Paolo Baratti – matr. 118985 – Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 ESERCIZIO 1 – “Scatolone adiabatico 1” Lo “scatolone adiabatico” è un sistema chiuso termicamente isolato, costituito da un contenitore cavo che presenta al suo interno due scomparti adiacenti (denominati 1 e 2) separati da un setto termicamente e meccanicamente isolante (fig. 1). Fig. 1 – “Scatolone adiabatico” Nello scomparto 1 è presente 1 m3 di aria alla pressione p1 di 1 bar ed alla temperatura T1 di 100 °C, mentre nello scomparto 2 sono presenti 2 m3 di aria alla pressione p2 di 10 bar ed alla temperatura T2 di 200 °C. Ad un certo istante si rimuove il setto e le due quantità d’aria contenute nello scatolone si mescolano (situazione 3 in fig. 2). Fig. 2 Supponendo che l’aria sia una sostanza chimicamente pura, determinare le coordinate termodinamiche (T3, V3, v3, p3) che descrivono lo stato finale del sistema. Si valuti, inoltre, se si è verificato un aumento di entropia del sistema ed in caso affermativo calcolarlo. Soluzione Innanzitutto, avendo supposto che l’aria sia una sostanza chimicamente pura si può constatare che durante la rimozione del setto non avvengono processi che portano ad una modificazione della composizione del contenuto, quindi allo stato 3 si ha semplicemente aria. Prima di risolvere l’esercizio preoccupiamoci di verificare che tutte le grandezze vengano espresse nelle unità di misura del SI: p1 = 1 bar = 105 Pa p2 = 10 bar = 106 Pa -1- Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 T1 = 100 °C = 373 K T2 = 200 °C = 473 K Impostiamo, quindi, la soluzione partendo dal 1° principio della termodinamica che assume la forma: U = 0, avendo posto Q = 0 e L = 0, in quanto il sistema è termicamente e meccanicamente isolato. Abbiamo quindi: U3 – (U1 + U2) = 0, da cui otteniamo che: U3 = U1 + U2 (1) essendo l’energia interna U una grandezza che gode della proprietà additiva. Ricordando che: U u , M dove u è l’energia interna specifica del sistema e M è la massa del sistema, riscriviamo la (1): M3 u3 = M1 u1 + M2 u2. (2) Per calcolare M1 e M2 utilizziamo l’equazione di stato dei gas perfetti: pV = nR0T, (3) dove la costante universale dei gas perfetti vale: R 0 8134 J . kmol K Dapprima ricaviamo il numero di moli dei sotto-sistemi 1 e 2 utilizzando la (3): n1 n2 p1V1 100000 1 0.0322 kmol R0T1 8314 373 p2V2 1000000 2 0.5086 kmol R0T2 8314 473 successivamente determiniamo le masse dei sotto-sistemi utilizzando il valore della massa molare dell’aria che sappiamo essere: m ARIA 29 -2- kg kmol Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 M1 n1 mARIA 0.0322 29 0.934 kg M 2 n2 mARIA 0.5086 29 14.749 kg . Determiniamo infine la massa del sistema allo stato finale 3: M 3 M 1 M 2 0.934 14.749 15.68 kg , da cui ricaviamo il numero di moli dell’aria allo stato finale: n3 M3 15.68 0.5407 kmol . m ARIA 29 Esplicitiamo l’equazione (2) rispetto all’energia interna specifica u3: u3 M 1 u1 M 2 u 2 M3 e sostituiamo l’energia interna specifica secondo la relazione: u CV t , dove Cv è il calore specifico dell’aria a volume costante e t è la temperatura espressa in gradi centigradi, ottenendo: t3 M 1 C V t1 M 2 C V t 2 M 1 t1 M 2 t 2 . M 3 CV M3 La semplificazione è resa possibile dal fatto che Cv è indipendente dalla temperatura. Sostituendo ora i valori ricavati in precedenza si ottiene: t3 0.934 100 14.749 200 194 C 467 K . 