Diocesi di Piazza Armerina
Pastorale Sociale
e del Lavoro
Orientamenti 2008-2010
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Pastorale Sociale
e del Lavoro
Diocesi di Piazza Armerina
Orientamenti 2008-2010
Indice
Una premessa
pag. 5
Impegno di promozione per la cittadinanza attiva e solidale
pag. 6
Approcci educativi alla cittadinanza
pag. 6-9
Progetto
pag. 9-13
Indirizzi di riferimento
pag. 14
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Una premessa
Il Convegno Ecclesiale di Verona “Testimoni di Gesù Risorto Speranza del
mondo” e, in continuità con esso, le conclusioni dei cinque gruppi di lavoro
distinti per ambiti del Convegno Diocesano “La questione antropologica e la
sfida educativa” del 26 e 27 Settembre 2007, ci hanno consegnato alcune
istanze e proposte progettuali che è ora compito dei vari uffici ed organismi
diocesani di comunione portare avanti.
Per quanto attiene l’ufficio di pastorale sociale e del lavoro, tenuto conto
delle limitate esperienze degli anni precedenti e più particolarmente a
partire dal 2002, viene qui proposta qualche linea di programma di più
ampio profilo e di più intenso impegno.
La scelta di fondo da cui prende le mosse e tende la nostra opzione è
costituita dal tema: “ Educare alla cittadinanza attiva e solidale”.
Si tratta di una dimensione alta di pastorale sociale e del lavoro,che
comporterebbe un cammino di chiesa unitario guidato da un “ progetto
culturale diocesano”, capace di mettere insieme tutte le risorse esistenti per
una pastorale globale ed integrata, includente anche i cinque ambiti
individuati nel convegno diocesano di Settembre.
Le conclusioni dei gruppi di lavoro del Convegno diocesano del 26 e 27
settembre ci hanno consegnato alcune istanze e proposte progettuali che è
ora compito dei vari uffici diocesani ed organismi diocesani di comunione e
partecipazione assumere e portare avanti anche col concorso di laici
formati e competenti dando vita, con l’occasione, a strutture di rete formali
ed informali.
In particolare nel gruppo di lavoro “Educare alla Cittadinanza attiva e
solidale”, anche alla luce delle riflessioni fatte il 22 ottobre nell’incontro del
vescovo e suoi diretti collaboratori con i coordinatori dei gruppi di lavoro
citati e nel successivo del 24 con i direttori degli uffici diocesani, sono
emerse alcune indicazioni che, successivamente integrate anche alla luce
delle sensibilità acquisite con la partecipazione alla 45^ Settimana sociale
dei cattolici italiani, trovano ora, per quest’ambito della Cittadinanza forma e
contenuti nel presente documento.
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Impegno di promozione per la cittadinanza attiva e solidale
Al centro poniamo la cosiddetta “Questione antropologica” che in sé implica
non solo una riflessione aggiornata sulla nostra concezione dell’uomo e
dunque del nostro essere Chiesa, ma anche la nuova “Questione sociale”
che investe tutta la società italiana.
Questa premessa per avviare un “focus” sulla “Nuova Antropologia” che
consenta di poter affrontare lucidamente e con serenità la cosiddetta
“questione sociale”; le grandi tematiche cioè antiche e tuttora persistenti e
le nuove portate dalla globalizzazione, dal relativismo etico, da un nuovo
assetto legislativo nazionale, trasnazionale ed internazionale, da nuove
potenze economiche che, seppur senza un territorio, condizionano
pesantemente gli Stati sovrani. Esse dunque richiedono un grande sforzo di
pensiero creativo per un “Nuovo Umanesimo”, non solo italiano ma
europeo ed oltre. Una cultura nuova dunque, necessaria e indifferibile da
promuovere e costruire aprendosi come Chiesa a quanti, individui,
organizzazioni o istituzioni intendono collaborare attivamente alla
realizzazione del “bene comune”.
Le due macro realtà, pertanto, Chiesa e Società, da considerare in costante
visione osmotica, per un nostro contributo alla costruzione della città
terrena, della Polis, significativo e significante alla luce dei principi della
Dottrina Sociale Cristiana di cui al recente Compendio.
