PON 2000-2006: Laboratorio tecnologico

P.O.N. 2000-2006: Laboratorio tecnologico-multimediale
Classe 2 B
Anno scolastico 2004/2005
Coordinatore: prof. Luigi D’onofrio
1. IL CORPO UMANO
 Apparato scheletrico
 Apparato articolare
 La meccanica del movimento
 Posture e paramorfismi
 Apparato respiratorio
 Apparato circolatorio
2. vivere sano






Le diete
Il doping
droghe
alcool
fumo
test alimentare
L'APPARATO SCHELETRICO
L' apparato scheletrico è formato dall' unione di tessuti diversi che
sviluppandosi danno forma a strutture particolari chiamate ossa. Le
ossa, che nel loro insieme formano lo scheletro, costituiscono l'
impalcatura del corpo umano
permettendone sostegno; inoltre
rendono possibile il movimento.
Le comunità di cellule ( tessuti )
che compongono questo apparato
sono: il tessuto osseo, il tessuto
cartilagineo ed il midollo osseo.
Tessuto osseo:è formato da un
particolare materiale chiamato
"sostanza fondamentale" a cui
sono mescolate le cellule ossee. L'
osso deve la sua rigidità ai sali
minerali e la sua elasticità all'
osseina.
Nell' età giovanile la quantità di osseina è maggiore di quella dei sali
minerali: per questa ragione le ossa sono molto flessibili e resistenti all'
urto. Ma in particolare attenzione si dovrà fare per non deformare l'
ossatura sotto carichi esagerati o con la permanenza prolungata in
posizioni scorrette.
Le cellule ossee hanno dimensioni piccolissime e sono dotate di sottili e
lunghi prolungamenti che penetrano nella dura sostanza fondamentale
nella quale sono immerse.
Tessuto cartilagineo:rappresenta la parte terminale delle ossa, in
particolare nella zona di contatto delle articolazione ed è formato fibre
disposte a rete tra le quali sono imbrigliate le cellule cartilaginee che
conferiscono all' articolazione l' aspetto liscio e lucente.
Midollo osseo: è formato da una sostanza particolarmente molle
racchiusa nella parte più interna delle ossa di una certa dimensione. Il
midollo osseo ha il compito importantissimo di creare continuamente
parte delle sostanze che compongono il sangue, precisamente i globuli
rossi ed alcune forme di globuli bianchi.
LE OSSA
Le ossa si dividono a seconda della loro forma e dimensione:
ossa lunghe, quando sono sviluppate maggiormente nel senso della
lunghezza;
ossa corte, quando sono sviluppate quasi ugualmente in lunghezza e in
larghezza;
ossa piatte, quando sono molto sottili ed estese, soprattutto in superficie.
La parte centrale delle ossa lunghe viene chiamata generalmente dialisi
mentre le due posizioni estreme, epifisi.
La superficie esterna delle ossa è rivestita da una membrana detta
periostio che serve a proteggere e nutrire, tramite numerosi vasi
sanguigni, il tessuto osseo sottostante.
Le ossa, a seconda della regione che occupano, si dividono in: ossa del
capo, del tronco e degli arti.
OSSA DEL CAPO: si dividono in due gruppi ben distinti che formano
il cranio e la faccia. Il cranio ha forma di una scatola ed è costituito da
otto ossa: frontale, etmoide, sfenoide, occipitale, due parietali e due
temporali.
Le ossa che compongono il cranio sono unite tra loro da dentellature che
si incastrano a vicenda saldando le diverse ossa in un' unica compatta
struttura.
La faccia è formata dalle ossa delle regioni nasale e mascellare ed ospita
gli organi della vista, dell' udito e dell' olfatto e delimita l' inizio del
canale alimentare (bocca).
OSSA DEL TRONCO. L'impalcatura ossea del tronco è costituita
davanti dalla gabbia toracica e dietro dalla colonna vertebrale.
La gabbia toracica è formata dallo sterno e dalle dodici paia di coste, o
più comunemente costole, e costituisce un' ampia cavità di cui risiedono
organi importantissimi come i polmoni, il cuore e il primo tratto delle vie
alimentari (esofago).
La colonna vertebrale, oltre che
a sorreggere il tronco, ha lo
scopo di proteggere da urti e
da eventuali ferite il midollo
spinale racchiuso nel suo
interno è formata dall' unione
di trentatré o trentaquattro
ossa brevi chiamate vertebre,
disposte una sopra l' altra in
senso verticale.
Le vertebre sono separate da
dischi
intervertebrali
che
schiacciandosi e diminuendo il loro spessore ne permettono il
movimento. Ad evitare eventuali spostamenti dei dischi e delle vertebre
provvedono particolari cordoni elastici che avvolgono tutta la colonna
(legamenti).
