Testo di Daghini

annuncio pubblicitario
“Resistenza a Serravalle Pistoiese e ruolo dei partigiani ebrei”
a cura di: Roberto Daghini
Formazione partigiana Castellina di Serravalle.
Secondo la relazione redatta a fine guerra, il primo nucleo della formazione Castellina risulta essere
stato costituito nell’aprile 1944 dalle persone Gisberto Mosi, Remo Lippi a cui si aggiunse subito il
ricercato per motivi razziali, l’ebreo Giancarlo Piperno. Il progetto presentava numerose difficoltà
tra cui il principale era il reperimento delle armi. Allo scopo furono presi contatti con i partigiani
Ottavio Iacomelli e Nello Ammannati, quest’ultimo referente del comitato clandestino di Pistoia.
Giancarlo Piperno per lo stesso scopo interpellò lo zio Israele Bemporad, possidente di un frantoio e
altri beni, in località “Le Quattro Querci” a Serravalle.
Nel frattempo al nucleo originario si erano uniti altri undici partigiani. Il 15 aprile 1944 il comando
dell’XII zona inviò in loco il partigiano Fabio Giorgi, il quale disse chiaramente che non sarebbe
stato possibile inviare armi, ma solo appoggi logistici e denaro. Il problema del reperimento delle
armi era basilare, il gruppo aveva solo due pistole e poche munizioni. Vi si ovviò con il disarmo di
fascisti isolati e altre azioni in depositi locali. La formazione fu operativa dal maggio 1944,
inizialmente fu divisa in quattro squadre, comandate da Pietro Magrini, Giancarlo Piperno, Remo
Lippi e Isidoro Mencarelli. A queste nell’agosto 1944 si aggiunse una quinta, operante in località le
“Ville” e comandata dal tenente Dino Ricci. Il comando generale fu affidato al tenente Alvaro
Gheser. Questo organigramma rimase invariato fino al 2 settembre 1944, data in cui la formazione
fu divisa in due parti, con comandanti Dino Ricci e Alvaro Gheser. Durante il periodo di attività,
furono eseguite alcune azioni e scontri a fuoco, che causarono anche alcuni morti tra i tedeschi. Di
rilievo fu quello all’autostrada in zona Masotti-Stazione del 25 agosto 1944 che causò due morti ai
tedeschi; lo sminamento della strada e uno scontro al cimitero tutti avvenuti in località la Castellina.
Tali azioni in alcuni casi furono effettuati anche in collaborazione di altre formazioni come:
Fantacci, e Giustizia e Libertà, che si conclusero nell’occupazione temporanea del paese di Casore
del Monte. La formazione il 6 settembre occupò la Castellina e Serravalle, quest’ultima località poi
abbandonata a seguito di un bombardamento dei tedeschi in fuga. L’attività bellica principale si
concluse il 9 settembre 1944, con l’ordine di contribuire alla liberazione di Pistoia, dove erano
ancora presenti alcune retroguardie tedesche in fuga. La relazione si conclude elencando il numero
totale dei partigiani che fra attivi e dormienti fu di trentadue e diciotto patrioti e collaboratori. Non
vi furono perdite ma solo due feriti lievi; Aldo Magrini e Giovanni Pazzagli.
Formazione partigiana U. Fantacci.
La formazione partigiana “U. Fantacci”, di ispirazione comunista, operò nelle zone limitrofe a
Pistoia, dal gennaio a fine settembre del 1944. Nell’aprile del 1944, prese il nome di U. Fantacci, in
onore del partigiano omonimo ucciso dai tedeschi il 15 aprile 1944, mentre con Magni Magnino
cercava di raggiungere un gruppo di partigiani in località Ponte a Rigoli, nel comune di Montale. La
formazione fin dall’inizio era stata destinata a ospitare partigiani stranieri tra cui numerosi russi e
azeri. Quattro di questi in località Sarripoli, il 20 luglio 1944, saccheggiarono il paese e tentarono di
violentare alcune donne. Individuati dagli altri stranieri della formazione furono immediatamente
passati per le armi. Con comandante Attilio Ciantelli, operò nelle colline limitrofe a Pistoia
compreso il comune di Serravalle. Tra i più importanti avvenimenti bellici si ricordano lo scontro a
fuoco a Montale in località Felciana, avvenuto il 14 luglio 1944, dove fu catturato il partigiano
Marcello Danesi preso nella zona dei Pianali durante un vasto rastrellamento a seguito all’uccisione
di due soldati tedeschi, nel corso del quale erano già stati fucilati per rappresaglia alla cannicciaia
di Pianaccia (detta Villa Rossa), nei pressi di Santomato, nove uomini fra boscaioli montalesi e
sfollati. Condotto verso Montale insieme al contadino Dino Nerozzi, venne con lui fucilato nella
notte tra il 14 e il 15 luglio vicino al torrente Settola, ai margini del podere Beppaccino, a poche
decine di metri dalle prime case del paese. Aveva ventidue anni. Gli fu conferita la “Medaglia
d’argento al Valor militare alla memoria”. Altro importante avvenimento fu la cattura in località
“Torricchio” di Serravalle e la sua fucilazione al comando tedesco di Groppoli (Pistoia) del
partigiano aglianese Adelmo Santini detto il “Biondino” avvenuta il 25 agosto 1944. E in ultimo l’8
settembre 1944 a liberazione avvenuta il tentativo di fucilazione di Licio Gelli intercettato in
località Torbecchia, poi salvato dall’intervento di Cesare Andreini detto “Cassetta”. A fine guerra
furono riconosciuti ventuno partigiani combattenti di cui un russo e quarantacinque patrioti, tra cui
ventidue sovietici. I caduti come citato furono due.
