LINEA DEL TEMPO I-II SEC. IMPERO ROMANO 31 a.C. -14 AUGUSTO 14-37 TIBERIO 37-41 CALIGOLA 41-54 CLAUDIO 54-68 NERONE 69—79 VESPASIANO 79-81 TITO 81-96 DOMIZIANO II SEC: BEATISSIMUS SAECULUM GLI IMPERATORI DI ADOZIONE 96 -98 NERVA Fu l'ultimo imperatore italico sia di nascita che di famiglia. Di rango senatorio,era stato console durante l'impero di Vespasiano nel 71 e con Domiziano nel 90. Quando fu organizzata la congiura contro Domiziano, Nerva acconsentì a divenirne il successore. Egli era molto stimato come anziano senatore ed era noto come persona mite e accorta. Alla morte di Domiziano, Nerva fu acclamato imperatore in Senato da tutte le classi concordi sul suo nome. Durante il suo regno, breve ma significativo, apportò un grande cambiamento: il "principato adottivo". Questa riforma prevedeva che l'imperatore in carica in quel momento dovesse decidere, prima della sua morte, il suo successore all'interno del senato adotta 98 -117 TRAIANO (di famiglia iberica dall’odierna Anadalusia Hispania Baetica, di rango senatorio) Dacia e tutta la Mesopotamia MAX ESPANSIONE padotta 117-137 ADRIANO(di famiglia iberica dall’odierna Anadalusia Hispania Baetica), px consolidamento vallo di Adriano riorganizz economica fonda città TIBERIO gens claudia (figlio di Livia e Claudio Nerone) Politica di risparmio 14 ribellione in Germania Druso figlio di Tiberio e Germanico (figlio di Druso fratello di Augusto e forse figlio naturale di augusto (rumores tacitio) nel 16 Germanico in Oriente muore misteriosamente ad Antiochia nel 19) Voci di un complotto sospetto Muore Druso figlio di tiberio Seiano di rango equestre 27 a Capri IAnnales rivolta in Pannonia e germania Germanico II Ann vittorie di Germanico. Tiberio teme i suoi succe4ssi e lo manda in Oriente con C. Pisone. 19 d.C. muore Germanico sospetti III An processo contro Pisone tiberio attenua le sue responsabilità Pisone si uccide II An Seiano avvelena Druso figlio di Tiberio e marito di Livia dorella di Germanico. Tiberio non gli concede Livia in nozze. Ritiro di Tiberio a Capri 17d.C. V Ann frr. probably caduta e morte di Seiano VI AN frr. Muore tiberio TACITO PUBLIO O GAIO CORNELIO ESPONENTE DELLA CLASSE CHE SI AFFERMA AI VERTICI DELL’IMPERO NEL IISEC : PROVINCIALI DI ALTO RANGO SAECULUM BEATISSIMUM : 1)vengono meno gran parte delle tensioni fra SENATO(numero sempre maggiore di provinciali) e IMPERATORE (provenienti dalle classi alte provinciali) 2) ADOZIONE : TRAIANO AMPLIA , ADRIANO CONSOLIDA 55 TERNI UMBRA (Imperat Tacito IIIsec.)O GALLI A NARBONESE (cognomen Tacitus attestato EDUCAZIONE RETORICA ( FORSE LEZ DI QUINTILIANO) 77 SPOSA LA FIGLIA DI GNEO GIULIO AGRICOLA 88 PRETORE quindecemviri sacris faciundis sotto Domiziano fece attività politica LONTANO DA ROMA 97 DOPO LA MORTE DI DOMIZIANO, CONSUL SUFFETUS (laudatio funebris x Viriginio Rufo) Fece parte del consilium principis che decise l’adozione di Traiano 112 PROCONSOLE IN ASIA 117 o 120 MUORE “Dignitatem nostram a Vespasiano inchoatam (avviata) a Tito auctam a Domitiano longius profectam non abnuerim” (Hist. I,1,3) !non potrei negare che la mia carriera fu avviata sotto Vespasiano, fatta proseguire sotto Tito, e fu innalzata ulteriormente sotto Domiziano” OPERE 97-8 DE VITA ET MORIBUS IULII AGRICOLAE (AGRICOLA) 98 DE ORIGINE ET SITU GERMANORUM (GERMANIA) 100 DIALOGUS DE ORATORIBUS (a Fabio Giusto, consul 102) 100-110 HISTORIAE 12 o 14 libri(flavi DAL 69 AL 96 ; INTEGRI I-IV , parte del V e frr del resto) 112 ANNALES 16 o 18 libri (DAL 14 AL 68) 2 SPEZZONI: I-IV PARTE DEL V (dalla morte di Augusto fino alla morte di Tiberio) XI-XVI ( Claudio dal 47 e Nerone ) DIALOGUS DE ORATORIBUS 100 d.C. I modelli : DE ORATORE ORATOR (55 46 A.c.)di CICERONE DIALOGO drammatico si immagina in una cornice drammatica LA DECADENZA DELLA RETORICA Marco Apro e Giulio II (homines novi) per un’oratoria al passo coi tempi ammettono anche l’utilità della delazione Messalla (aristocratico senatore) ideali ciceroniani Materno (poeta e tragediografo) via di mezzo; dà voce a Tacito Sintesi: MARCO APRO: per la nuova oratoria spregiudicata. A favore della delazione MESSALLA: la decadenza dell’oratoria: le scuole di retorica non danno più un’adeguata istruzione filosofica a i giovani Lacuna… GIULIO II con il principato l’oratore non ha + quella libertà di parola che aveva in età repubblicana MATERNO Ma il principato è garante della stabilità LA SUA AUTENTICITA’ FU MESSA IN DUBBIO GIA’ NEL 500 DAGLI UMANISTI PER LO STILE CICERONIANO ipotesi: 1) non è suo 2) è uno scritto giovanile OGGI: 1) E’ SUO. LO STILE SI ADATTAVA AL GENERE DEL DIALOGO 2) E’ UNO SCRITTO NON GIOVANILE: a)Admodum iuvenis, quindi scrive da vecchio b) Parla di delatori sotto Domiziano (Domiziano doveva già essere caduto. Quindi scrive dopo il 96) c)) Probably lo dedica a Fabio Giusto mentre era console. 102 ________________________________-Catone l’uticense suicida nel 46 a.C. pompeiano contro Cesare DE SITU ET MORIBUS GERMANORUM 98d.C. UNICA MONOGRAFIA A CARATTERE ETNOGRAFICO DELLA LETT LATINA 46 CAPITOLI. CAP 1-27 IL PAESE E SUOI ABITA NTI CAP. 28-46 LE SINGOLE POPOLAZIONI GERMANICHE Probably usa fonti anteriori all’avanzata ddei Flavi oltreil Reno e il Danubio Fonti : Posidonio di Apamea sui celti e i germani (fonte di Livio) Cesare De bello gallico Sallustio (libro III delle Historiae) perduto Plinio il vecchio Bella Germaniae Tacito esalta il coraggio in battaglia, la semplicità dei costumi, l'alto valore dell'ospitalità e la stretta monogamia dei Germani, mettendo in contrasto tutto ciò con l'immoralità dilagante e la decadenza dei costumi romani. Ciononostante, lo storico non risparmia aspre critiche all'ubriachezza, alla pigrizia e alla barbarie di questi popoli. DA SOTTOLINEARE: SI DATA AL 98 , anno in cui Traiano si trovava nei territori germanici AGRICOLA 97-98d.C. PROEMIO VITA DI AGRICOLA E SUO CARATTERE: Gneo Publio Agricola 40 Gallia Narbonese Il padre fu messo a morte da Caligola 66-8 questore in Asia tribuno della plebe pretore 76 – 77 console 77 84 governatore in Britannia 84 richiamato da Domiziano, non ricopre cariche per 10 anni fino alla morte 93 muore forse per avvelenamento EXCURSUS GEO-ETNOGRAFICO E STORICO SULLA BRITANNIA LA CAMPAGNA MILITARE CHE CULMINA CON LA BATTAGLIA PRESSO MONTE GRAUPIO PRECEDUTA DAI DISCORSI DI CALGACO E AGRICOLA RITORNO A ROMA INVIDIA DI DOMIZIANO RIFLESSIONI DI TACITO FONTI : APPUNTI E DIARI DI AGRICOLA DE BELLO GALLICO DI CESARE OPERA COMPOSITA: LAUDATIO FUNEBRIS EXCURSUS E SEZIONI STORICHE (SALLUSTIO LIVIO) 1)compare una TEMATICA CENRALE IN TACITO : rapporto fra l’uomo politico giusto onesto e il princeps UOMINI CHE PREFERISCONO OPERARE INVECE DI SCEGLIERE