“APOSTOLI DELLA REGINA
DELLA PACE”
Nel Cenacolo
con Maria..
Sommario
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Canto di apertura: LA PREGHIERA
DI GESU’ E’ LA NOSTRA
Rosario meditato
MESSAGGIO DEL MESE
Meditazione
Consacrazione alla Madonna
Canto allo Spirito Santo
Letture della domenica
Lo Spirito parla al cuore
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Catechesi del tempo…
Liturgia delle ore…Vespri o Compieta
Canto
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Preghiera a Maria prima di dormire
Canto di chiusura: HO
LOTTATO TANTO
Propositi settimanali
Appuntamento successivo
La preghiera di Gesù è la nostra (canto)
Dove due o tre sono uniti nel mio nome,
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo venga a te,
o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.
Voi che siete luce della terra, miei amici,
risplendete sempre della vera luce,
perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi,
o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno
se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri,
perché voi vedrete Dio che è Padre,
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,
siete testimoni di un amore immenso,
date prova della speranza che è in voi, coraggio,
vi guiderò per sempre: io rimango con voi.
Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa' che sia fedele
come Cristo che muore e risorge,
perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui,
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.
Consacrazione alla Madonna
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio Battesimo.
Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con Lui la mia croce
nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesa Ti riconosco per mia Madre e
Sovrana. A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie buone opere passate, presenti e
future. Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio, nel tempo e nell’eternità. Amen
Consacrarsi a Maria è guardare a Lei come al modello da imitare nella fedeltà a Gesù.
Ella stessa ci incoraggia: fate tutto quello che Egli vi dirà !
La Consacrazione è accogliere Maria nella nostra vita:..allora non saremo più soli!
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Sacro Cuore di Gesù, Immacolato Cuore di Maria, Castissimo Cuore di San Giuseppe, io vi consacro in questo
giorno (o notte), la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima affinché si compia attraverso
di me in questo giorno (o notte) la Vostra Santa Volontà. Amen
Preghiera a Maria Santissima prima del riposo notturno
“O Vergine, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi !
Metti la tua mano sui miei occhi
Come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze,
la fatica che mi attende è qui a me vicina.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta il mio pensiero.
Dolce sarà il mio riposo,
se benedetto da te.
Perché domani il tuo povero figlio
Si desti più forte
E riprenda allegramente
Il peso del nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore. Lui solo vegli sempre
e Ridica al suo Dio Un amore eterno
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Messaggio del 2 luglio 2011 (a Mirjana)
“Cari figli, oggi, per la vostra unione con mio Figlio, vi invito ad un passo difficile e doloroso. Vi invito al
riconoscimento completo ed alla confessione dei peccati, alla purificazione. Un cuore impuro non può essere in mio
Figlio e con mio Figlio. Un cuore impuro non può dare un frutto d’amore e di unità. Un cuore impuro non può
compiere cose rette e giuste, non è un esempio della bellezza dell’Amore di Dio per coloro che gli stanno attorno e che
non l’hanno conosciuto. Voi, figli miei, vi riunite attorno a me pieni di entusiasmo, di desideri e di aspettative, ma io
prego il Padre Buono di mettere, per mezzo dello Spirito Santo del mio Figlio, la fede nei vostri cuori purificati. Figli
miei, ascoltatemi, incamminatevi con me.”
Mentre se ne andava, la Madonna ha mostrato sul lato sinistro la tenebra e sul destro una croce come in una luce
dorata. Mirjana ritiene che la Madonna abbia voluto mostrare la differenza tra un cuore purificato ed uno non
purificato..
Messaggio del 25 giugno 2011
“Cari figli, ringraziate con me l’Altissimo per la mia presenza con voi. Gioioso è il mio cuore guardando l’amore e la
gioia che avete nel vivere i miei messaggi. In molti avete risposto ma aspetto e cerco tutti i cuori addormentati
affinché si sveglino dal sonno dell’incredulità. Avvicinatevi ancora di più, figlioli, al mio cuore Immacolato perchè
possa guidarvi tutti verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Messaggio del 24 giugno 2011 (a Ivan)
“Cari figli, anche oggi mi rallegro con voi, anche oggi nella gioia vi invito: accogliete i miei messaggi e vivete i miei
messaggi. Che i miei messaggi diventino vita! Incastonateli nelle vostre vite, che questo sia il nutrimento nel vostro
cammino di vita. Sappiate, cari figli, che sono con voi quando attraversate i momenti più difficili, che vi incoraggio e
consolo, che intercedo presso mio Figlio per tutti voi. Perciò, cari figli, perseverate nella preghiera e non temete!
