Dr.ssa Anna Maria Baldelli U.O.C. Oncologia A.O. “Ospedali Riuniti Marche Nord”Presidio San Salvatore Pesaro PSICOLOGIA E RIABILITAZIONE Quali opportunità per la riabilitazione in Oncologia? La definizione di riabilitazione è stata espressa già nel 1978 da Chromes (Rehabil Consell Bul): ” Concetto definito dal paziente stesso, consiste nell’aiutare una persona affetta da cancro ad ottenere il massimo recupero della condizioni fisica, sociale, psicologica e lavorativa nei limiti imposti dalla malattia e dal suo trattamento” Nel 2005 Kaplan RJ (1) approfondisce ulteriormente il concetto definendo lo scopo della riabilitazione quello di “ottimizzare la qualità della vita del malato, aiutando il paziente e la sua famiglia ad adattarsi a standard di vita quanto più simili a quelli precedenti la malattia, con l’obiettivo di limitare al minimo la disabilità fisica, il deficit funzionale, cognitivo e psicologico, che spesso si manifesta a seguito del tumore o delle terapie ad esso correlate”. Quindi per la prima volta la definizione di riabilitazione non comprende solo la finalità del recupero delle condizioni psico-fisiche del malato, ma viene rivolta una particolare attenzione alla qualità di vita e soprattutto viene sottolineata l’importanza della famiglia del paziente che viene inevitabilmente coinvolta nella malattia e nella cura del malato. I dati più importanti sulla riabilitazione ci vengono forniti dal Libro Bianco sulla riabilitazione oncologica (2): per quanto riguarda i dati di prevalenza, se vogliamo fare un esempio pratico della nostra situazione regionale, possiamo desumere che all’incirca quasi 7.000 persone su 100.000 abitanti necessitano di una riabilitazione. Purtroppo, il censimento dei centri riabilitativi in Italia, eseguito nel 2006, ha rilevato una situazione alquanto disomogenea fra le varie regioni. Le patologie neoplastiche che possono rendere necessaria una riabilitazione sono diverse, anche se i maggiori interventi sono richiesti per tumori cerebrali, testa-collo, mammella e tumori urologici (2). Gli interventi sono rivolti al recupero di una funzione lesa, della mobilità, contenimento di alcuni sintomi (es.linfedema nel carcinoma mammario operato) e controllo del dolore (2). L’indicazione al trattamento riabilitativo può essere posta da diversi operatori e specialisti e dai dati emersi e raccolti nel libro bianco dell’Oncologia (2), la richiesta viene effettuata in primo luogo il fisiatra, seguito dal chirurgo e,in misura minore, dal paziente stesso e dall’oncologo In realtà la situazione della riabilitazione appare complessa perché può essere influenzata da diverse variabili che riguardano il tipo di neoplasia e di trattamento effettuato, la sede o l’organo colpito, ma anche l’effetto che questo ha sulla vita sociale, lavorativa, familiare e sulle relazioni interpersonali del paziente al quale possono sommarsi anche fattori ambientali e personali. I tumori primitivi più frequenti e problematiche riabilitative correlate sono: Tumori cerebrali: emiplegia, spasticità, rigidità articolari, dolore, deficit sensitivi, visivi e percettivi, afasia, disartria, disfagia, atassia, deficit cognitivi e comportamentali, problemi psico-sociali e lavorativi manifesta a seguito del tumore o delle terapie ad esso correlate Tumori polmonari: insufficienza respiratoria, dolore, deviazioni della colonna e della gabbia toracica Tumori del tratto gastrintestinale: stomia, problemi psicosociali Tumori della mammella: linfedema arto superiore, riduzione articolarità della spalla, problemi psico-sociali Tumori del tratto genito-urinario: stomia, linfedema arti inferiori, perdita della funzioni sessuali, problemi psico-sociali Tumori ossei: protesizzazione, amputazione, dolore, tetra o paraplegia, disturbi midollari associati Tumori testa-collo: dolore, rigidità del rachide cervicale, spalla e articolazione temporomandibolare, edema della lingua e tessuti del viso, perdita del gusto e della salivazione paralisi dello sternocleidomastoideo e trapezio Il trattamento riabilitativo può prevedere varie fasi e intervenire in qualsiasi momento della storia clinica del paziente: ci può essere una prima fase di valutazione e pre-trattamento, una di trattamento e una post-trattamento. Ci può essere necessità di riabilitazione anche nelle fasi di ripresa della malattia oncologica o in fase terminale. In conclusione, nell’ambito della riabilitazione in oncologia, appare fondamentale innanzitutto individuare e anticipare i bisogni, prevenire l’insorgenza della problematica riabilitativa istruendo il paziente ad esempio con materiale informativo, incentivare la richiesta di riabilitazione fisica, possibilmente estenderla alla fase post-acuta e coinvolgere anche ai familiari. E’ importante in questo senso facilitare al malato l’accesso alle strutture, creare percorsi implementando modelli integrati, sviluppare sensibilità e cultura, creare sinergie e, non da ultimo, potenziare l’integrazione con il territorio. 1) Kaplan RJ. 2005 Cancer and rehabilitation. Available at :http://ww.emedicine.com.pmr/topic226/htm 2)Libro Bianco sulla Riabilitazione Oncologica, 2009