15.68 Notiamo che la temperatura del sistema una volta rimosso il setto è molto vicina alla temperatura del sotto-sistema 2 alla situazione iniziale, ma questo dato era prevedibile essendo M2 >> M1. La temperatura t3, inoltre, rappresenta la media pesata delle temperature di partenza, il cui peso è rappresentato dalle masse dei sistemi considerati. Procediamo ora determinando il volume finale V3 ricavandolo direttamente dai dati del problema: V3 V1 V2 1 2 3 m 3 . -3- Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 Il volume specifico allo stato finale è dato da: v3 V3 3 m3 . 0.191 M 3 15.68 kg Una volta ottenute due variabili termodinamiche indipendenti, nel nostro caso la temperatura T3 ed il volume V3, si può facilmente calcolare la coordinata restante, vale a dire la pressione p3 servendoci dell’equazione (3): p3 n3 R 0 T3 0.5407 8314 467 699780.8 Pa 7 bar . V3 3 Per rispondere al quesito osserviamo che il sistema in questione è termicamente isolato pertanto l’entropia o si è mantenuta costante oppure è aumentata; in realtà possiamo affermare con sicurezza che essa è aumentata in quanto il processo che si è verificato è irreversibile, dal momento che una volta rimosso il setto separatore le due quantità d’aria iniziali si sono mescolate e dalla situazione finale non è più possibile ritornare a quella di partenza. Poiché l’entropia è una funzione di stato non è necessaria una descrizione approfondita della trasformazione verificatasi, ma è sufficiente conoscere i valori iniziali e finali secondo la relazione: S S3 (S1 S 2 ) s3 M 3 (s2 M 2 s1 M 1 ) (4) Determiniamo i valori dell’entropia specifica sfruttando le relazioni ottenute nei capitoli precedenti: s1 C P ln s 2 C P ln T1 p 373 1 J R ARIA ln 1 1010 ln 287 ln 315.23 T0 p0 273 1 kg K T2 p 473 10 J R ARIA ln 2 1010 ln 287 ln 105.72 T0 p0 273 1 kg K s3 C P ln T3 p 467 7 J , R ARIA ln 3 1010 ln 287 ln 16.25 T0 p0 273 1 kg K dove Raria è la costante specifica dell’aria che vale 287 J/kgK, T0 è la temperatura di riferimento (nel nostro caso 273 K), p0 è la pressione di riferimento (1 bar) e Cp è il calore specifico a pressione costante pari a 1010 J/kgK. Sostituendo nella (4) i valori ottenuti si ha: S (16.25) 15.68 105.72 14.74 315.23 0.934 1009.1 -4- J . K Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 ESERCIZIO 2 – “Pompa da bicicletta” Consideriamo la pompa da bicicletta schematizzata in fig. 3, che presenta nella parte terminale un recipiente pieno d’aria di volume V0 = 1 m3. Fig. 3 Il volume V1 dell’aria inizialmente presente all’interno della pompa è pari a 2 3 m. Il sistema si trova, infine, ad una temperatura iniziale TINIZ = 20 °C e ad una pressione iniziale pINIZ = 1 bar. Ad un certo istante si inizia ad imprimere una forza sul manico della pompa spingendo lo stantuffo fino a quando l’aria contenuta nella pompa risulta essere tutta compressa all’interno del recipiente (fig. 4). Fig. 4 In fig. 5 è possibile vedere la descrizione grafica del processo. p pFIN pIN 0 VFIN VIN V Fig. 5 Ipotizzando che il processo sia così rapido da non permettere al sistema di scambiare calore con l’esterno, si determinino la temperatura finale, la pressione finale ed il lavoro compiuto sul sistema per far avvenire la trasformazione. -5- Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 Soluzione Innanzitutto trasformiamo i dati: TINIZ . 20 C 293 K pINIZ . 