8 Febbraio 2010
FOURVIERE: BASILICA DI NOTRE DAME
Celebrazione Eucaristica nella memoria di “Maria Vergine,
Regina degli Apostoli”
(canto d’ingresso)
* Chi è mia madre? Chi è mio fratello?
Chi custodisce ogni mia parola.
rit.
Chi crede in me donerà la vita,
chi accoglie il Padre donerà l'amore.
* Vieni a Cana, troverai Maria;
vieni alla festa, troverai la gioia. Rit.
* Vieni al Calvario, dove Cristo muore;
sali alla croce, troverai Maria. Rit.
* Vieni tra noi, vieni nella Chiesa:
qui c'è una Madre che ti accoglierà. Rit.
Dagli Atti degli Apostoli
1, 12-14
Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a
Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a
Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in
città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e
Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e
Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo.
Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con
alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.
Al compiersi della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello
stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di
vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si
trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano
e si posavano su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di
Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo
Spirito dava loro il potere d’esprimersi.
Parola di Dio.
1
Rit. al Salmo responsoriale:
Di te si dicono cose stupende, città di Dio.
* Le sue fondamenta sono sui monti santi;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. Rit.
* Di te si dicono cose stupende, città di Dio.
Si dirà di Sion: “L’uno e l’altro è nato in essa
e l’Altissimo la tiene salda”. Rit.
* Il Signore scriverà nel libro dei popoli: “Là costui è nato”.
E danzando canteranno: “Sono in te tutte le mie sorgenti”. Rit.
Alleluia, alleluia.
Addolorata presso la croce del Signore nostro Gesù Cristo
stava Maria, regina e signora del mondo.
Alleluia
Dal Vangelo secondo Giovanni
19, 25-27
In quell’ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella
di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora,
vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava,
disse alla madre: “Donna, ecc il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo:
“Ecco la tua madre!” E da quel momento il discepolo la prese nella
sua casa.
Parola del Signore.
(canto di offertorio)
Dio dell’universo, o fonte di bontà:
il pane che ci doni lo presentiamo a te.
E’ frutto della terra, è frutto del lavoro:
diventi sulla mensa il cibo dell’amor.
Dio dell’universo, o fonte di bontà:
il vino che ci doni lo presentiamo a te.
E’ frutto della vite, è frutto del lavoro:
diventi sulla mensa sorgente di unità.
2
(canto di comunione)
Per questo Pane che ci hai dato, rendiamo grazie a Te, Signor.
La tua parola ha raccontato le meraviglie del tuo amor.
Rit: Grazie diciamo a Te, Gesù!
Resta con noi, non ci lasciare;
sei vero amico solo Tu!
Dalla tua mensa noi partiamo: la nostra forza Tu sarai;
e un giorno in cielo noi speriamo la gioia immensa che darai.
Rit.
(canto finale)
Sub tuum presidium confugimus, sancta Dei Genitrix:
nostras deprecationes ne despicias in necessitati bus:
sed a pericoli cunctis libera nos semper,
Virgo gloriosa et benedicta.
9 Febbraio 2010
ARS: SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY
a) adorazione eucaristica
(canto di esposizione)
Pange lingua gloriosi, Corporis mysterium.
Sanguinisque preziosi, quem in mundi pretium.
Fructus ventris generosi, rex effudit gentium.
Nobis datus, nobis natus, ex intacta Virgine.
Et in mundo conversatus, sparso verbi semine.
Sui moras incolatus, miro clausit ordine.
In supremae nocte cenae, recumbens cum fratribus.
Observata lege plene, cibis in legalibus.
Cibum turbae duodenae, se dat suis manibus.
Verbum caro, panem verum, verbo carnem efficit.
Fitque sanguis Christi merum, et, si sensus deficit.
Ad firmandum cor sincerum, sola fides sufficit.
- momento di silenzio e di adorazione personale -
3
(lettore)
Da Henri Ghéon sul Curato d’Ars.
