Venerdì 12 ottobre ore 20.30 e Domenica 14 ottobre ore 15.30 Teatro Donizetti GAETANO DONIZETTI L’elisir d’amore melodramma giocoso in due atti di Felice Romani Raul Hernandez, Nemorino Silvia Dalla Benetta, Adina Alex Esposito, Dulcamara Damiano Salerno, Belcore Elena Borin, Giannetta Regia Alessio Pizzech Assistente alla regia Lorenzo Varale Scene Massimo Checchetto Scenografo assistente Serena Rocco Costumi Cristina Aceti Direttore Alessandro De Marchi Orchestra e Coro del Bergamo Musica Festival Banda sul palco: Ensemble dei fiati del Civico Istituto Musicale Donizetti __________ Curricula direttore, regista e interpreti Alessandro De Marchi è il direttore principale dell’Academia Montis Regalis, che ha vinto la venticinquesima edizione del Premio Franco Abbiati. Organista, cembalista e direttore d’orchestra, ha studiato organo e composizione al Conservatorio S. Cecilia di Roma, cembalo, musica da camera e prassi esecutive barocche alla Schola Cantorum Basilensis con Jesper Christensen. Dall’esperienza di studio con Christensen nasce l’esigenza di un lavoro sulle fonti musicali originali e sui trattati antichi. Inizia così la collaborazione con l’ensemble Il Teatro Armonico con cui realizza tournée in tutta Europa e incisioni discografiche e radiofoniche di inediti barocchi italiani. Con l’Orontea di Cesti al Theater Basel nel 1989 diviene collaboratore di René Jacobs come cembalista ed assistente. Nel 1992, durante una prova dell’opera Cleopatra e Cesare di Graun alla Deutsche Staatsoper unter den Linden di Berlino, viene notato da Daniel Barenboim che lo invita a lavorare come cembalista ed assistente musicale e dalla stagione 1994/95 come direttore d’orchestra: dirigerà Matrimonio Segreto, Cleopatra e Cesare di Graun, Die Kunst der Fuge di Bach, L’isola disabitata di Haydn, Il barbiere di Siviglia oltre ai balletti Pigmalione di Graun e Don Juan di Gluck. Dal 1993 al 1995 lavora al Festival di Salisburgo per le produzioni: Orfeo direttore Jacobs, Don Giovanni direttore Barenboim, Don Giovanni direttore Runnicles e Passione secondo Matteo direttore Abbado. Successivamente dirige La Passione di nostro Signore Gesù Cristo di Jommelli al Teatro Massimo di Palermo registrandola per K617; La Stellidaura vendicante di Provenzale al Théâtre de la Place di Liège e al Lunateather di Bruxelles; Gli amori di Apollo e Dafne di Cavalli al Festival del Barocco Musicale di Fano; con l’Academia Montis Regalis la Passio per il Venerdì Santo di Giordani, registrata per Opus 111; al Théâtre de la Monnaie Le nozze di Figaro; alla Nationale Reisopera di Enschede, Orfeo ed Euridice ossia L’anima del filosofo di Haydn. Le stagioni successive vedono Alessandro De Marchi impegnato al Théâtre de la Monnaie con La Cenerentola di Rossini, a Torino con l’Academia Montis Regalis per L’isola disabitata di Haydn registrata da Opus 111, al Teatro Regio di Torino con L’italiana in Algeri, alla Nationale Reisopera di Enschede con Il barbiere di Siviglia, con Academia Montis Regalis inoltre dirige e registra Juditha Triumphans di Vivaldi per Naïve. Allo Staatstheater di Stoccarda dirige Il Masaniello furioso di Keiser, al Maggio Musicale Fiorentino 2001 Didone e Enea di Purcell e Nox erat di Pennisi, al Festival Rossini di Bad Wildbald La pietra del paragone, registrata per Naxos, al Festival di Montreux Juditha Triumphans di Vivaldi con Academia Montis Regalis. Seguono le produzioni Don Pasquale a Bruxelles al Kaaitheater, Il ritorno di Ulisse in patria allo Staatstheater Stuttgart, Il barbiere di Siviglia alla Hamburgische