San Severino Marche I Pittori del Rinascimento a San Severino

San Severino Marche
I Pittori del Rinascimento a San
Severino
Bernardino di Mariotto, Luca
Signorelli, Pinturicchio San Severino
25 marzo - 31 agosto 2006
Alla ricerca di Bernardino di Mariotto e degli altri pittori del Rinascimento
marchigiano nei borghi medievali che coronano
il territorio di San Severino
Nella splendida cittadina di San Severino
Marche (nata in epoca altomedievale su un
precedente insediamento romano), posta nella
fertile vallata scavata dal fiume Potenza e
coronata da un "mare" di colline che danno alla
campagna un'aria di morbida dolcezza, è
possibile visitare numerosi affreschi votivi
all'interno delle chiese urbane e nel contado
attraverso i quali, fuori dal percorso della
mostra a Palazzo Servanzi Confidati, ricostruire
il fervido clima culrurale del Rinascimento
marchigiano.
Passeggiando per il centro storico, imperdibile è
la ricca collezione della Pinacoteca Civica
Tacchi Venturi, che può essere considerata il
proseguimento ideale della mostra. Si
incontrano poi importanti testimonianze
dell'arte pittorica di Bernardino di Mariotto e
dei pittori a lui coevi all'interno della Chiesa
della Misericordia e nella Chiesa di
Sant'Agostino (Cattedrale). Da non perdere
anche la Chiesa di San Lorenzo in Doliolo, di
fondazione benedettina, con dipinti del Pomarancio e, nella mistica cripta, un
importante ciclo di affreschi dei Salimbeni.
La mostra si presenta come una suggestiva occasione per lasciarsi sorprendere dalla
bellezza di piccoli tesori nascosti non troppo distanti da San Severino: eremi, pievi,
chiese rurali spesso sconosciute, veri e propri gioielli, che aspettano di essere scoperti.
L'Eremo di Santa Maria delle Macchie è uno di questi, tra i monumenti più importanti
per la storia della pittura locale. All'interno di una gradevole cornice architettonica
troviamo due chiese completamente decorate con pitture murali. Vi si trovano testi
pittorici dalla fine del XIV secolo all'inizio del XVI, opera della mano di molti dei
grandi protagonisti della intensa stagione artistica locale: il Maestro di Esanatoglia,
Bartolomeo di Friginisco, Girolamo di Giovanni, Venanzio da Camerino e Piergentile
da Matelica e, ultimamente riconosciuto, Lorenzo D'Alessandro.
Il Santuario di Santa Maria del Glorioso è un importante esempio di architettura
rinascimentale nelle Marche, attribuito all'architetto e scultore Rocco Da Vicenza. Un
lungo e accurato restauro della chiesa operato recentemente ha restituito una gran
quantità di pitture murali poste sotto scialbo nei secoli passati, oltre a far rivivere la
primigenia purezza dei volumi cinquecenteschi. Gli importanti documenti pittorici che
vi si ritrovano percorrono tutto il Cinquecento e testimoniano la continuazione della
"scuola" settempedana nel periodo successivo al ritorno a Perugia di Bernardino di
Mariotto.
Santa Maria di Cisello è una piccola chiesetta nata attorno a un'antica edicola viaria,
alle pendici del San Vicino. In pochi metri quadri è raccolta una notevole quantità di
affreschi votivi. Sull'altare campeggia una Madonna col Bambino tra i santi Rocco e
Sebastiano di Bernardino di Mariotto.
La Chiesa della Maestà di Parolito conserva al suo interno un ciclo di affreschi votivi di
Lorenzo D'Alessandro, databile agli anni '80 del Quattrocento, concluso da una figura
più tarda in cui si potrebbe
riconoscere Bernardino di
Mariotto stesso.
Vale la pena andare a cercare
altre testimonianze del
"Rinascimento Vulgato"
anche allontandosi un po' da
San Severino, in piccoli o più
grandi centri storici dove
scoprire opere che dialogano
con il territorio che le custodisce come perle in uno scrigno e con la cultura e la
religiosità di cui sono espressione. Lungo le morbide valli di questa parte delle Marche
non è raro imbattersi in qualche cappella sperduta, magari a un "crocicchio", nel cui
interno, all'improvviso, appaiono i colori sorprendenti di una parete affrescata, a volte
difesi da una semplice grata.
Gli antichi borghi sorgono spesso sulla sommità delle colline, al riparo da solide cinte
murate: li caratterizza il colore rossiccio del laterizio, hanno palazzi nobili con bei
portali e chiese di una certa imponenza magari lungo stradine strette acciottolate o in
piazze salotto.
Grazie alla posizione panoramica sul
Monte Cingolo, Cingoli viene
chiamata "il balcone delle Marche".