"C'era una volta in Francia, nella provincia di Lione, un piccolo
contadino cristiano che, fin dalla più tenera età, amava la solitudine
e il buon Dio. E poiché quei signori di Parigi, che avevano fatto la
Rivoluzione, impedivano alla gente di pregare, il bambino ed i suoi
genitori, andavano ad ascoltar Messa in fondo ad un granaio. I preti
allora si nascondevano e, quando li si prendeva, si tagliava loro
proprio la testa. Fu per questo che Giovanni Maria Vianney
sognava di diventare prete. Ma, se sapeva pregare, mancava però
d'istruzione. Guardava le pecore e lavorava i campi. Entrò troppo
tardi in Seminario ed inciampò in tutti gli esami. Ma le vocazioni
allora erano rare e alla fine, lo presero comunque. Fu nominato
curato d'Ars e ci restò fino alla morte. L'ultimo Curato di Francia
nell'ultimo villaggio di Francia. Ma fu interamente “un curato” e
questo non succede spesso. Lo fu così completamente che l'ultimo
villaggio di Francia ebbe il primo Curato di Francia, e la Francia
tutta intera si mise in viaggio per andarlo a vedere. Ora, egli
convertiva tutti quelli che arrivavano fino a lui e, se non fosse
morto, avrebbe convertito tutta la Francia. Guariva le anime ed i
corpi. Leggeva nei cuori come in un libro. E la Santa Vergine lo
visitava ed il demonio gli faceva i dispetti, ma non riusciva ad
impedirgli d'essere un sant'uomo. Fu promosso Canonico, poi
Cavaliere della Legione d'Onore, poi fu ritenuto un Santo. Ma,
finché visse, egli non ne capì mai il perché. E questa era la prova
più bella del fatto che egli meritava proprio quella gloria. Tutto ciò
accadeva nel secolo XIX che in Paradiso, dove si conosce il giusto
valore della gente, è chiamato il secolo del Curato d'Ars, ma la
Francia non se l'immagina neppure.
(facciamo nostro l’”Atto di amore” di S. Giovanni Maria Vianney)
Ti amo, mio Dio, e il mio desiderio è di amarti
fino all’ultimo respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti,
piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.
4
Ti amo, Signore,
e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente.
Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo,
soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente.
Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante:
ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.
Ti amo, mio divino Salvatore,
perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con te.
Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti
e sapendo che ti amo.
- momento di silenzio e di adorazione personale (pensieri del Santo Curato d’Ars alternati al canto)
Adoro te devote, latens Deitas,
quae sub his figuris vere latitas:
tibi se cor meum totum subicit,
quia te contemplans totum deficit.
Visus, tactus, gustus in te fallitur;
sed auditu solo tuto creditur.
Credo quidquid dixit Dei Filius:
nil hoc verbo veritatis verius.
In cruce latebat sola Deitas;
at hic latest simul et humanitas.
Ambo taten credens atque confitens
peto quod petivit latro paenitens.
1. Tutti gli esseri della creazione hanno bisogno di nutrirsi per
vivere; per questo il buon Dio ha fatto crescere gli alberi e
le piante; è una bella tavola ben servita dove tutti gli animali
vengono a prendere ognuno il cibo che gli conviene. Ma
anche l‘anima deve nutrirsi... Quando Dio volle dare un
nutrimento alla nostra anima, per sostenerla nel
pellegrinaggio della vita, Egli pose il suo sguardo sulla
5
creazione e non trovò nulla che fosse degna di lei. Allora si
ripiegò su se stesso e decise di dare se stesso… O anima
mia, quanto sei grande, dal momento che soltanto Dio può
appagarti!
2. Quando Nostro Signore viene ad abitare in un’anima, è
contento e riempie l’anima di gioia e di felicità e le
comunica quell’amore generoso di fare tutto e di soffrire
tutto per piacergli. Non dite che non ne siete degni. È vero:
non ne siete degni, ma ne avete bisogno. Se Nostro Signore
avesse avuto in mente il nostro esser degni, non avrebbe
mai istituito il suo sacramento d’amore, perché nessuno al
mondo ne è degno, ma Egli pensava ai nostri bisogni e ne
abbiamo tutti bisogno.
3. Gesù ha detto: «Tutto ciò che domanderete al Padre mio
in mio nome, egli ve lo concederà». Mai avremmo pensato
di chiedere a Dio il suo unico Figlio. Tuttavia ciò che
l’uomo non avrebbe mai potuto immaginare, Dio l’ha fatto.
Ciò che l’uomo non può né dire né concepire e che mai
avrebbe osato desiderare, Dio, nel suo amore, l’ha detto,
concepito e realizzato. Avremmo mai osato dire a Dio di far
morire suo Figlio per noi, di darci la sua carne da mangiare
e il suo sangue da bere? Senza la divina Eucaristia, non ci
sarebbe felicità a questo mondo e la vita sarebbe
insopportabile. Quando riceviamo la santa comunione,
riceviamo la fonte della nostra gioia e felicità.