Ogni vertebra è formata da due parti ben distinte: il corpo che è la parte
più avanzata della vertebra, e l' arco posteriore dalla forma di ferro di
cavallo, si attacca all' estremità del corpo delimitando una spazio (foro
vertebrale) in cui scorre il midollo spinale; presenta degli allungamenti
laterali (apofisi traverse) e una cresta all' indietro (apofisi spinosa).
Le vertebre, a seconda della regione che occupano e alla funzione che
svolgono, si dividono in vari gruppi: cervicali, dorsali, lombari, sacrali e
coccigee.
Le vertebre cervicali sono sette e hanno il compito di sorreggere il capo,
permettendogli di ruotare e muoversi in avanti e in dietro.
Le dorsali sono dodici e presentano lateralmente sul corpo vertebrale
particolari strutture chiamate faccette articolari sulle quali si attaccano
le costole. Hanno perciò il compito di sorreggere la gabbia toracica
permettendo al busto di ruotare lateralmente e piegarsi in avanti.
Le lombari sono 5; sono le più mobili e permettono al busto di piegarsi
avanti, indietro e ruotare.
Le sacrali sono 5; intimamente attaccate tra loro, formano l' osso sacro .
Le coccigee sono 4 o 5; anche esse saldate tra loro, hanno il compito,
assieme alle sacrali, di appoggiare e trasmettere il peso del corpo al
bacino e alle gambe.
Nei tratti cervicale e lombare le curvature sono rivolte all' indietro,
mentre al livello dorsale e sacrale sono rivolte in avanti.
Nel bambino appena nato la colonna vertebrale è diritta; comincia ad
assumere curvature con l' inizio della deambulazione. Infatti la ragione
di queste curvature è da collegarsi al peso del corpo che, nella stazione
eretta, grava notevolmente a quei livelli permettendo una migliore
distribuzione del peso.
OSSA DEGLI ARTI SUPERIORI. Gli arti superiori assumono
particolare importanza in quanto hanno il compito di svolgere con i loro
movimenti molteplici funzioni. Partendo dal fondamentale"afferrare" si
adottano ai più fini movimenti richiesti dall' evoluzione delle capacita
umane. Questa possibilità e variabilità di movimenti dell' arto superiore
umano non ha uguali nel mondo animale: questo è possibile perché la
sua struttura permette movimenti in tutti i sensi, indipendenti dal
resto del corpo.
L'arto superiore è costituito da quattro parti ben distinte che dall' attacco
dell' arto alla parte libera sono:
spalla, formata dalla clavicola e dalla scapola;
braccio, costituito dall' omero;
avambraccio, formato dal radio e dall' ulna;
mano, costituita da 27 piccole ossa che si dividono in tre gruppi: carpo,
metacarpo, e dita.
OSSA DEGLI ARTI INFERIORI. Gli arti inferiori si uniscono al tronco
tramite il bacino, formato a sua volta dall' osso sacro e da due ossa
iliache.
L' arto inferiore è costituito da tre parti che dall' alto in basso sono:
coscia, formata dal femore e dalla rotula;
gamba, che comprende la tibia e il femore;
piede, costituito dall' unione di 26 piccole ossa che si dividono in tre
gruppi: tarso, metatarso e dita.
L’ APPARATO ARTICOLARE
L’apparato articolare e’ formato da
un insieme di tessuti diversi
(cartilagineo, connettivo)
che
sviluppandosi danno una forma di
particolare
struttura:
LE
ARTICOLAZIONI,
essa
si
sviluppano nei punti dove le parti
ossee si avvicinano, ed hanno il
compito di unire le ossa tra loro ,
permettendo il loro movimento.
Dovendo unire le ossa alle differenti
articolazioni ,che hanno la forma e
la dimensione diversa ,essi si
suddividono in
FISSE ,
SEMIMOBILI e MOBILI.
Le articolazioni fisse: uniscono due
o più ossa vicine saldandole con un
solido tessuto fibroso,in modo da
formare quasi un osso unico senza
possibilità di movimento ( ossa del
cranio) .
Le articolazioni semimobili: uniscono due o più ossa vicine, tramite un
tessuto elastico cartilagineo che permette movimenti molto limitati
(articolazioni tra le costole e le vertebre ).
Le articolazioni mobili: costituiscono
la maggior parte
delle
articolazioni del corpo umano :
unendo all’ estremità i vari segmenti ossei permettono ampi
movimenti ( articolazioni tra
l’omero ).
Le articolazioni mobili si differenziano dalle altre anche perla diversa
forma . Le ossa unite da questo tipo di articolazione nei punti terminali
sono rivestite da uno strato di tessuto cartilagineo , molto elastico .
