Commissione Consiliare Speciale per il controllo delle bonifiche ambientali e i siti di smaltimento rifiuti ed ecomafie, riutilizzo dei beni confiscati BOZZA RESOCONTO INTEGRALE n.61/A DELLA SEDUTA DI AUDIZIONE DEL 22 MAGGIO 2013 Argomento:”Siti di compostaggio-Provincia di Napoli” Sono presenti i consiglieri: Mafalda Amente,vicepresidente. Anita Sala. Sono altresì presenti: Giuseppe Caliendo, Assessore Ambiente Provincia NA Maria Teresa Celano, Assessorato Ambiente Provincia NA Giuseppe Pulli e Francesco Iacotucci, Ass.to Ambiente Comune NA (presenti su delega dell’Assessore Sodano) Rosario Concordia,vicepresidente Assoc.ne “Napoli l’altra” Presidenza del Presidente Antonio Amato Inizio lavori ore 11.00 PRESIDENTE - Buongiorno! L’Assessore Romano era stato invitato. Ieri, per le vie brevi, abbiamo saputo che è stato chiamato dal Ministro dell’Ambiente, quindi, non può partecipare. Quest’audizione è stata chiesta dal Vice Presidente Amente, lascerei a lei l’introduzione . Grazie! MAFALDA AMENTE - Grazie Presidente, ringrazio il prof. Caliendo, ringrazio chi è venuto come delegato dell’Assessore Sodano. La convocazione dell’audizione scaturisce da alcune perplessità in merito al sito di compostaggio che il Comune di Napoli ha deliberato, e che dovrebbe essere posto nei pressi dell’ex centrale del latte a Scampia; vorremmo dei chiarimenti in merito a questa questione e capire perché è stato scelto proprio quel posto, nonostante il Consiglio di Municipalità abbia espresso un parere negativo in merito e, pare, che ci siano delle incongruenze anche sulla competenza che il Comune può avere sulla scelta di questo posto. Vorremmo capire se le competenze sono vostre o provinciali. PRESIDENTE – La parola all’Assessore. CALIENDO – Presidente, grazie per aver ancora una volta organizzato una riunione che mi auguro possa fare chiarezza una volta per tutte; una chiarezza che dovrebbe consentire di raggiungere quello che io reputo una condizione che non è più tollerabile, ancora una volta ci troviamo nella situazione in cui i rifiuti che produciamo sono rifiuti che diventano ricchezza per altri e solo immondizia per noi. E’ noto a tutti quanto la Provincia abbia fatto in questi anni, lo abbiamo detto in tutte le salse e scritto in tutte le salse, lo abbiamo comunicato a tutti gli enti che dovevano essere informati a riguardo, di quelle che erano le scelte politiche della Provincia di Napoli, tant’è che noi abbiamo sempre sostenuto che i rifiuti devono avere chilometro zero, non rifiuto zero perché non c’ho mai creduto e non ci credo e questa è una di quelle baggianate diffuse, falsa conoscenza, falsa informazione che non so a chi possa far piacere, rifiuti zero non esistono, esistono rifiuti a chilometro zero. Non esistono impianti che possono consentirci di trasformare i rifiuti in risorsa economica, occupazionale, quindi ricchezza, non esistono impianti ed è noto a tutti, tant’è che la Provincia di Napoli aveva provveduto già ad effettuare, in data 19.04.2011, la proposta preliminare di piano d’ambito che, poi, è stata sottoposta in data 08.07.2011, alla procedura di VAS, è stata inviata alla Regione Campania, la Regione Campania, con delibera 265 del 14.06.2011 ha adottato la proposta di piano regionale che, poi, successivamente, è stato anche approvato. Tenete conto che quanto programmato dalla Provincia di Napoli è stato comunicato anche in Europa, perché a nessuno sfugge quanto l’Europa, in più occasioni, ci abbia richiamato a far si che anche la Provincia di Napoli avesse quella condizione di filiera corta, cioè, di tutti gli impianti necessari al trattamento dei rifiuti. E’ inaccettabile che ancora noi oggi prendiamo i nostri rifiuti e, di qualsiasi segmento di rifiuto stiamo discutendo, lo andiamo a conferire sicuramente fuori regione, quindi sul territorio nazionale e qualche volta ci spingiamo anche sul territorio extranazionale; paradossale, a nostro avviso, è che i nostri rifiuti si facciano anche “crociere” per