COMUNICATO STAMPA Trento, 3 giugno 2006 Sogni, attitudini personali, formazione e mercato COME ENTRARE (E RIMANERE) NEL MONDO DEL LAVORO I CONSIGLI DI WALTER PASSERINI Vita quotidiana: nel giardino dell’Auditorium Santa Chiara sono emersi i dubbi dei giovani e le incertezze del futuro. I più preoccupati sembrano essere i genitori. “La vita è quello che ti succede mentre stai facendo dei progetti”. Con questa citazione di Oscar Wilde, il giornalista Walter Passerini, collaboratore del Sole 24 Ore e responsabile di “Job 24”, ha avviato, nel giardino dell’ Auditorium Santa Chiara, il dibattito incentrato sulle problematiche occupazionali, presentato dal direttore di Radio Dolomiti, Rossana Gramegna. Con una lineare analisi antropologica, Passerini, ha individuato e descritto le diverse concezioni dell’attività lavorativa e i conseguenti stili comportamentali. Il lavoro come strumento per guadagnare, il lavoro come sacrificio, il lavoro come rivoluzione del sistema sociale il lavoro come diritto e il lavoro come progetto di vita: queste sono le principali categorie a cui si possono collegare diverse tipologie di soggetti. Chi cerca il lavoro sicuro e ben pagato, che permetta di dedicarsi a numerosi altri interessi personali: chi, sull’onda di una visione etico – ideologica, si dedica all’ambito polito e sindacale; chi, invece, in possesso di un titolo di studio, pretende di raggiungere una posizione all’altezza del proprio diploma; chi, infine, si attiva per realizzare “qualcosa” con “qualcuno”. Difficile capire quale sia l’atteggiamento migliore per approcciarsi al mondo del lavoro e per individuare l’attività più idonea. Walter Passerini identifica, in questo senso, quattro pilastri fondamentali. Il primo, è il desiderio personale, la passione, quello che lui stesso chiama “una splendida ossessione”. Coniugata all’identificazione di una preferenza deve necessariamente esistere un’attitudine e una propensione a svolgere il tipo di attività scelto; attitudine che va necessariamente sviluppata a professionalizzata attraverso la formazione. Infine bisogna tenere sempre in considerazione quali siano le esigenze e le richieste del mercato. Sembra inevitabile ripetere quanto i tempi siano cambiati e quanto si sia alzata l’età della “responsabilizzazione” dei giovani rispetto alle scorse generazioni, ma quale sarà il contesto sociale e lavorativo dei prossimi anni? Attualmente i laureati sono già molti e varrà richiesta dal mercato una sempre maggiore specializzazione. Si rivela fondamentale, così, una formazione mirata post laurea o la creazione di percorsi terziari non accademici della durata di tre anni (un progetto pilota è partito proprio in provincia di Trento). Inoltre, gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, impongono all’Italia di prendere provvedimenti in tre diversi ambiti: nei prossimi 4 anni, secondo Bruxelles, il tasso di occupazione italiano dovrebbe crescere dal 58,2% al 70%, il tasso di occupazione femminile, invece, dovrebbe aumentare di 16 punti percentuale, dal 44% al 60%, mentre il tasso di occupazione di persone sopra i 50 anni dovrebbe raggiungere il 50%, dall’attuale 31%. Questo sarà possibile, spiega Passerini, seguendo delle precise strategie occupazionali. Per quanto riguarda la questione giovanile, ci sarebbe bisogno di incentivare occupazione stabile, inducendo le aziende ad assumere con contratto a tempo determinato dopo un periodo (ad esempio di tre anni) di flessibilità, creando un sistema di “flexstability”. La formazione, continua Passerini, deve diventare il punto di forza, non solo per i giovani, migliorando il sistema universitario, ma anche per chi, uscito dal mondo del lavoro, intende rientrarci, come ad esempio le donne dopo il periodo della gravidanza o la categoria dei cinquantenni. Molte le domande che sono state formulate da un pubblico di giovani in dubbio sul proprio futuro e da genitori in ansia per il domani dei loro figli. In Italia, purtroppo, non esiste, per gli studenti in cerca della strada giusta da seguire, nessun tipo di supporto orientativo. C’è assoluto bisogno di persone esperte e preparate che sappiano offrire sportelli e percorsi di orientamento. I consigli di Passeri, sono facilmente deducidibili: tanta formazione e un continuo aggiornamento, tenendo sempre ben presenti quali siano i propri sogni, le proprie attitudini, con uno sguardo sulle richieste del mercato.