LETTURA DEL VANGELO IN GRUPPO Le varie tappe del metodo proposto 1. Predisporsi al messaggio e preghiera iniziale Una condizione preliminare per mettersi in ascolto della parola è la creazione attorno a sé e in sé di un clima di silenzio e di pace. Ogni confronto con la Parola di Dio deve essere introdotto dalla preghiera per mettersi alla presenza di Dio e per invocare lo Spirito santo affinché disponga il nostro cuore all’ascolto. Quello Spirito che è all’origine della parola scritta è presente ora nell’ascolto e nell’interpretazione della Parola: Lo Spirito che ha guidato il cammino dalla Parola allo scritto deve ora guidare il cammino dallo scritto alla Parola. 2. Osservazione del testo Prima di tutto si tratta di leggere con attenzione il testo, mettendo in rilievo gli elementi portanti. Per questo si consiglia di leggere, con la matita in mano, sottolineando le parole che colpiscono, oppure richiamando con i segni grafici i verbi, le azioni, i soggetti, i sentimenti espressi, la parola chiave. Il brano prende così rilievo, plasticità, delineando scenari, primi piani, atteggiamenti e parole. Dopo la lettura si possono fare queste domande sul testo. - Il contesto: dov’è ambientato il brano, in quale punto del Vangelo e della vita di Gesù si colloca. - I personaggi: chi sono, che cosa fanno, quali sono i loro atteggiamenti, che cosa viene detto di ciascuno (se interagiscono con Gesù: cosa fanno verso Gesù, cosa fa Gesù con loro). - I dialoghi: cosa viene detto, da chi e a chi. - Le azioni: quali gesti significativi vengono compiuti. Questa parte del lavoro deve essere guidata con precisione dal conduttore, ma senza ridurre il lavoro in pesanti analisi logiche e grammaticali. L’obiettivo di questo lavoro è di poter possedere bene la pagina per coglierne il messaggio. 3. Capire il messaggio Una volta che la pagina del Vangelo è conosciuta e posseduta si è in grado di coglierne il messaggio, capire che cosa l’evangelista vuole conoscere. La domanda che ci si deve porre non è: Che cosa questo brano dice a me”, ma: Cosa Dio vuole rivelare di sé attraverso questo fatto, queste parole. Per capire il messaggio della pagina evangelica sono utili alcuni strumenti. Nel nostro caso suggeriamo la Bibbia di Gerusalemme e il libro di B. Maggioni “Il racconto di Marco”, Cittadella Editrice. Le domande che possono favorire questa ricerca sono: - Quale verità, quale atteggiamento di Dio l’evangelista vuol farci conoscere? - Qual è il messaggio centrale e l’insegnamento? 4. Applicazione Questo quarto momento comporta esercitare la consapevolezza che la verità, il messaggio, l’insegnamento conosciuto è per la vita. Ecco allora la domanda: Cosa dice a me? Quale messaggio, in riferimento all’oggi, viene proposto autorevolmente dal brano come Parola del Dio vivente? Nella scheda si suggeriscono due applicazioni: una personale e una comunitaria. A completamento del tema proposto dal brano del Vangelo si riportano la definizione a riguardo dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica e le considerazioni, sempre a riguardo, enunciate nella Traccia di riflessione in preparazione al Convegno Ecclesiale di Verone (16-20 ottobre 2006) “Testimoni di Gesù Cristo, speranza del Mondo”. 5. Pregare E’ la preghiera che nasce dall’ascolto della Parola. Si può far propria la preghiera che la Chiesa fa nella Messa domenicale nella quale si proclama il Vangelo in esame, o può essere la preghiera che scaturisce spontaneamente dal cuore dei componenti del gruppo: “Signore, ti ringrazio per la verità che mi fai conoscere, per l’amore che mi dimostri … Donami il tuo Spirito …”. Questa preghiera si concentra nella lode, nel ringraziamento e si può esprimere anche in richiesta di perdono e di luce. Conclusione Si può ricordare quanto i rabbini insegnavano sull’ascolto della Parola: “La Parola deve passare dall’orecchio al cuore, dal cuore alla bocca (ringraziamento), dalla bocca ai piedi (camminare secondo la Parola, in maniera che tutta la persona sia coinvolta). San Giacomo ha scritto nella sua lettera: “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi” (Gc 1,22).