1 bar 105 Pa . Osserviamo, quindi, che la trasformazione descritta dal testo dell’esercizio è una adiabatica reversibile, pertanto la dipendenza tra pressione e volume del gas è espressa dalla relazione: pV cost , (5) dove l’esponente è dato dal rapporto tra calore specifico a pressione costante e calore specifico a volume costante e nel caso dell’aria vale: J kg K ARIA 1.4 . J 717 kg K 1010 Determiniamo il volume iniziale occupato dal gas: VINIZ . V0 V1 1 2 3 m 3 . Al termine della trasformazione l’aria è completamente contenuta nel recipiente posto al termine della pompa, pertanto: VFIN . 1 m 3 . Utilizzando l’equazione della trasformazione (5), si ottiene la pressione finale: pINIZ . VINIZ . p FIN . VFIN . 10 5 31.4 p FIN . 11.4 p FIN . p FIN . 4.65 10 5 Pa . Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti determiniamo la massa del gas: M p INIZ . VINIZ . 100000 3 3.57 kg , R TINIZ . 287 293 dove R è la costante caratteristica dell’aria che vale 287 J/kg K. -6- Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 Osserviamo che durante la trasformazione la massa rimane costante in quanto il sistema è chiuso. Utilizzando ancora l’equazione dei gas perfetti, scritta questa volta per lo stato finale, troviamo la temperatura finale: TFIN . p FIN . VFIN . 4.65 105 1 453.8 K 180.8 C . M R 3.57 287 Prima di determinare il valore del lavoro compiuto sul sistema osserviamo che esso è composto da due contributi: il lavoro compiuto dalla pressione atmosferica presente nell’ambiente esterno (L0) visibile nel grafico di fig. 6: p pFIN pIN L0 0 VFIN VIN V Fig. 6 il lavoro effettivamente compiuto, per esempio da una persona che comprime lo stantuffo della pompa (fig. 7): p pFIN pIN 0 VFIN VIN V Fig. 7 Calcoliamo il lavoro compiuto dalla pressione atmosferica: L0 p0 (VFIN . VINIZ . ) 10 5 (1 3) 2 10 5 J . Chiaramente il lavoro è negativo per la convenzione dei segni, in quanto viene compiuto sul sistema. Il lavoro totale compiuto sul sistema, invece, è dato dall’equazione del 1° principio della termodinamica, tenendo presente che Q = 0 in quanto il processo è adiabatico: -7- Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 U LTOT LTOT U U INIZ . U FIN . M (u INIZ . u FIN . ) M C V (TINIZ . TFIN . ) . Sostituendo i dati ricavati in precedenza otteniamo: LTOT 3.57 717 (293 453.8) 411598 J . Il lavoro netto effettivamente compiuto si determina per differenza: LNETTO LTOT L0 411598 (200000) 211598 J ; otteniamo un valore negativo in quanto il lavoro viene compiuto dall’esterno sul sistema. ESERCIZIO 3 – “Scatolone adiabatico 2” Consideriamo un sistema avente le stesse caratteristiche di quello descritto nell’esercizio 1 (fig. 8). Fig. 8 Nello scomparto 1 vi è 1 kg di vapor d’acqua saturo alla pressione di 9.8 bar, mentre nello scomparto 2 vi sono 2 kg di vapor d’acqua alla pressione di 0.98 bar. Determinare lo stato fisico finale 3 del sistema dopo la rimozione del setto sapendo che il titolo dal gas nello scomparto 1 è 0.1, mentre il titolo del gas nello scomparto 2 è 0.5. Si determini, inoltre, la variazione di entropia del sistema. Soluzione Prima di addentrarci nella soluzione numerica dell’esercizio, è bene compiere alcune considerazioni sul diagramma [p,V] dell’acqua per determinare quella parte di grafico in cui dovrà trovarsi il risultato. -8- Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 La localizzazione del