1 Esercizi Spirituali 2009 Meditazione n. 5 Giovedì 6 agosto ore 10.0

Esercizi Spirituali 2009
Meditazione n. 5
Giovedì 6 agosto ore 10.00
VIVERE NELLO SPIRITO SANTO
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di
Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il
vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo
Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai
morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi... Infatti
tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio (Rm 8,9-11,14).
... e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i
credenti secondo i disegni di Dio (Rm 8,27).
Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno
solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a
ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune (1Cor 12,4-7).
Per la maggior parte di noi è molto difficile comprendere lo Spirito Santo.
Come si può descrivere questa invisibile presenza?
È più facile farci un'idea di Dio Padre e di Gesù Cristo.
Di Dio Padre abbiamo forse in mente un'immagine abbastanza dettagliata, probabilmente perché
influenzati da ritratti che ne sono stati fatti da artisti nel corso dei secoli.
Ciò vale anche di più per il Figlio, Gesù Cristo, perché ne esistono numerosissime raffigurazioni
nell'arte e nella letteratura che contribuiscono a farcelo immaginare.
La stessa umanità di Gesù ci rende più facile sia identificare lui, sia identificarci in lui.
Per il fatto della sua natura umana, ciascuna delle sue raffigurazioni viene definita in termini
del tutto umani, con il ricorso alla tradizionale immagine maschile.
Del tutto diverso è il discorso per quanto riguarda lo Spirito Santo.
Anche se lo Spirito Santo rimarrà sempre una realtà misteriosa ed inafferrabile, cercherò di
sintetizzare i principali insegnamenti di Paolo con quattro osservazioni che penso possano aiutarci a
focalizzare la nostra riflessione.
La prima osservazione è che Paolo condivide con tutti gli scrittori del Nuovo Testamento una
base concettuale comune per quanto riguarda lo Spirito Santo.
Tutti danno per certo che lo Spirito Santo proceda da Dio.
Ed è opportuno esaminare questo aspetto più profondamente e dettagliatamente.
Paolo usa un linguaggio che è familiare, radicato nella descrizione che l'Antico Testamento ci
offre dello Spirito di Dio.
Così, le parole basilari per lo Spirito sono anche parole che significano «respiro», «alito» o
«vento».
[La parola ebraica (ruacb) e quella greca (pneuma) contengono essenzialmente la stessa idea
originaria: «vento» o «alito» (collegabile con «respiro»). La versione latina della Bibbia usa la
parola spìrìtus con lo stesso significato originario che ha dato luogo anche alle corrispondenti parole
e a quelle derivate delle lingue moderne (per es.: spirito, ispirazione, ispirato, ecc. in italiano; spirit,
inspiration, inspired, ecc. in inglese). Così, tutte queste lingue conservano i molteplici significati
originari dell'espressione.]
Ogni tentativo di afferrare il significato dello Spirito deve cimentarsi con queste realtà
inafferrabili.
Non si può «afferrare» il vento nel senso di «tenerlo saldamente».
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Né si può «arrestare» il respiro o alito.
Si tratta di cose molto reali, che possono essere sentite e talvolta anche viste. (Non ti è mai
capitato di vedere il tuo respiro, o alito, nell'aria di un mattino particolarmente gelido?).
Comunque, il loro effetto è evidente.
Il vento può essere distruttivo, come in un uragano o in un tornado, ma può anche rinfrescare,
come in un caldo giorno estivo.
Il proprio respiro è così fondamentale per la vita da rendere superfluo sottolinearne
l'importanza. Quando cessano di «respirare», le creature muoiono.
Anche lo Spirito Santo è fondamentale per la vita, specialmente per la «vita spirituale».
Senza lo Spirito, la nostra vita interiore appassisce. Anzi, la vita spirituale non è altro che la vita
dello Spirito.
Paolo afferma con eguale chiarezza che lo Spirito non è altro che lo Spirito di Dio. Non cerca
mai nelle sue lettere di descrivere la personalità dello Spirito Santo come se fosse separata da Dio.
Egli vede sempre lo Spirito come Spirito di Dio. Dio è la fonte.
In 1Ts 4,8, egli afferma esplicitamente che Dio dona lo Spirito Santo.
Lo Spirito è come una forza divina - un «motore» spirituale, un'energia divina, se si vuole - che
fa muovere ogni vita. Dio infonde lo Spirito nell'universo intero: lo «Spirito» di Dio che «aleggia»
sul caos nella creazione.
Egualmente di estrema importanza è il fatto che Dio infonde lo «spirito umano» in ciascun
uomo: Dio, nel creare Adamo, «soffiò nelle sue narici un alito di vita» (Gn 2,7).