mancanza di impianti sul nostro territorio. Quanto questo ci costa è sotto gli occhi di tutti, quello che dovrebbe essere un prodotto che diventa materia prima lo diventa per altre parti del nostro pianeta, ma da noi resta sempre etichettato come “munnezza”, come qualcosa di cui dobbiamo liberarci perché ci infastidisce. Ritengo che questo non sia più accettabile; è obbligatorio, quanto prima, realizzare tutta l’impiantistica per raggiungere quella che io definisco “filiera corta”, non possiamo più essere prigionieri dei rifiuti. Per quanto riguarda, nello specifico, i siti di compostaggio, a regime, la Provincia di Napoli dovrebbe produrre circa 400.000 tonnellate di rifiuto umido proveniente da raccolta differenziata, tant’è che nel nostro piano d’ambito avevamo previsto ben 10 siti di compostaggio; allo stato attuale, non c’è nessuno se non uno privato nel Comune di Caivano per 15.000 tonnellate circa, noi avevamo previsto circa 10 impianti da localizzarsi sull’intero territorio della Provincia di Napoli perché ritenevamo che soprattutto questo rifiuto che proviene dalla raccolta differenziata come rifiuto organico, poteva essere trattato qui e diventare, qui, risorsa economica ed occupazionale. Spesso viviamo un’altra situazione di dissociazione: abbiamo gente a cui garantiamo ancora lo stipendio, pero, queste persone che dovevano essere utilizzate in tutti i processi della raccolta differenziata poco o niente fanno e questo mi angoscia ancora di più. Tenete conto che stiamo parlando di documenti che risalgono a qualche anno fa, vi aggiungo che la Provincia si era anche adoperata, unitamente alla Regione, a predisporre degli accordi di programma e a dividere il territorio della Provincia di Napoli in ben 7 aree omogenee, i una di queste aree omogenee era la città di Napoli per un ammontare di circa un milione di abitanti, le altre 6 aree omogenee viaggiavano intorno a 400.000 – 500.000 abitanti. Avevamo previsto, in questa programmazione, per quanto riguardava il nostro piano d’ambito, circa 10 impianti di compostaggio per andare a regime, perché stavamo proiettandoci verso l’ottimo, passando per il mediocre, ma siamo rimasti al di sotto del mediocre allo stato attuale, perché impianti non sono stati realizzati e benvengano tutte quelle iniziative che possono consentirci di vivere non più la politica delle chiacchiere ma la politica del fare, dove vorrei vivere quella condizione ottimale per far si che qui ci sia “rifiuto a chilometro zero”, perché non è più concepibile che ci possiamo consentire il lusso di prendere questi rifiuti e di portarli altrove, perché demonizziamo tutto. Siamo arrivati al paradosso che anche l’isola ecologica è un impianto impattante da un punto di vista ambientale!!! L’isola ecologica inquina… siamo arrivati a queste falsità e io non lo consento, per il ruolo che ricopro, ma soprattutto come uomo non accetto nè condivido queste ideologie che non so a cosa mirano, che non sono supportate da nessun dato statistico, scientifico, per cui, poi, alla fine, questi impianti non si devono fare; qualcuno me lo deve spiegare perché se si fanno gli impianti altrove e se questi impianti trasformano questi rifiuti che da materia prima diventano materia seconda, non capisco perché non si possono fare anche in Provincia di Napoli e in regione Campania. Tenete conto che avevamo previsto un impianto per ogni area omogenea a cui se ne aggiungevano due per l’area rispondente alla città di Napoli, a cui si aggiungevano gli altri due che erano stati previsti per legge, la legge 1/2011 che prevedevano gli impianti di digestione anaerobica, perché siamo arrivati un po’ più avanti come tecnologia, non parliamo più di semplice compostaggio, ma di digestione anaerobica, perché da un punto di vista di ricavi e di efficienza dei processi sono dei processi che stanno in uno stato più avanzato, tanto è vero che parlavamo di siti di compostaggio o di digestori anaerobici e questi due digestori anaerobici