bersaglio (fig. 9) risulta molto utile soprattutto quando, come in questo esercizio, non è possibile procedere analiticamente, ma si è costretti a determinare la soluzione “per tentativi” sfruttando i dati presenti nelle tabelle. p Zona in cui si dovrà trovare il risultato p1 x1=0.1 p2 x2=0.5 0 V Fig. 9 – Diagramma [p,V] dell’acqua Al termine della soluzione, infatti, se i dati ricavati cadranno al di fuori della zona di grafico evidenziata avremo sicuramente commesso degli errori, pertanto sarà necessario ripetere i calcoli. Trasformiamo ora i dati: p1 9.8 bar 980000 Pa 980 kPa p2 0.98 bar 98000 Pa 98 kPa . Innanzitutto: M 3 M 1 M 2 1 2 3 kg . (6) Poiché il sistema è termicamente e meccanicamente isolato Q = 0 e L = 0 (cfr. testo “Esercizio 1”), pertanto il 1° principio della termodinamica assume la forma: U = 0, quindi: U 3 U1 U 2 . (7) Introducendo le grandezze specifiche la (7) può essere riscritta in questo modo: u3 M 3 u1 M 1 u 2 M 2 . Calcoliamo u1 e u2 sfruttando i dati contenuti nella tabella A: -9- (8) Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 TEMPERATURA PRESS. ASS. ENTALPIA SPECIFICA ENTROPIA SPECIFICA VOLUME SPECIFICO ts (°C) Ts (K) ps (bar) hliq (kJ/kg) hd (kJ/kg) sliq (kJ/Kg K) vliq (dm3/kg) vgas (dm3/kg) 86 88 90 92 94 96 98 100 102 104 106 108 110 112 114 116 118 120 122 124 126 128 130 132 134 136 138 140 142 144 146 148 150 152 154 156 158 160 162 164 166 168 170 172 174 176 178 180 182 184 186 359.15 361.15 363.15 365.15 367.15 369.15 371.15 373.15 375.15 377.15 379.15 381.15 383.15 385.15 387.15 389.15 391.15 393.15 395.15 397.15 399.15 401.15 403.15 405.15 407.15 409.15 411.15 413.15 415.15 417.15 419.15 421.15 423.15 425.15 427.15 429.15 431.15 433.15 435.15 437.15 439.15 441.15 443.15 445.15 447.15 449.15 451.15 453.15 455.15 457.15 459.15 0.60108 0.64948 0.70109 0.75608 0.81461 0.87686 0.94301 1.01325 1.0878 1.1668 1.2504 1.3390 1.4327 1.5316 1.6362 1.7465 1.8628 1.9854 2.1145 2.2504 2.3933 2.5435 2.7013 2.8670 3.0407 3.2229 3.4138 3.6138 3.8231 4.0420 4.2709 4.5101 4.7600 5.0208 5.2929 5.5767 5.8725 6.1806 6.5016 6.8356 7.1831 7.5445 7.9202 8.3106 8.7160 9.1368 9.5736 10.027 10.496 10.983 11.488 360.1 368.5 376.9 385.4 393.8 402.2 410.6 419.1 427.5 435.9 444.4 452.9 461.3 469.8 478.3 486.7 495.2 503.7 512.2 520.7 529.2 537.8 546.3 554.8 563.4 572.0 580.5 589.1 597.7 606.3 614.9 623.5 632.1 640.8 649.4 658.1 666.8 675.5 684.2 692.9 701.6 710.4 719.1 727.9 736.7 745.5 754.3 763.1 772.0 780.8 789.7 2293.5 2288.4 2283.2 2278.0 2272.8 2267.5 2262.2 2256.9 2251.6 2246.3 2240.9 2235.4 2230.0 2224.5 2219.0 2213.4 2207.9 2202.2 2196.6 2190.9 2185.2 2179.4 2173.6 2167.8 2161.9 2155.9 2150.0 2144.0 2137.9 2131.8 2125.7 2119.5 2113.2 2106.9 2100.6 2094.2 2087.7 2081.3 2074.7 2068.1 2061.4 2054.7 2047.9 2041.1 2034.2 2027.3 2020.2 2013.2 2006.0 1998.8 1991.5 1.1460 1.1693 1.1925 1.2156 1.2386 1.2615 1.2842 1.3069 1.3294 1.3518 1.3742 1.3964 1.4185 1.4405 1.4624 1.4842 1.5060 1.5276 1.5491 1.5706 1.5919 1.6132 1.6344 1.6555 1.6765 1.6974 1.7182 1.7390 1.7597 1.7803 1.8008 1.8213 1.8416 1.8619 1.8822 1.9023 1.9224 1.9425 1.9624 1.9823 2.0022 2.0219 2.0416 2.0613 2.0809 2.1004 2.1199 2.1393 2.1587 2.1780 2.1972 1.0333 1.0347 1.0361 1.0376 1.0391 1.0406 1.0421 1.0437 1.0453 1.0469 1.0485 1.0502 1.0519 1.0536 1.0553 1.0571 1.0588 1.0606 1.0625 1.0643 1.0662 1.0681 1.0700 1.0720 1.0740 1.0760 1.0780 