- momento di silenzio e di riflessione personale -
4. Il buon Dio vuole donarsi a noi nel sacramento del suo amore:
per questo ci ha donato un desiderio immenso che lui solo
può soddisfare... Accanto a questo bel sacramento, siamo
come una persona che muore di sete accanto ad un fiume,
quando basterebbe si piegasse per avvicinarsi all’acqua!...
Oppure come una persona che resta povera accanto ad un
tesoro, quando sarebbe sufficiente per lei allungare la mano!
6
Oh! se i cristiani potessero capire le parole di Nostro
Signore: «Malgrado la tua miseria, voglio vedere da vicino
questa bella anima che ho creato per me. L’ho fatta così
grande che solo io posso soddisfare le sue aspirazioni. L’ho
fatta così pura che solo il mio corpo può nutrirla». Figli
miei, non c’è nulla di tanto grande ed importante quanto
l’Eucaristia! Paragonate tutte le buone opere del mondo con
una comunione fatta bene: appariranno come un granello di
polvere rispetto ad una montagna.
5. Se ci rendessimo conto di quanti e quali beni sono
racchiusi nella santa comunione, nient’altro riuscirebbe ad
accontentare il nostro cuore. L’avaro non cercherebbe più i
suoi tesori, né l’ambizioso la gloria; tutti lascerebbero
questo mondo, scuotendosi di dosso la polvere e si
innalzerebbero verso il cielo. Chi fa la comunione si perde
in Dio come una goccia d’acqua nell’oceano. Non è più
possibile separarli. Se qualcuno ci chiedesse, subito dopo
che abbiamo fatto la comunione: «Che cosa portate a casa
con voi? noi potremmo rispondere; «Porto il paradiso». Un
santo diceva che noi siamo dei Porta-Dio. E proprio vero,
purtroppo, però: non abbiamo abbastanza fede. Non ci
rendiamo conto della nostra dignità. Dopo aver partecipato
alla sacra mensa eucaristica, dovremmo essere tanto felici
quanto lo sarebbero stati i magi. se avessero potuto portare
con sé il Bambino Gesù.
6. Quando facciamo la santa comunione, sentiamo qualche
cosa di straordinario, un benessere che attraversa tutto il
corpo, diffondendosi sino alle estremità. Che cos’è questo
benessere? È Nostro Signore che si propaga in tutte le parti
del nostro corpo facendole vibrare. Non possiamo non dire,
come san Giovanni; «È il Signore!». Chi non sente proprio
nulla è da compatire, non c’è dubbio. Non mi piace
l’abitudine che hanno molti di mettersi subito a leggere
dopo aver ricevuto l’Eucaristia. Oh, no! a che serve la
7
parola degli uomini quando è Dio a parlare?... Bisogna
ascoltare ciò che il buon Dio dice al nostro cuore. Prendete
un vaso pieno di liquore e tappatelo con cura: solo così
conserverete il liquore per tutto il tempo che vorrete. Allo
stesso modo, se dopo la comunione custodiste con cura
Nostro Signore nel raccoglimento, sentireste più a lungo
quel fuoco che divora e che sicuramente alimenterebbe in
voi la propensione al bene e l’avversione per il male.
(canto)
Plagas, sicut Thomas, non intueor;
Deum tamen meum te confiteor:
fac me tibi sempre magis credere,
in te spem habere, te diligere.
O memoriale mortis Domini
panis vivus, vitam praestans homini,
praesta meae mentis de te vivere,
et te illi semper dulce sapere.
Pie pellicane, Iesu Domine,
me immundum munda tuo sanguine,
cuius una stilla salvum facere
totum mundum quit ab omni scelere.
7. Figli miei, tutte le creature hanno bisogno di nutrirsi per
vivere. Anche l’anima ha bisogno di nutrirsi. In che cosa
consiste dunque il suo nutrimento? Il nutrimento dell’anima
è il corpo e il sangue di un Dio! Che bel nutrimento!
L’anima non può nutrirsi che di Dio! solo Dio può
riempirla! solo Dio può soddisfare la sua fame! ha
assolutamente bisogno del suo Dio!.. Felici le anime pure
che hanno la fortuna di unirsi a Nostro Signore per mezzo
della comunione! In cielo brilleranno come bei diamanti,
perché Dio si rispecchierà in loro.