sono stati indicati, per legge dello Stato, la legge 1/2011, da realizzarsi, per quanto riguarda la Provincia di Napoli, all’interno dei due STIR di Tufino e di Giugliano. Sapete meglio di me che la legge ha consentito al Presidente Caldoro di nominare un Commissario che si identifica nella persona del Prefetto Manzo, il quale ha fatto tutto quello che doveva fare, tutte le procedure, c’è stato qualche problema su Tufino perché l’area in cui doveva essere realizzato questo impianto, dai primi sondaggi sono emersi dei reperti archeologici, mentre la gara è stata chiusa per Giugliano, però, allo stato attuale sembra che ci sia stata una sola offerta,di tutto questo, però, può riferire meglio di me il Prefetto Manzo. AMENTE – Siamo d’accordo che si facciano questi impianti, però credo che sia anche giusto coinvolgere tutti in questa cosa, anche perché qua si parla di Scampia ma siamo a ridosso di Melito, cioè a 150 metri più o meno, siamo a Melito e il Comune di Melito non è stato coinvolto in questa scelta, per questo è stata fatta questa audizione. Siamo tutti d’accordo sul concetto generale, però, nello specifico, ci sono delle perplessità. CALIENDO – Non facevo una questione di merito o non merito, faccio una questione chè, purtroppo, sono passati degli anni e ho necessità, dopo la fine di un mandato... perché non è pensabile che impianti che si possono realizzare e in altri luoghi si sono realizzati in 1 – 2 anni, dopo un mandato devo stare ancora a rincorrere le streghe. Abbiamo detto che gli impianti, per quanto di nostra competenza, devono essere realizzati in aree a carattere industriale, dopodiché, è chiaro che tutti gli altri passaggi mi auguro che vengano fatti a stretto giro, perché, se devo pensare che sua figlia si verrà ad iscrivere alla facoltà di farmacia e io la devo pure laureare come ho fatto con lei e , in quell’occasione, le dovrò dire che non sono stato neanche capace, in cinque che ho fatto l’amministratore della cosa pubblica, a garantire l’apertura di un impianto per un sito di compostaggio, mi vergogno di essere vissuto. Glielo voglio dire senza mezzi termini, dopodiché, gli impianti, a mio avviso, vanno fatti e vanno fatti rapidamente, poi, che tutte le anime-multilivello si devono incontrare e trovare degli accordi, benvenga , però facciamolo presto, perché tempo non ce n’è più. E’ vergognoso che io debba pensare che i rifiuti di Napoli si facciano “la crociera” perché è inconcepibile, glielo voglio dire ad alta voce, poi, tutti gli altri sistemi, se sono lenti o meno, caro Consigliere, non spetta a me dirlo. Ho messo su gli atti, insieme alle amministrazioni, le scelte politiche le abbiamo fatte e penso sia arrivato il momento in cui non abbiamo più tempo, questo lo voglio dire con grande chiarezza. Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, però, vi ho dato delle date, ancora stiamo capendo dove, come e quando, non è pensabile, in altri posti del mondo sono stati fatti 6 – 7 lustri fa, abbiamo fatto passare un lustro e non abbiamo fatto niente. CONCORDIA – Credo che mai si sia messo in discussione il problema, in qualsiasi tipo di sede, che ci sia bisogno di un modo per risolvere comunque il problema rifiuti. E’ chiaro che un’emergenza creata rispetto a tutta questa questione dei rifiuti, siamo tutti obbligati e moralmente impegnati a cercare di risolverla, però, se, fondamentalmente, si fa la scelta di mettere impianti di questo genere a 150 metri dalle case delle persone, quando le norme credo siano ben chiare rispetto a questo argomento; l’onorevole Amente poneva un problema legittimo, da rispettare, che non va verso il mettere in discussione l’impianto generale del ragionamento sia politico che istituzionale. PRESIDENTE – Questo piano è già concertato con il Comune di Napoli circa il posizionamento? CALIENDO – Abbiamo fatto il piano d’ambito, lo abbiamo sottoposto VAS lo abbiamo passato alla Regione Campania, la Regione Campania lo ha fatto proprio, ha recepito