Sarà il rapporto Chiesa-mondo un terreno di sperimentazione – auguriamo di una nuova prassi ecclesiale, fondata sui principi della reciproca
autonomia e del dialogo nel rispetto della tensione all’unità e alla
distinzione, dentro la Chiesa e nel corpo sociale.
Tutto questo non può non esigere un cammino di Chiesa unitario e
orientato da un nostro “Progetto culturale diocesano” capace di mettere
insieme tutte le risorse esistenti, per una pastorale globale e integrata
attraversata dai cinque ambiti individuati in un’ottica di collaborazione, di
condivisione diffusa e di vera corresponsabilità. Il nuovo Piano Pastorale ne
detterà le linee guida.
Approcci educativi alla cittadinanza
 Processi partecipativi
La diffusione di processi partecipativi sembra rappresentare un punto di
svolta nel cammino ad ostacoli della democrazia moderna, uno dei capitoli
centrali dei suoi processi di riforma. L’esistenza di un importante dibattito
internazionale su questo tema può e deve giustificarne la nostra attenzione.
La rilevanza dell’argomento deriva dall’impegno a far sì che cresca in
ogni persona la consapevolezza e la pratica della propria dignità di
soggetto politico e l’attenzione alla città quale luogo in cui tale
soggettività politica può primariamente concretizzarsi nell’orizzonte della
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fraternità della famiglia umana. I processi di globalizzazione sono ormai
ineluttabili e più che i vantaggi ne stiamo sperimentando gli svantaggi. Non
eravamo pronti?!
E’ da osservare che accade sempre più spesso che quanti hanno scelto
l’impegno sociale e politico e la faticosa riflessione che lo deve
accompagnare, descrivano il tempo che attraversiamo come una “fase
costituente”, in cui porre a noi stessi e ai nostri ordinamenti alcune
domande essenziali. Gli interrogativi radicali posti dalla costruzione della
pace, dal confronto tra le culture, dalle fratture economiche e sociali del
pianeta, l’estraneità crescente tra istituzioni e società civile e le promesse
mancate della democrazia (Bobbio 1984), reclamano un lavoro di scavo più
profondo che faccia emergere un disegno sensato e, possibilmente, più
autenticamente umano.
Il coinvolgimento della società civile nelle arene decisionali della politica è
uno di questi fenomeni che reclama uno sforzo di altra e alta misura rispetto
al mero raffinamento formale delle tecniche e delle procedure (pur
necessario); tocca principi e paradigmi consolidati di azione nella sfera
pubblica e chiama in causa un confronto interdisciplinare che molto può
dare alla scienza politica.
 Ambiti di riferimento: Politica, Economia e Pubblica Amministrazione
Il Bene comune si concretizza lungo tre fondamentali direttrici : la Politica,
intesa come la più alta espressione per il governo della cosa pubblica,
l’Economia e il lavoro per la produzione di beni e servizi e la Pubblica
Amministrazione per l’erogazione di servizi di utilità sociale. Pertanto
occorre promuovere con esse e fra di esse rapporti sempre più
reciprocamente coinvolgenti nell’unico interesse di servire il bene comune.
Nell’ambito del nostro progetto “Educare alla cittadinanza attiva” potranno
essere attori e destinatari al contempo del progetto i seguenti soggetti :
politici
impegnati
a
differenti
livelli
istituzionali,
funzionari
dell’amministrazione pubblica, studiosi e studenti delle discipline sociali e
politiche, cittadini attivi nella sfera pubblica, come singoli o famiglie o
associati nei gruppi più vari, quelli che una nota definizione ha denominato
“organizzazioni della libertà sociale” (Zagrebelsky 2003).
Anche nella nostra diocesi i nodi da affrontare, tanti e neanche semplici,
pongono interrogativi a tutti i soggetti sopraindicati che mettono sotto
esame il processo di costruzione delle politiche nel suo insieme (e non solo
sotto il profilo del procedimento e delle sue regole), a conferma che la
partecipazione è prima di tutto un processo sociale e culturale da
promuovere e consolidare sul territorio, prima che una isolata condizione
soggettiva da tutelare astrattamente.