Dio dona a ciascuna persona il suo proprio Spirito.
Ciò significa che il nostro destino è sempre ultraterreno.
Dio ci ha creati per un ultimo destino che è veramente spirituale, perché emana da Dio e ritorna
a lui.
Come Paolo scrive ai Filippesi (3,20), «la nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come
salvatore il Signore Gesù Cristo».
Siamo destinati, quindi, ad essere cittadini di un altro regno ed a godere della pienezza di vita
promessa dallo Spirito Santo.
Altrettanto importante è la convinzione di Paolo che lo Spirito Santo è strettamente legato a
Gesù Cristo.
Lo Spirito non è solo Spirito di Dio, ma anche Spirito di Cristo (cf. Rm 8,9; Gal 4,6).
Infatti, possiamo affermare che lo Spirito Santo completa il circolo d'amore intrinsecamente
presente nell'essere stesso di Dio.
Lo Spirito procede da Dio Padre, ma è anche unito a Cristo. Lo Spirito è associato alle opere di
Cristo ed anche alla sua sofferenza, morte e risurrezione.
Lo Spirito diventa un'altra maniera in cui il Cristo risorto continua ad operare nel mondo e tra
coloro che credono in lui. Anzi, solo grazie allo Spirito Santo si è in grado di proclamare nella fede:
«Gesù è il Signore» (1Cor 12,3).
Lo Spirito Santo è così colui che ci consente, sotto la sua guida, di compiere il salto di fede in
Cristo. Finché rimaniamo su questa terra, lo Spirito di Cristo anima tutto ciò che facciamo e ci
mette in grado di seguire l'esempio di Cristo di una vita di servizio per gli altri.
Essenzialmente, quindi, il pensiero di Paolo esprime un'interpretazione veramente trinitaria di
Dio. Questo è un «mistero» fondamentale della nostra fede.
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono in un'intima relazione reciproca; essi sono un'unica
realtà. In effetti, Paolo esprime questa verità con una formula liturgica in un passo delle sue lettere
che è stato adattato da noi come un saluto nella celebrazione della Messa: «La grazia del Signore
Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2Cor 13,13).
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La seconda osservazione sull'idea che Paolo ha dello Spirito Santo è centrata sull'effetto che lo
Spirito produce nei credenti.
Cercheremo di dare corpo a questa idea.
Paolo afferma con sicurezza che lo Spirito Santo abita nei credenti.
Noi siamo infatti un tempio dello Spirito Santo.
Egli chiede francamente ai Corinzi: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio
abita in voi?» (1Cor 3,16).
Lo Spirito Santo trova una dimora proprio nel nostro essere.
Per non farci pensare a questo solo in una specie di prospettiva ultraterrena, in un certo modo
soprannaturale, Paolo ricorda ai Corinzi che proprio i loro corpi sono il sito di questa dimora.
Dio infonde lo Spirito in noi qui ed ora, nella nostra esistenza terrena.
Ciascuno di noi ha uno «spirito» (con la s minuscola) segnato dallo Spirito (con la S maiuscola).
Diventare «spirituali» non è semplicemente aspettare un'esistenza celeste.
Lo Spirito agisce in noi nel nostro essere fisico perché, come dice Paolo, «l'amore di Dio è stato
riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).
Altrove egli ammonisce gli Efesini a non rattristare questo Spirito Santo che abita in loro con
azioni che tradiscono il loro destino.
Dice loro: «E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno
della redenzione» (Ef 4,30).
Poiché essi sono templi dello Spirito, destinati infine alla redenzione ed alla gloria, tutto ciò che
essi debbono essere e tutto ciò che essi sono e fanno deve riflettere questa realtà.
Paolo spiega ulteriormente che questo dono di Dio arriva con potenza e viene mediato attraverso
le acque del battesimo.
Lo Spirito non arriva fortuitamente, ma sempre deliberatamente e con potenza.
Paolo ricorda ai Tessalonicesi questa realtà in modo specifico, rievocando il momento in cui
egli predicò il messaggio evangelico in mezzo a loro ed essi ricevettero questo messaggio e lo
Spirito Santo con convinzione.
Noi ben sappiamo, fratelli amati da Dio, che siete stati eletti da lui. Il nostro vangelo, infatti, non
si è diffuso fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con potenza e con Spirito Santo e
con profonda convinzione, e ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro
bene (1Ts 1,4-5).
L'effusione dello Spirito Santo, quindi, equivale ad un conferimento di poteri mediato dalle
acque battesimali e dal dono della fede.