UN’AMBITIOSA MORS + 1) I romani visti dai barbari e l’importanza dei pop barbarici Dovunque fanno un deserto lo chiamano pace RAPPORTI DI PARENTELA TIBERIO Tiberio apparteneva per nascita alla famiglia Claudia (figlio di Tiberio Claudio Nerone e Livia Drusilla, che aveva sposato in seconde nozze Augusto) GERMANICO nipote di Livia Drusilla , moglie di augusto e – secondo voci- figlio naturale di augusto. CALIGOLA figlio di Agrippina Maggiore e di Germanico CLAUDIO zio di Caligola e fratello di Germanico NERONE figlio di Agrippina che era la seconda moglie (dopo Messalina) di Claudio BRITANNICO secondo figlio di Messalina e Claudio IL TIRANNO IN TACITO Nerone preda delle passioni : IRA AVIDITA’ (BRAMA DI POTERE) LUSSURIA E INSIEME PREDA DI PAURA E SOSPETTO IN PREDA AL FUROR HISTORIAE la dinastia dei FLAVI 14 libri MA CI REST A SOLO LA NARRAZIONE DEL 69 Alla morte di Nerone si contesero il potere 4 imperatori OTONE VITELLIO GALBA VESPASIANO Dice Tacito “SI SCOPRI’ L’ARCANO DEL POTERE”: L’IMPERATORE NON VENIVA ELETTO A ROMA MA GLI ESERCITI PROVINCIALI I caratteri della STORIOGRAFIA TACITIANA: D’IMPIANTO MORALISTICO : fa un quadro impietoso del degrado morale di roma corruzione venire meno di valori STORIOGRAFIA TRAGICA DRAMMATICA : visione pessimistica Concezione pessimistica dell’uomo Ritratti negativi alcuni grandiosi (agrippina) altri vigliacchi (nerone) ATTENZIONE!!!! Nel proemio dice che in seguito avrebbe trattato GLI ANNI DA NERVA AD ADRIANO in cui è tornata la libertà di parola Lavorò fino al 110 all’opera 14 libri: (dal 68 morte di Nerone al 96 morte di Domiziano) Ci restano i libri 1-4 e 26 capp. Del 5 (dal 68 al 70 rivolta giudaica) I libro Galba generale a capo delle truppe in Spagna viene proclamato dai suoi soldati imperatore ma repubblicano non dà i donativi ai pretoriani adotta Pisone Otone appoggiato dai pretoriani a Roma E dalle truppe orientali, africa, DANUBIO DUE ESEMPI DI ABIEZIONE MORALE Vitellio acclamato dalle legioni in GERMANIA Galba e Pisone vengono trucidati dai pretoriani II libro In Giudeia Vespasiano è con Otone Otone sconfitto da Vitellio a Bedriaco e si uccide Vespasiano è acclamato imperatore dalle legioni in Oriente e danubiane III libro Vespasiano torna in Occidente ( sverna in Egitto ) Antonio Primo (legioni pannoniche ) affronta e sconfigge i vitelliani a Bedriaco Vitellio ripara a Roma Le truppe favorevoli a Vespasiano marciano su Roma Vitello e i suoi bruciano il Campidoglio Vitellio viene ucciso IV libro La vendetta dei sostenitori di Vespasiano e dell’esercito sui sostenitori di Vitellio In Germania si sollevano i batavi V lbro In Giudeia, partito Vespasiano, Tito si prepara a conquistare Gerusalemme . Excursus sugli ebrei Avvenimenti In Germania FONTI: Messalla memorialista Cluvio Rufo Plinio il Vecchio Il proemio: l’arcanum imperii: posse principem alibi quam Romae fieri Galba legato anacronisticamente agli ideali repubblicani Otone e Vitellio abietti ERRORI di GALBA legato alle istituzioni repubblicane non capisce l’importanza dell’esercito Crea una commissione per riprendere i donativi accordat i sotto Nerone Adotta Pisone, odiato dall’esercito ANNALES Vicende della gens giulia claudia (Ab excessu divi Augusti) San Girolamo (16 O 18 LIBRI + HISTORIAE= 30 LIBRI) LIBRI 1,2,3,4 5(frammento) 6 (parte consistente) 11 (frammenti) 12-15 ( integri) 