anche le nostre osservazioni quando è stato proposto il piano. PRESIDENTE – Un piano prevede anche la regolarizzazione. CALIENDO – Quello non c’è stato, abbiamo indicato solo che gli impianti erano quelli, in funzione delle quantità di rifiuti da trattare e che gli impianti devono essere realizzati nelle aree industriali, poi spetta agli altri organi decidere, mi auguro che questa decisione arrivi quanto prima. PULLI – Aggiungerei alcune cose, a valle di quello che ha detto dall’Assessore alla Provincia che ha raccontato il quadro istituzionale nel quale ci si muove, allora, in questo quadro istituzionale il Comune deve localizzare alcuni impianti di compostaggio, questo coincide con il piano predisposto dalla Provincia e deve localizzarli in aree che sono aree industriali che, per quanto riguarda il piano regolatore di Napoli, si definiscono aree per la produzione di beni e servizi, sono queste le aree industriali del Comune di Napoli; il nostro piano regolatore 2004 individua alcune aree nelle quali, le classifica come D1, che sono aree nelle quali si possono insediare attrezzature per la produzione di beni e servizi, in questo caso, un impianto di trattamento di rifiuti con le caratteristiche di cui dirò, è un impianto che si colloca, esattamente, all’interno della definizione di produzione di beni e servizi. Quali sono le aree, nella nostra città, individuate come D1? Ce ne sono alcune nella zona di Piscarelli/Agnano, quindi, in zona occidentale, ce n’è una nella zona nord, che è intorno all’ex centrale del latte e ce ne sono alcune nella zona est, sia nell’area ex raffineria, sia in altre aree, anche di questo tipo dopo. Le aree da scegliere, le aree nelle quali poter insediare questi impianti sono varie, non molto grandi, che si trovano in tre parti diverse della città, che, però, sono anche dal punto di vista del raggiungimento del chilometro zero, che è un concetto che ha una sua forza strategica, il mondo ragiona così, per dirla in breve. Il Comune ha fatto una delibera con la quale ha deciso di programmare, nel Comune di Napoli, tre impianti di compostaggio fatti con le tecnologie più avanzate, che prevedono anche la produzione di biogas, quindi, sono impianti che hanno un ridottissimo impatto ambientale, sono impianti ecocompatibili, sono impianti che, poi, nella progettazione che man mano si dovrà fare, dovranno raggiungere questi standard ambientali, però, concettualmente, ha previsto tre impianti, uno localizzato nella zona occidentale, nelle aree Agnano/Pisciarelli che ho detto prima, per norma deve essere un’area industriale, in questa zona occidentale non è ancora avvenuta la localizzazione, si sta lavorando intorno ad un tema che potrebbe individuare le aree intorno, c’è una centrale in parte dismessa e in parte in esercizio, quella potrebbe essere un’area in cui localizzare l’impianto di Napoli-Ovest, l’altro impianto è stato individuato nella zona di Napoli-Est, siccome c’è una differenza di veduta tra la Regione e il Comune, perché l’area è destinata all’insediamento di un termovalorizzatore al quale il Comune ha manifestato la sua contrarietà, quindi, proprio per questo abbiamo fatto una delibera, prevede che sia nella zona orientale, area dell’ex depuratore, proprio ieri è partita una lettera al Ministro per chiedere che venga istituito subito un tavolo di lavoro con Regione, Provincia e Comune, per poter realizzare, all’interno dell’area del depuratore di Napoli-Est un impianto di compostaggio, anche questo fatto con i sistemi che ho detto prima, che dovrebbe convivere con l’impianto di depurazione che si sta realizzando, perché il Cipe ha destinato 89 milioni alla Regione Campania per l’adeguamento dell’impianto di depurazione di Napoli-Est, che, com’è noto, è un impianto non a norma, quindi, adesso, la Regione deve fare il progetto di adeguamento dell’impianto e il Comune dice: “Nel progetto di adeguamento dell’impianto, come già a suo tempo è stato detto che circa 10 ettari sarebbero