Si tratta allora di chiedere al nostro Progetto educativo di aiutarci a crescere
per imparare a poter dialogare e chiedere con cognizione di causa alla
politica, all’economia e alla pubblica amministrazione ciò che
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effettivamente esse possono e debbono dare: strumenti soprattutto di
democrazia partecipativa, deliberativa per attivare dinamiche integrative,
coesione sociale e sviluppo autentico, mediati da una sapiente
coniugazione di unità e molteplicità e ciò a partire dai frammenti di socialità
di cui ciascuno è parte, con una consapevolezza precisa del continuum che
lega locale e globale. Se infatti, nessuna domanda politica può oggi essere
interpretata correttamente fuori dall’orizzonte mondiale, è vero anche il
contrario. Alla radice di questa prospettiva, non può sfuggire una visione
tuttora poco esplorata, che riposiziona la società civile al centro dei
processi di sviluppo, laddove la politica diviene essenzialmente
strumento, sfondo (Lubich 2004).
 Governance dell’educazione - comunità educanti : Chiesa, scuola e
famiglia
A fronte della cosiddetta emergenza educativa (v. Convegno ecclesiale di
Verona) sta maturando nella società italiana ma anche da noi – lo abbiamo
verificato in tante occasioni - la richiesta di educazione, di rieducazione
secondo un’antropologia cristiana, ma anche una formazione specifica
socio-politica. Si comincia a comprendere che una risposta adeguata non
può essere limitata agli obbiettivi dell’apprendimento delle conoscenze, ma
riguarda il senso stesso e la finalità dell’educare. Per dare consistenza
progettuale a questa diffusa consapevolezza è indispensabile evidenziare il
punto centrale: imparare ad essere a saper essere e poi a saper fare.
Questo è il compito essenziale di ogni progetto educativo e noi vogliamo
gettarne le basi.
In collaborazione con le scuole private e pubbliche di ogni ordine e grado,
ma anche oltre sarà necessario avviare in diocesi un’esperienza educativa
col metodo socializzante dell’imparare facendo e dell’interazione (lavori
d’équipe, di ricerca comune, laboratori) che richiede comunione di talenti e
di risorse umane ma soprattutto umiltà. Si capisce a questo punto perché
intendiamo parlare di una “governance della educazione” capace di offrire
strumenti culturali:
- agli adulti per vivere dignitosamente, sapersi relazionare, collocarsi da
soggetti liberi e responsabili nella società.
- ai giovani per formarsi ai valori universali e ad una sana e robusta
concezione di vita, essere in grado di aprirsi progressivamente alla
realtà, attivarsi come protagonisti di processi di inclusione sociale in
un’ottica di cittadinanza locale ed europea.
Tale assunto include due livelli che devono essere rispettati, soprattutto
all’interno della scuola e del mondo dell’istruzione e della formazione
generalmente inteso:
– l’educazione civica la conoscenza, il sapere, che è conoscenza dello
Stato Italiano in tutte le sue espressioni centrali e periferiche e
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–
dell’Europa, delle sue Istituzioni e dei suoi spazi di partecipazione,
opportunità di studi, di lavoro, di viaggi;
l’azione civica nel contesto privato e pubblico in generale, ed in
particolare attraverso tutte le realtà associative che operano nel mondo
dell’educazione e del volontariato (…..e Terzo Settore )
 Dottrina Sociale Cristiana
Abbiamo dalla nostra il ricco magistero sociale della Chiesa consolidato in
oltre 100 anni, dalla “Rerum Novarum” di Leone XIII alla “Deus Caritas Est”
di Benedetto XVI. I suoi principi fondamentali raccolti nella Dottrina sociale
della Chiesa (v. all. 1) sono:
 Primato della persona umana;
 solidarietà;
 sussidiarietà;
 partecipazione;
 bene comune;
 primato del lavoro sugli altri elementi della vita produttiva;
 primato della destinazione universale dei beni sulla proprietà privata
Questi principi sono il primo e fondamentale parametro di riferimento per
l’interpretazione, la valutazione e l’incidenza sui fenomeni sociali. Tutta la
dottrina sociale si svolge, infatti, a partire dal principio che afferma
l’intangibile dignità della persona umana che “lungi dall’essere l’oggetto e
un elemento passivo della vita sociale, …(l’uomo) ne è invece, deve
esserne e rimanerne, il soggetto, il fondamento e il fine” (Pio XII, 1944).