Le cartilagini articolari sono rivestite da una sottile membrana che
produce il liquido sinoviale con il compito di lubrificare continuamente
gli ingranaggi dell’ articolazione.
Questa membrana, a stretto contatto con la cartilagine grazie ad una
pressione atmosferica negativa che avvolge come un manicotto le
articolazioni ( capsula fibrosa ) , è formata da tessuto fibroso e serve a
stabilire un solida unione tra le due ossa , imitandola ad un certo punto
di movimento.
Spesso la capsula articolare e’ rinforzata da legamenti che ne rendono
elastica la struttura.
Tra le cartilagini di alcune grosse articolazioni a volte si notano piccoli
dischi di tessuto cartilagineo e dei menischi che serve a dividere le parti
terminali della ossa articolati (ginocchio).
Le principali articolazioni
LA MECCANICA DEL MOVIMENTO
CENTRO DI GRAVITA’
Il corpo umano, come tutti i corpi, deve sottostare alle leggi della gravità,
ed in tutte le parti che lo compongono è soggetto alla sua massa.
Essendo la forma del corpo umano molto irregolare, il centro di gravità,
cioè il punto in cui i pesi si equivalgono, è assai difficile da stabilire.
Il metodo più semplice per poter individuare questo punto è quello
descritto dal medico e fisico Giovanni Alfonso Borelli ( 1608- 1676 ),
uno dei primi studiosi interessato a questi argomenti, il quale nel suo
trattato dice : “Se si dispone su uno spigolo di un’ asta, una tavola sulla
quale è steso un uomo nudo, spostando lentamente la tavola si avrà un
punto nel quale essa si troverà in equilibrio. Il centro di gravita sarà nel
piano verticale che passa per il punto centrale che determina l’
equilibrio.”
Più difficile, invece, è definire questo punto quando l’ uomo si trova in
piedi. Sono stati fatti a questo riguardo numerosi esperimenti, in
particolare da Hellebrant e Polmer, i quali hanno stabilito che il centro
di gravità si trova approssimativamente nell’uomo a circa il 53%
dell’altezza totale, mentre nella donna all’altezza del punto che coincide
col 55% della sua altezza.
Pertanto, se una persona è alta 170 cm, il centro di gravità, se uomo
sarà a 90 cm, se donna a 93,5 cm da terra.
La posizione base per misurare e trovare il punto che coincide col centro
di gravità è la posizione di “attenti “, così stabilita : “Calcagni uniti
sulla stessa linea, avampiedi divaricati a 60 gradi, ginocchia
rigidamente rette, unite ed allineate; busto a piombo, colonna vertebrale
nella sua massima lunghezza, ventre retratto, petto prominente; spalle
basse indietro e sulla stessa linea, capo eretto, sguardo avanti; braccia
tese in basso; mani tese col palmo in dentro quasi a contatto della
coscia”. In questa posizione la porzione di spazio che appoggia a terra è
costituita dalla pianta dei piedi che con lo spazio fra esse compreso,
forma il poligono di sostegno.
Quando la linea che scende in verticale dal centro di gravità tocca il
terreno nel punto situato alla stessa distanza dai due calcagni, il peso
del corpo è equamente distribuito tra i due arti inferiori; mentre
l’equilibrio del corpo si mantiene finché la verticale dal centro di gravità
cade in un punto compreso nel poligono di sostegno. Ogni posizione del
corpo ha poi il proprio centro di gravità, chiamato più comunemente
baricentro; anch’esso coincide sempre col punto in cui si bilancia il peso
della porzione in esame.
Piani del corpo umano
Immaginiamo il corpo umano in posizione di “ attenti”diviso da linee
che permettano di definire le varie zone del corpo umano:
Linea longitudinale, che va dal vertice del capo al punto di
congiunzione dei calcagni.
Linea trasversale, che attraversa il corpo da una spalla all’altra.
Linea sagittale, che attraversa il corpo dal petto al dorso.
Queste tre linee, essendo perpendicolari tra loro, generano i seguenti tre
piani:
Piano frontale: formato dall’incontro della linea longitudinale con la
trasversale; divide il corpo in due parti , una anteriore e una posteriore.
Piano sagittale: formato dall’incontro della linea sagittale con quella
longitudinale. Divide il corpo in due parti, una sinistra e una destra.
Piano trasversale: formato dall’incontro della linea trasversale con
quella sagittale. Divide il corpo in due parti: una superiore e una
inferiore.
Le leve del corpo
L’apparato scheletrico, l’apparato articolare ed il sistema muscolare,
integrandosi reciprocamente, rispondono a leggi di fisica meccanica
delle più semplici alle più complesse.