Seguitemi senza paura. Grazie, cari figli, anche oggi per avermi nuovamente accolto e aver accolto i miei messaggi e
perché vivrete i miei messaggi.”
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”. Giov. Paolo II
Giuseppe, sposo della Vergine Madre di Dio,
insegnaci incessantemente tutta la verità divina e tutta
la dignità umana contenute nella vocazione di sposi e
di genitori!
San Giuseppe, ottienici da Dio, che cooperiamo, con
costanza, con la grazia del grande sacramento nel
quale uomo e donna si promettono reciprocamente
l’amore, la fedeltà e l’onestà coniugale, fino alla
morte!
San Giuseppe, uomo giusto, insegnaci l’amore
responsabile verso coloro che Dio ci affida in modo
particolare: l’amore tra i coniugi, l’amore tra i genitori
e coloro ai quali i genitori danno la vita!
Insegnaci la responsabilità verso ogni vita, dal primo
momento del concepimento, fino all’ultimo istante su
questa terra.
Insegnaci un gran rispetto per il dono della vita.
Insegnaci ad adorare profondamente il Creatore, padre
e datore della vita.
San Giuseppe, patrono del lavoro umano, aiutaci in
ogni lavoro che è vocazione dell’uomo sulla terra.
Insegnaci a risolvere i difficili problemi collegati col
lavoro nella vita delle generazioni, a cominciare dai
giovani, e nella vita delle società.
San Giuseppe, protettore della Chiesa preghiamo Dio
con queste parole:
“O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi
della nostra redenzione alla custodia premurosa di san
Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua
Chiesa di cooperare fedelmente al compimento
dell’opera di salvezza”.
Preghiera per i sacerdoti ISPIRATA DAL SIGNORE
Signore Gesù, santifica tutti i Sacerdoti per i meriti della tua Santa Passione, perché possano essere la tua vera
immagine pura e santa nel mondo. Signore Gesù, per l'amarezza che hai provato per il bacio di Giuda traditore, fa' che
ritornino alla Grazia santificante tutti i Sacerdoti che furono infedeli alla loro vocazione e continuano ostinati nei
peccati del mondo. Te lo chiediamo per l'intercessione del Cuore Immacolato di Maria e del Cuore Castissimo di San
Giuseppe.
Eterno Padre, offriamo il Santo Volto del Tuo Figlio Gesù per le mani di Maria con l'intero generoso olocausto di tutti
noi stessi in riparazione di tanti peccati che si commettono, specialmente delle offese al SS. Sacramento dell'Altare. Te
lo offriamo in modo particolare perché i Sacerdoti mostrino al mondo con la santità della vita, l'adorabile fisionomia
del Divin Volto, irradiando la luce della verità e dell'amore per il trionfo della Chiesa e la propagazione del Regno.
O Gesù il tuo Cuore è dolce ed amabile sorgente donde scaturisce ogni bontà e misericordia, traboccante d’Amore.
Immergi l’Anima di tutti i Tuoi ministri nel Tuo sangue preziosissimo, affinché s’immolino con lo stesso Amore con
cui Tu sei morto e risorto, per salvare le anime. Amen 3 Ave Maria
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
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Prima Lettura Is 55, 10-11
La pioggia fa germogliare la terra.
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia
parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver
compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 64
Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.
Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia!
Seconda Lettura Rm 8, 18-23
L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi.
L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta –
nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della
gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi,
che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del
nostro corpo.
Vangelo Mt 13,1-23 (Forma breve Mt 13,1-9)
Il seminatore uscì a seminare.
Dal vangelo secondo Matteo
[ Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e
si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte
cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era
molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo
radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e
diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». ]
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi
è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà
nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché
guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato
insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con
gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti
giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo
ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende,
viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è
stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed
è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno.
Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza
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soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la
comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 03.07.2011
Cari fratelli e sorelle!
Oggi, nel Vangelo, il Signore Gesù ci ripete quelle parole che conosciamo così bene, ma che sempre ci commuovono:
"Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate
da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso
leggero" (Mt 11,28-30).
Quando Gesù percorreva le strade della Galilea annunciando il Regno di Dio e guarendo molti malati, sentiva
compassione delle folle, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore" (cfr Mt 9,35-36).