8
8. Un’anima che ha ricevuto degnamente il sacramento
dell’Eucaristia è facilmente riconoscibile. È talmente
immersa nell’amore, talmente pervasa e cambiata da questo
sentimento che si fatica a riconoscerla nelle sue azioni e
nelle sue parole... È umile, dolce, mortificata, caritatevole e
modesta; va d’accordo con tutti. È un’anima capace dei più
grandi sacrifici. Andate quindi a far la comunione, figli
miei, andate da Gesù con amore e fiducia! andate a vivere
di lui, in modo da vivere per lui! Non dite che avete troppo
da fare. Il Salvatore non ha forse detto: «Venite a me, voi
che lavorate e siete affaticati; venite a me ed io vi darò
sollievo?». Potreste resistere ad un invito così pieno di
tenerezza e di amicizia?
9. Non dite che non ne siete degni. È vero, non ne siete degni, ma
ne avete bisogno. Se Nostro Signore avesse pensato alla
nostra dignità, non avrebbe mai istituito questo bel
sacramento d’amore, perché nessuno al mondo ne è degno,
né i santi, né gli angeli, né gli arcangeli... Egli, invece, ha
pensato ai nostri bisogni e tutti noi abbiamo bisogno del suo
corpo e del suo sangue. Non dite che siete peccatori, che
siete troppo miserabili e che per questo motivo non osate
accostarvi a questo sacramento. Vorrei proprio vedere se sa
reste capaci di dire che siete troppo malati e che per questo
motivo non volete provare alcun rimedio, né chiamare un
medico.
- momento di silenzio e di riflessione personale -
10. Che cosa fa Nostro Signore nel sacramento del suo
amore? Egli ci dona il suo buon cuore per dimostrarci il suo
amore. Questo cuore emana una tale tenerezza e
misericordia da travolgere come un fiume in piena tutti i
peccati del mondo. Dopo aver ricevuto i sacramenti, quando
sentiamo l’amore di Dio diminuire, facciamo subito la
comunione spirituale!... Quando non possiamo andare in
9
chiesa, volgiamoci verso il tabernacolo. Non ci sono muri
che fermino il buon Dio. Noi possiamo ricevere il buon Dio
soltanto una volta al giorno; un’anima infiammata d’amore
è paga del desiderio di riceverlo continuamente Figli miei
se ci rendessimo conto del valore della santa comunione,
eviteremmo le più piccole colpe per avere la fortuna di farla
più spesso. Conserveremmo la nostra anima sempre pura
agli occhi di Dio...
11. Quando siamo di fronte il Santissimo Sacramento,
anziché guardare in giro, chiudiamo gli occhi ed apriamo il
cuore: il buon Dio aprirà il suo, Noi andremo a lui ed egli
verrà a noi, noi per chiedere e lui per ricevere; sarà come un
respiro che passa dall’uno all’altro. La comunione ha
sull’anima lo stesso effetto di un colpo di soffietto su un
fuoco che comincia a spegnersi, ma dove c’è ancora molta
brace: si soffia e il fuoco si ravviva. Dopo che abbiamo
fatto la comunione, l’anima viene a trovarsi nel balsamo
dell’amore come l’ape tra i fiori. Nel giorno del giudizio,
vedremo brillare la carne di Nostro Signore attraverso il
corpo glorioso di coloro che l’avranno ricevuto degnamente
sulla terra, come si vede brillare dell’oro in mezzo al rame o
dell’argento in mezzo al piombo.
(canto)
Iesu, quem velatum nunc aspicio,
oro fiat illud quod tam sitio:
ut te revelata cernens facie,
visu sim beatus tuae gloriae. Amen.
(lettore)
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti
4, 1-16
Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e
amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli
amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però, poco
importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io
10
neppure giudico me stesso, perché anche se non sono consapevole
di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il
Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo,
finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre
e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua
lode da Dio. Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di
esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle
nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate
d'orgoglio a favore di uno contro un altro. Chi dunque ti ha dato
questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia
ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi
ricevuto? Gia siete sazi, gia siete diventati ricchi; senza di noi gia
siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi
potremmo regnare con voi. Ritengo infatti che Dio abbia messo
noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché
siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi
stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti;
voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la
fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando
di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani.
Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati,
confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il
rifiuto di tutti, fino ad oggi. Non per farvi vergognare vi scrivo
queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste
infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo
molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù,
mediante il vangelo. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!
MEDITAZIONE DEL VESCOVO
(guida)
Il testo del prossimo canto apre uno squarcio di confidenza, umile e
fiduciosa insieme, ben sorretta dalla musica di Sibelius che ripete
un antico corale cristiano. Invita innanzitutto a raccogliersi davanti
al Tabernacolo in adorazione piena di fede e di gratitudine per
quanto il Padre dona a tutti gli uomini e a ciascuno di noi in
particolare. La confidenza nel Suo Amore e nella Sua Santità apre
11
la porta alla la speranza, che è la certezza che Gesù ha portato al
mondo la Salvezza e ci ha aperto la strada della vita eterna.
(canto)
Con te Gesù, raccolti qui sostiamo;
crediamo in te, che sei la verità.
Per te Gesù, rendiamo grazie al Padre,
speriamo in te, immensa bontà.
In te Gesù, abbiamo la salvezza: amiamo te, o Dio con noi.
Un giorno a te verremo o Signore;
l’eternità germoglierà in noi.
Verremo a te provati dalla vita,
ma tu sarai salvezza per noi.
Sia lode a te, Signore della vita, sia lode a te, o Dio con noi.
(guida)
In un corso di Esercizi spirituali, l'allora ausiliare di Milano Attilio
Nicora, trattando della "paura" che il prete può sentire in certi
momenti e in certi ambienti per la sua inadeguatezza, diceva tra
l'altro: "… negli anniversari del nostro presbiterato, sarebbe bello
riprendere in mano il rito dell'ordinazione per meditarlo. E qualche
volta, quando siamo logorati, quando tutto appare svilito
all'orizzonte e ci si chiede come mai è capitato proprio a noi di
dovere fare il prete, sarebbe bello mettersi in ginocchio e ritirare
fuori le litanie dei Santi per invocare la loro intercessione; e
chiedere che nonostante tutto il Signore assista noi peccatori…
conforti e illumini i sacerdoti e tutti i ministri del Vangelo… E
nonostante si sia stanchi, tentati di piantar lì tutto: «benedica,
santifichi, consacri questi suoi eletti».
E' quello che vogliamo fare ora ricordando quei momenti
chiedendo ancora a «Gesù, Figlio del Dio vivente, ascolta la nostra
supplica».
- ci alziamo -
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Santa Maria, Madre di Dio
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
prega per noi
12
Santi Angeli di Dio
San Giovanni Battista
San Giuseppe
Santi patriarchi e profeti
Santi Pietro e Paolo
Santi Apostoli ed Evangelisti
Santi discepoli del Signore
Santo Stefano
Sant’Ignazio di Antiochia
San Lorenzo
Santi martiri di Cristo
Sant’Agostino
Santi Cirillo e Metodio
San Benedetto
San Francesco
San Domenico
San Francesco Saverio
San Giovanni Maria Vianney
Sant’Omobono
Santa Caterina da Siena
Santa Teresa di Gesù
Santi e sante di Dio
Nella tua misericordia
salvaci, o Signore
Da ogni male
Da ogni peccato
Dalla morte eterna
Noi, peccatori, ti preghiamo
ascoltaci, o Signore
Conforta e illumina la tua santa Chiesa
Proteggi il Papa, i vescovi, i sacerdoti
e tutti i ministri del Vangelo
Benedici e santifica questi tuoi eletti
Manda nuovi operai nella tua messe
Dona al mondo intero la giustizia e la pace
Aiuta e conforta tutti coloro
che sono nella prova e nel dolore
13
Custodisci e conferma nel tuo santo servizio, noi
e tutto il popolo a te consacrato
Gesù, Figlio del Dio vivente, ascolta la nostra supplica
Gesù, Figlio del Dio Vivente, ascolta la nostra supplica
(celebrante)
Padre santo, nel disegno della tua provvidenza ci hai chiamati a
servire il tuo popolo come annunciatori del Vangelo e dispensatori
dei santi misteri. Ravviva in noi il dono dello Spirito che ci è stato
trasmesso mediante l'imposizione della mani del Vescovo, perché
nella totale adesione alla tua volontà possiamo portare con gioia
sempre più grande il peso e la grazia della missione ricevuta
nell'imitazione di Cristo, sommo sacerdote. Fa di tutta la nostra vita
un'offerta pura per il calice prezioso che hai posto nelle nostre
mani, per renderti grazie con l'assemblea dei fedeli e magnificare
con Maria, vergine e madre, le meraviglie del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
(canto)
Tantum ergo Sacramentum veneremur cernui:
et antiqum documentum novo cedat ritui;
praestet fides supplementum sensuum defectui.