Staatsoper, Deidamia al Händel-Festspiele di Halle. Alla Hamburgische Staatsoper dirige inoltre L’incoronazione di Poppea, Don Giovanni, Der Lacherkiche Prinz Jodelet di Reinhard Kaiser e Giulio Cesare in Egitto di Händel; torna al Théâtre Royal de la Monnaie per Il re pastore, al Festival Rossini di Bad Wildbald per Torvaldo e Dorliska di Rossini. Dirige all’Opernhaus di Halle Hercules, al Festival Rossini di Bad Wildbald Il barbiere di Siviglia, a Bruxelles e in tournée a Losanna, Gand, Marsiglia, Lussemburgo, Melbourne, Berlin, Lisbona e Vienna, Concert arias Un moto di gioia di Mozart con la compagnia di balletto “Rosas” per la coreografia di Anne Teresa De Keersmaeker. Con l’Academia Montis Regalis dirige Orlando finto pazzo di Vivaldi, registrato per Naïve, L’Olimpiade di Vivaldi in tournée a Torino Teatro Regio, Parigi Champs Elysées e Lione, Il re pastore a Innsbruck, Innsbrucker Festwochen e tiene concerti a Torino, Firenze, Mondovì, Perugia, Roma e Vancouver. Dirige inoltre L’incoronazione di Poppea e Cleofide di Hasse alla Sächsische Staatsoper di Dresda, e più recentemente Orlando di Händel a Essen Aalto-Theater, Così fan tutte a Bruxelles Théâtre Royal de la Monnaie, Alcina di Händel all’Opéra National di Lione, Entfürung aus dem Serail ad Hannover NDR Radiophilarmonie e Schleswig-Holstein Festival e La clemenza di Tito a Praga, The Estates Theatre e L’incoronazione di Poppea alla Hamburgsche Staatsoper. Ha registrato per Naïve, Opus 111, Harmonia Mundi France, Accord, Symphonia, K617, Auvidis, WDR, Radio France, Radio Classique, Amadeus. I suoi prossimi impegni: Torino, Conservatorio G. Verdi, concerti con l’Academia Montis Regalis: Cantate di Bach e Oratorio San Giovanni Battista di Stradella; Essen, Aalto-Theater Petite messe solennelle di Rossini; Torino, Orchestra Filarmonica di Torino, concerti Schumann ad Ivrea, Torino, Vercelli; Hamburgische Staatsoper L’incoronazione di Poppea; The Estates Theatre-The National Theatre Prague, La clemenza di Tito; Bologna Festival e Haendel-Festspiele, Il trionfo del tempo e del disinganno con l’Academia Montis Regalis; Weikersheim/Musikrat, La Cenerentola; Vienna Theater an der Wien e Hamburgische Staatsoper, Oratorio di Natale di Bach. Alessio Pizzech, nato a Livorno nel 1972, compie gli studi classici e musicali presso l’Istituto Niccolini-Guerrazzi della sua città, dove frequenta anche la scuola di dizione e recitazione “Laura Ferretti”. Frequenta poi l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma e la Scuola Europea per l’Arte dell’attore dove studia con Marisa Fabbri, Domenico Polidoro e Marco Sciaccaluga. Importanti incontri con Jaques Fornier, Michel Azama e Jean Claude Carrière, Dario Marconcini e Paolo Billi. L’esperienza professionale si arricchisce presto grazie all’assunzione della direzione artistica del Teatro Marchionneschi di Guardistallo e allo svolgimento di un’intensa attività rivolta al radicamento nel territorio dell’evento teatrale. Di particolare rilevanza l’attività didattica rivolta alle scuole, agli allievi e agli insegnanti, attuata a partire dal 1993 in Italia e all’estero (Spagna, Francia e Danimarca, Belgio e Portogallo) e che ben delinea un’idea di teatro sociale legato alla contemporaneità. Dal 1997 collabora con Armunia-Festival Costa degli Etruschi per progetti di formazione ed è in questo ambito che ha incontrato Marion d’Amburgo, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi, avviando con I Magazzini (ora Compagnia Lombardi-Tiezzi) un percorso di lavoro sul territorio, prima, e di produzione poi. Molti