. Occorre riformare l’Università ricomponendo le varie Facoltà in poche fondamentali: - Facoltà della conoscenza - Facoltà della vita - Facoltà dell’umano - Facoltà della storia - Facoltà dei problemi mondializzati - Facoltà di lettere, arti e cinema - Facoltà epistemologica transdisciplinare. Solo riformando l’inizio/fine ri-inizio del ciclo del sapere (dove si formano i ‘pensatori’ gli ‘scienziati’, gli ‘insegnanti’ se non nelle Università ?) si potrà riformare il pensiero! Non possiamo riformare le menti se non abbiamo preventivamente riformato le istituzioni…l’enorme macchina dell’educazione è rigida, indurita, coriacea, burocratizzata; molti insegnanti sono insediati nelle loro abitudini e “sovranità disciplinari”; dato che la scuola è il prodotto della società e la società è il prodotto della scuola (relazione circolare) dobbiamo iniziare dalla riforma della scuola come “atto cogente”. Trinità laica: eros missione fede Ricapitoliamo i tratti essenziali della missione dell’insegnamento: - fornire una cultura che permetta di distinguere, globalizzare, contestualizzare, - affrontare i problemi multidimensionali, globali, e fondamentali; - preparare le menti ad affrontare le incertezze; - educare alla comprensione umana tra vicini e lontani; - insegnare l’affiliazione ad una cittadinanza sociale e ambientale; - insegnare l’identità terrestre nella comunità di destino che è il nostro pianeta.