Chiesa di Bologna
CELEBRAZIONE DELLA PENITENZA
COME GESÙ
PER OFFRIRE PERDONO
CANTO D’INIZIO
Donaci, Signor
Rit.
Donaci, Signor,
un cuore nuovo:
poni in noi Signor,
uno spirito nuovo.
Ecco verranno giorni,
così dice il Signore,
e concluderò
con la casa d'Israele
una nuova alleanza.
Rit.
Metterò la mia legge in loro
e la scriverò nei loro cuori.
Rit.
Io sarò il loro Dio
ed essi saranno mio popolo.
Rit.
Io perdonerò la loro iniquità
e non ricorderò il loro peccato. Rit.
1
Presidente: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Assemblea: Amen.
Presidente: Sul monte della tua presenza
saliamo, Signore,
e tu ci immergi nella tua gioia,
in una speranza certa:
“Guardate che cosa l’amore farà di voi!
Guardate ciò che il Padre vi prepara!”.
Assemblea: Cerchiamo il tuo volto, Signore nostro Dio,
mossi dal desiderio di te
è bello accarezzare la tua luce.
Diacono:
Fratelli e sorelle, nel nostro itinerario quaresimale
abbiamo accolto il mistero di Cristo “condotto dallo
Spirito nel deserto” per imparare da lui ad affidarci alla
volontà del Padre. Ora, in questa liturgia penitenziale
desideriamo rinnovarci interiormente mediante la
Parola di Dio. Nelle nostre comunità abbiamo
proclamato la Buona Notizia dell’amore misericordioso
di Dio: desideriamo affidare al Signore il cammino
compiuto perché egli ci insegni a renderlo autentico in
un reale impegno di conversione.
Assemblea: Misericordias Domini, in aeternum cantabo (o altro
ritornello).
Lettore:
“Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano
e fu condotto dallo Spirito nel deserto” (Lc 4, 1).
Ti chiediamo, Padre, di donarci un cuore docile,
che sappia lasciarsi guidare dalla voce dello Spirito.
Assemblea: Misericordias Domini, in aeternum cantabo.
Lettore:
“E, mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto
e la sua veste divenne candida e sfolgorante” (Lc 9, 29).
2
Ti chiediamo, Padre, di donarci occhi nuovi,
per imparare a scorgere nei fratelli
il volto trasfigurato di Cristo tuo Figlio.
Assemblea: Misericordias Domini, in aeternum cantabo.
Lettore:
“Padrone lascia il fico ancora quest’anno
finché io gli zappi attorno e vi metta il concime
e vedremo se porterà frutto per l’avvenire” (Lc 13, 8-9).
Facci dono, Signore, della tua attesa paziente
perché riusciamo a credere
che ogni apparente sterilità può nascondere fecondità
insperate.
Assemblea: Misericordias Domini, in aeternum cantabo.
Lettore:
“Quando il figlio era ancora lontano il padre lo vide
e commosso gli corse incontro,
gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15, 20).
Fa’ che impariamo, Signore, a stare “a braccia aperte”
per correre incontro al fratello.
Assemblea: Misericordias Domini, in aeternum cantabo.
Lettore:
“Neanch’io ti condanno;
va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8, 11).
Aiutaci, o Dio, ad essere ricchi di misericordia
per aiutare chi si sente perduto a scrivere
una nuova storia di speranza.
Assemblea: Misericordias Domini, in aeternum cantabo.
PREGHIERA
Presidente: Dio nostro Padre, è una gioia per noi renderti gloria
in questo nuovo tempo della grazia,
per Gesù Cristo nostro Signore.
3
Assemblea: Benedetto sii tu per il tuo Figlio
i cui occhi di uomo sono stati attratti
dal deserto della Giudea:
attraverso Lui tu ci mostri il cammino della Pasqua
e attraverso il suo spirito ci dai la forza
di seguirlo nel deserto.
Presidente: La tua gloria offerta a noi, che siamo pellegrini,
la crediamo presente sul nostro cammino
anche se non brilla più come nel giorno del Tabor.
Assemblea: Per noi, come per tanti uomini, essa è luce fuggitiva,
invito a camminare incessantemente
e sempre più lontano sulle nostre terre di esodo.