e significativi gli spettacoli di prosa diretti, tra i quali si segnalano i recentissimi: Processo Ebbro di Bernard Marie Koltès per il Festival Inequilibrio, La nuit de Valognes di E.E. Schimdt per il C.U.T di Venezia. Molti e importanti gli attori con cui ha collaborato e che ha diretto: Elena Croce, Marion D’Amburgo, Antonio Piovanelli, Mita Medici e Martine Brochard, Adria Mortari, Gianluigi Fogacci, Anna Montinari, Bob Marchese, Maria Rosaria Omaggio, Beppe Ghiglioni. Ha svolto attività di assistentato ed è stato regista collaboratore di alcuni registi italiani e stranieri tra cui Pier’Alli, Micha Van Hoecke, Ugo Gregoretti, Michele Mirabella e Giorgio Pressburgher. Tenore messicano, Raul Hernandez debutta come Duca di Mantova in Rigoletto al Teatro Liceu di Barcelona e al Metropolitan Opera House; con lo stesso ruolo è anche alla New York City Opera, Kentucky Opera, Opera Pacific, Deutsche Oper am Rhein in Düsseldorf, Glimmerglass Opera, Teatro de Bellas Artes, Orlando Opera, Seattle Opera e Baden Baden Festival, dove è stato registrato un dvd. È Don Ottavio in Don Giovanni alla New York City Opera e al Metropolitan di New York. È Alfredo nella Traviata al Teatro Real di Madrid, Kentucky Opera, Manitoba Opera, Opera de Quebec, Opera Lyra Ottawa, Florentine Opera, Milwaukee e Atlanta; è il Conte di Almaviva nel Barbiere di Siviglia all’Opera di Zurigo, al Teatro del Bellas Artes in Messico e all’Austin Lyric Opera. In seguito è Orombello in Beatrice di Tenda all’Opera di Zurigo, a Monaco, a Stoccarda, a Dortmund e a Dresda; è Ernesto in Don Pasquale a Düsseldorf e a Guadalajara; è Tebaldo nei Capuleti e i Montecchi alla New York City Opera, Nemorino nell’Elisir d’amore al Teatro de Bellas Artes ed Edmonton Opera, Des Grieux in Manon al Bolshoi Opera; Arturo nei Puritani al Teatro Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, a Monaco di Baviera e in una tournée in Giappone; Rodolfo nella Bohème alla Glimmerglass Opera, Connecticut Grand Opera e a Trapani; è Faust nel Faust allo Shaker Mountain Festival, Edgardo in Lucia di Lammermoor al Teatro Liceu e alla Glimmerglass Opera. Il suo repertorio comprende inoltre oratori e musica sacra: Requiem e Missa brevis di Mozart, il Messiah di Händel, lo Stabat Mater di Rossini, la Nona Sinfonia di Beethoven, il Requiem di Verdi, i Carmina Burana e i Catulla Carmina di Orff. Tra i suoi prossimi impegni Fenton in Falstaff a Baden Baden e Gennaro in Lucrezia Borgia al Teatro Regio di Torino. Diplomata al Conservatorio “B. Marcello” di Venezia con il massimo dei voti, Silvia Dalla Benetta ha successivamente frequentato corsi di perfezionamento sotto la guida di Iris Adami Corradetti, Aldo Ceccato, Romano Gandolfi, Denia Mazzola, Stella Silva e Salio Walli. Ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Lignano Sabbiadoro, il primo premio al XII Concorso Internazionale “A. Buzzolla” di Adria, il secondo premio TIM a Roma e una borsa di studio al Concorso Internazionale “I.A. Corradetti” di Padova. Nel giugno 2004 è risultata vincitrice del primo premio della giuria popolare e del secondo premio della giuria tecnica al Festival della Lirica di Sanremo. Ha debuttato Le nozze di Figaro (Susanna) al Festival di S. Giminiano, al Teatro di Oderzo e a Castelfranco Veneto; La traviata (Violetta) al Teatro Rosetum di Milano, in Toscana, a Reggio Emilia e in Canada; La bohème (Musetta) a Verona e Mantova; L’elisir d’amore (Adina) a Mantova, Venezia, Vicenza, Verona e Cortona; Il turco in Italia (Fiorilla) al Teatro di Siena; Così fan tutte al Festival