16 ( incompleto) Prima esade: TIBERIO Seconda esade: Caligola (perduto) CLAUDIO (seconda parte del suo imperium) Terza esade: NERONE PENSIERO STORIOGRAFICO La sua interpretazione storiografica è legata ad una lettura pessimistica del presente: tramonto delle prerogative del senato e corruzione ddei costumi dilagante che coinvolge trasversalmente tutti gli strati della società romana (la plebe, l’esercito, gli aristocratici) IL PASSATO IN FUNZIONE DEL PRESENTE - TIBERIO= DOMIZIANO. Nella personalità di Tiberio tratti di quella di Domiziano LIVIA PER TIBERIO = AGRIPPINA PER NERONE = PLOTINA PER TRAIANO. Le trame di Livia per portare al trono Tiberio (morte misteriosa degli eredi più diretti) di Agrippina per Nerone prefigurano i maneggi per la successione di Traiano NERONE= ADRIANO? La posa a sovrano ellenistico amante delle arti di Nerone prefigurerebbero quelle di Adriano (Novae Voces Tacito) - LIBRI I-VI Ipocrisia di Tiberio ruère in servitium consules patres eques Un personaggio positivo: Germanico nipote di Livia moglie di Augusto il padre era forse figlio naturale di Augusto. Rifiutò il potere in Germania poi in Oriente LIBRI XI- XII Claudio e Messalina LIBRI XIII- XVI NERONE la successione secondo criterio dinastico genera un clima di trame e catene di omicidi 1) Ricorda la morte di Britannico, figlio di Messalina e Claudio LIBRO XIV Nerone si sgancia dl controllo di Seneca e Burro e uccide la madre Si lega a Poppea . uccide Ottavia. nel 62 muore Burro e Seneca si ritira a vita privata. Tigellino LIBRO XV incendio di Roma persecuzione contro i cristiani 65 pisoni Seneca e lucano LIBRO XVI uccide con un calcio Poppea . morte di Anneo Mela e Petronio. AGRIPPINA NEGLI ANNALES XIII tensioni fra agrippina e Nerone. A causa di Atte Agrippina va in escandescenze ricorda le nozze e il venenificio (di Claudio) e minaccia Britannico è quasi adulto (figlio di Messalina e Claudio) Nerone assassina Britannico Nerone travestito ruba nelle taverne zuffe un senatore, aggredito da Nerone di notte, lo respinge senza inizialmente riconoscerlo poi lo riconosce e gli viene intimato di darsi la morte. Frequenta il Ponte Milvio taverne di malaffare e postriboli. XIV Decide di ucciderla . Agrippina cerca di offrirsi al figlio come amante. I tentativo: il battello II tentativo e ultimo: assassinata da agermo e i suoi nella sua villa. DOMANDE 1) PASSATO PRESENTE pensiero storiografico e contesto storico-politico della sua epoca La sua interpretazione storiografica è legata ad una lettura pessimistica del presente: tramonto delle prerogative del senato e corruzione Le trame di Livia per portare al trono Tiberio (morte misteriosa degli eredi più diretti) di Agrippina per Nerone prefigurano i maneggi per la successione di Traiano Nella personalità di tiberio tratti di quella di domiziano La posa a sovrano ellenistico amante delle arti di Nerone prefigurerebbero quelle di Adriano(Novae Voces Tacito) 2) CONCEZIONE STORIOGRAFICA obiettività sine ira et studio (Annales) neque amore et sine odio (Histroriae) libertà (principato di Nerva e Ttraiano sentire cio che si vuole e dire cio che si sente Historiae) . Metodo storiografico “pragmatico” razionalistico tucidideo Polibio (voglio ricercare le cause degli eventi Historiae) (è necessario approfondire la conoscenza di eventi a prima vista insignificanti