Alla base della meccanica scheletrica e muscolare stanno le leggi che
regolano il funzionamento delle leve e ne ricordiamo per maggior
chiarezza i principi fisici fondamentali.
La leva è una macchina semplice che permette l’equilibrio fra le forze che
sollecitano il movimento e le forze che si appongono ad esso. Le forze che
producono il movimento sono chiamate forze di potenza, mentre quelle
che vi si appongono forze di resistenza.
La leva meccanica è costituita da una sbarra girevole attorno ad un
punto fisso chiamato fulcro . La distanza del fulcro dalla forza di
potenza e chiamata braccio di potenza; mentre la distanza dal fulcro
della forza di resistenza è detta braccio di resistenza.
Una leva è vantaggiosa quando nelle condizioni di equilibrio la potenza
è minore della resistenza.
Si distinguono tre generi di leve:
Leva di primo genere quando fulcro si trova tra la resistenza e la
potenza (esempio forbici)
Leva di secondo genere ,quando la resistenza si trova tra la potenza ed il
fulcro ( esempio schiaccianoci ). E’ sempre vantaggiosa, infatti il
braccio della potenza è sempre maggiore del braccio della resistenza.
Leva di terzo genere quando la potenza si trova tra il fulcro e la
resistenza ( esempio pinze). E’ sempre svantaggioso, infatti il braccio
della potenza è sempre minore del braccio della resistenza.
Postura… paramorfismi…
La posizione eretta, seduta e altri atteggiamenti che il corpo può
assumere sono resi possibile dalla
parziale ma continua contrazione di gruppi di muscoli. Questo stato del
tono muscolare è importante per la postura,che è la corretta posizione del
corpo in equilibrio per resistere alla gravità.
Il punto centrale dei problemi posturali è la colonna vertebrale, è stata
sottoposta a notevoli sforzi e adattamenti da quando
l’uomo ha conquistato la stazione eretta.
Una cattiva posizione richiede uno sforzo maggiore ai
muscoli, per contrastare la gravità, che si presenta in tempi
brevi con affaticamento e provocare deformazioni.
Lo stato di salute dipende da una buona posizione e viceversa. Educando
a una posizione corretta e sollecitando l’apparato muscolo-legamentoso
si evitano scoliosi, cifosi, lordosi, scapole alate, addome rilassato.
Non dimentichiamo, che chi sta seduto su sedie basse o alte, o il dormire
su materasso troppo morbido assume vizi di portamento. Anche superiore
può non essere allineato, o essere modificato nelle sue curve.
A tutti questi atteggiamenti scorretti che si chiamano paramorfismi si
può facilmente porre rimedio con sollecitazioni psicomotorie.
Un’ altra cosa sono le malattie degenerative che alterano i dischi, i corpi
vertebrali ecc… che evolvono deformità. L’intervento dell’ortopedico non è
disgiunto da quello dell’insegnante di fisica.
Le cause
Un efficace prevenzione per i comuni paramorfismi può essere svolta
tenendo presente le cause da cui vengono provocati. Non si possono
escludere predisposizioni ereditarie, che nei bambini può essere
aggravata dalla mancanza di movimento durante le lezioni contro il
suo naturale bisogno di dinamismo. La disposizione ottimale dei banchi
dovrebbe essere a semicerchi in modo che tutti gli alunni siano di fronte
alla cattedra e alla lavagna, mentre con altre sistemazioni è necessario
provvedere periodicamente a cambiamenti di posto. Anche il peso della
cartella obbliga il corpo a flettersi al lato opposto per mantenersi
equilibrato, e se portata sempre allo stesso lato può facilmente insorgere
un atteggiamento scoliotico per questo, si consiglia l’uso dello zaino da
portare sul dorso o disporre i libri in una borsa sportiva da portare a
tracollo che ne distribuisca il peso fra spalle e fianco o meglio utilizzare
due cartelle una per lato.
Sono da evitarsi anche le sedute con gambe accavallate che dispone il
bacino in obliquità o quella dei maschi, che in stazione eretta tendono
ad appoggiare il loro peso sulla gamba più forte. Anche carenze
vitaminiche e di Sali minerali, possono reagire negativamente: a
contrario vivere all’ aria aperta e al sole, fare esercizi fisici, può essere la
garanzia migliore per uno sviluppo sano ed equilibrato.
Classificazione
I paramorfismi, vengono normalmente classificati in simmetrici ed
asimmetrici. Nei primi risulta l’asse anteroposteriore ad essere alterate e
interessa scapole, ginocchia ecc..., nei secondi riguardono deviazioni
laterali cioè scoliosi. I paramorfismi si presentono sempre associati fra
loro, poiché lo stato di lassità muscolo-legamentosa ad essi conseguente,
genera uno squilibrio sia del segmento interessato, che delle parti
circostanti.
