La Repubblica del Ciad è uno Stato dell’Africa Centrale. I suoi confini sono stati definiti alla fine dell’era coloniale in assenza di scelte politiche e culturali. I territori, da cui esso stesso è definito, si distinguono per storia e cultura: ex colonie inglesi, ex colonie francesi; cultura musulmana, cultura cristiana. Tali caratteristiche determinano una situazione geopolitica complessa con la sua unità perennemente minacciata dall’opposizione fra un Nord musulmano e un Sud cristiano. Il Ciad si posiziona ai primi posti della classifica dei Paesi più poveri dell’Africa. I motivi della attuale situazione economica sono da ricondursi sia al periodo coloniale, i territori dell’ex colonie francesi si avvalsero di pochi contributi in termini di modernizzazione, sia alla guerra civile che ferma lo sviluppo del Paese da oltre quindici anni. Nello specifico la mancanza di un sistema di vie di comunicazioni, che impedisce lo sviluppo di traffici interni e internazionali, è uno dei problemi maggiori. Inoltre, il clima del Paese con lunghi e ripetuti periodi di siccità e conseguente desertificazione, rendono difficile la nascita di una fiorente economia. L’organizzazione amministrativa del Ciad, prima del 1920, fu a carattere militare ed fu contraddista da una notevole instabilità, mentre dopo tale anno il Paese divenne colonia. Solo dopo la seconda guerra mondiale (i paesi colonizzatori attuarono una serie di decentralizzazioni con la Legge Quadro del 1956), per opera del governatore F. Eboué fu concessa maggiore autonomia al Ciad, ed in seguito al referendum istituzionale del 1958 si costituì in Repubblica autonoma. L’ 11 agosto del 1960 il primo ministro F. Tombalbaye proclamò la piena indipendenza del Paese, entrando a far parte dell’Onu. Gli anni successivi furono caratterizzati da un’instabile situazione politica. Di fatto, nel 1963 nacquero i primi movimenti di rivolta, scontenti della pesante politica fiscale, come ad esempio “Il fronte di liberazione nazionale del Ciad” diretto dal dottor A.Siddik. Nel 1965, in seguito ad una ribellione del nord contro la politica fiscale del governo, il paese precipitò in un lungo e sanguinoso conflitto durato fino al 1996, anno della stesura di una nuova costituzione e dell'elezione di Idriss Déby alla presidenza. Con le elezioni legislative, sembrava concludersi la prima fase del faticoso avvio del Paese verso la democrazia, ma il lento processo di rinnovamento democratico era tuttavia minato dai continui scontri armati con i gruppi di opposizione al governo. Nel maggio del 1998 il governo e le forze ribelli firmarono un accordo ma, un anno dopo, gli scontri fra le forze governative e le truppe del Movimento per la Democrazia e Giustizia nel Ciad (MDJT) ripresero nella regione settentrionale. Soltanto nel luglio del 1999 il governo riuscì a porre fine ai combattimenti, firmando un accordo di riconciliazione con il gruppo di opposizione armata. Nel maggio del 2001 Déby venne rieletto presidente ma, nel 2004 a causa della guerra scoppiata in Darfur/Sudan, oltre 95.000 profughi invasero il Ciad sollevando gravi problemi economici e di sicurezza. Il Ciad, in seguito ai lunghi conflitti interni e ad una instabilità politica è uno dei paesi più poveri del mondo con un reddito pro capite annuo di 220,23 $ US, con condizioni di vita precarie che presentano un alto tasso di mortalità infantile e di analfabetismo. Tuttavia, oggi il Paese sembra incamminato sulla strada dello sviluppo. Il percorso è ancora lungo, ma si intravedono i primi spiragli di un cambiamento destinato a rivoluzionare la società e la politica ciadiana, anche se si continuano a registrare tensioni civili. Nel Ciad orientale, diversi gruppi armati ciadiani e sudanesi continuano però a commettere nei confronti di civili uccisioni, stupri, reclutamento di bambini e rapimenti a scopo di riscatto.