ma in realtà inizi di grandi cose) ciclicità (in tutto ci sia una ciclicità come si alternano le stagioni così si alternano i costumi umani Annales) discorsi diretti. (ethos dei personaggi). Impianto moralistico Analisi e collazione delle fonti (a diff di Svetonio) 3) CONCEZIONE TACITIANA DELL’IMPERO Nell’Agricola spera ancora nella possibilità di conciliare principatus e libertas nelle historiae e negli annales non ha più questa speranza remedium (Annales) interfuit pacis conferri omnem potentiam ad unum (Historiae) (l’oratoria fiorisce in età repubblicana ma l’impero garantisce la stabilità. Dialogus de oratori bus) tramonta la libertà politica e di pensiero del senato nel servile consenso (libido adsentanti historiae) (ruere in servitium Annales Tiberio) 4) LA STORIOGRAFIA TRAGICA DI TACITO La storiografia di Tacito, per la presenza di personaggi negativi alcuni dei quali di sinistra grandezza - e di personaggi mixti (=paradossal , di scene di alta tensione drammatica (morte di Vitellio, Agrippina e suicidi di personaggi illustri) è stata considerata una “Storiografia drammatica” .. 5) FONTI 6) TACITISMO APPUNTI DA SITEMARE: I RITRATTI NEGLI ANNALES Dei 16 libri restano parti. Quindi: TIBERIO – (manca Caligola)- CLAUDIO - NERONE TRACCIA RITRATTI NEGATIVI DI TUTTI E TRE TIBERIO IPOCRITA (SEIANO I PREFETTO DEL PRETORIO) CLAUDIO DEBOLE MANOVRATO PRIMA DA MESSALINA POI DA AGRIPPINA NERONE TIRANNO PREDA DELLE PASSIONI= FUROR (BRAMA DI POTERE LUSSURIA SOSPETTO CRUDELTA’) VIGLIACCO Ricorda : Agrippina personaggio di sinistra grandezza; agli oracoli ; mi uccida pure purché regni la morte (differente da quella di Vitellio che si nasconde in uno sgabuzzino). Solitudine del potere. Al sicario.”colpisci al ventre” ritratto paradossale di Petronio arbiter elegantiae Tacito Historiae, IL PROEMIO (I, 1-4) Initium mihi operis Servius Galba iterum Titus Vinius consules erunt. nam post conditam urbem octingentos et viginti prioris aevi annos multi auctores rettulerunt, dum res populi Romani memorabantur pari eloquentia ac LIBERTATE: postquam bellatum apud Actium atque OMNEM POTENTIAM AD UNUM CONFERRI PACIS INTERFUIT, magna illa ingenia cessere; simul veritas pluribus modis infracta, primum INSCITIA REI PUBLICAE UT ALIENAE (ATTUALISSIMO! Da rilevare l’amaro sarcasmo), mox LIBIDINE ADSENTANDI AUT RURSUS ODIO ADVERSUS DOMINANTIS: ita neutris cura posteritatis inter INFENSOS vel OBNOXIOS (chiasmo). sed ambitionem scriptoris facile averseris, obtrectatio et livor pronis auribus accipiuntur (variatio); quippe adulationi foedum crimen servitutis, MALIGNITATI FALSA SPECIES LIBERTATIS inest. mihi Galba Otho Vitellius nec beneficio nec iniuria cogniti. dignitatem nostram a Vespasiano inchoatam, a Tito auctam, a Domitiano longius provectam NON ABNUERIM (CLIMAX e RECUSATIO): sed incorruptam fidem professis NEQUE AMORE quisquam ET SINE ODIO 1(variatio) dicendus est. quod si vita suppeditet, principatum divi Nervae et imperium Traiani, uberiorem securioremque materiam, senectuti seposui, rara temporum felicitate ubi SENTIRE QUAE VELIS ET QUAE SENTIAS DICERE (chiasmo) licet. Il tema principale è quello della libertas come parrhesìa. Nella parte centrale, la descrizione degli effetti deleteri del prinicipato sugli auctores. Il brano ha una struttura circolare. L’antica libertas verrà restituita da Nerva