Presidente: Attraverso Gesù ci fai uscire dalle terre di schiavitù
per condurci verso la terra nella quale l’uomo
porta frutto illuminato dalla tua luce.
Assemblea: Tu conosci la sincerità del nostro impegno
e la miseria del nostro cuore quando ci perdiamo:
fa’ che siamo come alberi generosi
che attingono nella buona terra la linfa dello Spirito.
Presidente: Padre, sii benedetto, tu che ci vieni incontro:
per quanto lontani siamo andati,
il tuo sguardo ci ha seguiti,
lentamente la tua luce ci ha ricondotti
verso l’unica sorgente che può saziarci.
Assemblea: Il tuo Spirito ha aperto i nostri occhi
sulla felicità della tua casa
e siamo ritornati verso di te: sii lodato per la festa
che prepari quando uno dei tuoi figli ritorna alla vita.
Presidente: Tu vuoi fare di noi, uomini e donne rigenerati,
con gli occhi rivolti verso il futuro
e non più verso il passato.
4
Tu ci conosci meglio di noi stessi:
sulla sabbia delle nostre esistenze
tu potresti disegnare tanti sentieri
lungo i quali i nostri passi si sono persi.
Assemblea: Sii benedetto per i cuori misericordiosi:
essi sanno dare la luce
a coloro che soffrono sotto la stretta della notte.
Presidente: Al ritmo lento della nostra fede titubante,
noi comprendiamo di quale fede ci ami
e come ai tuoi occhi niente è mai perduto.
Ecco che ora tu fai un mondo nuovo;
sta già spuntando: donaci di vederlo.
Assemblea: Amen.
PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA
Dal libro del Deuteronomio
10, 12-22
In quel tempo, disse Mosè al popolo: “Ora, Israele, che cosa ti
chiede il Signore tuo Dio, se non che tu tema il Signore tuo Dio, che
tu cammini per tutte le sue vie, che tu l’ami e serva il Signore tuo
Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi
del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene? Ecco, al
Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto
essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e,
dopo loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi,
come oggi. Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non
indurite più la vostra nuca; perché il Signore vostro Dio è il Dio degli
dei, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa
parzialità e non accetta regali, rende giustizia all’orfano e alla
vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il
forestiero, poiché anche voi foste forestieri nel paese d’Egitto. Temi
il Signore tuo Dio, a lui servi, restagli fedele e giura nel suo nome:
5
Egli è l’oggetto della tua lode, Egli è il tuo Dio; ha fatto per te quelle
cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri
scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore tuo
Dio ti ha reso numeroso come le stelle dei cieli”.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 147
Rit. Hai amato, Signore, un popolo di poveri.
Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda, Sion, il tuo Dio.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Rit.
Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
Manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.
Rit.
Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.
Rit.
CANTO AL VANGELO
Cfr. Gv 3, 16
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio hai tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito:
chi crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
6
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI
12, 37-50
In quel tempo, sebbene Gesù avesse compiuto tanti segni davanti
ai Giudei, non credevano in lui; perché si adempisse la parola detta
dal profeta Isaia:
“Signore, chi ha creduto alla nostra parola?”.
“E il braccio del Signore a chi è stato rivelato?”.
E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora:
“Ha reso ciechi i loro occhi
e ha indurito il loro cuore,
perché non vedano con gli occhi
e non comprendano con il cuore, e si convertano
e io li guarisca!”.
Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui.
Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma non lo
riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi
dalla sinagoga; amavano infatti la gloria degli uomini più della gloria
di Dio.
Gesù allora gridò a gran voce: “Chi crede in me, non crede in me,
ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha
mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque
crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie
parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto
per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e
non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho
annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho
parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha
ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo
comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico
come il Padre le ha dette a me”.
Parola del Signore.
OMELIA
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ESAME DI COSCIENZA
Dice il primo comandamento:
“Io sono il Signore tuo Dio… non avrai altri déi di fronte a me”
(Es 20, 2-3).
E Gesù aggiunge:
“Non potete servire due padroni…; non potete servire Dio e il
denaro” (Mt 6, 24).
Parole chiare e decise.