Nella duecentesca Chiesa di San
Domenico, ristrutturata nel
Settecento, si trovano la pregevole
pala di Lorenzo Lotto della Madonna
del Rosario e Santi e un Crocifisso
ligneo del Cinquecento. La
Colleggiata di Sant'Esuperanzio è
nata da una cappella dei frati
camaldolesi di Fonte Avellana che
custodiva la tomba del santo vescovo
e protettore della città, ampliata poi
fino a prendere le belle forme attuali
in seguito al grande afflusso dei
pellegrini. Le pareti sono istoriate
con numerosi affreschi dei secoli
XV-XVI e tra i dipinti si fa notare
una Flagellazione di Sebastiano del
Piombo.
Sorge su tre colli Treia, nota in età medievale col nome di Montecchio. Cuore della
cittadina è la bella Piazza della Repubblica, delimitata su un lato da una panoramica
terrazza, cinta da una bianca balaustra e affacciata su un pittoresco paesaggio di dolci
colline. Sulla piazza si possono visitare il porticato Palazzo Comunale (o dei Priori),
sede del Museo Civico Archeologico, la settecentesca Chiesa di San Filippo Neri, che
custodisce un notevole Crocifisso ligneo e un bel palazzetto del 1823, di Valadier, sede
dell'Accademia Georgica: nei suoi locali è conservato un importante patrimonio
librario, archivistico (oltre 1200 pergamene, di cui alcune del'XI secolo) e artistico
(per esempio una Madonna di Lorenzo d'Alessandro). Uscendo dal paese, il Santuario
del SS. Crocifisso prende il nome da un Crocifisso del Cinquecento conservato
all'interno insieme ad alcuni affreschi.
Pollenza sorge sull'alto di un colle
tra le vallate del Potenza e del
Chienti ed è un caratteristico borgo
medievale circondato da mura.
L'abside della Chiesa dei Santi
Francesco e Antonio da Padova, la
cui architettura è stata riscritta più
volte nel corso dei secoli, conserva
una Madonna con Sant'Antonio da
Padova di Lorenzo d'Alessandro, del
1496. Da non perdere inoltre
l'importante Abbazia di Santa Maria
di Rambona. Particolarmente
suggestiva la cripta, suddivisa in
cinque navatelle tramite una selva di
colonnine con notevoli capitelli
romanici; da segnalare gli affreschi
absidali della scuola di Lorenzo
Salimbeni.
La visita prosegue a Tolentino, nota
per la Basilica di San Nicola (XIII
sec.): il Cupolone, affrescato da
Pietro da Rimini, rappresenta il
maggiore esempio di scuola giottesca-riminese. A pochi chilometri di distanza, nel
mezzo della folta Riserva Naturale di Fiastra, sorge l'antica Abbazia di Chiaravalle,
uno dei rarissimi episodi di architettura cistercense arrivati integri fino a oggi, grazie
anche alla continuità della presenza monastica, tuttora da registrare.
San Ginesio, importante città d'arte, offre al visitatore la splendida Collegiata che reca
sulla facciata le tracce del passaggio di maestri tedeschi e conserva al suo interno un
vero e proprio tesoro: la cripta, denominata Oratorio di San Biagio, è magnificamente
affrescata da Lorenzo Salimbeni nel 1406. Per chi non fosse ancora sazio di opere
d'arte, la Pinacoteca e la chiesa romanica di Santa Maria Assunta offrono un ampio
panorama della grande produzione degli artisti marchigiani del Quattrocento e del
Cinquecento.
Serrapetrona, oltre ad essere una tappa obbligata per la degustazione della Vernaccia,
famoso vino spumante rosso, conserva nella chiesa di San Francesco un
pregevolissimo polittico (del 1496) di Lorenzo d'Alessandro nato proprio a San
Severino e nella chiesa di Santa Maria delle Grazie troviamo una splendida nicchia
affrescata con la Vergine con Bambino e i Santi Giovanni e Battista.
Gagliole, sede di un castello medievale in posizione strategica a lungo conteso tra
Sanseverinati e Camerinensi, è notevole per la sua struttura urbanistica che ha
mantenuto l'impianto medievale originario. Incastonati nelle chiese di questo borgo
fortificato come gioielli preziosi, si trovano notevoli esempi di scultura lignea
cinquecentesca. Nella campagna sorge invece la Chiesa di Santa Maria della Pieve,
spendido edificio romanico dalla facciata in pietra tufacea, che del Cinquecento serba
una Madonna con Bambino.
L'itinerario si conclude a Matelica. La piazza principale ospita al centro una
seicentesca fontana ottagonale in pietra bianca e sulla piazza spicca l'elegante Loggia
degli Ottoni del 1511, su pilastri ottagonali: l'edificio aveva la funzione di fare asciugare
i tessuti di panno di lana per la cui lavorazione la città è famosa dal Rinascimento. Di
notevole interesse artistico è, inoltre, la raccolta del Museo Piersanti, che testimonia
dell'eclettico gusto del monsignore collezionista del XVIII secolo da cui la raccolta ha
preso il nome: si posso ammirare argenti, mobili, importanti dipinti, disegni, arazzi,
ceramiche.
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