stati inutili per l’impianto, quindi, utilizzabili per il termovalorizzatore, vediamo se troviamo anche un ettaro o un ettaro e mezzo che può essere utilizzato per realizzare uno degli impianti di compostaggio?” questa è la lettera che il Sindaco ha mandato l’altro giorno al Ministro dell’ambiente chiedendo un tavolo tecnico immediato per poter ragionare su questo tema, quindi, il secondo impianto andrebbe, nell’area orientale, in questa localizzazione, il terzo impianto, invece, è previsto nell’area nord, dove l’unica zona dov’è possibile insediare un impianto del genere è quella dell’ex centrale del latte, destinata alla produzione di beni e servizi. A suo tempo fu fatta anche una delibera di Giunta con la quale si propose l’inizio di un ragionamento. Una volta individuata quell’area comunale dove può essere utilizzato questo impianto, si doveva fare un ragionamento complessivo considerato che la zona D1 è di 9/11 ettari, l’impianto di compostaggio ne copre una parte, copre un quinto, un sesto, quindi, è chiaro che si andrà a fare un piano complessivo, tra l’altro, in quella zona c’è un edificio destinato alla centrale del latte, che fu abbandonato negli anni ’80, che è comunque un bene vincolato, l’edificio fu progettato negli anni ’60, si portò, in parte, avanti, poi fu abbandonata la cosa, quindi, c’è un ragionamento da fare su un intervento che abbia un progetto complessivo di sistemazione dell’area, che sono tutte quelle aree, attualmente abbandonate, che si trovano tra viale della Resistenza e gli svincoli mai utilizzati. C’è una grande occasione di qualificazione. Sappiamo di fare un progetto organico e qualitativo in cui anche la parte riferita all’impianto di compostaggio concorra a questa riqualificazione complessiva. Lo diceva prima il prof. Caliendo, gli impianti di compostaggio con questi sistemi di produzione cono impianti che convivono, pienamente, anche in realtà industriali. Il Comune ha fatto una delibera indicando 3 aree, queste 3 aree servono per trattare quelle quantità che sono all’interno del piano che consentirebbero di portare la raccolta differenziata ad un livello molto più avanzato ed eviterebbero il trasporto fuori Regione dell’attuale umido che viene portato fuori, per circa 30 mila tonnellate viene portato fuori; se incrementiamo la raccolta differenziata arriveremo a 100 mila tonnellate di umido e potrebbero essere trattare a Napoli. Per questo 3 impianti. Dopo viene la tecnologia da utilizzare, è chiaro che deve essere una tecnologia avanzata. Dice l’ing. Celano che è esperto in materia che le tecnologie sono tali che potrebbero anche non stare in aree industriali, ma ciò non toglie che la scelta di farle in aree industriali è una scelta definita, quindi, sono queste le 3 aree industriali nella città, all’interno di queste aree vanno localizzate. E’ chiaro che questa è un’occasione per una riqualificazione di quell’area che è il peggio del peggio dal punto di vista ambientale, dal punto di vista dell’utilizzazione, dal punto di vista delle presenze, dal punto di vista della vita che svolgono i cittadini intorno, sono circondati da una landa desolata occupata da rifiuti, c’è una situazione drammatica, è un’occasione per ripristinare una condizione di normalità e di civiltà. SALA – Presumo che quest’audizione sia l’inizio anche per un tavolo tecnico, vedo che Melito dista solo 150 metri di distanza, non so se l’impianto può essere fatto a questa distanza. Direi di fare un tavolo dove viene invitato anche il comune di Melito se è il Comune limitrofo, per poter anche dire i vantaggi di questa nuova tecnologia perché gli abitanti che sono in una zona così depressa, conosciamo Scampia, possono essere anche spaventati da questo nuovo insediamento, quindi, non mi pronuncerei se non dopo questo tavolo tecnico. Voglio cogliere l’occasione, visto che ci sono i funzionari del Comune di Napoli, per chiedere come mai nella piazza telematica, perché per tanto tempo ci sono stati i camion