Eppure quanti “falsi déi” dominano il nostro cuore e i nostri
pensieri!
Dio spesso è all’ultimo posto, Dio è escluso dalla vita: prima c’è il
denaro, prima ci sono gli interessi e la carriera, prima c’è il
divertimento, prima c’è la vanità… ?
Dice il secondo comandamento:
“Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio” (Es 20, 7).
E Gesù aggiunge:
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”
(Mc 16, 15).
Riconosciamo un triste primato: nei nostri “paesi cristiani” si
sentono tantissime bestemmie.
Quante volte il nome di Dio viene offeso dagli adulti davanti ai
piccoli, che si affacciano alla vita. Responsabilità terribile!
E, dall’altra parte, chi di noi difende il nome di Dio? Chi ha il
coraggio di parlare di fede e di Vangelo? Chi di noi dà
abitualmente un po’ del proprio tempo per annunciare Gesù agli
altri?
Eppure è un dovere, è un comando preciso del Signore!
Dice il terzo comandamento:
“Ricordati del giorno di sabato per santificarlo” (Es 20, 8).
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E Gesù aggiunge:
“Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e
non vuote preghiere, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato” (Mt 12, 7-8).
Dopo la risurrezione di Gesù, per i cristiani il giorno di festa è la
domenica.
“Domenica” significa appunto “giorno del Signore”.
Ma la domenica per noi è il giorno del Signore o è mezz’ora data
al Signore per la Messa o forse meno ancora? Quanto preghiamo
in questo giorno?
Quanti di noi per la domenica programmano opere di bene?
Chi di noi aspetta la domenica per dedicarsi alla carità?
Chi, nel giorno del Signore, ha mai visitato un anziano, un
ammalato, un sofferente?
Dice il quarto comandamento:
“Onora tuo padre e tua madre…” (Es 20, 12).
E Gesù aggiunge:
“Voi dite: chiunque dice al padre o alla madre: ciò con cui ti
dovrei aiutare è offerto a Dio, non è più tenuto a onorare suo
padre e sua madre… Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia,
dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è
lontano da me” (Mt 15, 5-8).
L’amore per i genitori è un comandamento!
Ma spesso i genitori sono letteralmente cacciati di casa, oppure
emarginati dentro la stessa casa: per loro c’è tanta solitudine e
indifferenza, perché oggi chi non produce non conta. È un vero
razzismo, che prima o poi ci punirà tutti.
E noi? Noi amiamo i genitori anziani, i genitori ammalati?
Riconosciamo in loro una presenza di Cristo?
Diamo volentieri tempo e cuore per assisterli, per fare compagnia,
per servirli con vera e sorridente carità?
9
Dice il quinto comandamento:
“Non ucciderai” (Es 20, 13).
E Gesù aggiunge:
“Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà
sottoposto a giudizio” (Mt 5, 22).
“Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché
siate figli del Padre vostro celeste…” (Mt 5, 44).
Questo comandamento proibisce di uccidere in qualsiasi maniera,
in qualsiasi età: nessuno può uccidere né un bambino né un
vecchio, né un sano né un ammalato; perché la vita di tutti è sacra
e inviolabile.
Ho ricorso all’aborto o l’ho consigliato? Ho testimoniato e
sostenuto il valore della vita? Ho rispettato i cicli e i ritmi naturali
del corpo?
Questo comandamento proibisce di odiare: perché l’odio ci mette
in comunione col demonio, che è omicida fin dal principio.
Eppure quanto sangue viene versato ogni giorno: Satana davvero,
ha ancora potere su tanta gente! E quanto sono diffusi rancore e
malignità, disprezzo e calunnia: tutto questo è violenza, è peccato!
Ma il quinto comandamento, perfezionato da Gesù, ci ordina
soprattutto di amare: amare anche i nemici, amare chi ci fa del
male, amare chi ci perseguita.
Questa è la novità portata da Gesù: è la sua rivoluzione, il suo
Vangelo. Chi non sa amare i propri nemici… per costui sembra
che la venuta di Gesù sia stata inutile!
E noi abbiamo accolto la novità del Vangelo?
Noi sappiamo vincere il male col bene, l’odio con l’amore, la
vendetta col perdono?