Non è lo Stato che precede o subordina la persona ma, al contrario essa ne
è fonte e fondamento originario. Al popolo appartiene dunque la sovranità
dello Stato. Questo primo principio non trova facilmente pieno
adempimento nella sua pratica applicazione. Esso include tutti gli altri.
Progetto
Obiettivo generale
Il progetto tende alla sensibilizzazione, educazione e formazione, attraverso
l’insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa, alla cittadinanza attiva e
solidale di adulti e giovani seppur con modalità differenti e con percorsi
differenziati per le due fasce di età e a seconda dei rispettivi ruoli sociali ed
il conseguente impegno progettuale nei tanti settori della vita sociale.
Ovviamente non si può qui delinearne tutto il percorso se non a tappe di
breve, medio e lungo termine nella consapevolezza che il Progetto va
avanti via via che si cresce e opera insieme. Esso va monitorato
periodicamente per eventuali correttivi, aggiustamenti o integrazioni. Un
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Progetto aperto dunque, inclusivo e non escludente. Sarà necessaria una
costante formazione, anche per i formatori.
Obiettivi specifici
1. Insegnare e diffondere la dottrina sociale della Chiesa,
a) dai primi elementi della catechesi di base, attraverso la rete delle
parrocchie e,
b) per i gradi più alti della formazione, con l’avvio di Seminari tematici
periodici di formazione sociale e politica e su temi di attualità.
2. Itinerari di formazione socio-politica, economica destinati ai giovani
attraverso programmi annuali, organizzati per moduli con l’apporto
didattico di Scuole di formazione sociale e politica esistenti o da
creare, accreditate dal vescovo.
3. Puntare alla formazione di una classe dirigente e di operatori sociali e
culturali nutriti di Dottrina sociale cristiana, e preparati sotto il profilo
economico, giuridico e amministrativo, specialmente a riguardo del
funzionamento della macchina amministrativa e burocratica dello Stato
e degli Enti pubblici minori e di diritto privato.
4. Costituzione di Laboratori permanenti, anche cittadini, dove possibile,
per lo studio e avvio di iniziative e progetti mirati al bene comune e con
particolare attenzione agli ultimi e alle tante sfide che mettono a prova
le città. La marginalità diventa la provocazione più immediata per i
cristiani impegnati nella carità come scelta fondamentale del proprio
agire.
5. Educare a sentimenti di fraternità e di condivisione in particolare verso
gli ultimi per arrivare a tutti globalizzando la solidarietà con progetti di
ampio respiro sul piano cittadino e diocesano nel superamento della
spicciola azione caritativa parrocchiale, non escludendola tuttavia, per
promuovere e organizzare “la carità sociale” attraverso le varie forme di
partecipazione alla vita sociale, politica e amministrativa.
6. Promuovere e dare impulso a tutte le iniziative economiche del settore
non profit, delle aziende di “economia di comunione” e di “economia
relazionale” e a tutte le iniziative finanziarie a sostegno di nuove
imprenditorialità a vocazione solidale.
7. Creare occasioni e luoghi provvidenziali di raccordo tra l’Oriente e
l’Occidente visto l’accrescimento della presenza di immigrati nei nostri
territori e il conseguente incontro/scontro tra civiltà e religioni diverse.
Utile sarebbe avviare studi e dibattiti in sinergia con l’Università Kore di
Enna in vista della liberalizzazione dei commerci nel 2010 con i Paesi
del bacino mediterraneo e del Nord Africa.
I suddetti obiettivi specifici potranno integrarsi fra loro in un’ottica
progettuale concreta se sapranno essere supportati da due strumenti
essenziali che vi stanno alla base: la creazione del modello di
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organizzazione e di formazione che si intende intraprendere; la costruzione
della rete di collegamento tra gli operatori privati e pubblici cointeressabili al
Progetto con la sigla di appositi protocolli d’intesa previamente definiti.