I paramorfismi più diffusi sono quelli qui elencati.
Il portamento rilassato
Il portamento rilassato è tipico dei soggetti longilinei,
gracili e astenici. Si può considerare uno stato di preparamorfismo generalizzato, che si manifesta con
inclinazione del capo avanti, dorso curvo e spalle
interiorizzate per lo sviluppo dei pettorali, addome
prominente per l’accentuazione della curva lombare, lieve valgismo delle
ginocchia e dei piedi. Può facilmente diventare un vero paramorfismo.
Atteggiamento cifotico e cifosi
L’ atteggiamento cifotico e cifosi sono l’ aumento della curva
fisiologica a convessità posteriore della parte dorsale del
rachide.
Spesso è accompagnata da un’ interiorizzazione delle spalle,
che determina un tipico aspetto arrotondato del dorso. I muscoli e i
legamenti posteriori della colonna vertebrale si presentano lunghi e
deboli, mentre quelli anteriori il contrario.
Con il tempo può degenerare in cifosi, con l’ alterazione dei corpi
vertebrali. Questo comporta una respirazione ridotta a causa dell’
abbassamento e allo schiacciamento delle costole che fa muovere di meno
la gabbia toracica. Si associa spesso a scapole alate e ad una
accentuazione delle curve cervicale e dorsale.
Scapole alate
In molti casi si presentano insieme al dorso curvo, al dorso piatto e al
spalle rigide.
Sono caratterizzate dal prevalente sviluppo dei muscoli pettorali rispetto
a quelli dorsali che ne sono adduttori.
Le scapole presentano il loro margine vertebrale e l’angolo inferiore
ruotato in fuori e scollato dalla gabbia toracica. Accompagnate alla
rigidità delle spalle, comportano movimenti ridotti delle braccia che non
riescono ad elevarsi fino alla verticalità. Il movimento viene assecondato
da un’inclinazione del busto indietro che provoca la lordosi lombare;in
questo caso la respirazione risulta resa difficoltosa e approssimativa.
Le spalle possono inoltre presentarsi spioventi, generalmente dovuto a un
fattore costituzionale; oppure eccessivamente sollevate per ipertrofia del
muscolo cuculare
Il dorso piatto
Verso il 2°, 3° anno di età, con la deambulazione, cominciano
a delinearsi le curve fisiologiche del rachide. Se ciò non
avviene, il dorso rimane piatto o quasi. L’ alterazione può
essere totale, o limitata al segmento toracico o lombare.
È presente generalmente in soggetti con ipotonia muscolare e con lassità
muscolo-legamentosa e articolare, predisposti all’ insorgere di una
scoliosi.
Comporta conseguenze a carico della respirazione per il diminuito
diametro antero- posteriore del torace.
Le alterazioni toraciche
Le alterazioni toraciche sono per lo più di carattere ereditario, quindi
senza una concreta possibilità di correzione: il torace carenato consiste
in uno schiacciamento laterale della gabbia toracica, che mette in
evidenza lo sterno, ricordando la carena di una nave;
IL SISTEMA RESPIRATORIO
Il sistema respiratorio ha la
funzione
di
assumere
l’ossigeno
necessario ai
bisogni di tutti i tessuti
corporei
ed
eliminare
anidride
carbonica.
L’apparato respiratorio è
formato da: naso, bocca,
faringe, laringe, trachea,
bronchi, alveoli polmonari e
ha la funzione di ventilare i
polmoni, scambiare i gas nei
polmoni e nei tessuti infine
di trasportare i gas nel
sangue.
Respirare non significa solo introdurre aria dalla bocca e dal naso ed
eliminare anidride carbonica, il polmone non è il solo organo essenziale
di questa funzione,il processo respiratorio si svolge anche all’ interno
delle cellule e serve per procurarsi l’ energia necessaria a tutte le attività
vitali.
Il trasporto dell’ ossigeno dell’ area inspirata alle cellule è effettuato
dalla EMOGLOBINA nei globuli rossi, al ritorno porta anidride
carbonica a livello degli alveoli polmonari.Il continuo afflusso e deflusso
di aria nei polmoni si chiama VENTILAZIONE POLMONARE ed è
basata su variazione di pressione fra ambiente esterno e quello interno
aiutata dai movimenti della gabbia toracica e del diaframma che
funzionano come un soffietto.