Come ci comportiamo quando siamo alla guida di un automezzo o
di un motorino? Rispettiamo sempre le regole del codice stradale?
Non dimentichiamo: questo è il comandamento di Gesù, il
comandamento nuovo, il comandamento che ci fa cristiani!
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Dice il sesto comandamento:
“Non commetterai adulterio” (Es 20, 14).
E Gesù aggiunge:
“L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i
due saranno una carne sola. Quello che Dio ha congiunto, l’uomo
non lo separi” (Mt 19, 5-6).
È il comandamento della fedeltà, che mette la famiglia in una luce
grandissima: la luce stessa di Dio, che è fedele.
È doveroso prepararsi a vivere la fedeltà: ma dove tende
l’educazione dei figli, oggi?
I giovani e le ragazze, lasciati crescere nei più sfrenati capricci,
saranno domani capaci di fedeltà, capaci di impegno, capaci di
responsabilità? Quale educazione diamo ai figli?
Si è sempre rispettato il proprio corpo? Si è casti nei pensieri,
nelle letture, nelle azioni, nei gesti, negli sguardi?
È doveroso anche, una volta sposati, difendere la fedeltà, evitando
leggerezze e occasioni di tradimento della propria famiglia.
Gli spettacoli e le amicizie che scegliamo, i comportamenti e le
mode che preferiamo rivelano la decisione della fedeltà o del
tradimento?
Noi seguiamo le “mode” che hanno dissacrato l’amore sponsale e
la famiglia oppure seguiamo la legge di Dio che propone la fedeltà
e la santità dell’amore e della famiglia?
Dice il settimo comandamento:
“Non ruberai” (Es 20, 15).
E Gesù aggiunge:
“Guardatevi e tenetevi lontano da ogni avarizia, perché anche se
uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni” (Lc
12, 15).
Il furto è appropriazione indebita di ciò che appartiene agli altri.
Ma è furto anche la disonestà e il disimpegno nel proprio lavoro.
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È furto l’eccessivo benessere; è furto vivere per accumulare
soltanto per sé, dimenticando che i beni della terra hanno una
destinazione comunitaria.
Dice San Basilio: “Ciò che avanza a te, manca ad un altro. Le
vesti che non usi, sono di chi è nudo. Il cibo che sciupi, è di chi ha
fame”.
Noi sappiamo condividere oppure siamo attaccati al denaro?
Il nostro tesoro è sulla terra o nel cielo?
Lavoriamo con onestà oppure cediamo alla pigrizia o, peggio
ancora, alla truffa? Com’è la nostra dichiarazione dei redditi?
Dice l’ottavo comandamento:
“Non deporrai falsa testimonianza contro il tuo prossimo” (Es 20,
16).
E Gesù aggiunge:
“Il vostro parlare sia sì se è sì, no se è no; il di più viene dal
maligno (Mt 5, 37).
Dio ama la luce, perché Dio è verità. Noi siamo figli di Dio e
quindi siamo chiamati a vivere nella verità e nella trasparenza.
Purtroppo esiste da sempre la tendenza alla falsità, al doppio
gioco, al doppio volto.
Noi viviamo la chiamata della verità?
Gettare sospetti, esprimere giudizi senza fondati motivi, voler
apparire ciò che non si è, usare la calunnia per demolire i
fratelli…: tutto questo è peccato e offende il Dio della verità e
della luce.
Noi siamo figli della luce? Siamo limpidi nel parlare?
Dice il nono comandamento:
“Non desiderare la moglie o il marito del tuo prossimo” (Es 20,
17).
E Gesù aggiunge:
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“Chiunque guarda un uomo o una donna con passione, ha già
commesso adulterio nel suo cuore” (Mt 5, 28).
Le cattive azioni partono dal cuore: è nel cuore, allora, che matura
anche l’adulterio.
Gesù chiede che la fedeltà alla famiglia sia interiore ed esteriore:
cioè leale e convinta.
Il nostro cuore è fedele?
I nostri sentimenti nascosti sono tutti secondo la legge di Dio?
Dice il decimo comandamento:
“Non desidererai la roba degli altri” (Es 20, 17).