1.0801 1.0821 1.0843 1.0864 1.0886 1.0908 1.0930 1.0953 1.0976 1.0999 1.1022 1.1043 1.1070 1.1095 1.1119 1.1145 1.1170 1.1196 1.1222 1.1248 1.1275 1.1302 1.1330 1.1358 2727.2 2536.5 2361.3 2200.2 2051.9 1915.3 1789.3 1673.0 1565.5 1466.2 1374.2 1288.9 1209.9 1136.6 1068.5 1005.2 946.34 891.52 840.45 792.83 748.40 706.91 668.14 631.88 597.95 566.18 536.41 508.49 482.30 457.71 434.60 412.88 392.45 373.22 355.10 338.03 321.94 306.76 392.42 278.89 266.09 254.00 242.55 231.72 221.47 211.75 202.54 193.80 185.51 177.64 170.17 - 10 - Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 Sappiamo che u1 si determina in questo modo: u1 u liq1 x1u d1 , (9) dove l’energia interna specifica differenziale ud1 è data da: ud1 hd1 p1vd1 . (10) Nella (10) compaiono nuove grandezze: hd è l’entalpia specifica differenziale (quinta colonnanella tabella A), mentre vd è il volume specifico differenziale dato da vgas – vliq (le ultime due colonne della tabella A). Per determinare i valori da sostituire nelle espressioni scegliamo la riga da consultare in base al valore della pressione dato dal testo dell’esercizio: abbiamo che p1 = 9.8 bar, pertanto, una volta individuato nella tabella il valore in questione (nel nostro caso ps = 9.5736 relativo alla temperatura di 178 °C), andiamo a leggere sulla riga corrispondente i valori di vliq e di vgas ottenendo: vd1 vgas1 vliq1 0.20254 0.0011248 0.20141 . Individuando sulla tabella i valori di uliq1, che sappiamo essere uguale a hliq1 (quarta colonna della tabella A) e di hd1, li sostituiamo, insieme a vd1 appena determinato, prima in (10) e poi in (9) ottenendo: u1 754.3 0.1 (2020.2 980 0.20141) 936.58 kJ kg (11) Analogamente determiniamo u2 scegliendo la riga in corrispondenza di t = 100 °C: u 2 u liq2 x 2 (hd2 p 2 vd 2 ) 419.1 0.5 (2256.9 98 1.67196) 1465.62 kJ . kg (12) Mettendo in (8) i risultati ottenuti in (6), in (11) ed in (12) abbiamo: u3 3 936.58 1 1465.62 2 da cui otteniamo: u3 1289.27 kJ kg che sappiamo essere uguale a: u 3 u liq3 x3 (hd3 p3 vd 3 ) . (13) Per procedere nei calcoli ci occorre una seconda grandezza indipendente: - 11 - Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 V3 V1 V2 . (14) Introducendo le grandezze specifiche riscrivo la (14): M 3v3 M 1v1 M 2 v2 . (15) Sfruttando ancora una volta i dati contenuti nella tabella determino: m3 v1 vliq1 x1vd1 0.0011248 0.1 0.20141 0.02126 kg m3 . v2 vliq2 x2 vd 2 0.0010437 0.5 1.67196 0.83702 kg Dalla (15), con le dovute sostituzioni, ricavo: v3 M 1v1 M 2 v2 1 0.02126 2 0.83702 m3 0.5651 M3 3 kg che sappiamo essere uguale a: v3 vliq3 x3 vd 3 (16) Considerando la (13) e la (16), abbiamo un sistema nell’unica incognita x3: 1289.27 u liq3 x3 (hd3 p3 vd 3 ) 0.5651 vliq3 x3 vd 3 Questo sistema può essere risolto solamente “per tentativi”: consideriamo una pressione finale p3 vicina a p2, ad esempio p3 = 1.2504 bar, leggiamo i valori sulla riga corrispondente a t = 106 °C e li sostituiamo in un’equazione del sistema, ad esempio la prima: 1289.27 444.4 x3 (2240.9 125.04 1.37315) Risolviamo ed otteniamo: x3 0.4083 . Andiamo quindi a sostituire il valore di x3 ottenuto nella seconda equazione del sistema per verificare se otteniamo un’identità: in caso affermativo avremo determinato la soluzione corretta, in caso negativo dovremo ripetere nuovamente il procedimento appena descritto. Nel nostro caso otteniamo 0.5651 0.5617 che costituisce