di S. Giminiano e al Teatro Lirico di Cagliari; La vedova allegra (Anna Glavari) a Mantova, Vicenza, Ferrara e Bologna; Rita di Donizetti (Rita) a Mantova, Verona e Vicenza; La serva padrona (Serpina) a Verona e Vicenza; La sonnambula (Amina) a Trapani; Rigoletto (Gilda) al Teatro di Sulmona, al Festival di S. Giminiano, in Canada, ad Ascoli Piceno e a Trapani; Un ballo in maschera (Oscar) a Vicenza; Il flauto magico (Regina della Notte) al Teatro Massimo di Palermo; L’isola disabitata (Silvia) di Haydn a Venezia; Lucia di Lammermoor (Lucia) a Teramo, Pisa, Lucca, Livorno, Como, Pavia, Ravenna e in Canada; Il barbiere di Siviglia (Rosina) a Trapani e al Teatro Coccia di Novara; I racconti d’Hoffmann (tutti i quattro ruoli femminili) a Pavia, Como, Brescia, Cremona e alla Palazzina Liberty di Milano; Don Pasquale (Norina) a Bergamo e Ferrara; Faust (Margherita) al Teatro Coccia di Novara. Ha debuttato Semiramide nei Teatri di Pisa, Livorno, Trento e Rovigo ottenendo un notevole successo. Ha collaborato con importanti direttori d’orchestra e maestri concertatori tra i quali: A. Allemandi, A. Ceccato, F.M. Colombo, M. De Bernard, R. Gandolfi, J. Jones, M. Pace, A. Pinzauti, M. Rota. Alterna l’attività operistica a quella concertistica, di operetta, di musica sacra e musica da camera. Ha eseguito inoltre la Missa brevis di Haydn e il Requiem di Fauré a Vicenza, la Messa in do minore di Mozart in Germania e Quem queritis di R. Tofi nel Duomo di Pisa. Recentemente ha cantato La vedova allegra al Teatro Greco di Taormina, Rigoletto e La bohème a San Giminiano. Giovanissimo basso, Alex Esposito è nato a Bergamo dove ha iniziato gli studi musicali dedicandosi al pianoforte e all’organo, quindi successivamente al canto, sotto al guida di Romano Roma. Grazie alla Menzione speciale ottenuta al Concorso Adami Corradetti nel 1998, ha iniziato una carriera che nel giro di poche stagioni lo ha portato in teatri come in teatri come il Teatro Lirico di Cagliari, il Ravenna Festival, lo Staatsoper di Klagenfurt, il Teatro dell’Opera di Roma, lo Staatsoper di Salzburg, il Teatro Regio di Torino. Nelle ultime stagioni ha cantato Die Zauberflöte (Papageno) e Tancredi (Orbazzano) al Teatro dell’Opera di Roma, il Messiah di G.F. Haendel con i Solisti Veneti, Idomeneo e Così fan tutte (Guglielmo) con l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, lo Stabat Mater di Rossini con la stessa Accademia in tournée a Dresda con Antonio Pappano, Il Cordovano e Morte dell’aria di Petrassi al Teatro La Fenice di Venezia, La finta semplice di Mozart nello stesso teatro, Don Giovanni (Masetto) al Maggio Musicale Fiorentino con Z. Mehta, Le nozze di Figaro (Figaro) al Teatro dell’Opera di Roma, Il barbiere di Siviglia (Basilio) e Pulcinella di Stravinskij al Festival di Aix-en-Provence, Don Giovanni (Masetto) al Teatro Carlo Felice di Genova, Don Giovanni (Leporello) al Teatro dell’Opera di Roma. Da segnalare i recenti successi con Il barbiere di Siviglia (Basilio) al Teatro Comunale di Bologna sotto la direzione di D. Gatti, Die Zauberflöte (Papageno) al Teatro La Fenice di Venezia ed al Teatro Regio di Torino ed un concerto di arie di Mozart per la Stagione della Filarmonica della Scala con la direzione di K. Ono. Recentissimi e personali successi ha ottenuto anche con L’italiana in Algeri (Haly) al Rossini Opera Festival 2006, con Don Giovanni (Leporello e Masetto) al Teatro alla Scala di Milano e con La bohème (Colline) al Teatro Comunale di Bologna. I prossimi impegni lo vedranno in: Die Zauberflöte (Papageno) al Festival di