E Gesù aggiunge:
“Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli,
dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma” (Lc 12, 33).
San Paolo fa il più bel commento quando dice:
“L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali” (1 Tm 6, 10).
Infatti le cose di questo mondo non sono nostre: noi dobbiamo
soltanto usarle per far del bene.
Se invece il possedere diventa lo scopo della nostra vita, noi
provochiamo un vero sovvertimento: diamo alla vita uno scopo
che non ha.
Gesù ci ricorda: “Quale vantaggio avrà un uomo se guadagna il
mondo intero e poi perde la sua anima?” (Mt 16, 26).
Noi quale tesoro stiamo accumulando?
PREPARAZIONE PENITENZIALE
Presidente: Siamo stati chiamati con una vocazione santa.
Cristo Gesù, che sta alla destra di Dio,
intercede per noi.
Lettore:
Il tuo sguardo, Signore, chiami alla vita tutto ciò
che in noi è ancora segnato dal buio,
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il peccato che corrompe la veste splendente
dei figli di Dio.
Quando noi smarriamo la strada,
tu che cammini verso la Pasqua,
perdonaci e abbi pietà di noi.
Assemblea: Abbi pietà, Signore, del tuo popolo
chiamato con il tuo nome.
Lettore:
Il tuo sguardo, o Cristo,
ci liberi dai legami
che ci impediscono di seguire i tuoi passi,
tu sai che vogliamo camminare nella terra dei viventi.
Quando la notte del nostro cuore ci fa paura,
tu che sei la luce,
perdonaci e abbi pietà di noi.
Assemblea: Abbi pietà, Signore, del tuo popolo
chiamato con il tuo nome.
Lettore:
Il tuo sguardo, Signore,
sia luce e benedizione
sulla strada del nostro ritorno a te,
perché possiamo essere introdotti
negli atri della tua casa.
Quando l’egoismo ci sfigura, tu che sei il volto di Dio,
perdonaci e abbi pietà di noi.
Assemblea: Abbi pietà, Signore, del tuo popolo
chiamato con il tuo nome.
Presidente: Dio nostro Padre
attraverso Gesù tuo Figlio,
tu ci chiami per nome e fai di noi i tuoi figli
dandoci il tuo Spirito.
Attraverso Gesù ci fai uscire dalla terra di schiavitù
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per condurci verso la terra nella quale l’uomo porta
frutto, illuminato dalla tua luce.
Benedetto sei tu per il tempo del deserto
nel quale i nostri occhi si aprono
a poco a poco alla tua luce;
tu scavi in noi la sete,
tu ci sorprendi con la novità dei tuoi voleri.
Lode a te, Signore, per la pazienza
che manifesti nei nostri confronti.
Tu conosci la sincerità del nostro impegno
e la miseria del nostro cuore quando ci perdiamo.
Benedetto sii tu per coloro
che crescono e portano frutto davanti a te
come un fico fertile nella tua vigna.
Nella nostra Chiesa e nel mondo
moltiplica i frutti di pace, di unità, di misericordia.
Fa’ che possiamo essere alberi generosi
che attingono nella buona terra la linfa dello Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
Assemblea: Amen.
Presidente: Ora ci rivolgiamo al Padre con la preghiera che ci ha
insegnato Gesù:
Assemblea: Padre nostro (in canto).
Presidente: Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”,
guarda questo popolo che hai plasmato dal tuo amore
e che celebra le tue lodi come un canto di liberazione.
Vogliamo essere configurati a tua immagine,
afferrati dal tuo sguardo di fronte al quale
tutto assume un senso più profondo e vero.
In te troviamo il perdono e la pace
con te cerchiamo di ricostruire vie di riconciliazione
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in un mondo lacerato da discordie e divisioni.
Sostieni i nostri passi mentre corriamo verso la meta
che è il tuo Regno di luce e di misericordia.
Dio di tenerezza accogli la penitenza
e la preghiera della tua Chiesa
che vuole ritornare incessantemente a te.
Insegnaci a riconciliarci con i nostri fratelli
affinché siamo gli uni per gli altri
testimoni della tua misericordia
per Gesù, il Cristo, nostro Signore.
Assemblea: Amen.