La frequenza respiratoria è il numero degli atti respiratori al minuto;
verso i 14 anni gli atti respiratori sono da13 a 18 al minuto come per l’
adulto.La frequenza respiratoria, inoltre, aumenta con l’ esercizio fisico,
diminuisce a riposo.L’ allenamento permette una maggiore ventilazione
polmonare con minore frequenza respiratoria.Ogni tipo di
affaticamento è causato da una deficienza di ossigeno a livello
cellulare. Lo sforzo mentale è molto faticoso per l’ organismo: il cervello
ha bisogno di una grande quantità di ossigeno per funzionare e il suo
affaticamento non è evidenziato da affanno.
OSSERVO E CONTROLLO LA MIA RESPIRAZIONE
CHE COS’E’: la respirazione e quel fenomeno che consiste nel
assorbimento di ossigeno e nella produzione di anidride carbonica. L’
atto respiratorio si svolge in due momenti quello in cui inspiriamo,
immettiamo, facciamo entrare l’ aria nei polmoni e quello in cui
espiriamo, facciamo uscire l’ aria attraverso la bocca e il naso.
Nella prima fase, l’ aria entra dal naso e dalla bocca, scende attraverso le
vie aree fino ad arrivare agli alveoli polmonari. Negli alveoli attraverso
un tessuto sottilissimo e molto esteso, avviene lo scambio gassoso per noi
vitale.
Nella fase respiratoria l’ aria viene espulsa attraverso il naso e la bocca.
Bisogna distinguere la respirazione addominale da quella toracica,
prima di tutto. LA RESPIRAZIONE ADDOMINALE è quella che
usiamo sempre quando siamo a riposo o dormiamo. LA
RESPIRAZIONE TORACICA viene utilizzata quando abbiamo
bisogno di una quantità di ossigeno molto maggiore. Per primo il
diaframma che avvia durante il meccanismo durante l’ inspirazione il
diaframma si abbassa creando nei polmoni una pressione negativa che
richiama l’aria dell’ esterno. La respirazione è quasi sempre
involontaria, ma quando si ha bisogno di controllarla si deve agire
sulla muscolatura. Dopo attività fisiche intense che ci richiedono un
grande dispendio di energie, gli atti respiratori diventano troppo
frequenti per permettere un scambio di ossigeno. Anche nei momenti di
grande ansia o di grande paura, quando sentiamo che il respiro si fa
affannoso il controllo degli atti respiratori è molto efficace.
IL SISTEMA CIRCOLATORIO
Il sistema circolatorio ha la funzione di trasportare il sangue ai tessuti e
da questi agli organi escretori, di trasportare inoltre le sostanze prodotte
dai veri organi o acquisite dall’esterno mediante la respirazione e la
nutrizione.
L’apparato circolatorio è formato dal
cuore e dai vasi.
Il cuore funziona come una pompa
che ad ogni contrazione manda
sangue ai vasi e agli organi e riceve
ogni volta che si decontrae sangue
destinato a ripartire. Come funziona
questa sistema all’apparenza tanto
semplice?
La pompa cardiaca è costituita da
quattro cavità, due atri e due
ventricoli: ogni atrio comunica con il
rispettivo ventricolo per mezzo di una
valvola che impedisce al sangue di tornare indietro. Si ha quindi cuore
destro (atrio e ventricolo destro) e cuore sinistro (atrio e ventricolo
sinistro).
Il cuore sinistro riceve e pompa sangue arterioso, ricco cioè di ossigeno, il
cuore destro riceve e pompa sangue venoso, ricco di scorie da eliminare
come per esempio. Il flusso di sangue pompato e aspirato determina due
circolazioni: la grande, in cui il sangue rosso, perché ossigenato, viene
spinto nella orta e da qui alle arterie e alla fitta rete di capillari
ritornando al cuore nell’atrio destro scurito dai prodotti di rifiuto.
Questo sangue viziato è spinto verso i polmoni dove avvengono gli
scambi gassosi , ritorna ossigenato nel atrio sinistro determinando in
tal modo la piccola circolazione.
Si chiama frequenza cardiaca il numero delle contrazioni del cuore in
un minuto e gittata la quantità di sangue spinta in circolo in un
minuto.
Sia la frequenza che la gittata variano a seconda del tipo di lavoro che
si svolge, delle condizioni ambientali, dell’ età, del sesso e possono essere
migliorate con opportuni allenamenti. Per esempio atleti molto allenati
nelle specialità di resistenza hanno una frequenza cardiaca a riposo di
solo 40 battiti al minuto, contro i 70 normali. Il cuore di questi atleti
ha pareti cardiache più spesse che permettono di pompare con una
maggiore quantità di sangue al minuto facendo loro risparmiare “ l’
energia” per un numero di contrazioni superiori ( cuore d’atleta)
L’allenamento a base di esercizi fisici tende entro certi limiti a fare
aumentare la gittata e diminuire
la frequenza.
