



ASCENSIONE B 2009
Quaranta giorni dopo la pasqua Gesù lascia i suoi discepoli e sale al cielo. L’evento
è documentato dai vangeli sinottici e dal libro degli Atti. Quale significato assume?
Fa parte della pasqua di Gesù, lo glorifica e cambia il modo della sua presenza.
Durante la sua vita terrena Gesù viveva come noi, eccetto il peccato: relazioni
profonde che hanno segnato in positivo e in negativo tante esistenze. E’ stato segno
di contraddizione, dono e insieme provocazione. Nella sua esistenza terrena Gesù
ha inaugurato eventi grandi per la salvezza ma è morto solo e rifiutato e rinnegato.
Nei quaranta giorni dalla pasqua Gesù è apparso ai suoi. Ha mostrato gli eventi,
segni vissuti nella vita terrena e ne ha liberato i significati di fede e di salvezza.
L’apparizione è una memoria in cui Gesù si fa presente, non in modo continuo né
visibile ma adatto a iniziare i discepoli a incontrarlo nella vita interiore/spirituale.
Nell’ascensione Gesù si stacca definitivamente dalla modalità terrena di presenza.
Gesù è con i suoi fino alla fine del mondo ma si fa incontrare solo in una modalità
nuova, messa in chiara evidenza dalle letture di oggi. Marco riferisce che Gesù
manda i suoi in tutto il mondo, in missione perpetua, nella quale egli opera con i
missionari e li conferma con i prodigi che accompagnano ogni missione.
Noi incontriamo Gesù nell’essere missionari con lui. Siamo iniziati dalla parola,
dai sacramenti e dalla vita fraterna ad appartenergli ma siamo salvati svolgendo la
missione con lui nella forza dello Spirito santo. L’iniziazione cristiana ci fa
missionari: solo nella missione Gesù lavora con noi e noi ci trasformiamo in lui.
Il libro degli Atti evidenzia la promessa del Padre annunciata da Gesù: voi sarete
battezzati in Spirito Santo. Nella missione agisce lo Spirito che prende quello che è
di Gesù e del Padre e lo comunica alla Chiesa. Lavorare insieme con lo Spirito
nella missione ci modella a immagine di Dio, rende presente lui a noi e noi a lui.
Oggi celebriamo come fatto positivo, come dono e festa l’appartenenza ecclesiale:
manifestiamo che è bello appartenere a Gesù e in lui al Padre e agli uomini che
credono in lui, in particolare a quelli che vivono con noi, la nostra comunità.
Gesù dice a coloro che chiama: Venite dietro di me, e farò voi pescatori di uomini.
Se diventiamo pescatori di uomini seguendo Gesù significa che Gesù è pescatore.
I primi cristiani designavano Gesù con la figura del pesce. La parola greca pesce è un acronimo, cioè ognuna delle cinque lettere che compongono la parola è
iniziale di altre cinque parole. Esse sono:     .
Esse significano: Gesù Cristo figlio di Dio salvatore. La figura del pesce che i
primi cristiani disegnavano esponeva la loro fede in Gesù, figlio di Dio salvatore, e
il luogo dove si riuniscono i suoi discepoli. Noi abbiamo posto questo segno nel
pavimento del sagrato, davanti alla porta di entrata della chiesa, per dire che essa è
il luogo in cui Cristo ci incontra e ci fa cristiani. Che cosa significa pescare uomini?
Pescare è trarre dall’acqua e porre sulla mensa. Gesù si è incarnato ma per essere
tolto dalla vita terrena e portato nella mensa/festa del regno di Dio. La stessa cosa
accade a noi: siamo nel mondo e aspettiamo di essere portati nel regno glorioso di
Dio e siamo pescatori, perché il regno cresce e diventa grande nella missione.
Quest’anno abbiamo annunciato l’iniziazione cristiana: che cosa fa di noi e come
aggiornare la pastorale, passando da tradizioni vuote a realtà vive trasformanti.
Ora facciamo nostro il segno: siamo piccoli pesci nella rete gettata nel mare della
vita; siamo pescatori che si salvano nella missione: portare nella rete i pesci di Dio.