Presidente: La pace del Signore sia sempre con voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Diacono:
Scambiatevi un gesto di riconciliazione e di pace.
I confessori si distribuiscono nei luoghi predisposti, dove
accogliere i penitenti.
RINGRAZIAMENTO
Diacono:
L’acqua uscita dal costato trafitto di Cristo
è segno dello Spirito donato
come forza di vita nuova, di vita secondo il Vangelo.
Ringraziamo e benediciamo Dio
e lasciamoci guidare dalla potenza dello Spirito Santo
per produrre frutti di conversione.
Presidente: Dio nostro Padre, è una gioia per noi renderti gloria
in questo nuovo tempo della grazia,
per Gesù Cristo nostro Signore.
16
Assemblea: Benedetto sii tu per il tuo Figlio
i cui occhi di uomo sono stati attratti
dal deserto della Giudea:
attraverso Lui tu ci mostri il cammino della Pasqua
e attraverso il suo spirito ci dai la forza
di seguirlo nel deserto.
Presidente: La tua gloria offerta a noi, che siamo pellegrini,
la crediamo presente sul nostro cammino
anche se non brilla più come nel giorno del Tabor.
Assemblea: Per noi, come per tanti uomini, essa è luce fuggitiva
invito a camminare incessantemente
e sempre più lontano
sulle nostre terre di esodo.
Presidente: Attraverso Gesù ci fai uscire dalle terre di schiavitù
per condurci verso la terra nella quale l’uomo
porta frutto illuminato dalla tua luce.
Assemblea: Tu conosci la sincerità del nostro impegno
e la miseria del nostro cuore quando ci perdiamo:
fa’ che siamo come alberi generosi
che attingono nella buona terra la linfa dello Spirito.
Presidente: Padre, sii benedetto, tu che ci vieni incontro:
per quanto lontano siamo andati,
il tuo sguardo ci ha seguiti,
lentamente la tua luce ci ha ricondotti
verso l’unica sorgente che può saziarci.
Assemblea: Il tuo Spirito ha aperto i nostri occhi
sulla felicità della tua casa
e siamo ritornati verso di te:
sii lodato per la festa che prepari
quando uno dei tuoi figli ritorna alla vita.
17
Presidente: Tu vuoi fare di noi, uomini e donne rigenerati,
con gli occhi rivolti verso il futuro
e non più verso il passato.
Tu ci conosci meglio di noi stessi:
sulla sabbia delle nostre esistenze
tu potresti disegnare tanti sentieri
lungo i quali i nostri passi si sono persi.
Assemblea: Sii benedetto per i cuori misericordiosi.

ORAZIONE CONCLUSIVA E BENEDIZIONE
Presidente: O Padre, con il dono del tuo amore
ci riempi di ogni benedizione,
trasformaci in creature nuove,
per essere preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
Assemblea: Amen.
Presidente: Il Signore sia con voi.
Assemblea: E con il tuo Spirito.
Presidente: Il Signore ravvivi il dono che è in voi
e vi conceda uno Spirito di forza, amore, sapienza.
Vi benedica Dio onnipotente,
Padre e  Figlio e Spirito Santo.
Assemblea: Amen.
Diacono:
Il Signore vi ha perdonato. Andate in pace.
Assemblea: Rendiamo grazie a Dio.
18
CANTO FINALE
Vergin Santa
1.
Vergin Santa che accogli benigna
chi t’invoca con tenera fede,
volgi uno sguardo dall’alta tua sede
alle preci di un popol fedel;
deh proteggi fra tanti perigli
i tuoi figli Regina del ciel,
deh proteggi fra tanti perigli
i tuoi figli Regina del ciel.
2.
Tu che gli angeli un giorno vedesti
là sul Golgota piangerti accanto,
ora asciuga dei miseri il pianto
col materno purissimo vel;
deh proteggi fra tanti perigli
i tuoi figli Regina del ciel,
deh proteggi fra tanti perigli
i tuoi figli Regina del ciel.
19
__________________________
pro manuscripto
a cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano e del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi
Via Altabella, 6 - 40126 Bologna - tel. 051.64.80.777 - fax 051.235.207
posta elettronica: [email protected]
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