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Quella ligure è l’ideale per la fabbricazione delle lastre da biliardo. Grazie agli alti livelli di umidità,
che ne permettono una levigatura di grande precisione, è la più apprezzata dai campioni statunitensi.
Eppure l’ardesia della Val Fontanabuona, nell’entroterra del Tigullio, vive da anni una crisi che non
conosce fine. Fattori scatenanti, la diminuzione delle esportazioni (meno 50% sul mercato Usa
rispetto al 2001 e meno 36% sugli altri paesi) e la concorrenza di paesi come Cina o Brasile.
Se la Cina infatti produce tavoli da biliardo riducendo la catena distributiva e il Brasile beneficia di
bassi costi di estrazione e sovvenzioni statali, l’estrazione dalle montagne dell’ardesia ligure, al
contrario, necessita di sforzi considerevoli e manodopera qualificata. Non solo. Le imprese liguri
del distretto – 55 per 1.000 addetti e un fatturato di 65 milioni - sono tutte dotate di un sistema di
controllo informatico di alta tecnologia. Fattori che producono inevitabilmente un aumento di costo
per unità prodotta. “Ma che sono alla base – incalza Franca Garbarino, presidente del comitato del
distretto – di una qualità superiore rispetto a quella di qualsiasi concorrente, in tutto il mondo”.
Test effettuati dall’Università di Genova e della Florida, hanno comparato l’elasticità e
l’assorbimento delle caratteristiche di vari tipi di ardesia. Risultato: l’ardesia ligure ha una frizione
interna da 2,3 a 5 volte maggiore rispetto agli altri tipi di ardesia. In parole povere questo significa
che le probabilità che il giocatore manchi un colpo, o non lo compia bene, per vibrazioni
indesiderate, sono minori quando si usa un tavolo prodotto con ardesia ligure.
Il problema è che, una volta collocata sotto al panno verde, la lastra non si vede. Difficile quindi
valorizzarne l’origine. Tanto più quando i concorrenti fanno un utilizzo “pirata” della provenienza
italiana: come quelli brasiliani che mettono il tricolore nella pubblicità solo perché usano per
l’estrazione macchine di origine italiana. “La nostra strategia – conclude la presidente - è quindi
quella di rendere le nostre lastre riconoscibili, con un bollino chiaramente visibile”.
Il settore è costituito in prevalenza da piccole imprese, a conduzione familiare (l’80% ha meno di
20 dipendenti), l’affioramento più significativo a Cicagna, nella val Fontanabuona.
Sebbene l’ardesia si presti a mille usi, le cave che forniscono, allo stesso tempo, materiale adatto ad
ogni tipo di impiego sono rare; per questo l’ardesia del Levante viene impiegata negli usi edilizi
(tetti, pavimentazioni, camini), quella estratta nel Ponente (ma lavorata in Fontanabuona) viene
utilizzata per la fabbricazione dei piani da biliardo.
Ed è proprio il business del biliardo quello che registra maggiori difficoltà: dal 2000 al 2004 il
valore dell’export è passato da 26 milioni – pari al 38% del fatturato – a 15 milioni, con un calo del
15% e inevitabili ripercussioni in ambito occupazionale (-20%). Dimezzato soprattutto il volume
negli Usa, che da un’esportazione di 12.000 tonnellate nel 1999 è sceso a 6.000
In America i leaders del mercato sono due, la Brunswick Billiard e la Olhausen Billiard, ma le loro
scelte di approvvigionamento sono molto diverse. Se la prima ha introdotto sul mercato massicce
quantità di ardesia brasiliana, la Olhausen utilizza da sempre ardesia italiana: con una produzione di
32mila tavoli all’anno, di cui quasi 28mila provenienti dall’Italia, è il più grande produttore al
mondo. Il rapporto con Olhausen è quindi strategico, perché capace di innestare un effetto di
trascinamento nei confronti degli altri produttori con una possibilità di crescita valutabile attorno al
30% delle vendite.
Da questa consapevolezza, nell’aprile 2004, nasce il “Progetto Usa-Ardesia”, finanziato con
450.000 euro da Liguria International, la società regionale per l’internazionalizzazione delle
imprese. ”Per tutto il 2005 - spiega il presidente Vittorio Lamba Doria - sono previste molte
iniziative: una campagna informativa attraverso televisioni e riviste specializzate, la partecipazione
a tornei di biliardo di richiamo internazionale e la preparazione del modulo “Ardesia Ligure” sul
nostro sito che offra un’informazione sul prodotto e un link diretto con le aziende”.
Mariangela Bisanti
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