e Traiano. Speranza di Tacito che , come è noto, verrà delusa. STILE: le variationes creano un ritmo spezzato che si oppone alla concinnitas ciceroniana: l’inconcinnitas tacitiana rimanda allo stile di Sallustio 1) Historiae, III cap.84 1 Il concetto verrà ribadito con l’espressione “sine amore et studio” del proemio degli Annales BRANI: La maggior parte della fatica (il compito più arduo) fu nell’espugnazione del castro pretorio, che tutti i più risoluti difendevano come ultima speranza. Tanto più caparbiamente i vincitori, con il particolare apporto delle coorti dei veterani, dispiegavano contemporaneamente tutti quanti i mezzi che erano stati escogitati per l’annientamento delle città più munite., testuggini catapulte terrapieni fiaccole, gridando che con quella impresa si poneva fine (consumari venivano conclusi) (qualunque cosa< di pericolo =) tutti i pericoli e la fatica sopportati in tante battaglie. Gridavano che la città era stata da loro restituito al senato e al popolo, i templi i agli dei. Che l’onore proprio del soldato è nel campo, che quella era la loro patria, e i loro penati. Di contro i Vitelliani, sebbene per numero e per sorte futura in diverse condizioni, rendevano difficile la vittoria, allontanavano il momento della pace, sporcavano di sangue le case e le are, si aggrappavano alle estreme illusioni per i vinti = dei vinti. Molti feriti a morte spiravano sulle torri e sui bastioni delle mura. Abbattute le porte il restante manipolo di vitelliani si oppose ai vincitori , e caddero tutti con ferite sul petto volti contro il nemico Tacito – Dialogus de oratori bus 1] Saepe ex me requiris, Iuste Fabi, cur, cum priora saecula tot eminentium oratorum ingeniis gloriaque floruerint, nostra potissimum aetas deserta et laude eloquentiae orbata vix nomen ipsum oratoris retineat; neque enim ita appellamus nisi antiquos, horum autem temporum diserti causidici et advocati et patroni et quidvis potius quam oratores vocantur. Cui percontationi tuae respondere et tam magnae quaestionis pondus excipere, ut aut de ingeniis nostris male existimandum [sit], si idem adsequi non possumus, aut de iudiciis, si nolumus, vix hercule auderem, si mihi mea sententia proferenda ac non disertissimorum, ut nostris temporibus, hominum sermo repetendus esset, quos eandem hanc quaestionem pertractantis iuvenis admodum audivi. Ita non ingenio, sed memoria et recordatione opus est, ut quae a praestantissimis viris et excogitata subtiliter et dicta graviter accepi, cum singuli diversas [vel easdem] sed probabilis causas adferrent, dum formam sui quisque et animi et ingenii redderent, isdem nunc numeris isdemque rationibus persequar, servato ordine disputationis. Neque enim defuit qui diversam quoque partem susciperet, ac multum vexata et inrisa vetustate nostrorum temporum eloquentiam antiquorum ingeniis anteferret Tacito – Dialogus de oratori bus 1] Saepe ex me requiris, Iuste Fabi, cur, cum priora saecula tot eminentium oratorum ingeniis gloriaque floruerint, nostra potissimum aetas deserta et laude eloquentiae orbata vix nomen ipsum oratoris retineat; neque enim ita appellamus nisi antiquos, horum autem temporum diserti causidici et advocati et patroni et quidvis potius quam oratores vocantur. Cui percontationi tuae respondere et tam magnae quaestionis pondus excipere, ut aut de ingeniis