Rubrica della Commissione “Evangelizzazione e Famiglia”
della Parrocchia di San Gioacchino
IN ATTESA DEL SINODO DEI VESCOVI SULLA FAMIGLIA/7
Il secondo gruppo di domande è intitolato “Sul matrimonio secondo la legge naturale”. Vediamo
cosa dice il Catechismo della Chiesa:
“La legge naturale è la luce dell'intelligenza infusa in noi da Dio. Grazie ad essa conosciamo ciò
che si deve compiere e ciò che si deve evitare”. (San Tommaso D’Aquino Collationes in decem
praeceptis, 1) (CCC 1955)
“Presente nel cuore di ogni uomo e stabilita dalla ragione, la legge naturale è universale nei suoi
precetti e la sua autorità si estende a tutti gli uomini. Esprime la dignità della persona e pone la
base dei suoi diritti e dei suoi doveri fondamentali:« Certamente esiste una vera legge: è la retta
ragione; essa è conforme alla natura, la si trova in tutti gli uomini; è immutabile ed eterna; i suoi
precetti chiamano al dovere, i suoi divieti trattengono dall'errore. [...] È un delitto sostituirla con
una legge contraria; è proibito non praticarne una sola disposizione; nessuno poi può abrogarla
completamente ».(Cicerone, De re publica, III, 22, 33)” (CCC 1956)
“L'applicazione della legge naturale si diversifica molto; può richiedere un adattamento alla
molteplicità delle condizioni di vita, secondo i luoghi, le epoche e le circostanze. Tuttavia, nella
diversità delle culture, la legge naturale resta come una regola che lega gli uomini tra loro e ad
essi impone, al di là delle inevitabili differenze, principi comuni.” (CCC 1957)
“La legge naturale è immutabile e permane inalterata attraverso i mutamenti della storia; rimane
sotto l'evolversi delle idee e dei costumi e ne sostiene il progresso. Le norme che la esprimono
restano sostanzialmente valide. Anche se si arriva a negare i suoi principi, non la si può però
distruggere, né strappare dal cuore dell'uomo.” (CCC 1958)
Ora possiamo vedere le domande del Questionario su questo argomento e cercare di rispondere alla
luce di quanto sopra:
a) “Quale posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia a livello
istituzionale, educativo e accademico, sia a livello popolare?Quali visioni dell’antropologia
sono sottese a questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia?” Tralasciando la
seconda domanda, che mi sembra più per esperti della materia, vorrei sottolineare che la mia
visione è che non ci sia molto posto nella cultura attuale, sia a livello istituzionale che
educativo, al concetto di legge naturale, oppure i mass media non ne trattano in quanto non
lo reputano un argomento fondamentale. Il tentativo attuale mi sembra quello paventato da
Cicerone cioè quello di sostituirla, se non di abrogarla.
b) “Il concetto di legge naturale, in relazione all’unione tra uomo e donna, è comunemente
accettato in quanto tale da parte dei battezzati in generale?” In generale direi di sì, anche se
ci sono posizioni diversificate. Come per altre problematiche, spesso c’è uno sforzo da parte
di alcuni battezzati, di cercare una via di “mezzo”, per paura di non apparire socialmente
evoluti, per dimostrare che ciò che orienta la cultura prevalente attuale (relativismo,
individualismo e libertà assoluta) sono compatibili con il bene comune della società e con
l’essere cristiano.
c) “Come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull’unione tra l’uomo e
la donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene proposta e approfondita
negli organismi civili ed ecclesiali? Viene contestata ignorandola o cercando di imporre,
come normali, altre tipologie di unioni. Gli organismi civili ed ecclesiali, forse per paura di
avere delle contestazioni, fanno fatica a proporre qualche cosa.
d) “Se richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati non praticanti o che si dichiarino
non credenti, come affrontare le sfide pastorali che ne conseguono?” Cominciamo a
distinguere: se sono credenti, ma non praticanti, e, aggiungerei, se sono sinceri nella
richiesta, saranno anche disponibili ad affrontare una preparazione particolare, anche lunga,
per rafforzare la loro fede, per prepararsi agli eventuali sacramenti non celebrati, per
comprendere a fondo il sacramento del matrimonio e, in breve, per rincontrare Gesù. Se non
sono credenti, e non si crede al matrimonio cristiano, ci si domanda perché si vuole
celebrare una matrimonio in chiesa, matrimonio che è nullo in partenza, dal punto di vista
cristiano; ma se si crede al matrimonio cristiano, e si vuole ritrovare la fede persa e si vuole
comprendere il significato del matrimonio cristiano, allora è necessario un percorso di
evangelizzazione o ri-evangelizzazione. Credo che i pastori dovrebbero avere maggiore
libertà nel giudizio sulla situazione reale della coppia, prendere le dovute decisioni, insieme
alla coppia, e non limitarsi a qualche domanda e ritenere di aver esaurito il proprio compito
con la sottoscrizione di un modulo, che diventa una prassi solo “burocratica” per risolvere il
problema.
Cesare
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