della ASIA a deposito? Volevo fare un’interrogazione, ve lo chiedo direttamente. PULLI – Abbiamo predisposto che l’autoparco andasse da un'altra parte, mi risulta che si sono già trasferiti. SALA – E’ vero che il piano si è fatto, anche i piani rifiuti, ho votato contro anche perché sono di opposizione, sono stata contro il termovalorizzatore est prima ancora del parere del Consiglio regionale, sembrava che uno a Salerno, uno a Giugliano e uno ad Acerra potessero essere già sufficienti, però, vedo che anche tutti questi altri siti di compostaggio, è tutto sulla carta. E’ vero, abbiamo presentato il piano a Bruxelles, però, in effetti, non si è fatto niente, nessun passo avanti; ecco perché volevo la presenza dell’Assessore Romano per sapere quali sono i tempi di attuazione di questi impianti secondari, quindi, non ci fossilizziamo sui termovalorizzatori, vediamo di attuare queste strutture intermedie. Prossimamente avremo un incontro con l’Assessore per vedere dopo 3 anni se qualche passo avanti si è fatto. AMENTE – La delibera del 2 aprile 2013 è una delibera che il Comune poteva fare? E’ legittima come delibera? Era competenza vostra, non provinciale? CELANO - Gli impianti di trattamento derivante dalla raccolta differenziata o trattamenti del secco derivanti dalla raccolta differenziata, sono impianti che esulano dalla privativa comunale, nel senso che, anche un privato può chiedere l’autorizzazione e realizzare un impianto di trattamento dell’umido. Seguirà tutto l’iter procedurale per l’autorizzazione, se lo può fare un privato lo può anche richiedere il Comune. E’ importante verificare la compatibilità con il piano, in questo caso non ci sono problemi perché non vi sono impianti al momento funzionanti, quindi, non vi è un problema di saturazione rispetto a quanto previsto e programmato dalla Regione e che siano ubicati in aree idonee. Nel caso di impianti che continuiamo a chiamare di compostaggio, ma che in realtà sono impianti di trattamento dell’umido che non bisogna vedere come quelle vasche con i cumuli che vengono ribaltati, che emanano cattivi odori perché sono degli impianti che sono finalizzati al trattamento del rifiuto con il recupero dell’energia mediante la produzione di biogas e sono impianti dislocati anche in altri siti della regione Campania e da un punto di vista olfattivo non presentano problemi. Al momento non vi sono criticità da questo punto di vista, soprattutto, se sono in area industriale. Naturalmente vi sono i controlli che vengono effettuati dopo la realizzazione, vi è l’obbligo, da parte di chi realizza questi impianti, di realizzarli secondo le migliori tecnologie al momento disponibili. Da questo punto di vista, sia per quanto riguarda la realizzazione sia per quanto riguarda l’ubicazione, il Comune poteva programmare e può gestire. Le province, in Campania, a seguito della legge del 2010 n.195, sono competenti per il segmento dello smaltimento, mentre, per quanto riguarda la raccolta e il recupero e l’ avvio a smaltimento, continuano ad essere competenti i comuni, al momento, fino al 30 giugno, perché vi è stata una deroga alla legge nazionale ed una proroga della legge 26. Dal 1 luglio dovrebbe essere in vigore la nuova legge di riordino regionale atta a prevedere l’individuazione degli ambiti all’interno dei quali vengono uniti i Comuni, cioè, gestiscono l’unione dei Comuni, tutto il ciclo; alla Provincia resta soltanto, come competenza residuale del testo unico, l’individuazione delle aree idonee o non idonee alla realizzazione degli impianti, in questo caso ci siamo già espressi, più che noi, si esprime la norma nazionale: si tratta di impianti di produzione di energia con una possibilità di vendere, quindi, di un ristoro per chi gestisce che prevede debbano essere in area industriale. Le aree industriali hanno una loro normativa, una loro regolamentazione, che prevede delle fasce di rispetto proprio per evitare che fasce di popolazione vengono, in qualche modo, ad