Genitori Genitoque laus et iubilatio,
salus honor virtus quoque sit et benedictio;
procedenti ab utroque compar sit laudatio. Amen.
- il celebrante imparte la benedizione eucaristica (invocazioni alternate tra celebrante e assemblea)
Benedetto sei tu, Dio immenso e misterioso,
dolce e discreto, umile e mite
che ami tutto quanto le tue mani hanno creato.
Benedetto dagli uomini e dagli angeli,
dal piccolo fiore e dalle immense montagne.
Dalle stelle senza numero e dal nostro pianeta.
Benedetto sei tu, Gesù, chiamato Figli di Dio
Dio vero da Dio vero, generato e non creato
Che ti sei fatto uomo nel grembo di Maria
14
Benedetto per il tuo Vangelo di pace,
per il pane spezzato e il vino condiviso
e per tutte le chiese che ora sono il tuo corpo.
Benedetto sei tu Spirito, che sei Signore e dai la vita,
che insieme al Padre e al Figlio sei adorato
e hai parlato per mezzo dei profeti.
Benedetto sei tu, per la gioia intima di Dio
E per la gioia con cui Dio ci colma
E per la vita divina ora in eterno abita in noi.
Il Signore ci benedica,
ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.
(canto finale)
Santa Chiesa di Dio che cammini nel tempo,
il Signore ti guida, Egli è sempre con te.
Cristo vive nel cielo, nella gloria dei santi;
Cristo vive nell’uomo e cammina con noi,
per le strade del mondo verso l’eternità.
b) S. Messa nella memoria di S. Giovanni M. Vianney
(canto d’ingresso)
Rit: Lo Spirito
del Signore è su di me;
lo Spirito del Signore mi ha consacrato;
lo Spirito del Signore oggi mi manda
per annunziare la pace e la gioia.
* Lo Spirito del Signore mi ha scelto
per annunziare la buona novella ai poveri;
esulto di gioia in Dio, mio Salvatore! Rit.
* Lo Spirito del Signore mi ha scelto
per dar conforto a tutti i cuori afflitti:
15
esulto di gioia in Dio, mio Salvatore!
* Lo Spirito del Signore mi ha scelto
per celebrare il suo amore tra i popoli:
esulto di gioia in Dio, mio Salvatore!
Rit.
Rit.
Dal libro del profeta Ezechiele
3,16-21
In quei giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio
dell'uomo, ti ho posto per sentinella alla casa di Israele. Quando
sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte
mia. Se io dico al malvagio: Tu morirai ! e tu non lo avverti e non
parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva,
egli, il malvagio morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io
domanderò conto a te. Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non
si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli
morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato. Così, se il giusto si
allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, io porrò un
inciampo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l'avrai
avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui
compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui
domanderò conto a te. Se tu invece avrai avvertito il giusto di non
peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e
tu ti sarai salvato».
Parola di Dio.
Rit. al Salmo responsoriale: Benedici il Signore, anima mia.
Salmo 102
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici. Rit.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia. Rit.
Egli sazia di beni i tuoi giorni
16
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore. Rit.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno;
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe. Rit.
Alleluia, alleluia.
Il Signore rende giustizia agli oppressi,
rialza chi è caduto, guarisce i cuori affranti. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Matteo
9, 35 - 10, 1
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi,
insegnando nelle sinagoghe, predicando il vangelo del regno e
curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì
compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza
pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe é molta, ma gli
operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che
mandi operai nella sua messe». Chiamati a sé i dodici discepoli,
diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni
sorta di malattie e d'infermita.
Parola del Signore.
(canto di offertorio)
Nulla con te mi mancherà, rifiorirà questa mia vita.
Accanto a te grazia e bontà, serenità, pace infinita.
Pascoli ed acque troverò; camminerò per il tuo amore.
La notte più non temerò; ti seguirò: sei buon Pastore!
I miei nemici vincerai, mi mostrerai la tua alleanza.
Con olio il capo mi ungerai, mi sazierai con esultanza.