Quello sguardo di Gesù sembra estendersi fino ad oggi, fino al nostro mondo. Anche oggi si posa su tanta gente
oppressa da condizioni di vita difficili, ma anche priva di validi punti di riferimento per trovare un senso e una
meta all’esistenza. Moltitudini sfinite si trovano nei Paesi più poveri, provate dall’indigenza; e anche nei Paesi
più ricchi sono tanti gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione. Pensiamo poi ai
numerosi sfollati e rifugiati, a quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita. Lo sguardo di Cristo si posa
su tutta questa gente, anzi, su ciascuno di questi figli del Padre che è nei cieli, e ripete: "Venite a me, voi
tutti…".
Gesù promette di dare a tutti "ristoro", ma pone una condizione: "Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da
me, che sono mite e umile di cuore". Che cos’è questo "giogo", che invece di pesare alleggerisce, e invece di
schiacciare solleva? Il "giogo" di Cristo è la legge dell’amore, è il suo comandamento, che ha lasciato ai suoi
discepoli (cfr Gv 13,34; 15,12).
Il vero rimedio alle ferite dell’umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche
e morali causate da un falso benessere, è una regola di vita basata sull’amore fraterno, che ha la sua sorgente
nell’amore di Dio. Per questo bisogna abbandonare la via dell’arroganza, della violenza utilizzata per
procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo.
Anche verso l’ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una
ragionevole "mitezza". Ma soprattutto nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non
violenza, cioè la forza della verità contro ogni sopruso, è quella che può assicurare un futuro degno dell’uomo.
Cari amici, ieri abbiamo celebrato una particolare memoria liturgica di Maria Santissima lodando Dio per il suo Cuore
Immacolato. Ci aiuti la Vergine a "imparare" da Gesù la vera umiltà, a prendere con decisione il suo giogo leggero,
per sperimentare la pace interiore e diventare a nostra volta capaci di consolare altri fratelli e sorelle che percorrono
con fatica il cammino della vita.
Bibbia e Corano, i tabù da superare di Samir Khalil Samir (06/07/11)
Oggi, nel mondo musulmano, il Corano non è oggetto di confronto, non viene assolutamente rimesso in discussione.
Alcuni ricercatori musulmani, il più delle volte formati o residenti in Occidente, azzardano qualche interrogativo sulla
redazione del Corano, ma incorrono immediatamente nella condanna delle autorità religiose. Il problema dello spirito
critico è un problema reale. Tutto quanto riguarda la religione è ancora tabù: è vietato discuterne e lo è ancora di più se
si tratta del Corano o della tradizione maomettana; Maometto, la sua vita, ciò che ha fatto e ciò che ha detto, sono
tuttora tabù.
Quindi i musulmani non possono parlare delle guerre condotte da Maometto se non in maniera apologetica, per
affermare che il suo unico scopo era quello di difendersi dai persecutori. Eppure a leggere le opere delle prime
generazioni di musulmani, si rimane colpiti dall’atmosfera più libera che vi si respira. Gli autori esprimevano con
molta semplicità il loro punto di vista, positivo o negativo che fosse, per così dire senza complessi.
Lo stesso vale per i rapporti umani di Maometto con altri gruppi, come gli ebrei, i cristiani e soprattutto con i politeisti
della città natale e di tutta l’Arabia, nonché per le relazioni con le donne: tutti questi argomenti non sono mai affrontati
in modo critico, ma sempre elogiativo e agiografico (dal greco hagios = santo). È lo stile tipico della tradizione
cattolica che si adoperava in passato per raccontare la vita dei santi: sono sempre persone straordinarie, che hanno
pregato, digiunato e altro ancora sin dall’infanzia. Tuttavia, il lettore sa che quel genere di racconto non vuole essere
una descrizione storica dettagliata, ha bensì il solo scopo di incitarlo a imitare le virtù del santo di cui narra la vita.
Ahimè, ancora oggi la vita di Maometto viene raccontata in modo puramente agiografico, si espongono i suoi intrighi
come fatti storici realmente accaduti, i racconti abbondano di dettagli presunti, che si amplificano man mano che ci si
allontana nel tempo dalla persona del fondatore dell’islam. Sebbene nel Corano non vi sia il seppur minimo accenno
ad alcun miracolo compiuto da Maometto, nonostante le richieste avanzate dagli arabi di farne, fosse pure uno solo, a
esempio di Mosè e di Gesù, i biografi posteriori ne aggiungono a piacimento. E più passano gli anni, più i biografi
scoprono nuovi miracoli, come ha ben dimostrato padre Focà.