Destinatari
In armonia con gli obiettivi del progetto, sono destinatari delle azioni adulti e
giovani così individuati:
 gli operatori di pastorale
 i catechisti di tutta la Diocesi
 gli insegnanti di religione
 gli insegnanti e i formatori
 studenti e universitari
 i componenti gli organismi diocesani di comunione e partecipazione
(C.P.D. e C.D.A.L)
 gli operatori della Caritas diocesana
 le associazioni di indirizzo cattolico
 il Terzo Settore ( associazionismo, associazioni di volontariato,
cooperative sociali)
 Gli Enti terzi
(scuole, università, tribunale dei minori,azienda
ospedaliera)
 Comuni ed Enti locali
 L’AUSL n.4 del Distretto n.22 di Enna e n. del Distretto di
Caltanissetta
 gli amministratori pubblici
 gli imprenditori e i liberi professionisti
 Le organizzazioni sindacali
 i giornalisti e i pubblicisti
Attività e Azioni
Definiti gli obiettivi specifici, i destinatari del Progetto educativo e il
“Percorso progettuale”, l’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del
Lavoro propone ambiti di attività a più largo spettro, che fanno riferimento al
tema della “CITTADINANZA ATTIVA E SOLIDALE”.
1. Un momento di particolare significato promozionale è costituito
dall’ormai quasi tradizionale data degli auguri a amministratori e politici
da parte del vescovo in occasione delle feste natalizie. Di anno in anno
questa occasione ha cominciato ad avere significato e riscontro sempre
più intenso perché include nello scambio di auguri un emergente ed
attuale riscontro su qualche argomento di attualità sociale, proposto ai
presenti da una personalità autorevole ed aggiornata sull’argomento.
L’incontro, tra l’altro dà l’opportunità di conoscenze, agganci e scambio
di esperienze, relative al mondo sociale attraverso i soggetti
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responsabili delle istituzioni e gli animatori diocesani della pastorale
sociale.
Si auspica che, a livello locale o anche diocesano, si offrano, oltre a
questa annuale, occasioni per incontrare componenti delle
amministrazioni e delle istituzioni, valorizzando quali momenti
privilegiati degli incontri nelle ricorrenze di celebrazione dei patroni di
categoria (carabinieri, pubblica sicurezza ecc….)
Un compito primario del consiglio di pastorale sociale consiste nella
identificazione di quanti, sentendo particolarmente il problema, ne
intendono far parte in modo attivo e convinto, allo scopo di una autopromozione a livello di conoscenze ed aggiornamenti sulla Dottrina
Sociale della Chiesa ed analisi delle reali opportunità di coniugarle con
il terreno concreto delle situazioni cittadine della Diocesi.
In relazione all’animazione dei giovani alle problematiche sociali sulla
scia dottrinale della chiesa, potrebbe venir programmata l’attività
specifica dell’Animatore di Comunità, in riferimento al Progetto Policoro,
che trova uniti insieme gli uffici di Caritas diocesana, Pastorale
Giovanile e Pastorale Sociale. Tale approccio è auspicabile soprattutto
attraverso le ultime classi delle scuole superiori presenti nel territorio
diocesano, nonché con gli istituti tecnico-professionali. Evidentemente i
gruppi giovanili parrocchiali o cittadini, non solo non vengono esclusi ,
ma saranno oggetto di particolare attenzione e sensibilizzazione, quasi
naturale punto di appoggio e collaborazione nell’ambito del territorio
cittadino per iniziative analoghe.
Altra componente di riferimento per uno sviluppo della Pastorale
Sociale e del Lavoro è costituita dalla cooperativa diocesana “Nuovi
Percorsi” onlus. Si tratta di una realtà già operativa, col coinvolgimento
di soggetti socialmente svantaggiati, anche attraverso la coltura di un
fondo sottratto alla mafia in territorio di Assoro. La cooperativa farà da
struttura di base per ogni iniziativa di settori specifici soprattutto per
giovani con l’interesse di divenire soggetti promotori di lavoro e nello
stesso tempo diventerà promotrice di un collegamento a rete fra
cooperative presenti in diocesi con analoga origine ed ispirazione
cristiana per una forma di scambio di esperienze e di collaborazioni.