nostris male existimandum [sit], si idem adsequi non possumus, aut de iudiciis, si nolumus, vix hercule auderem, si mihi mea sententia proferenda ac non disertissimorum, ut nostris temporibus, hominum sermo repetendus esset, quos eandem hanc quaestionem pertractantis iuvenis admodum audivi. Ita non ingenio, sed memoria et recordatione opus est, ut quae a praestantissimis viris et excogitata subtiliter et dicta graviter accepi, cum singuli diversas [vel easdem] sed probabilis causas adferrent, dum formam sui quisque et animi et ingenii redderent, isdem nunc numeris isdemque rationibus persequar, servato ordine disputationis. Neque enim defuit qui diversam quoque partem susciperet, ac multum vexata et inrisa vetustate nostrorum temporum eloquentiam antiquorum ingeniis anteferret. Tacito – Dialogus de oratoribus 1] Saepe ex me requiris, Iuste Fabi, cur, cum priora saecula tot eminentium oratorum ingeniis gloriaque floruerint, nostra potissimum aetas deserta et laude eloquentiae orbata vix nomen ipsum oratoris retineat; neque enim ita appellamus nisi antiquos, horum autem temporum diserti causidici et advocati et patroni et quidvis potius quam oratores vocantur. Cui percontationi tuae respondere et tam magnae quaestionis pondus excipere, ut aut de ingeniis nostris male existimandum [sit], si idem adsequi non possumus, aut de iudiciis, si nolumus, vix hercule auderem, si mihi mea sententia proferenda ac non disertissimorum, ut nostris temporibus, hominum sermo repetendus esset, quos eandem hanc quaestionem pertractantis iuvenis admodum audivi. Ita non ingenio, sed memoria et recordatione opus est, ut quae a praestantissimis viris et excogitata subtiliter et dicta graviter accepi, cum singuli diversas [vel easdem] sed probabilis causas adferrent, dum formam sui quisque et animi et ingenii redderent, isdem nunc numeris isdemque rationibus persequar, servato ordine disputationis. Neque enim defuit qui diversam quoque partem susciperet, ac multum vexata et inrisa vetustate nostrorum temporum eloquentiam antiquorum ingeniis anteferret. Tacito – Dialogus de oratoribus 1] Saepe ex me requiris, Iuste Fabi, cur, cum priora saecula tot eminentium oratorum ingeniis gloriaque floruerint, nostra potissimum aetas deserta et laude eloquentiae orbata vix nomen ipsum oratoris retineat; neque enim ita appellamus nisi antiquos, horum autem temporum diserti causidici et advocati et patroni et quidvis potius quam oratores vocantur. Cui percontationi tuae respondere et tam magnae quaestionis pondus excipere, ut aut de ingeniis nostris male existimandum [sit], si idem adsequi non possumus, aut de iudiciis, si nolumus, vix hercule auderem, si mihi mea sententia proferenda ac non disertissimorum, ut nostris temporibus, hominum sermo repetendus esset, quos eandem hanc quaestionem pertractantis iuvenis admodum audivi. Ita non ingenio, sed memoria et recordatione opus est, ut quae a praestantissimis viris et excogitata subtiliter et dicta graviter accepi, cum singuli diversas [vel easdem] sed probabilis causas adferrent, dum formam sui quisque et animi et ingenii redderent, isdem nunc numeris isdemque rationibus persequar, servato ordine disputationis. Neque enim defuit qui diversam quoque partem susciperet, ac multum vexata et inrisa vetustate nostrorum temporum eloquentiam antiquorum ingeniis anteferret.