Alfred Adler (1870 – 1937)
Nacque in un sobborgo di Vienna, si laureò in medicina all’università di Vienna ed entrò in contatto
con Freud nel 1902 partecipando ai famosi incontri del mercoledì presso la casa di Freud. Diversi
furono i motivi di dissenso tra i due.
Adler aveva criticato l’enfasi che Freud aveva dato alla sessualità sostenendo che altri sono i
fattori determinanti nella costituzione della personalità. Nella sua concezione sono 2 i fattori
fondamentali:
“l’Inferiorità Organica” per cui qualunque deficienza dell’organismo condiziona la crescita psichica
individuale, e
“Il Carattere”, cioè l’organizzazione psicologica che si rivela nell’interazione tra l’individuo e il suo
ambiente sociale.
Secondo lui tutta l’esistenza umana è orientata ad uno scopo che è quello dell’adattamento ad un
ambiente sociale.
La prima relazione sociale che informa la vita psichica è la relazione con la madre, in seguito le
relazioni con gli altri membri della famiglia (“costellazione familiare”) costituiranno dei prototipi
delle future relazioni sociali. Nell’insieme di queste relazioni ha un’importanza notevole anche il
padre, ma questa non è quella esclusiva assegnatagli da Freud nel complesso edipico, concetto che
Adler rifiuta.
Alla nascita il bambino prova una sostanziale inferiorità: egli ha bisogno degli altri per la
sopravvivenza e dipende dagli adulti per tutte le sue necessità, anche nell’infanzia il bambino avverte
che nella relazione con gli adulti egli è in una posizione di inferiorità, ma soprattutto di tipo
psicologico.
La crescita psicologica consisterà allora in una lotta per il superamento di questo senso di
inferiorità utilizzando modalità di compensazione che caratterizzano ciascuna persona e che egli
identifica con il termine di “stile di vita”.
Adler ritiene che ogni individuo sia spinto a realizzare pienamente la propria personalità da una
forza che egli definisce “Sé creativo”, per questo ritiene che in psicoterapia non sia necessario
procedere ad uno scavo nelle dinamiche inconsce del paziente, ma piuttosto sia utile riorientarlo
rispetto al rapporto che egli ha con la realtà attraverso un’opera di incoraggiamento e
compartecipazione emotiva dell’analista