Oggi il problema dell’interpretazione del Corano è sicuramente la questione principale sia nella religione musulmana
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sia nella vita dei musulmani. Molti intellettuali musulmani ne sono consapevoli e sono migliaia coloro che cercano di
proporre nuove interpretazioni del Corano, un compito estremamente arduo dal momento che questi studiosi devono
scontrarsi con una lunga tradizione e spesso vengono accusati di lasciarsi guidare dall’Occidente e dai non musulmani.
Accusa suprema!
In che cosa consiste il problema dell’interpretazione del Corano? Il Corano è presentato come «disceso» dal cielo su
Maometto, il quale lo ha proclamato ai suoi contemporanei. Alcuni di essi lo hanno memorizzato nel proprio «petto»
(sudur) e dopo qualche decennio lo hanno dettato a degli scribi. In un’ultima fase, i fedeli hanno raccolto tutte queste
pagine sparse, scritte su svariati supporti (palme, ossa, ostraca, carta, eccetera), per farne un libro. La stessa parola
utilizzata per «libro», mus-haf, non è di origine araba, è bensì un termine etiopico che stava a indicare la Bibbia. Tutte
queste osservazioni di carattere filologico sono importanti in quanto permettono di vedere come l’islam nascente abbia
integrato elementi provenienti dalla cultura cristiana o dalla cultura giudaica (per le questioni di ordine rituale e
giuridico).
Il Corano si presenta quindi come il risultato di questo insieme di procedure. La discesa su Maometto, la declamazione
di Maometto, la deposizione di tale declamazione nei «petti» di coloro che l’hanno memorizzata, la recitazione della
deposizione ad alcuni scribi, la collazione dei fogli sparsi in un libro che è il Corano. Tutto questo è solo la prima fase.
Il passo successivo venne con l’unificazione del Corano e l’eliminazione di tutte le varianti; si passò poi, con l’inizio
dell’VIII secolo, a distinguere le consonanti mediante l’indicazione dei punti. Per finire, nel IX secolo, sotto la
pressione dei sapienti furono aggiunte le vocali. Un lungo processo, durato due secoli, che ha portato a un testo: il
Corano.
Un testo che i musulmani hanno provveduto a sfrondare di tutte le modalità con cui è stato trasmesso per poter infine
affermare che viene direttamente da Dio, che è la parola di Dio trascritta fedelmente e alla lettera, senza possibilità di
errore. Tutti i libri musulmani che citano il Corano insistono sulla fedeltà della sua trasmissione in contrasto con la
supposta infedeltà della trasmissione dei Vangeli.
A tale scopo, essi fanno riferimento alle teorie più liberali dell’esegesi cristiana, affermando che parecchie generazioni
separano il momento in cui il testo dei Vangeli fu stabilito definitivamente, alla fine del I secolo o all’inizio del II
secolo, e la morte di Cristo intorno al 30 d.C. Cosa che, al contrario, non succede per il Corano, che è stato trascritto
fedelmente senza ombra di errore, poiché, come tutti sanno, i memorizzatori (hafiz, huffaz) e i trasmettitori avevano
una memoria da elefanti e Dio ne garantiva l’infallibilità! Si vede dunque come il fenomeno sia stato mitizzato. In
virtù di questa mitizzazione del testo coranico, si è giunti ad affermare che il testo oggi in nostro possesso è il dettato
letterale fatto da Dio a Maometto, trascritto fedelmente.
Si dice, in termini concreti, che Dio «ha aperto il petto del profeta» e l’arcangelo Gabriele vi ha depositato il Corano.
In seguito Maometto non ha dovuto far altro che attingere, per così dire, da questo deposito per recitare i versetti utili
in ogni circostanza. Si può quindi concludere che non vi siano intermediari. In questo modo di pensare non possono
esserci interpretazioni: l’interpretazione consiste unicamente nell’accertarsi del senso esatto delle parole.
In realtà le prime generazioni di musulmani non hanno mai seguito questa linea di pensiero. Al contrario hanno tentato
di comprendere ciascun versetto spiegando il contesto nel quale la frase era stata pronunciata da Maometto. Esistono
interi libri, decine di libri (spesso di svariate migliaia di pagine) nella letteratura arabo-islamica che parlano di quelle
che vengono definite le circostanze della «discesa» (asbab al-tanzil, che altri chiamano asbab al-nuzul) nel senso di
«rivelazione».
Quindi ciascun versetto sarà spiegato in funzione delle circostanze presunte nelle quali Maometto avrebbe trasmesso
la parola di Dio. Si tratta di un fatto importantissimo, eppure oggi questo contesto viene completamente ignorato.