essere impattate da quanto viene realizzato all’interno di quest’area, quindi, se agiamo nell’ambito della normativa è così. Altro caso, invece, si è verificato in altre situazioni, in cui, le aree industriali, pur avendo le fasce di rispetto, sono state invase da case abusive, ma è un discorso diverso, perché si deve tutelare la salute della popolazione, però, si deve anche far rispettare la legge. Interventi fuori microfono CONCORDIA – Ringrazio tutti voi per aver voluto quest’audizione. Ero rimasto ancora alle proteste di tanti cittadini in Italia, quindi, qualche problema c’è, specialmente, per chi abita a 100 metri e si ritrova quando aprono le porte ad avere centinaia di camion che transitano e gli odori escono. Sono problemi reali. Quando parliamo di questo argomento c’è chi vuole fare speculazione, invece, oggi ragioniamo tutti quanti con lo stesso linguaggio. Un po’ di Urbanistica in passato me ne sono interessato, visto che sono stato Consigliere comunale di Napoli; non è che quando lei parla di alcune aree della città, in questo caso è un’area della città di Napoli, fondamentalmente guarda il problema a senso unico rispetto alle aree viste in ottica distretto e non si rende conto di tutto quello che c’è intorno. Nell’atto deliberativo, il Comune, ha riportato quello che secondo me è un falso, perché sono aree densamente abitate. PULLI – L’area D1,destinata alla produzione dei beni e servizi, è un’area di circa 8 ettari all’interno della quale andrà fatto un progetto globale, all’interno del quale andrà localizzato l’impianto. Interventi fuori microfono CONCORDIA -Parlavo del manufatto dell’ex centrale del latte: rispetto a quello ci sono degli appartamenti a 100 metri di distanza nel territorio di Melito, precisamente via Lucania, credo che le norme, così come diceva la dottoressa, sono delle norme da rispettare, quindi, non capisco come mantenete in piedi questa cosa. Credo che su quest’argomento abbiamo una piccola perplessità, oltre le tante che già abbiamo espresso, da un anno e mezzo avete individuato quest’area, forse, ancora di più, avete fatto un primo atto deliberativo, oggi, fate una delibera quadro, rimanete piantati su quell’area rispetto a tutti i problemi che sono stati evidenziati,c’ è un Consiglio di municipalità che all’unanimità ha detto che ci sono case, scuole e tutto quanto vicino, dopodiché, per quanto riguarda le altre aree registriamo che siete in alto mare, cioè, avete individuato un’area che è l’area nord, poi, l’area orientale individuate un’area dove c’è un problema: termovalorizzatore sì, termovalorizzatore no; nell’area occidentale state ancora cercando un’area, i cittadini sono ancora più preoccupati rispetto a quest’aspetto perché per quanto riguarda Scampia siete andati dritti su un’area densamente abitata e avete scelto, per quanto riguarda le altre aree state ancora girando, tra l’altro, qualche area è anche di non proprietà del Comune di Napoli, quindi, preoccupazioni su preoccupazioni. Andate a verificare le cose che diciamo, andate a verificare il manufatto di via Lucania, intorno ci sono appartamenti, però, dobbiamo dissertare sul fatto se sono stati fatti abusivamente o non… Il vero problema è quando rispetto a dei dati di fatto, zona con una concentrazione abitata molto forte, ci trinceriamo dietro delle visioni di questo genere, forse sono… appartamenti abusivi. Probabilmente,però, se ci guardiamo intorno verificheremo che ci sono le case a 100 metri. IACOTUCCI- La norma dà dei limiti rispetto alla localizzazione, in particolare, rispetto a tutto l’impianto la norma dice: “La distanza di 200 metri nell’area di stoccaggio dell’impianto di compostaggio o di gestionale vanno calcolati dall’area dove si fa lo stoccaggio iniziale, non su tutto l’impianto”. Dalle valutazioni che avevamo fatto, i 200 metri li abbiamo da quest’area rispetto alle abitazioni, anche rispetto all’azione che lei citava, quindi, non c’è questo problema di distanza. Come abbiamo avuto