La Coruña; La gazza ladra (Fernando) al Rossini Opera Festival di Pesaro; La vedova scaltra a Nizza ed al Teatro La Fenice di Venezia; Guillaume Tell (Walter) all’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma; La clemenza di Tito (Publio) al Teatro Real di Madrid; La Cenerentola (Alidoro) e Don Giovanni (Masetto) al Covent Garden di Londra; ancora Don Giovanni (Masetto) al Grand Theatre de Génève ed alla Israel Philarmonic; Don Giovanni (Leporello) a Lipsia ed alla Staatsoper di Munich. Damiano Salerno ha studiato canto a Milano con Richard Barker e Leonardo Marzamaglia e si è diplomato nel 1995 al Conservatorio di Pescara. Si è perfezionato con Leone Magiera, Enzo Dara e Carlo Bergonzi. Ha partecipato e vinto diversi concorsi, tra cui il concorso “Giuseppe Di Stefano” di Trapani, il “Sanremo Classic International”, il “Cascina Lirica” e il “Concorso Lirico Internazionale A. Catalani” di Ostra. Nel 2004 ha vinto il Concorso As.Li.Co. per i ruoli di Germont (La traviata) ed Albert (Werther), che ha debuttato nei teatri del Circuito Lirico Lombardo. Ha inoltre ottenuto borse di studio dalla Fondazione Arturo Toscanini di ParmaAccademia Giuseppe Verdi di Busseto e dall’Istituto Nazionale Tostiano in collaborazione con la Royal Academy of London. Gli sono stati assegnati il Michele Guagliardo Prize e il Sergio Franchi Prize, grazie al quale ha avuto modo di esibirsi in concerto con Marcello Giordani. Tra le sue esibizioni più recenti si distinguono Luisa Miller (Miller) sotto la direzione di Maurizio Benini alla Fenice di Venezia, Pagliacci (Silvio) con la Bayerische Rundunk Orchester a Monaco di Baviera, Madama Butterfly (Sharpless) con Daniel Oren al Carlo Felice di Genova, Werther (Albert) con la Bayerische Rundunk Orchester diretta da Marco Armiliato a Monaco di Baviera. Ha cantato nel ruolo di Germont (La traviata) al Carlo Felice di Genova (2004), nei teatri del Circuito Lirico Lombardo (2004), e nella Traviata diretta da Marcello Viotti al Musikfestspiel di Saarbrucken (2005). Tra i direttori con cui ha collaborato si segnalano inoltre A. Lombard, N. Luisotti, J.L. Tingaud, V. Charnucka, R. Tolomelli, M. Bufalini, M. Benzi. Tra i suoi impegni futuri La traviata alla Fenice Venezia. Nelle passate stagioni si è esibito con successo in diversi teatri italiani, tra cui il Teatro dell’Opera di Roma (Turandot - Ping), il Teatro Alighieri di Ravenna (Werther - Albert), il Teatro Nuovo di Bolzano (Werther - Albert). Al Teatro Filarmonico di Verona ha cantato nel Barbiere di Siviglia (Fiorello) e nella Traviata (Marchese d’Obigny) sotto la direzione di Giuliano Carella, mentre al Teatro Villa Pallavicino di Busseto si è presentato nel ruolo di Melitone nella Forza del destino diretta da Julian Kovatchev. Nel 2000 ha debuttato alla Scala di Milano nella Bohème (Sergente) per la regia di Zeffirelli e la direzione di Bareza. Nel medesimo anno, al Teatro Bellini di Catania si è esibito in The Rake’s Progress (Keeper) sotto la direzione di Yoram David e la regia di Cesare Lievi e in Macbeth (Medico) diretto da Angelo Campori; ha cantato Rigoletto (Marullo) al Teatro Alighieri di Ravenna e al Teatro Verdi di Busseto con Massimo de Bernart. Il suo repertorio comprende anche opere come Rita (Gasparo) di Donizetti, La serva padrona (Uberto), La cabrera (Cheppa) di Dupont. Damiano Salerno fa parte del “Trio Flaburarpì” (flauto, baritono, panoforte) con il quale ha eseguito in prima assoluta, al Teatro F. Fenaroli di Lanciano, musiche di Mannino dedicate all’ensemble stesso. Elena Borin si è diplomata in