Ddl sul fine vita al voto: è la settimana decisiva da Avvenire (05/07/11)
A partire dalla seduta di oggi dell`aula della Camera, potrebbe essere questa una settimana decisiva per la proposta di
legge sul fine vita, con la votazione di emendamenti e di un articolo dopo l`altro dei nove che la compongono. Anche
il premier Silvio Berlusconi nei contatti avuti nella giornata di ieri ha insistito sul fatto che questo dibattito
parlamentare costituisce, nel nuovo corso del Pdl, «una prima prova su un tema qualificate, nella quale si deve
mostrare unità e non ci si può permettere sfilacciamenti». Una conferma del valore annesso a questo passaggio è il
fatto che la prima riunione del gruppo parlamentare del partito alla Camera con il nuovo segretario, Angelino Alfano
sarà tutto dedicato al fine vita. Si può avvicinare così il via libero definitivo del provvedimento recante il titolo
"Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento
(dat)", che richiederà probabilmente un ulteriore passaggio al Senato. A Palazzo Madama il testo, con relatore il
pidiellino Raffaele Calabrò, è stato approvato il 26 marzo del 2009, dopo sei mesi di iter (infatti l`esame in
commissione Sanità del Senato era iniziata il primo ottobre del 2008). A sollecitare una rapida approvazione vi fu
anche la tragica morte di Eluana Englaro il 9 febbraio del 2009, in seguito all`applicazione di un protocollo che le ha
sospeso idratazione ed alimentazione. L'iter della Camera è stato più lungo e travagliato. La commissione Affari
sociali a cui è stata assegnata la proposta l`8 luglio del 2009 ha iniziato l`esame, con relatore il pidiellino Domenico Di
Virgilio, esame terminato il 12 maggio del 2010. Sono intercorsi ben nove mesi prima che tutte le commissioni
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competenti esprimessero i pareri sulla proposta. Da ultimo, il 22 febbario è stata la commissione Giustizia, presieduta
dalla finiana Giulia Bongiorno, ad dare parere favorevole chiedendo però «la vincolatività» delle Dat, in contrasto con
quanto stabilito dalla Affari costituzionali che invece ha voluto che fosse soppressa la norma che rendeva vincolante il
parere di un collegio di specialisti in caso di contrasto tra il medico curante ed il fiduciario. Il 7 marzo la proposta è
stata incardinata nell`aula della Camera con la discussione generale, che si è conclusa il 9 dello stesso mese. Il 27
aprile poi, sempre nell`emiciclo di Montecitorio, l`articolato ha potuto superato due test importanti, grazie alla
richiesta della inversione dell`ordine del giorno fatta dal leader dell`Udc, Pier Ferdinando Casini. A favore della
ripresa della discussione votarono Pdl, Lega e Udc, tutti gli altri contro. Un identico schieramento con 307 voti contro
e 225 a favore e 7 astenuti ha portato successivamente a bocciare le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Idv e
dai radicali eletti nel Pd, sostenuta poi per tutto il gruppo da Gianclaudio Bressa. Beppe Fioroni ha assicurato,
comunque, che gran parte degli ex-popolari è uscita dall`aula al momento del voto sulle pregiudiziali. I finiani hanno
votato a favore sia della pregiudiziale che della richiesta di sospensiva del Pd, anch`essa respinta con 306 «no» e 248
«sì». Da ricordare poi che, al Senato, il ddl Calabrò superò oltre 60 scrutini segreti con una maggioranza più alta di
quella prevista. «Questa legge - osserva l`udc Paola Binetti - tutelala vita dei pazienti affermando chiaramente che
nessuno può mettergli fine, nemmeno lo stesso paziente. Anche negli stati di minima coscienza la vita ha tutta la sua
dignità umana che deve essere salvaguardata. Sperò perciò che per questo provvedimento sia la settimana decisiva».
All`avvio del vero e proprio esame della proposta di legge sul fine vita, il 27 aprile, il premier Silvio Berlusconi chiese
ai deputati del Pdl «impegno» per un testo che, grazie ad un «lungo lavoro» parlamentare, costituisce «un risultato
largamente condivisibile di sintesi e di mediazione alta». E anche se quella in discussione non è una proposta
dell`esecutivo, ci tenne a rimarcare che sul problema «il governo ha preso posizioni chiare e coraggiose», e lui stesso
si è «adoperato ed esposto con assoluta convinzione».Oggi del testo si discuterà nella prima riunione del gruppo
parlamentare del Pdl alla Camera con il neo-segretario Angelino Alfano.