Prova a percorrere una distanza
determinata e a controllare
successivamente le pulsazioni,
l’affaticamento e il tempo
necessario per ritornare alla tua
normalità. Dopo un certo tempo ti
accorgerai da solo come sia la
frequenza che il tempo di recupero
si saranno ridotti.
Controlla sempre le tue pulsazioni
e non superare mai i 170, 180
battiti al minuto.
Misuro i battiti cardiaci
Che cosa sono: sono le sono le contrazioni del cuore e le pulsazioni delle
arterie.
Proviamo a correre o a saltellare sul posto per 1 minuto, poi sediamoci e
ascoltiamo i nostri battiti appoggiando le dita sulla parte laterale del
collo a destra o a sinistra, dove passa l’arteria carotide, o al polso dove
l’arteria è abbastanza superficiale.
-Adesso ripetiamo la corsa per un altro minuto poi ci sediamo e al “via”
mentre noi contiamo le pulsazioni l’insegnante o un compagno
misurerà col cronometro 15”.Il numero delle nostre pulsazioni prese in
15” andrà poi moltiplicato per 4, per ottenere le nostre pulsazioni in un
1”.
-Dobbiamo ripetere molte volte questo esercizio per diventare veramente
capaci di farlo con precisione, ma intanto proviamo anche a misurare le
pulsazioni dopo 1’ dallo sforzo e poi dopo 3’. Ci renderemo conto che man
mano che passa il tempo il numero delle pulsazioni diminuisce perché
avviene un lento recupero delle energie.
-Proviamo adesso a correre per 2’, a misurare le pulsazioni per controllare
che ci siano circa 140 al minuto, a riprendere la corsa per altri 3’ e a
ricontrollare le pulsazioni. Se sono stabili abbiamo ottenuto un valore
ottimale, se sono salite oltre i 160 abbiamo bisogno di allenarci ancora
un po’.
-Controlliamo adesso il nostro recupero.Dopo 3’ i battiti dovrebbero essere
di nuovo ritornati ai valori iniziali (50-70 pulsazioni al minuto).
Da che cosa dipendono? Dalle caratteristiche fisiologiche di ciascuno di
noi e dallo stato di allenamento in cui ci troviamo.
Perché dobbiamo misurare le pulsazioni? Per capire quando lo sforzo è
troppo intenso ed è meglio interromperlo e fermarci.
VIVERE SANO
La salute è, a causa della sua complessità, un concetto difficile da
definire, è certamente più che assenza di malattia: consiste in uno stato
di benessere mentale, fisico e sciale, ma vuole anche che ci sia pace,
armonia, equilibrio con tutto ciò che ci circonda, persone e cose. Il vivere
sano non dipende solo dall' integrità ed efficiente dei
grandi sistemi corporei ma anche dall' ambiente che
spesso modifica gli equilibri provocando l' insorgere di
malattie. I progressi della medicina ci aiutano a
combattere le malattie, specie quelle infettive, l' igiene
individuale e collettiva elimina le condizioni che ne favoriscono l'
insorgenza.
È altresì importante vivere il più possibile all' area aperta, alternare
rilassamenti a tensioni, riposare con una giusta quantità di sonno. Il
ritmo sonno-veglia non è uguale in tutte le persone, dipende dal sistema
nervoso vegetativo. È questo il motivo per cui quando si cambia fuso
orario per viaggi intercontinentali con aerei ci si sente scombussolati: o
si vive una giornata più lunga, o la notte non finisce mai.
Gli stress sono particolari stati di difficoltà dell' organismo che non
riesce ad affrontare ansie, emozioni, fatiche. Gli stati di difficoltà che
determinano situazioni di allarme sono svariati. La mente e il corpo
sono così legati che ogni esperienza emotiva è anche un esperienza
fisica. Una persona sana, che mangia correttamente, non ha problemi a
compensare la spesa energetica determinata dagli stress; i problemi
sorgono quando si è di fronte a stimoli stressanti ripetuti.
LE DIETE
Vivere, crescere, produrre energie è basato sulla qualità e
quantità di cibi che vengono ingeriti quotidianamente, e
in maniera fondamentale sull' equilibrio fra proteine,
carboidrati e grassi integrati da sali minerali e
vitamine. La carenza o l' eccedenza di uno di questi componenti può
provocare stati patologici come per esempio: anemie, rachitismo, obesità,
alterato sviluppo sessuale, deficienze motorie. Il fabbisogno energetico
viene di solito misurato in calorie.
Due passi al giorno, cosi, forniscono all' organismo circa 3000 calorie.