Nella Lettera a Tito Paolo richiama esplicitamente l'attenzione sul «lavacro di rigenerazione e di
rinnovamento nello Spirito Santo» (Tt 3,5).
Lo Spirito conduce al rinnovamento, all'acquisizione di forza ed alla convinzione.
Lo Spirito ci anima interiormente, ci dà forza per perseverare e ci accompagna nel nostro
viaggio spirituale.
Inoltre, Paolo vede nello Spirito Santo il mezzo principale di santificazione per i credenti.
Abbiamo già detto nel primo giorno dei nostri esercizi che Dio vuole la nostra santitàsantificazione.
Paolo ricorda ai Corinzi: «... siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel
nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!» (1Cor 6,11).
E dice ai Tessalonicesi:
Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi
ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede
nella verità (2Ts 2,13).
Ma la santificazione, anche se comincia sulla terra, non viene completata qui.
Trova infine il suo compimento nel regno di Dio.
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Lo Spirito Santo ci conduce sempre più avanti lungo il nostro viaggio verso la santità e, infine,
nel regno di Dio. Poiché noi non potremmo raggiungere questa meta da soli, lo Spirito Santo ci
viene dato come dono di Dio per accompagnarci.
Lo Spirito cammina insieme a noi, ci conduce sempre più avanti, ci guida nel nostro cammino.
Una terza e ben nota osservazione sul modo in cui Paolo vede lo Spirito Santo riguarda i
«doni» che sono così visibili in una comunità di fede.
Lo Spirito Santo è la fonte di questi doni.
Esaminiamo questa idea più dettagliatamente.
L'eloquente brano della Prima lettera ai Corinti già citato all'inizio di questa meditazione è
quello che più si presta per farci riflettere su questo punto del mistero dello Spirito Santo.
Paolo indugia nell'indicare la diversità dei doni nella comunità, cioè nella Chiesa.
Una tale descrizione suscita una seria riflessione sul mistero della diversità, dei doni pur nella
unicità della loro fonte.
Ne viene proposta qui una più lunga citazione:
Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno
solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a
ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene
concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso
Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di
far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della
profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro
infine l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le
opera, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte
membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà
noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci,
schiavi o liberi... (1Cor 12,4-13)
In questo brano Paolo loda i singoli membri della comunità per i loro doni singolari - dei quali
essi sono indubbiamente orgogliosi -, ma ricordando anche e nello stesso tempo che soltanto ed
unicamente lo Spirito Santo è la loro fonte.
I doni vengono elargiti a singoli individui, ma vengono intesi a vantaggio dell'intera Chiesa.
Lo Spirito Santo li elargisce proprio «per l'utilità comune».
E si noti l'ampiezza di questi doni. Basta abbracciare con un solo sguardo l'intero capitolo 12 di
questa lettera, per rendersi conto dell'ampiezza e della diversità dei doni, che comprendono
ministeri nella parola e nell'azione, nella profezia e nell'interpretazione, nella predicazione e
nell'insegnamento, nell'evangelizzazione e nell'amministrazione.
Si potrebbe giustamente dire che vi sono tanti doni quanti sono gli individui.
A ciascuno di noi è stata donata un'unica identità; ciascuno di noi possiede doni perfettamente
corrispondenti a ciò che siamo.
Infine, la quarta osservazione sul modo in cui Paolo vede lo Spirito Santo riguarda la verifica
dell'azione dello Spirito in mezzo a noi.
In realtà, questa idea suscita una domanda che non solo Paolo, ma ogni cristiano dopo di lui ha
dovuto porsi: come si arriva a sapere che si sta vivendo nello Spirito Santo?
Paolo ci ricorda che per poter rispondere a tale domanda occorre il «discernimento» (cf Rm 12,
2).
Il discernimento si basa sull'evidenza. Probabilmente hai appreso da quanto ti è stato insegnato
nel catechismo che proprio come vi sono doni dello Spirito Santo, così vi sono «frutti» dello Spirito
Santo.
Paolo li concretizza in questo modo:
II frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé; contro queste cose non c'è legge. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno
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crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito,
camminiamo anche secondo lo Spirito (Gal 5,22-25).
Questo brano, in effetti, è la base dell'insegnamento della Chiesa sui dodici frutti dello Spirito
Santo.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica li elenca in questo modo: «amore, gioia, pace, pazienza,
longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità» (Catechismo della
Chiesa Cattolica, n. 1832).
Ma si noti che Paolo usa l'espressione al singolare: «Il frutto».
Egli non vede queste virtù come attitudini o azioni separate. Esse rappresentano, piuttosto, un
modo unificato di vivere nello Spirito Santo. Sostanzialmente, sgorga dal vivere nello Spirito Santo
un unico «frutto» che si mostra in una molteplicità di modi.