BIOGRAFIE di G. Piperno e di I. Bemporad
Giancarlo Piperno di Egisto e Cesarina Bemporad. Nato a Pistoia il 23 novembre 1927, ivi
residente in via Atto Vannucci n. 9. Di religione ebraica. Durante le leggi razziali fu espulso dal
liceo Leonardo da Vinci di Firenze perché ebreo. Stessa sorte subì il padre Egisto che perse il lavoro
in ferrovia. Dal 1939 al 1942 frequentò la scuola ebraica di Livorno. Nel 1943 fece ritorno a Pistoia,
dove a seguito dopo l’8 settembre 1943 per evitare di essere catturato dai tedeschi si rifugiò con la
famiglia nella villa dei nonni in località “Bacchettone” di Serravalle. Ma anche questa sistemazione
divenne pericolosa. Nell’ottobre del 1943, in occasione della festa del kippur, la popolazione locale
avvertì la famiglia che erano in corso rastrellamenti. Questa fuggì nei boschi circostanti in
nascondigli di fortuna e presso famiglie. Aiutata dalla popolazione locale, riuscì a sfuggire ai
tedeschi. Giancarlo fu poi tra i fondatori della formazione partigiana della Castellina, partecipò
come partigiano attivo. Alla liberazione riprese gli studi al liceo Forteguerri di Pistoia; laureato in
medicina è divenuto un famoso oncologo di fama nazionale, è stato sempre residente a Pistoia, e
finché la salute glielo ha permesso ha svolto attività di volontariato presso la Lega Italiana
Antitumore. Fu riconosciuto partigiano combattente per il periodo dal 15 giugno 1944 al 26
settembre 1944. A oggi vivente.
Israele Bemporad “Lele” di Riccardo e Ines Franco. Nato il 27 giugno 1914. Figlio di una importante
famiglia ebraica pistoiese, il padre era proprietario della Torre Bemporad in via del Can Bianco, il sesto di
sette figli, ebbe una giovinezza normale, frequentò il Liceo Forteguerri di Pistoia, per poi diplomarsi nel
1936 presso il Liceo Galilei di Pisa. Tornato a Pistoia, nella primavera-estate del 1938, conobbe Dina
Fontana, una ragazza di semplici origini, figlia di emiliani cattolici. Il fidanzamento tra i due giovani non fu
semplice perché venne lungamente disapprovato dai genitori di Bemporad per le differenze religiose e
sociali. Con le leggi razziali del 1938 ebbe difficoltà con gli studi e il rapporto con la cattolica Dina. I primi
furono abbandonati mentre il legame affettivo rimase integro. Con l’8 settembre del 1943, l’occupazione
nazista e la nascita della Repubblica Sociale Italiana, i membri della famiglia Bemporad trovarono riparo in
montagna, nell’area di Cireglio. I rapporti tra Israele e Dina si fecero più nascosti. Fu proprietario di un
mulino, un frantoio e altri beni in località “Quattro Querce” a Serravalle, dati a mezzadria. Questi beni
furono poi sequestrati dalle autorità fasciste per ragioni razziali. Il 17 giugno del 1944 su incoraggiamento di
Giancarlo Piperno, entrò a far parte delle brigate Garibaldi nella formazione U. Fantacci prendendo il nome
di Lele. L’attività partigiana maturerà in lui ideali socialisti. Partecipò alla Liberazione di Pistoia l’8
settembre del 1944, e venne anche fotografato nelle storiche foto della Liberazione. Dopo la liberazione ebbe
una figlia, Miriam, e finalmente nel 1947 poté sposare la sua Dina. Riconosciuto partigiano dal 17 giugno
1944 al 17 settembre 1944. E’ deceduto a Pistoia negli anni ‘70.
ISRT (Istituto storico della resistenza toscano), fondo Marchesini, Relazione formazioni partigiane,
la Castellina e U. Fantacci;
M. DI SABATO, Fascismo e resistenza a Montale, ed. Pentalinea, Montale 1993;
La shoah a Serravalle e Pistoia: la deportazione degli ebrei e il comportamento della popolazione
locale; In Rivista Microstoria n. 52, anno 2007;
R. DAGHINI, Il cammino per la libertà: podestà, commissari, Resistenza, liberazione e CLN nei
comuni della provincia di Pistoia (1926-1946), SI, Pistoia 2013;
R. DAGHINI, Il cammino per la libertà: podestà, commissari, Resistenza, liberazione e CLN nei
comuni della provincia di Pistoia (1926-1946);
F. RABUZZI, L'impegno di una vita: Giancarlo Piperno tra storia e medicina, ed. Il Micco, Pistoia
2002;
S. BARTOLINI, Mio nonno ebreo cacciato dall'università; Il Tirreno del 27 gennaio 2012.
Scarica