In diocesi è presente la realtà “Comunità Frontiera Lillo Zarba” Ass.
onlus, che si dedica alla promozione umana, sociale e cristiana dell’età
adolescenziale e giovanile. Fa capo a Frà Giuseppe De Stefano, a
seguito del convegno eucaristico di Bari. È aperta a sviluppi che
tendono a coinvolgere comuni limitrofi nell’area dell’ennese. Aperta
com’è a prospettive ampie ed impegnative, potrebbe diventare
riferimento diocesano per iniziative analoghe.
Al di là delle iniziative a carattere diocesano, è imprescindibile che si
promuova un’attività di base nelle singole città, soprattutto partendo
dall’incremento della consapevolezza che la realtà cittadina è un
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campo di esperienza diretta della cittadinanza attiva e della
sensibilizzazione politica di tutti i suoi abitanti, in riferimento ai livelli
civili ed alle reali situazioni di ogni ambiente. Sarebbe auspicabile,
perciò, che ogni città attivi una forma di laboratorio che parta dalle
possibili reali risorse di sensibilità e competenza sociale presenti nel
territorio, ed inoltre promuova un collegamento a rete fra quanti in
concreto si impegnano nel volontariato e nel terzo settore.
Partendo dalla consapevolezza che, a livello di chiesa diocesana in
genere ed anche a livelli parrocchiali e cittadini, non emerge particolare
sensibilità ed iniziativa coordinata ed illuminata dalla Dottrina Sociale
della Chiesa, occorre una grande sensibilizzazione perché la coscienza
sociale e civile dei cristiani che frequentano le parrocchie venga
educata ed elevata particolarmente. L’eventuale laboratorio cittadino
può esprimere un programma possibile ed efficace in tal senso,
appellandosi per consultazioni e disponibilità al consiglio diocesano
della pastorale sociale e del lavoro.
Analogamente si può puntare sulle forme di attività e di eventuali
cooperazioni tra diverse iniziative economiche aperte al perseguimento
del bene comune e a collaborazioni che possono aprirsi a più ampie
visioni a livello regionale, nazionale, europeo ed oltre ancora.
Il bene comune e la cittadinanza attiva e solidale non possono che
partire dalla scelta preferenziale degli ultimi. Tale nota, propria della
carità cristiana, resta la frontiera ed il termine di paragone perché la
dignità umana della persona venga riconosciuta a chi grida e non è
ascoltato e a chi vive nel bisogno e non è al centro dell’attenzione di
nessuno. Questa scelta diventa più pregnante quando ultimi sono una
fascia sociale rilevante. In tal senso si è chiamati ad essere voce di chi
non ha voce ed aspetterebbe risposte a livello socio-politico. In tal
senso si qualifica una reale cittadinanza attiva e solidale.
Nel contesto del bene comune, oggi diventa imprescindibile la
sensibilizzazione e l’impegno per la Salvaguardia del Creato. Dal 2006
la CEI ha indicato la data del 1° settembre ( o Domenica adiacente) a
questo scopo, dettando anche un tema specifico per ogni anno. Si
tratta di un’emergenza primaria assegnata all’uomo ed al cristiano in
particolare perché riscopra la propria responsabilità di custode e
promotore di beni destinati all’essere umano in quanto tale e perciò non
soggetti al degrado distruttivo e non ad una sola generazione.
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Indirizzi di riferimento
Don Giuseppe Giugno (Direttore)
Via Colombo, 50 - 93015 Niscemi
0933 951823 / 338 1137954 email: [email protected]
Silvano Pintus
Via Campania, 1 - 94100 Enna
0935 20141 email: [email protected]
De Luca Nicola
Viale IV Novembre, 8 - 94100 Enna
3478123655 email: [email protected]
Giugno Salvatore
Via Ospizio, 19 - 93015 Niscemi
3407989378 email: [email protected]
Briga Rosaria
Via Goffredo Mameli, 18 - 93015 Niscemi
3497295189 email: [email protected]
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