Molti ragazzi temono di non essere accettati per quello che sono e questo
crea una situazione di ansia continua che uccide ogni spontaneità e
ogni disponibilità ad atteggiamenti positivi. Purtroppo gli stress,
indebolendo le risorse fisiche e psichiche dell' organismo, possono rendere
i ragazzi facile preda di sostanze eccitanti.
IL doping
Il doping consiste in tutto quello che l'individuo impiega per aumentare
la prestazione al di là delle proprie capacità fisiche,
Esso permette una miglior preparazione, un più valido
rendimento, un recupero più veloce, ma tutto questo
avviene con mezzi artificiali, più o meno energici e
pericolosi,
Spesso si è rilevato che gli stimolanti presi in dosi eccessive o combinati
ad altri elementi eccitanti portano ad incidenti, e nei casi più gravi, alla
morte.
L'anfetamina nasconde sia i segnali di allarme della fatica che le crisi
di pericolo del corpo; l'individuo può casi superare i propri limiti senza
rendersi conto di andare incontro a un collasso. La pericolosità di questi
farmaci sta dunque nel fatto che essi mascherano quei segni che
indicano un avanzato stato di fatica.
I sintomi presentati da coloro che hanno assimilato questi farmaci sono:
occhi incavati, sudore freddo, dilatazione delle pupille, battito del polso
prima lento, poi veloce; a questi si aggiungono senso di disorientamento
di luogo e di tempo, eccitazione, amnesia, aggressività e difficoltà nel
parlare. Per questo non occorrono che poche dosi: la volontà di
primeggiare nello sport è casi prepotente in taluni individui, che si
assoggettano facilmente all'uso di prodotti coadiuvanti. Assume un
gran rilievo a questo punto la figura del medico sportivo, che ha il
compito di mantenere la buona salute dell’atleta, lasciando all'allenatore
l'impegno di farlo giungere all'espressione massima della sua
prestazione fisica.
Le sanzioni contro il doping variano col variare delle norme adottate dai
vari sport.
LE DROGHE: sono sostanze di origine naturale e sintetica che agiscono
sull' organismo modificando sensazioni e comportamenti.
Ciò spesso induce a grossi errori in quanto quello che è veramente
dannoso è la ciclicità dell' uso di una qualsiasi delle suddette sostanze.
Da qui viene il termine di tossicodipendente, di colui che avendo fatto
uso di qualsiasi sostanza manifesta una dipendenza,
una impossibilità di farne a meno. La non
soddisfazione di questo bisogno porta alla sindrome di
astinenza e anche un desiderio imperioso di procurarsi a
qualunque costo la sostanza a cui si è legati.
L'ALCOL. L' abuso di alcol è molto diffuso ed è
socialmente pericoloso quanto l' uso di eccessive droghe.
Generalmente si pensa a questa sostanza come a
qualcosa di familiare per essere più allegri, più espressivi, più estroversi.
L' uso dell' alcol in eccesso dà luogo a stati di manie sudice, furori,
cirrosi epatica, delirium tremens.
IL FUMO.
Si comincia a fumare a volte per sentirsi grandi, inseriti nel gruppo, o
perché incapaci di sottrarsi alle pressioni degli amici.
Il fumo è dannoso non solo per i fumatori ma anche per
quanti sono nello stesso ambiente: provoca alterazioni dell'
apparato respiratorio e circolatorio, ulcere, gastriti, cancro.
PROVA A FARE QUESTO TEST
Rispondi con a, b, c alle domande:
1) Quanti pasti fai al giorno?
a- tre o più di tre
b- due
c- uno
2) Questi pasti includono la colazione del
mattino?
a- sempre
b- uno due volta la settimana
c- raramente
3) In che cosa consiste la tua colazione del mattino?
a- cereali, toast, latte, succo di frutta, orzo
b- uova
c- solo bevande
4) Quante volte alla settimana mangi carne?
a- tre volte
b- una o due volte
c- mai o raramente
5) Quante volte al giorno mangi frutta o verdura fresche?
a- tre volte al giorno
b- una volta o due al giorno
c- solo tre o quattro volta alla settimana
6) Quante volte mangi dolci?
a- una volta alla settimana o anche meno
b- due otre volte la settimana
c- tutti i giorni
7) Quante volte alla settimana mangi pesce?
a- più di due volte
b- una o due volte
c- una volta o raramente
8) Prima di cuocere o mangiare la carne:
a- togli via tutto il grasso
b- togli una parte del grasso
c- non togli il grasso
9) Quante tazze di caffè o tè bevi in una giornata?
a- Nessuna o al massimo una
b- da tre a cinque
c- più di cinque
10) Quanto vino o liquore bevi in una giornata?
a- Nessuno o massimo un bicchiere di vino, niente liquori
b- due bicchieri e qualche bicchierino di liquore
c- più di due bicchieri di vino e un po’ di liquore