La proposta, approvata per la prima volta nel marzo del 2009, vede la luce dopo innumerevoli test. Superati
Il tentativo è di distruggere la Chiesa dall’interno di Bernardo Cervellera (05/07/11)
Con una mossa che ricorda i tempi del maoismo, la Cina ha deciso di varare una serie di ordinazioni episcopali senza
il mandato del pontefice, frenando quelle volute da Benedetto XVI. L’ultima ordinazione illecita in ordine di tempo è
quella di Leshan (Sichuan), avvenuta il 29 giugno e condannata ieri dalla Santa Sede.
Nello stesso giorno doveva avvenire un’ordinazione episcopale ad Handan, approvata dal Papa. Questa è stata invece
cancellata: il candidato vescovo è stato rapito dalla polizia e tuttora si trova segregato; in più, due giorni fa, sempre
dalla polizia, sono stati rapiti due sacerdoti, il cancelliere della diocesi e un membro del consiglio presbiterale.
Ufficialmente, l’ordinazione ad Handan è stata cancellata perché «troppo vicina alla data del 90° anniversario del Partito comunista cinese». Quella di Leshan, nello stesso giorno, non ha suscitato problemi. Un’altra ordinazione senza
mandato papale era prevista ad Hankow (Hubei) per il 9 giugno. All’ultimo momento, pochi giorni prima, è stata
cancellata grazie alle pressioni e le critiche dei fedeli, che non volevano un vescovo scismatico. Altre ordinazioni sono
programmate a Shantou (Guangdong); Heze (Shandong); Xichang (Sichuan). Un’altra era programmata a Chengdu
(Sichuan), ma lo scorso 19 giugno il candidato approvato dall’Associazione patriottica (ma non dal papa) è morto di
cancro. La risposta della Santa Sede, dura e precisa, si spiega col fatto che già mesi fa, il presidente del Consiglio dei
vescovi cinesi, il patriottico Ma Yinglin, aveva dichiarato che era urgente ordinare molti vescovi perché in Cina ci
sono ancora 40 sedi vacanti o con pastori molto anziani. Di recente, anche il presidente onorario dell’Associazione
patriottica (Ap), Antonio Liu Bainian, aveva consigliato al Vaticano di non interferire «nel lavoro dei vescovi
autoeletti e autoordinati (ossia senza mandato papale, ndr ) e che riconosca e sostenga i vescovi eletti nel loro lavoro di
evangelizzazione». Liu Bainian ha detto che il metodo della «autoelezione » e «autoordinazione», è il metodo «voluto
dalla Chiesa in Cina». In realtà, proprio questo metodo mostra le sue pecche. Anzitutto perché esso, definito
«democratico» dall’Ap, è in realtà sottoposto alle pressioni dall’esterno. Molte elezioni avvengono costringendo il
comitato a votare per il vescovo prescelto dal Partito. In tal modo, invece di far emergere candidati animati da spirito
cristiano, desiderosi di evangelizzare, l’Ap spinge il più delle volte a pescare candidati deboli, facilmente corrompibili,
assetati di potere, desiderosi di benessere, più che di sacrificio per il gregge. Il Papa, ricordando tempo fa la Giornata
mondiale di preghiera per la Cina ha detto che occorre pregare per i vescovi di quel Paese «che soffrono », perché «il
loro desiderio di stare nella Chiesa una e universale superi la tentazione di un cammino indipendente da Pietro» e per
«rafforzare quanti sono irretiti dalle lusinghe dell’opportunismo». Il motivo di questa raffica di ordinazioni illecite è
semplice: tentare di distruggere la Chiesa con le sue stesse mani, dividendola e aizzando una parte contro l’altra. Tale
progetto data dalla pubblicazione della Lettera di Benedetto XVI, rivolta a tutti i cattolici, ufficiali e sotterranei, in cui
il pontefice esortava all’unità e a difendere gli spazi essenziali per la libertà religiosa. Proprio perché la ritessitura
dell’unità procedeva bene, l’Ap ha lanciato la sua campagna per far crescere il numero di vescovi “indipendenti” dal
Papa, ma totalmente succubi al Partito. Una simile mossa non avviene senza l’approvazione dall’alto. Del resto un
pezzo grosso del partito una volta mi ha detto: «Di voi cattolici, noi cinesi temiamo soprattutto la vostra unità».
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