modo di discutere, c’era anche lei nel Consiglio di municipalità, abbiamo avuto delle proposte di localizzazione alternative da un consigliere che stiamo valutando. Abbiamo preso queste proposte, abbiamo preso le proposte di localizzazione alternative che ci sono state portate dai consiglieri, le stiamo valutando insieme all’ufficio ambiente e con l’ufficio urbanistico. Non c’è un voler andare avanti pregiudiziale, c’è un’ ulteriore verifica rispetto al sito – come dicevo – non è tutto il sito, ma semplicemente la dislocazione, dopodiché, nel bando che abbiamo chiesto di fare alla ASIA, si fa sia la progettazione che la parte operativa, è ovvio che uno la progettazione chiede di farla nei limiti di legge, qualora questi limiti di legge non si potessero ottenere il risultato c’è di conseguenza. C’è un iter amministrativo e organizzativo che è di totale garanzia per i cittadini visto che dovremo rivenire in Regione per avere l’autorizzazione dell’impianto. Su questo, sembra che, non è il solo Comune a dover essere garante dei cittadini, c’è appositamente un iter autorizzativo che è teso a dare la massima garanzia ai cittadini. CALIENDO – Si è parlato di un’area che ha un’estensione di 7 – 8 ettari, per un impianto di gestionale occorrono 2 ettari. Quanto dista la parte più lontana dalle abitazioni? IACOTUCCI – Siamo partiti, anche per un tema, ovviamente, di economia e di possibile risparmio, visto che siamo partiti con un impianto pubblico, siamo partiti da aree pubbliche. L’area su cui si è chiesto alla ASIA di ragionare è un’area che è di proprietà del Comune di Napoli, la totalità dell’area, invece, è per lo più privata, però, rimane il fatto che qualora vi fosse la necessità successiva rispetto alla progettazione o rispetto ad ulteriori indicazioni che dovessero venire rispetto alle distanze, se rispetto alla normativa ci fossero ulteriori limitazioni o richieste di dover andare a cercare un ampliamento rispetto all’area che inizialmente è stata indagine, quindi, è stata individuata, è una possibilità che può essere vista. PRESIDENTE – Sul problema dei rifiuti, del ciclo integrato dei rifiuti, si registra il più alto tasso di sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, fino al punto che qualsiasi cosa facciamo, anche l’isola ecologica, abbiamo resistenze. Non ce la possiamo prendere con i cittadini o con i territori, ce la dobbiamo prendere con noi. Per far partire l’emergenza abbiamo promesso bonifiche… tranne qualche piccolo elemento non è partito, di fatto, ancora niente. Dobbiamo dare un segnale forte per bonificare e mettere in sicurezza il nostro territorio. Come Commissione abbiamo fatto una proposta, approvata all’unanimità del Consiglio regionale della Campania, quella di utilizzare i capitali confiscati alla camorra che sono gestiti in modo poco trasparente, per bonificare le nostre terre. Vorrei che, insieme all’impiantistica, partissero alcuni segnali forti di bonifica e di risanamento delle nostre terre. Chi amministra ha dei ruoli, deve stare nei limiti, a volte le norme non aderiscono alle realtà che ti ritrovi di fronte. Se dicessimo: “Non facciamo l’impianto a Scampia perché c’è stata la protesta dei cittadini” non lo faremmo da nessuna parte più. Dobbiamo far capire alla gente di cosa parliamo, il professore ha dato una spiegazione che l’opinione pubblica non conosce. Si spendono tanti soldi, ma una campagna di informazione su queste cose perché non si fa entrare nelle case? Cos’è l’impianto di compostaggio? Un vero filo diretto con i cittadini. I soldi spesi per questa cosa sono sacrosanti, ci agevolano per risolvere molte difficoltà e ci fa risolvere molti problemi. Per sanare le nostre terre, quelle inquinate legalmente e quelle inquinate illegalmente, ci vogliono due finanziarie nazionali. Intanto gradirei tanto che insieme agli impianti partissero, per quei luoghi massacrati dei segnali forti. Ringrazio gli intervenuti. La seduta è tolta. I lavori terminano alle ore 12.30