Vivi con me, sei fedeltà: felicità del mio destino!
Insieme a te, l’eternità avanza già sul mio cammino.
(canto di comunione)
Pane di vita nuova, vero cibo dato agli uomini,
17
nutrimento che sostiene il mondo, dono splendido di grazia.
Tu sei sublime frutto di quell’albero di vita
Che Adamo non poté toccare: ora è Cristo a noi donato.
Rit: Pane della vita, sangue di salvezza,
vero corpo, vera bevanda, cibo di grazia per il mondo.
Vero corpo di Cristo tratto da Maria Vergine,
dal tuo fianco doni a noi la grazia, per mandarci tra le genti.
Dai confini del mondo da ogni tempo e ogni luogo
Il creato a te renda grazie, per l’eternità ti adori. Rit.
Preghiera a san Giovanni Maria Vianney
Santo Curato d’Ars,
tu hai fatto della tua vita un’offerta totale a Dio per il servizio
degli uomini. Che lo Spirito Santo, per la tua intercessione, ci
conduca a rispondere oggi, senza debolezza, alla nostra
vocazione personale.
Tu sei stato un assiduo adoratore di Cristo nel Tabernacolo.
Insegnaci ad avvicinarci con fede e rispetto all’Eucaristia, a
gustare la presenza silenziosa di Gesù nel Santissimo
Sacramento.
Tu sei stato l’amico dei peccatori. Tu dicevi loro: “Le vostre
colpe sono come un granello di sabbia rispetto alla grande
montagna della misericordia di Dio”. Sciogli i legami della
paura che talvolta ci tengono lontani dal perdono di Dio.
Aumenta in noi il pentimento per le nostre colpe. Mostraci il
vero volto del Padre che attende instancabilmente il ritorno del
figliol prodigo.
Tu sei stato il sostegno dei poveri: “Il mio segreto è molto
semplice:dare tutto senza conservare niente”. Insegnaci a
condividere con quelli che sono nel bisogno, rendici liberi
riguardo al denaro e a tutte le false ricchezze.
Tu sei stato un figlio affettuoso della Vergine Maria, “il tuo più
vecchio amore”. Insegnaci a pregarla con la semplicità e la
fiducia di un bambino.
18
Tu sei diventato il testimone esemplare dei Parroci
dell’universo. Che la tua carità pastorale conduca i pastori a
ricercare la vicinanza con tutti, senza preferenze. Ottieni loro
l’amore per la Chiesa, lo slancio apostolico, la solidità nelle
prove.
Ispira ai giovani la grandezza del ministero sacerdotale e la
gioia di rispondere alla chiamata del buon Pastore.
Santo Curato d’Ars, sii tu il nostro intercessore presso Dio.
Amen.
(canto finale)
Lodate Dio, schiere beate del cielo,
lodate Dio, genti di tutta la terra:
cantate a lui, che l'universo creò,
somma sapienza e splendore.
Lodate Dio uno e trino Signore,
lodate Dio, meta e premio dei buoni:
cantate a lui, sorgente d'ogni bontà,
per tutti i secoli. Amen.
10 Febbraio 2010
PARAY LE MONIAL: BASILICA DEL SACRO CUORE
Celebrazione Eucaristica
(canto d’ingresso)
O fonte dell’amore, o immensa carità,
o Spirito che regni per sempre in ogni età.
A te con gioia canti chi vive e crede in te;
innalzi lodi e inni chi t’ama e spera in te.
19
Tu sei pastore e guida di questa umanità:
i popoli del mondo raccogli in unità!
A te con gioia canti chi vive e crede in te;
diffonda la Parola chi t’ama e spera in te.
Dal libro del profeta Ezechiele
43, 11-16
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e
ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge
quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse,
così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i
luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella
loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte
le praterie della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro
ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e
avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. Io stesso condurrò le
mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore
Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile
quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò
cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia».
Parola di Dio.
Rit. al Salmo responsoriale:
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Salmo 22
Su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome. Rit.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
20
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. Rit.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca. Rit.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni. Rit.
Alleluia, alleluia
Prendete il mio giogo sopra di voi,
e imparate da me che sono mite e umile di cuore. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca
15, 3-7
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa,
chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho
trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più
gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione».
Parola del Signore.
(canto di offertorio)
Rit: Dov’è carità
e amore, qui c’è Dio.
