Dedicazione della Basilica Lateranense Antifona d`ingresso Vidi la

Dedicazione della Basilica Lateranense
Antifona d'ingresso
Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo,
da Dio, preparata come una sposa adorna per il suo sposo. (Ap 21,2)
Colletta
O Padre, che prepari il tempio della tua gloria,
con pietre vive e scelte,
effondi sulla Chiesa il tuo Santo Spirito,
perché edifichi il popolo dei credenti
che formerà la Gerusalemme del cielo.
Oppure:
O Dio, che hai voluto chiamare tua Chiesa
la moltitudine dei credenti,
fa’ che il popolo radunato nel tuo nome
ti adori, ti ami, di segua,
e sotto la tua guida giunga ai beni da te promessi.
PRIMA LETTURA (Ez 47, 1-2.8-9.12)
Vidi l’acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungeva quest’acqua portò salvezza.
Dal libro del profeta Ezechièle
In quei giorni, [un uomo, il cui aspetto era come di bronzo,] mi condusse all’ingresso del tempio e
vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era
verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale
dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta
esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Àraba ed entrano nel
mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il
torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là
dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta
di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese
matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le
foglie come medicina».
SALMO RESPONSORIALE (Sal 45)
Rit: Un fiume rallegra la città di Dio.
Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare. Rit:
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. Rit:
1
Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra. Rit:
SECONDA LETTURA (ICor 3, 9c-11.16-17)
Voi siete il tempio di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, voi siete edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento;
un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può
porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di
Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Canto al Vangelo (2Cr 7, 16)
Alleluia, alleluia.
Io mi sono scelto e ho consacrato questa casa
perché il mio nome vi resti sempre.
Alleluia.
VANGELO (Gv 2, 13-22)
Parlava del tempio del suo corpo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a
terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate
via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i
Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e
credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, le offerte che ti presentiamo,
e dona al tuo popolo in preghiera
la grazia redentrice dei tuoi sacramenti
e la gioia di veder esauditi i voti e le speranze.
PREFAZIO
La Chiesa sposa di Cristo e tempio dello Spirito.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
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a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Nel tuo amore per l’umanità
hai voluto abitare
là dove è raccolto il tuo popolo in preghiera
per fare di noi il tempio dello Spirito Santo,
in cui risplenda la santità dei tuoi figli.
Questa Chiesa, misticamente adombrata
nel segno del tempio,
tu la santifichi sempre come sposa del Cristo,
madre lieta di una moltitudine di figli,
per collocarla accanto a te rivestita di gloria.
E noi, uniti agli angeli e ai santi,
innalziamo a te l’inno di benedizione e di lode: Santo...
Antifona di comunione
Come pietre vive vi edificate in tempio spirituale
per un sacerdozio santo. (1Pt 2,5)
Preghiera dopo la comunione
O Dio, che hai fatto della tua Chiesa
il segno visibile della Gerusalemme celeste,
per la forza misteriosa dei tuoi sacramenti
trasformaci in tempio vivo della tua grazia,
perché possiamo entrare nella dimora della tua gloria.
Lectio
La tradizione religiosa di Israele è nata senza un tempio, senza cioè una costruzione fissa
come abitazione della divinità e sede privilegiata del culto: l’antica religione dei padri, venerando
un Dio personale legato al gruppo familiare non aveva un santuario locale. Durante il periodo
dell’esodo l’arca dell’alleanza divenne un santuario mobile che si muoveva con le tribù. All’epoca
di Davide il re pensò di edificare per JHWH nella nuova capitale un tempio in muratura. Con il
tempo l’idea del tempio si consolidò anche in Israele ed il santuario di Gerusalemme divenne il
luogo sacro per eccellenza. Ma anche nell’antico Israele non mancarono voci dissidenti di persone
religiose, soprattutto nell’ambito profetico, contrarie all’edificio sacro o a una sua eccessiva
valutazione. Gesù contesta il culto del tempio di Gerusalemme perché l’infedeltà di Israele
contraddice al giusto rapporto con Dio nell’ambito dell’alleanza. Gesù verrà accusato di minacciare
il tempio di Dio. Egli però annuncia la costruzione di un tempio non fatto da mani d’uomo. Questo
si realizza mediante la sua morte di croce che dà a tutti gli esseri umani la possibilità di accedere a
Dio.