L'intera nostra vita, con i suoi pensieri, le sue parole, le sue attitudini e azioni, può essere prova
evidente se viviamo nello Spirito.
Portare il frutto dello Spirito significa vivere secondo il desiderio e la potenza dello Spirito.
L'espressione «portare frutto» è una comune immagine usata sia nell'Antico che nel Nuovo
Testamento per indicare come si vive la propria vita.
Come ebbe a dire Gesù, «dai loro frutti dunque li potrete riconoscere» (Mt 7,20).
Non si può dire semplicemente: «Io vivo nello Spirito Santo».
Si deve poter indicare il proprio modo di vivere e dire: «Ecco come vivo nello Spirito Santo».
In altre parole, c'è una dimensione etica del vivere nello Spirito, che esploreremo più in
profondità nella settima meditazione dei nostri esercizi.
Questa forza spirituale alla quale ci si può abbandonare trova la sua espressione in pensieri,
parole, attitudini e azioni che s'ispirino a rettitudine, bontà e desiderio di santità.
È questo il «frutto» dello Spirito.
Quindi, cosa c'insegna Paolo riguardo al vivere nello Spirito Santo in base a queste quattro
osservazioni?
Anziché fare una descrizione, Paolo invita i suoi lettori ad alzare il loro sguardo.
Essi debbono guardare in alto, nel loro intimo ed in avanti, per poter incontrare lo Spirito;
ricordare che Dio è la fonte.
Dio ha piantato in te il suo Santo Spirito.
Tu sei un tempio.
Tu hai dentro di te una bussola capace di guidarti sulla via che conduce alla vera santità e,
infine, al regno.
E questo Spirito ti ha fornito di doni singolari - talenti, se vuoi - che vanno usati per promuovere
armonia nella comunità.
Vivere nello Spirito significa usare i tuoi doni per il bene degli altri.
La comunità di fede ti aiuterà a discernere i tuoi doni autentici, ed i tuoi pensieri, le tue parole e
le tue azioni ti faranno verificare se tu sei davvero posseduto dal respiro dello Spirito.
In altre parole, vivere nello Spirito significa per te, in definitiva, metterti nelle mani di Dio e
farti condurre da Lui sulla via che è retta e giusta.
È così che la grazia di Dio agisce nella nostra vita giorno dopo giorno.
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SPUNTI PER LA RIFLESSIONE
Leggi la Lettera ai Galati (5,18-25), dove Paolo mette a confronto «le opere della
carne» con «il frutto dello Spirito».
I due rispettivi elenchi sono del tutto concreti.
 Puoi individuare, in questi elenchi, qualità che agiscono nella tua vita?
 Quale «frutto» hai «portato» nella tua vita?
Formula con parole tue una preghiera allo Spirito Santo per chiedergli che la tua
vita porti frutto e rifletta la vita dello Spirito che è piantato in te.
Nella
Spirito».



Prima lettera ai Tessalonicesi (5,19) Paolo scrive: «Non spegnete lo
Cosa pensi che egli voglia dire con questa espressione?
In che modo è possibile spegnere lo Spirito Santo?
Quali sono le qualità o attitudini che potrebbero impedire di spegnere lo
Spirito?
Per i cattolici, in particolare, il sacramento della cresima, o confermazione, è
quello più associato al dono di ricevere lo Spirito Santo in un modo che «conferma»
la fede professata nel battesimo. La confermazione viene intesa come un sacramento
che indica un tipo «adulto» di fede, una decisione consapevole di vivere la fede.
Riesamina il tuo impegno di fede in questa fase della tua vita.
In quali modi hai vissuto le aspettative espresse al momento della tua
confermazione?
In quali modi potresti e dovresti rafforzare il tuo impegno?
E la tua vita nello Spirito è cresciuta nel tempo?
Nella Lettera ai Romani (8,15-16) Paolo scrive: «E voi non avete ricevuto uno
spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli
adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». Lo Spirito stesso attesta al
nostro spirito che siamo figli di Dio».
Recita il Padre nostro, la preghiera insegnata da Gesù ai suoi discepoli,
lentamente e meditandone le parole, invocando consapevolmente l'aiuto dello Spirito
Santo perché rafforzi il tuo rapporto con Dio come Padre amoroso. Ricorda che lo
Spirito ti accompagnerà nella tua preghiera.
PREGHIERA
Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.
Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi santi doni,
suscita in noi la parola.
Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo amore.
Sia gloria a Dio Padre,
al Figlio, che è risorto dai morti
e allo Spirito Santo
per tutti i secoli. Amen.