“Milioni di MP3 e la “Mia personalità” mancante
Recentemente, in un convegno Italiano sulla musica in Rete, un ragazzo disse al relatore “Possiamo
scaricare le discografie complete di qualsiasi artista, ma il problema è: Che cosa ci piace?”
In questa domanda è riassunto tutto il percorso della società dei consumi che offre innumerevoli
scelte ma non conferisce gli strumenti per crearsi una propria solida identità. Una delle cause di
questo disagio di fronte alla scelta, è quasi “tecnica”: Barry Schwartz è l’autore di The Paradox of
Choice: Why More Is Less (Il paradosso della scelta: perché di più è di meno). Egli afferma che la
grande varietà di scelte presente nelle società ricche crea paralisi invece che liberazione.
Le persone preferiscono non decidere piuttosto che affrontare delle scelte complicate. Le decisioni,
una volta prese, producono meno soddisfazione poiché le persone hanno più motivi per pentirsi
delle decisioni prese. Inoltre crea aspettative irrealistiche e rimproveri verso se stessi quando i
risultati non sono perfetti. Infine, l’esplosione di scelte può divenire un contributo rilevante
nell’avvio di una depressione.
Un eccesso di informazioni, come avviene nelle società attuali, va a scapito della conoscenza e della
riflessione, atti di interiorità che “fanno anima” e che richiedono di fermarsi e rimanere per un certo
periodo all’interno di spazi più lenti e vuoti. Venire sommersi da un grande numero di opzioni e di
confronto tra caratteristiche ci mantiene ad un livello informativo superficiale, senza mai
addentrarci nella vera realtà della scelta, che potremo conoscere veramente una volta fatto il salto
esperienziale, che si tratti dell’acquisto di un gadget, di una destinazione di un viaggio o
dell’incontro con un persona che ci attrae.
Ma il fattore più importante trovo che sia legato alla psicologia della costruzione della personalità.
Quando compiamo una scelta guidata dalle logiche di mercato, in quel momento ci illudiamo che
“siamo veramente noi stessi”, che decidiamo della nostra vita e siamo consapevoli delle nostre
preferenze come persone autonome “che sanno ciò che vogliono”.
Le scelte e le personalizzazioni che l’industria ci offre simula la creazione di una propria identità.
Quando scegliamo tra cinque, venti o addirittura centinaia di opzioni, ci sentiamo su un terreno che
crediamo di padroneggiare. Ci sentiamo per un attimo come persone originali, ma la nostra
particolarità si regge su perni predeterminati da qualcun altro. Mi ricorda una scena dei Blues
Brothers quando entrarono nel locale dove avrebbero dovuto suonare e chiesero: “Di solito che tipo
di musica fate qui? Oh, di entrambi i tipi. Facciamo country *e* western”.
Per essere accettati ed avere successo nella società dobbiamo essere allo stesso tempo come tutti gli
altri e meglio degli altri. Dobbiamo essere unici però all’interno dei parametri riconosciuti ed
accettati. Essere se stessi, significa, come afferma Lee Siegel “Dover sembrare più come tutti gli
altri che qualsiasi altra persona possa sembrare come tutti gli altri”. (Lee Siegel. Against the
Machine. Spiegel & Grau. New York. 2008. pp.73) Questo si applica sia alla vita ordinaria che al
modo in cui ci presentiamo nei profili dei siti Internet.
Per tornare alla domanda del ragazzo “Ma cosa ci piace”? La domanda precedente a questa è
“Come si creano le preferenze personali?” I propri gusti musicali riflettono la propria natura. La
musica attraversa e connette corpo, mente, emozioni e spirito e si aggancia a qualcosa di profondo
di noi stessi. Il presupposto di “cosa ci piace” musicalmente è “chi siamo” umanamente, e questo
molto difficilmente lo scopriremo scaricando migliaia di brani musicali dalla Rete.
La musica entra in risonanza con le nostre qualità umane essenziali. Una musica energica non può
essere veramente apprezzata in profondità se non riconosciamo ed accettiamo la nostra forza
interiore. Una musica dolce e sentimentale non può riverberare in noi se non accettiamo la nostra
vulnerabilità e tenerezza. Allo stesso modo, la musica può aiutarci a riconoscere ed a alimentare tali
qualità interiori in un feedback reciproco con la nostra psiche. Ma le qualità umane autentiche che
ci rendono allo stesso tempo parte della più larga umanità ed unici nella loro espressione non
possono essere alimentate dalla scelta tra opzioni commerciali.
La capacità di scegliere è ciò che ci rende liberi, ed è questo autentico desiderio dell’anima che
viene manipolato dall’offerta di scelte commerciali. Non di scegliere tra infiniti MP3 ma di creare la
Mia Personalità.