clarinetto presso il Conservatorio di Rovigo nel 1996, iniziando la sua attività artistica come strumentista. Nel 2000 si è diplomata in canto presso il Conservatorio Lucio Campani di Mantova, e nello stesso anno ha debuttato nel ruolo di Zerlina nel Don Giovanni a Verona in un allestimento dell’opera in Piazza dei Signori con l’Orchestra Regionale del Veneto. Sempre nello stesso anno ha cantato il ruolo di Susanna in una produzione delle Nozze di Figaro andata in scena al Teatro Bibiena di Mantova. Nel 2001 ha collaborato con la Fondazione Arturo Toscanini, partecipando agli allestimenti della Vedova allegra e della Traviata, in una lunga tournée in Italia. Nel 2002 ha cantato il ruolo di Rosaura nel Fanatico in berlina di Baldassarre Galuppi a Mantova presso il Teatro Bibiena, in una riedizione dell’opera con la regia di Enzo Dara. Ancora nel 2002 ha debuttato il ruolo di Marcellina nelle Nozze di Figaro in una produzione estiva andata in scena nelle Ville del Palladio. Nel 2003 ha proseguito la collaborazione con la Fondazione Toscanini partecipando a numerosi concerti (musiche di Verdi e Carmina Burana). Sempre con la Fondazione Toscanini ha cantato il ruolo del Paggio in Rigoletto in due produzioni: la prima per la regia di Vittorio Sgarbi, andata in scena nella stagione 2003/2004 a Busseto, Modena e Catanzaro; la seconda per la regia di Marco Bellocchio andata in scena a Piacenza e Ravenna. Nell’estate 2004 ha partecipato al concerto in Piazza del Duomo a Parma “Concerto sotto le stelle” con l’Orchestra del Teatro Regio di Parma diretta da Maurizio Barbacini. Nel 2005 ha cantato ancora il ruolo del Paggio in Rigoletto al Teatro Regio di Parma, produzione che è andata in scena anche a Lucca. È stata Anna (Nabucco) all’Arena di Verona e Ines al Teatro Regio, in occasione del Festival Verdi 2006. Fra gli impegni più recenti, il ruolo di Valencienne nella Vedova allegra al Teatro Piccinni di Bari, con la regia di Gino Landi, Giovanna in Ernani a Torino e Anna in Nabucco alle Terme di Caracalla. __________ L’elisir d’amore: trama dell’opera (Dizionario dell’Opera, Milano, Baldini & Castoldi, 1996) Atto primo . Dopo un breve preludio, nell’insolita forma di tema con variazioni, il sipario si apre su una fattoria in un villaggio dei Paesi Baschi, verso la fine del XVIII secolo: i mietitori si stanno riposando dal lavoro dei campi (“Bel conforto al mietitore”). Adina, fittavola ricca e capricciosa, siede in disparte leggendo la storia di Tristano e Isotta. Nemorino, un contadino povero e impacciato, la osserva e si strugge d’amore per lei (“Quanto è bella, quanto è cara”). Sollecitata dai contadini, Adina legge a voce alta la storia che narra di come Tristano fece innamorare Isotta tramite un magico elisir (“Della crudele Isotta”). Nemorino si riconosce subito nella situazione e decide di procurarsi un filtro. Improvvisamente si sente un rullo di tamburo e arriva Belcore, sergente di guarnigione nel villaggio, in cerca di soldati per il suo reggimento. Con fretta e sicumera cerca di sedurre Adina e le propone subito il matrimonio (“Come Paride vezzoso”). Nel duetto seguente Adina fa capire a Nemorino quanto l’amore fedele poco si addica al suo cuore (“Chiedi all’aura lusinghiera”). Annunciato dal suono di una tromba, arriva su un carro dorato il dottor Dulcamara, in effetti un ciarlatano con pretese di taumaturgo, che narra alla folla i propri poteri (“Udite, udite, o rustici”). Affascinato da tanta sapienza, Nemorino si fa avanti e chiede a Dulcamara se possieda «lo stupendo elisir che desta amore». Il