v.13:
Il Vangelo di Giovanni dice: «Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a
Gerusalemme» (Gv 2, 13); è uno dei tanti pellegrinaggi che normalmente fanno gli Ebrei. La
Pasqua è una festa di pellegrinaggio e quindi gli Ebrei religiosi se possono lo fanno. Ma per uno che
conosce il Vangelo quel salire a Gerusalemme ha un significato particolare, perché è come un
anticipo, una prefigurazione, di quella che sarà l’ultima e grande salita: il grande pellegrinaggio di
Gesù a Gerusalemme, dell’ultima Pasqua di passione e di risurrezione, del «passaggio da questo
mondo al Padre» (Gv 13, 1a). Gesù fa questo viaggio, che in sottofondo ci fa intravedere il mistero
della sua passione ed entra nel tempio.
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v. 14:
Gesù entra nel tempio di Gerusalemme di cui ogni Ebreo è innamorato, perché è il luogo
della presenza di Dio dove per amore si fa vicino all’uomo, ed è il luogo dell’assemblea di Israele
dove l’uomo si accosta con fede e con timore al mistero di Dio. Gesù entra in questo luogo santo del
tempio e lo trova trasformato in “un luogo mercato” dove regna l’interesse dell’uomo. La sua
reazione è un’azione profetica: un messaggio che, prima ancora che con le parole, vuole esprimere
con dei gesti il vero significato che il tempio ha davanti a Dio e il destino che ha nel progetto di
Dio. Gesù fa qualche cosa di simile a quello che aveva fatto Geremia quando si era collocato alla
porta del tempio e aveva cambiato la liturgia d’ingresso. A quelli che entravano, invece di dire: state
entrando nella vita; aveva detto: può darsi che entriate nella morte, che questo tempio che voi venite
a venerare venga distrutto come è stato distrutto Silo, perché questa è una casa di preghiera ma voi
ne avete fatto «una spelonca di ladri» (Ger 7, 11). Gesù compie un gesto di purificazione del
tempio.
v. 16:
Gesù compie un’azione profetica, ma c’è qualche cosa di più: c’è l’amore filiale; è il Figlio
nella casa di suo Padre. I discepoli comprenderanno questo dopo la risurrezione, quando
ricorderanno il Salmo 69, 10 che dice: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». È la preghiera di un
giusto il quale si presenta davanti al Signore con la sua sofferenza e confessa: «Per te io sopporto
l’insulto e la vergogna mi copre la faccia» (Sal 69, 8). “Per te”, proprio perché sono fedele a te, alla
tua volontà e alle tue parole, sono costretto a subire l’insulto e la vergogna. “Lo zelo per la tua casa
mi divora”; anzitutto vuol dire: Dio è geloso della sua casa. “Geloso” vuol dire: Dio non lascia che
il suo tempio, il luogo dove lui abita, venga rovinato dalle ingiustizie o dagli egoismi dell’uomo.
Dio non sopporta che nel suo tempio entri l’avidità perché è geloso della sua casa. Gesù è geloso
della stessa gelosia di Dio: ama il Padre come un Figlio e difende l’onore del Padre; ama la casa del
Padre e la vuole bella e santa; per questo agisce, opera e purifica il tempio. Il Salmo fa capire che
questo amore divorerà Gesù; in concreto vuol dire che lo porterà alla morte. I profeti avevano
pagato le loro parole con l’incomprensione e con la persecuzione. Gesù, il Figlio, pagherà il suo
amore per la casa di Dio con la vita: sarà questa la vera purificazione. Quello che Gesù compie con
“una sferza di cordicelle” è solo un immagine; la purificazione vera sarà quella compiuta dal suo
amore, quando trasformerà tutta la vita in obbedienza al Padre.