* Ci ha riuniti tutti insieme Cristo Amore:
godiamo esultanti nel Signore.
Temiamo e amiamo il Dio vivente
e amiamoci tra noi con cuore sincero. Rit.
* Chi non ama resta sempre nella notte
e dall’ombra della morte non risorge.
Ma se noi camminiamo nell’amore
21
noi saremo veri figli della luce.
Rit.
(canto di comunione)
Lauda Sion Salvatore, lauda ducem et pastorem
in hymnis et canticis.
Rit. Sit laus plena, sit sonora, sit jucunda,
sit decora mentis jubilatio.
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat.
Ecce panis Angelorum factus cibus viatorum
non mittendus canibus. Rit.
(canto finale)
Sacro Cuor d’amor ferito, d’amor santo i cuori accendi
e partecipi li rendi della Manna tua vital.
O d'amor inclita fonte, d'acqua limpida sorgente,
carità hai sempre ardente espiatrice d'ogni mal.
Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch'io t'ami sempre più. (bis)
11 Febbraio 2010
ANNECY: BASILICA DELLA VISITAZIONE
S. Messa nella memoria di san Francesco di Sales.
(canto d’ingresso)
Salga a te, Signore, l'inno della Chiesa
l'inno della fede che ci unisce in te.
Sia gloria e lode alla Trinità,
22
Santo, santo, santo, per l'eternità.
Una è la fede, una la speranza,
uno è l'amore che ci unisce a te.
L'universo canta: Lode a te, Gesù!
Gloria al nostro Dio, gloria a Cristo Re.
Venga il tuo regno, regno di giustizia,
regno della pace, regno di bontà.
Torna, o Signore, non tardare più;
compi la promessa: Vieni, o Gesù!
Dalla lettera di san Paolo, apostolo agli Efesini
3, 8-12
Fratelli, a me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa
questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze
di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore
dell'universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della
Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio,
secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio
per la fede in lui.
Parola di Dio.
Rit. al Salmo: Annunzierò ai fratelli l’amore del Signore.
Salmo 88
Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre»;
la tua fedeltà è fondata nei cieli. Rit.
Dice il Signore: «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
23
stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli». Rit.
Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza.
La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza. Rit.
Rit.
Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni
10, 11-16
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore
offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e
al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un
mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo
condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e
un solo pastore».
Parola del Signore.
(canto di offertorio)
Sei tu, Signore il Pane, Tu Cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova, sei vivo in mezzo a noi.
E’ Cristo il Pane vero, diviso qui fra noi:
formiamo un solo corpo e Dio sarà con noi.
Sei Tu, Signor, l’Amore che genera unità
e fa di noi la Chiesa unita in carità.
(canto di comunione)
24
Eleviamo a Dio il nostro gioioso inno di ringraziamento per il dono
del sacerdozio ministeriale che, pur nella nostra indegnità, Egli ci
ha concesso:
Te Deum laudamus: * te Dominum confitemur.
- Te aeternum Patrem, * omnis terra veneratur.
Tibi omnes angeli, * tibi caeli et universae potestates:
- tibi chérubim et séraphim, * incessabili voce proclamant:
Sanctus, Sanctus, Sanctus, *Dominus Deus Sabaoth.
- Pleni sunt caeli et terra * maiestatis gloriae tuae,
Te gloriosus * Apostolorum chorus,
- te prophetarum * laudabilis numerus,
te martyrum candidatus * laudat exercitus.
- Te per orbem terrarum * sancta confitetur Ecclesia,
Patrem * imménsae maiestatis;
- venerandum tuum verum * et unicum Filium;
Sanctum quoque * Paraclitum Spiritum.
- Tu rex gloriae, * Christe.
Tu Patris * sempiternus es Filius.
- Tu, ad liberandum suscepturus hominem, *
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo, *
aperuisti credentibus regna caelorum.
- Tu ad déxteram Dei sedes, * in gloria Patris.
Iudex créderis * esse venturus.
- Te ergo quaésumus, tuis famulis subveni, *
quos pretioso sanguine redemisti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in gloria numerari.
(canto finale)
Rit: Ti esalto,
Dio, mio Re, canterò in eterno a Te:
io voglio lodarti, Signor, e benedirti, alleluia.
Il Signore è degno di ogni lode,
non si può misurar la sua grandezza,
ogni vivente proclama la sua gloria,
la sua opera è giustizia e verità. Rit.
25
26