ciarlatano intuisce quanto sia sprovveduto Nemorino e gli rifila una bottiglia di vino Bordeaux al prezzo di uno zecchino (tutto ciò che Nemorino possiede), aggiungendo che farà effetto solo dopo ventiquattro ore: giusto il tempo necessario a Dulcamara per allontanarsi dal villaggio. Nemorino, fiducioso di aver nelle mani il potente elisir, incomincia a berne grandi sorsi (“Caro elisir, sei mio”): diventa presto euforico e sicuro di sé, tanto da manifestare indifferenza nei confronti di Adina, la quale si irrita per il suo atteggiamento (“Esulti pur la barbara”). Il desiderio di ripicca è tale in Adina, che ella porta ad acconsentire alla proposta di matrimonio di Belcore; ma il sergente deve partire all’indomani, e propone quindi di anticipare le nozze alla giornata stessa. Nemorino, che sa di poter contare sull’effetto dell’elisir dopo ventiquattro ore, prega Adina di aspettare un giorno a sposare Belcore (“Adina credimi”). Ma Adina si avvia con Belcore, mentre Nemorino smania tra le risa della folla. Atto secondo. Nella fattoria di Adina sono in corso i preparativi per le nozze della padrona di casa. Dulcamara e Adina improvvisano una scenetta cantando una barcarola a due voci (“Io son ricco e tu sei bella”). All’arrivo del notaio per la firma del contratto nuziale, Adina annuncia che lo firmerà solo a sera e alla presenza di Nemorino, per vendicarsi di lui. Frattanto Nemorino si dispera per il mancato effetto dell’elisir e per la mancanza di denaro, che gli servirebbe per comperare un’altra bottiglia del magico liquore. Belcore ha il rimedio da suggerirgli: farsi soldato guadagnando così venti scudi e, pensa Belcore, togliendosi dai piedi. Ma le ristrettezze di Nemorino sono in realtà finite, anche se lui ne è ignaro. Non sa infatti l’ultima nuova: Giannetta, una contadina, va in giro raccontando che uno zio di Nemorino è morto lasciandogli una ricca eredità (“Saria possibile”). Tutte le ragazze del paese circondano ora di attenzioni Nemorino, il quale pensa che l’elisir inizi a fare effetto; lo stesso Dulcamara resta perplesso. Adina, che non sa nulla dell’eredità, guarda con sospetto le attenzioni delle giovani verso Nemorino, svelando così i suoi veri sentimenti verso il ragazzo. Dulcamara le racconta di aver venduto l’elisir a Nemorino e Adina capisce di essere amata (“Quanto amore”). Nemorino, da parte sua, si accorge che mentre le ragazze lo corteggiavano una lagrima è spuntata sugli occhi di Adina (“Una furtiva lagrima”), e questo gli dà la certezza di essere corrisposto. Adina riacquista da Belcore il contratto di arruolamento e lo porta a Nemorino (“Prendi, per me sei libero”) invitandolo a rimanere nel villaggio. E qui cade il punto debole dell’opera: Nemorino crede finalmente di aver capito che Adina lo ama, ma ella gli annuncia invece che intende lasciarlo. È troppo perché Nemorino non esploda: le rende il contratto e decide di aggiungersi alla guarnigione di Belcore: «poiché non sono amato, voglio morir soldato», dichiara eroicamente. Adina a questo punto capisce che è il momento di gettare la maschera. Gioia «inesprimibile» in entrambi gli amanti (“Il mio rigor dimentica”) e scorno di Belcore, soprattutto quando tutti apprendono che Nemorino è diventato il più ricco del villaggio, e trionfo finale per Dulcamara: nessuno può più dubitare degli effetti del suo taumaturgico elisir (“Ei corregge ogni difetto”). Informazioni: ingresso agli spettacoli lirici da 15,00 a 63,00 euro. Gli altri appuntamenti sono ad ingresso gratuito. Per ulteriori informazioni www.donizetti.org oppure 035.244483.