v. 18:
Dunque, il segno che i Giudei chiedono è la risurrezione. La vita di Gesù culmina nel dono
di sé: lo zelo e l’amore che Gesù ha per il Padre lo porta a donare la vita, ma il dono della vita è il
cammino verso la risurrezione. La risurrezione diventa il sigillo posto alla sua vita per dire che
aveva ragione, che nel suo comportamento era davvero presente la potenza di Dio che salva anche
oltre la morte. Il risultato della missione profetica e messianica di Gesù non sarà la morte ma la vita,
però la vita attraverso la morte: “lo zelo per la tua casa mi divorerà”. Il profeta Ezechiele aveva
sognato il nuovo tempio del Signore. È vissuto quando il tempio era stato distrutto e ne aveva
immaginato uno nuovo e stupendo, fatto dalla mano di Dio, dal quale scaturiva una sorgente di
acqua viva capace di rigenerare e di rendere fecondo il mondo intero, di purificare anche le acque
del mar Morto (cfr. Ez 47, 1-12). Questo tempio è Gesù, è il suo corpo crocefisso. Dal costato di
Cristo in croce, dice S. Giovanni, «sono usciti sangue e acqua» (Gv 19, 34). Vuol dire: è uscita una
sorgente di vita capace di purificare, di irrigare e di vivificare il mondo; ma solo dal suo corpo
crocefisso.
v. 21:
Giovanni dice: «Gesù parlava del tempio del suo corpo». Qui la parola tempio non è quella
che indica tutti gli edifici, ma quella che indica il santuario, cioè la parte più sacra e interna del
tempio, che contiene l’arca dell’alleanza ed è «il trono e lo sgabello dei piedi di Dio»; quindi il
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luogo più sacro che un ebreo possa immaginare. Allora dice san Giovanni: I discepoli dopo la
risurrezione hanno capito. I discepoli hanno capito una cosa semplicissima ma immensa: che il
corpo di Gesù è il vero tempio di Dio. Il tempio è un luogo di questo mondo dove Dio è presente e
si rivela. Ma se si vuole trovare un luogo di questo mondo dove Dio è presente e si rivela si deve
cercare il corpo di Gesù. Dove c’è il corpo di Gesù, lì c’è Dio. Questa è l’affermazione
fondamentale del Vangelo di Giovanni.
Prefazio suggerito: “L’universo è tempio della tua santità, e la creazione glorifica il tuo nome, ma
tu non rifiuti che noi ti dedichiamo una dimora costruita da mani d’uomo per la celebrazione dei
santi misteri: segno del tuo tempio santo, immagine della Gerusalemme celeste. Tempio vero da te
consacrato è l’umanità del tuo Figlio, nato dalla Vergine Madre, nel quale abita la pienezza della
vita divina. Città santa è la tua Chiesa fondata sugli Apostoli e unità in Cristo pietra angolare. Essa
cresce e si edifica con pietre vive e scelte cementate nella carità con la forza del tuo Spirito fino al
giorno in cui, o Padre, sarai tutto in tutti e splenderà in eterno la luce del tuo Cristo” (prefazio
proprio dedicazione di una chiesa).
Appendice
Oggi celebriamo una splendida solennità, la festa della casa del Signore, del tempio di Dio,
della città dell’eterno Re. Della casa di Dio si legge: “La santità si addice alla tua casa”. Giovanni
dichiara di aver visto la città santa: “Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme scendere dal cielo,
da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21,2). Cerchiamo la casa di Dio,
cerchiamo il tempio, la città, la sposa. Lo dico con timore: noi siamo tutto questo. Lo siamo per suo
dono e sua degnazione: l’uomo non usurpi ciò che è di Dio e non osi glorificare se stesso, altrimenti
Dio umilierà colui che si esalta.
Egli definisce la sua casa, casa di preghiera e questo sembra corrispondere assai bene alla
testimonianza del profeta il quale afferma che saremo accolti da lui nell’orazione per essere da lui
nutriti. Come dice lo stesso profeta, a questa casa si addice la santità, cioè la purezza, la giustizia e
la verità; così quella che era casa diventa tempio di Dio. “Siate santi, dice la Scrittura, perché io, il
Signore Dio vostro, sono santo (Lv 19,2). E l’apostolo: “Non sapete che il vostro corpo è tempio
dello Spirito Santo che è in voi?”(1Cor 6,19). “Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà
lui” (1Cor 3, 17).
Non basta la santità; è necessaria anche la pace come dice la Scrittura: “Cercate la pace con
tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà mai il Signore” (Eb 12,14). Essa fa sì che i
fratelli vivano insieme uniti in un sol cuore, costruendo al nostro re, il vero re della pace, una città
nuova, chiamata Gerusalemme, cioè visione di pace. In essa, Dio ha voluto che noi fossimo
unificati, pacificati nella pietra angolare che è Cristo. In questo tempio di Dio, che siamo noi, Dio
chiede ai suoi adoratori di adorarlo “in spirito e verità”(Gv 4, 24), cioè nello Spirito di Dio che abita
in noi e in Gesù, vita e verità.