una buona approssimazione, pertanto il risultato corretto è: - 12 - Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 x3 0.4083 . In particolare osserviamo che questo valore ricade nella parte di grafico evidenziata (fig. 9 pagina 9) proprio come avevamo preventivato. Calcoliamo, infine, la variazione di entropia: S S3 (S1 S 2 ) M 3 s3 (M 1s1 M 2 s2 ) (17) Determiniamo, con l’ausilio della tabella: hd1 2020.2 kJ 2.1199 0.1 2.568 T1 451 kg K h 2256.9 kJ s 2 sliq2 x2 d2 1.3096 0.5 4.335 T2 373 kg K h 2240.9 kJ s3 sliq3 x3 d3 1.3742 0.4083 3.788 T3 379 kg K s1 sliq1 x1 Sostituendo i valori nella (17) si ottiene: S 3 3.788 (1 2.568 2 4.335) 0.126 kJ . K ESERCIZIO 4 Consideriamo il tubo in fig. 10 al cui interno scorre del vapore saturo. fig. 10 Il tubo presenta un’estremità comunicante con l’esterno che permette al vapore di sfiatare all’aria aperta alla pressione di 1 bar ed alla temperatura di 100 °C. Si determini il titolo x del vapore utilizzando il “metodo del calorimetro”. Il calorimetro (fig. 11) è un’ampolla termicamente isolante, rivestita da un’intercapedine al cui interno viene creato il vuoto, che presenta una piccola apertura denominata collo attraverso la quale viene inserito un sottile termometro a mercurio. Inizialmente, il calorimetro contiene 0.57 kg di acqua allo stato liquido e si trova alla temperatura di 25 °C. - 13 - Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 Viene, quindi, introdotto il tubo all’interno del calorimetro e si fa gorgogliare il vapore nell’acqua: il vapore inizia a condensarsi ed allo stato finale il calorimetro conterrà 0.615 kg di acqua alla temperatura di 64 °C. Fig. 11 – Il calorimetro Soluzione Trasformiamo i dati: TVAP 100 C 373 K T1 25 C 298 K T2 64 C 337 K p 1 bar 100000 Pa . Sottraendo alla massa finale dell’acqua la massa inizialmente contenuta nel calorimetro determiniamo il quantitativo di vapore condensato: M VAP M 2 M 1 0.615 0.57 0.045 kg Osserviamo, quindi, che il sistema descritto nel testo dell’esercizio è aperto, in quanto la massa al suo interno è variata; per procedere nella soluzione sfruttiamo il 1° principio della termodinamica in forma entalpica. Considerando che L = 0 e Q = 0 in quanto il calorimetro è termicamente isolato si ottiene: H 0 , cioè: H FIN H INIZ 0 H FIN H ACQUA H VAP . - 14 - (18) Lezione del 25/10/99 – ore 16.30-18.30 L’entalpia finale dipende solamente dal contributo dell’acqua presente nel calorimetro al termine del processo, pertanto: H FIN M 2 C LT2 0.615 4.187 64 164.8 kJ , (19) dove CL è il calore specifico dell’acqua e vale 4.187 kJ/kg °C. Allo stato finale avremo: H ACQUA M 1C LT1 0.57 4.187 25 59.66 kJ , (20) mentre per il vapore si avrà: H VAP M VAP hVAP M VAP (hliq x r ) , (21) dove hVAP è l’entalpia specifica del vapore, r è chiamato “vapore latente di vaporizzazione” (analogo all’entalpia differenziale hd nella tabella A), hliq è l’entalpia specifica dell’acqua (quarta colonna nella tabella A) e x è il titolo del vapore che rappresenta la nostra incognita. Sostituendo nella (21) i valori ricavati dalla tabella A a pagina 11 in corrispondenza della temperatura t = 100 °C, otteniamo: HVAP 0.045 (419.1 x 2256.9) . (22) Ponendo in (18) i risultati ottenuti nella (19), nella (20) e nella (22), si ottiene un’equazione nell’incognita x: 164.8 59.66 0.045 (419.1 x 2256.9) , dalla quale, risolvendo, si determina: x 0.85 . - 15 -