CAPITOLO 9
Sant’Agostino
Il centro della speculazione di Agostino coincide col centro della sua personalità. L’atteggiamento della confessione non
è limitato solo allo scritto famoso, ma è il suo atteggiamento costante. Egli dichiara di non volere conoscere altro che
l’anima e dioe si mantiene costantemente fedele a questo programma. In questa radicale interiorizzazione della ricerca
filosofica Agostino si richiama ai neoplatonici e specialmente a Plotino.
La ricerca agostiniana si radica nella religione:Dio solo determina in guida la ricerca umana sia come speculazione sia
come azione: la speculazione è fede nella rivelazione e l’azione e grazia concessa da Dio.
Aurelio Agostino nacque nel 354 a Tagaste nell’Africa romana.suo padre era pagano, sua madre Monica cristiana, ed
esercitò sul figlio una profonda influenza. Durante la sua adolescenza condusse un periodo di vita disordinata che criticò
nelle confessioni. Coltivò gli studi classici e verso 19 anni lesse l’Ortensio di Cicerone,1’esortazione alla filosofia che lo
indirizzò alla ricerca filosofica. Nel 374 alberi alla setta dei manichei e cominciò a insegnare retorica sino a 29 anni
conducendo una vita frivola di cui si pentì in seguito. A 26 anni compose il suo primo libro sul bello sul conveniente
andato perduto. A 20 anni si recò a Roma e dopo un anno a Milano dove divenne insegnante di retorica. Grazie al vescovo
Ambrogio si avvicinò al cristianesimo. La lettura degli scritti di Plotino e la traduzione di Mario Vittorino, retore che si
era convertito al cristianesimo, forni ad Agostino l’orientamento definitivo. Nel 368 Agostino lascia l’insegnamento e si
ritira in una villa in meditazione da cui nascono le sue prime opere: contro gli accademici, sull’ordine, sulla beatitudine,
soliloqui. Nel 387 riceve il battesimo da Ambrogio e capisce che la sua missione è quella di diffondere la sapienza
cristiana in patria. A Ostia nell’attesa dell’imbarco muore la madre. Da quel momento la vita di Agostino è una ricerca
della verità e una lotta contro l’errore. Diventa prete di Tagaste il vescovo di Ippona. Dopo il sacco di Roma Agostino
per rispondere alle accuse dei pagani compose la città di Dio. Morì nel 430 durante l’assedio delle truppe di Genserico. Le
sue principali opere sono le confessioni e la città di Dio.
Nei soliloqui Agostino dichiara che desidera conoscere Dio e l’anima. Ma cercare l’anima significa cercare Dio. In
questo sforzo verso Dio ragione e fede sono strettamente unite è in grado di collaborare rafforzarsi a vicenda. La teoria
di Agostino è sintetizzata nella frase: credi per capire e capisci per credere.Agostino dice che per far filosofia trovare la
verità è indispensabile credere. Ragione e fede sono due facce diverse del rapporto dell’uomo con Dio. L’oggetto della
ricerca di Agostino è l’uomo l’io, ossia la versione della sua singolarità e nella sua apertura a Dio.
Contro lo scetticismo Agostino sostiene che non è possibile dubitare su tutto, inoltre non si può dubitare della verità
poiché il dubbio presuppone un rapporto con la verità. L’uomo non è lui stesso la verità, egli è ricercatore della verità. E
se è immutabile e perfetta e possiede totalmente sé medesima, mentre l’uomo è in perfetto e mutevole; quindi la verità è
Dio. Nella teoria dell’illuminazione Agostino sostiene l’uomo non possiede la verità ma la riceve da Dio, che illumina la
nostra mente permettendole di apprendere. Agostino come Platone nella sua teoria della conoscenza come reminiscenza
ritiene che nelomo esistano delle verità o criteri di giudizio he non derivano dall’esperienza ma da Dio. La verità non è la
ragione cioè l’uomo, ma la legge della ragione.
La verità non sta nelle cose ma nell’uomo che giudicalo; ritornare a se stessi e rinchiudersi nella propria interiorità
significa aprirsi alla verità e a Dio.
Per Agostino Dio è essere, verità trascendenza rivelazione padre e logos. Dio si rivela come trascendenza all'uomo, ciò
vuol dire che egli non è essere se non in quanto è insieme manifestazione di sé come tale, cioè verità, egli non è padre se
non in quanto insieme al figlio, che è verbo e Logos. Lo spirito Santo è amore, ma anche Dio è amore, amare Dio
significa amare l'amore; l'uomo perciò non può amare Dio se non ama gli altri uomini. L'amore fraterno tra gli uomini non
solo deriva da Dio ma è Dio stesso.
Non è possibile cercare Dio se non cercando nella propria interiorità, l'uomo non può cercare Dio se egli non lo
chiama a sé, poiché Dio nella sua trascendenza è la condizione della sua ricerca; egli è, la condizione dei rapporti. Dio è
l'amore e rende possibile ogni amore.
La possibilità di cercare Dio e di amarlo è nella stessa natura dell'uomo. L'uomo è, conosce e ama, come Dio è essere, il
padre, intelligenza, il figlio e amore, lo spirito Santo. Infatti l'uomo è composto dire facoltà: la memoria l'intelligenza e
la volontà o l'amore. Per questo l'uomo è immagine di Dio; ciò significa che l'uomo può cercare Dio e amarlo e
rapportarsi con lui. L'uomo nasce come un uomo vecchio ovvero l'uomo esteriore o carnale che vive ma non si rapporta
Dio; ma l'uomo può scegliere di diventare uomo nuovo o spirituale, ovvero rinascere rapportandosi a Dio. La vera scelta
è quella di diventare uomo nuovo; la rinuncia invece è peccato, poiché il peccato non è una realizzazione ma una
defezione, è causa deficiente, è la rinuncia a ciò che è giusto per adattarsi a ciò che è inferiore.
Dio è dunque il creatore di tutto, dal nulla Dio ha creato tutto attraverso il logos; esso ha in sé le idee, le forme o
ragioni immutabili delle cose, le idee sono eterne e da esse si sono formate tutte le cose. L'ordine del mondo è garantito
dalle ragioni seminali che, implicite nella mente divina, determinano, nell'atto della creazione, la divisione e
l'ordinamento delle cose singole. Prima della creazione non c'era tempo, non c'era un prima e non ha senso domandarsi
che cosa facesse Dio allora. In Dio nulla è passato, nulla è futuro perché il suo essere è immutabile, è un presente
eterno. Agostino dice che il tempo nell'anima: il futuro non c'è ancora, ma c'è nell'attesa delle cose future; il passato non
c'è più, ma rimane nella memoria delle cose passate. il presente è l'attenzione alle cose presenti.Dunque il tempo trova
nell'anima la sua realtà.
© Federico Ferranti S.T.A.
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