Se vuoi che il tempio di Dio sia luminoso, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima
non ci siano tenebre, perché sia glorificato colui che sta nei cieli (s. Bernardo, discorso 5).
Signore, vedo che tu sei un profeta”. Tale domanda riguarda il culto, e precisamente il luogo
dove bisogna adorare. Gesù ribadisce che Gerusalemme è il luogo vero della vera adorazione di
Dio, mentre Samaria è una deviazione non vera. Ma ormai è il tempo in cui la vera adorazione non
ha la sua identificazione con Gerusalemme, ma si celebra “in Spirito e verità” come viene affermato
ai versetti 23 e 24. Il Signore, rispondendo alla donna e indicando la verità del culto di
Gerusalemme non intende semplicemente un luogo, ma tutta la divina verità della Prima Alleanza.
Ora però la venuta del Cristo convoca al nuovo culto sia i figli d’Israele sia gli eretici come la
donna, sia...tutti gli altri, perché la “verifica” della verità della fede e del culto che ne deriva è
rivelata da come questo Dio che è Spirito (ver.24) viene adorato in Spirito e verità. Prima di provare
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a dire qualcosa su questo “spirito e verità”, mi sembra molto importante sottolineare la connessione
apertamente affermata tra nozze e adorazione. Ciò significa che le nozze ci dicono il volto
essenziale della fede e del culto e la fede e il culto ci dicono il volto essenziale delle nozze. E questo
proprio a partire dal significato di questo “Spirito e verità” che proviamo ora a sondare. Penso così:
che “Spirito” indichi in modo privilegiato quel culto che porta a far coincidere l’offerente e
l’offerta, il sacerdote e la vittima, e quindi a porre la dimensione profonda del culto nell’ “offerta di
sé”, come risposta a Dio che dona sé stesso a noi. E penso allora che “verità” indichi quella piena
rivelazione del vincolo d’amore con Dio che il Figlio ci ha donata e mostrata nella sua stessa
persona assumendo e portando a compimento la figura dell’ “agnello di Dio” con l’offerta pasquale
di se stesso. Così l’adorazione si manifesta come totale voler bene al Signore celebrato nell’offerta
di sé. E le nozze celebrano l’adorazione di Dio nell’offerta reciproca che gli sposi fanno di sé
volendosi bene. La consacrazione verginale e il sacramento del matrimonio sono i due volti
strettamente tra loro connessi dell’amore di Dio e della vera adorazione “in Spirito e verità”
(G.Nicolini, Lectio di Giovanni).
Non c’è nessuna strada che dall’uomo porti a Dio, ma c’è solo la strada che da Dio porta
all’uomo; naturalmente per questa strada l’uomo può salire a Dio, ma compiendo questo cammino
in dipendenza di Dio Per questo la vita dell’uomo può diventare autentico culto a Dio solo con la
forza dello “Spirito”: non per volontà autonoma dell’uomo, ma per la forza di Dio che opera nel
cuore dell’uomo e lo trasforma in partner di Dio. Dio è sintonizzato su una lunghezza d’onda
diversa da quella dell’uomo ed è inutile che l’uomo si metta a gridare o urlare: l’unica possibilità è
che Dio insegni all’uomo la sua lingua, che permetta all’uomo di parlare con la lingua stessa di Dio.
Accanto all’espressione “in Spirito” c’è l’altra espressione “in verità” e anche questa va capita
bene; non vuol dire solo “sul serio”, ”veramente”. In S. Giovanni la verità è Gesù Cristo: “Io sono
la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (14,6). Il culto “nella
verità” è quindi un culto secondo la rivelazione di Gesù, un culto, cioè che viene reso a Dio secondo
quello che di Dio ci è rivelato da Gesù; un culto che non si fa un Dio a propria immagine e
somiglianza, secondo i propri gusti o quelli degli uomini, ma che accetta Dio così come ha voluto
rivelarsi a noi in Gesù Cristo (L. Monari, Il Vangelo di Giovanni, dattiloscritto pp. 49-50).
Passi biblici paralleli
vv. 13-14:
Dt 16,16: Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore tuo Dio, nel luogo
che Egli avrà scelto: nella festa degli azzimi, nella festa delle settimane e nella festa delle capanne;
nessuno si presenterà davanti al Signore a mani vuote.
Dt 14,24-26: Ma se il cammino è troppo lungo per te e tu non puoi trasportare quelle decime,
perché è troppo lontano da te il luogo dove il Signore tuo Dio avrà scelto di stabilire il suo nome perché il Signore tuo Dio ti avrà benedetto -, allora le convertirai in denaro e tenendolo in mano
andrai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto, e lo impiegherai per comprarti quanto tu desideri:
bestiame grosso o minuto, vino, bevande inebrianti o qualunque cosa di tuo gusto e mangerai
davanti al Signore tuo Dio e gioirai tu e la tua famiglia.
Lc 2,41-50: I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando
egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre
riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne
accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo
tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre
giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E
tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo
restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io,
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angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo
occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole.
vv 15-16:
Mc 11,15-17: Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli
che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori
di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo:
“Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne
avete fatto una spelonca di ladri!”.
1Re 8,27-30: Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono
contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita! Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua
supplica, Signore mio Dio; ascolta il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te!
Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il
mio nome! Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo
servo e di Israele tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua
dimora, dal cielo; ascolta e perdona.
2Mac 5,19-20: Ma il Signore aveva eletto non già il popolo a causa di quel luogo (tempio), ma quel
luogo a causa del popolo. Perciò anche il luogo, dopo essere stato coinvolto nelle sventure piombate
sul popolo, da ultimo ne condivise i benefici; esso, che per l’ira dell’Onnipotente aveva
sperimentato l’abbandono, per la riconciliazione del grande Sovrano fu ripristinato in tutta la sua
gloria.
Ml 3,1-4: Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel
suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il
Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli
è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare;
purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore
un’oblazione secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore
come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
Sal 50,7-15: “Ascolta, popolo mio, voglio parlare, testimonierò contro di te, Israele: Io sono Dio, il
tuo Dio. Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Non
prenderò giovenchi dalla tua casa, né capri dai tuoi recinti. Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti. Conosco tutti gli uccelli del cielo, è mio ciò che si muove nella
campagna. Se avessi fame, a te non lo direi: mio è il mondo e quanto contiene. Mangerò forse la
carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri? Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all’Altissimo
i tuoi voti; invocami nel giorno della sventura: ti salverò e tu mi darai gloria”.
v. 17:
Sal 69,7-13: Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti; per me non si
vergogni chi ti cerca, Dio d’Israele. Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre. Poiché mi divora lo zelo
per la tua casa, ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta. Mi sono estenuato nel digiuno ed è
stata per me un’infamia. Ho indossato come vestito un sacco e sono diventato il loro scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, gli ubriachi mi dileggiavano.
Sal 119,139: Mi divora lo zelo della tua casa, perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
v. 18:
Gv 6,30-33: Allora gli dissero: “Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti?
Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede
loro da mangiare un pane dal cielo ”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi
ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi da il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui
che discende dal cielo e da la vita al mondo”.
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Mc 11,27-28: Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si
avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: “Con quale autorità fai queste
cose? O chi ti ha dato l’autorità di farlo?”
Mt 12,38-40; Gv 12,37-38; At 4,7-10.
vv. 19-21:
Mt 26,59-61: I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro
Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti
falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: “Costui ha dichiarato: Posso
distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”.
At 6,9-14: Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei “liberti” comprendente anche i Cirenei, gli
Alessandrini e altri della Cilicia e dell’Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a resistere
alla sapienza ispirata con cui egli parlava. Perciò sobillarono alcuni che dissero: “Lo abbiamo udito
pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”. E così sollevarono il popolo, gli
anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio.
Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: “Costui non cessa di proferire parole contro
questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà
questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè”.
Mt 27,39-40: E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: “Tu che
distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla
croce!”.
Mt 27,51: Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce
si spezzarono.
Gv 19,31-37; Ez 47,1; Gv 7,37-39; Gv 4,19-24; Eb 9,11-14; Gv 10,17-18; Ap 21,10.22; Mt 12,6;
Gv 1,14; 1Cor 3,16-17; Ef 2,21-22.
v.22:
Mc 10,32-34: Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe
accaduto: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi
sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli
sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà”.
Gv 20,6-10; Gv 5,39; Gv 14,26.
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