seconda di quaresima

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Apriamo con un pensiero rispettoso e amichevole verso i 'ciechi', chiamati oggi anche 'non vedenti'.
Sappiamo che sono milioni, in Italia e nel mondo, le persone private del dono della vista fisica dalla nascita o
nel corso della vita, ma che in compenso hanno ricevuto il dono della vista spirituale, con una sensibilità
umana eccezionale e con una grande fede. Conosco anch' io una di queste persone, una donna musicista e
scrittrice, che ha dedicato la sua vita ad opere di bene e che ogni volta che la incontro mi colpisce e mi edifica
per la sua serenità e per la sua voglia di vivere. La stessa impressione, ne sarete testimoni anche voi, suscitano
quei 'non vedenti' che spesso intervengono a Radio Maria o a Radio Mater. Le loro testimonianze sono sempre
di grande edificazione e di incoraggiamento per chi avesse sortito qualche handicap da madre natura. Il
pensiero dei 'non vedenti' serva anche a noi come richiamo per saper apprezzare tutti quei doni naturali e
soprannaturali che abbiamo ricevuto dal Signore e che spesso sottovalutiamo, dimenticandoci di ringraziare il
Donatore. Giunga oggi a tutti i 'non vedenti' il nostro pensiero affettuoso, accompagnato dall'augurio di ogni
bene e da sincera preghiera.
Introduce la nostra riflessione sul brano di Vangelo di oggi Sant' Agostino, il quale, nel commento al fatto
del 'cieco nato' si esprime così: 'Tutti i prodigi straordinari compiuti dal Signore Gesù sono insieme dei fatti e
delle parole,. dei fatti perché veramente accaduti e delle parole perché hanno un significato'. Qual è il
significato dell'episodio del Cieco nato? Esso nasconde un 'mistero " il mistero della cecità spirituale del
genere umano e di ogni uomo, che lavandosi al Fonte battesimale, ha acquistato la vista spirituale, cioè la fede.
'II Cieco nato - continua Sant' Agostino -si è lavato alla Piscina di Siloe, 'che vuoi dire Inviato " ad indicare
che è stato battezzato nel Cristo, I 'unico e vero Inviato dal Padre per la salvezza dell 'umanità '. La riflessione
di Sant' Agostino la ritroviamo nel Prefazio della Messa di oggi, dove si dice che 'Nel mendicante guarito è
raffigurato il genere umano, prima nella cecità della sua origine e poi nella splendida illuminazione che al
fonte battesimale gli viene donata '. Anticamente i cristiani venivano chiamati gli 'illuminati " ad indicare che
nel Battesimo avevano ricevuto la luce della fede.
Domandiamoci: perché nel Battesimo ci è stata donata la vista spirituale, la luce della fede? Per poter
conoscere Dio e il suo 'Inviato' Gesù Cristo. Non poteva bastare il dono dell'intelligenza per conoscere Dio?
No! Con l'intelligenza umana noi possiamo arrivare ad ammettere l'esistenza di Dio, ma non a conoscere il suo
essere, la sua vita, il suo 'mistero '. Solo la fede può svelarci il 'Mistero Trinitario " cioè il mistero di un solo
Dio in Tre Persone, il Padre, il Figlio e Lo Spirito Santo. Solo con la fede possiamo introdurci nel 'Mistero di
Cristo' e riconoscerlo come Figlio di Dio e Salvatore degli uomini. Il Catechismo di San Pio X, alla domanda:
quanti e quali sono i misteri principali della fede?, rispondeva: 'Sono due: primo: l'Unità e la Trinità di Dio,
secondo: I 'incarnazione, passione, morte e resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo '.
Vediamo ora come il Cieco nato ha acquistato la luce della fede, cioè ha maturato la sua conversione. Il
Vangelo ci dice che non è stata una cosa improvvisa, ma che è avvenuta in momenti
successivi, potremmo dire in tre tappe. Anzitutto il Cieco ha riconosciuto in Gesù un 'Uomo '. Alla
domanda dei curiosi che volevano sapere come gli erano stati aperti gli occhi, il Cieco risponde:
'Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: 'Va a Siloe e
lavati! ' lo sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista '. In un secondo tempo il Cieco
intuisce la singolarità, la straordinari età dell'Uomo Gesù, e si mette in ricerca per saperne di più, per
conoscerlo meglio e arriva a paragonarlo ad un' Profeta '. Ai Farisei che gli chiedevano: 'Tu che d;ci di fui,
dal momento che ti ha aperto gli occhi " il Cieco risponde: 'E' un Profeta!' In un terzo momento il Cieco
riconosce apertamente nell'Uomo Gesù e nel Profeta, il 'Figlio di Dio '. E' il momento de11a luce piena, l'
apice della scoperta, il punto di arrivo della conversione. ' Incontratolo Gesù gli disse: 'Tu credi nel Figlio
dell 'uomo? '. Egli rispose: 'E chi è Signore, perché io creda in lui? l Gli disse Gesù: 'Tu l'hai visto: colui
che parla con te è proprio lui '. Ed egli disse: '10 credo, Signore! " E gli si prostrò innanzi '.
Le tre tappe della conversione alla fede del Cieco sono anche le tappe della nostra conversione. A
volte la conversione è un' azione istantanea e folgorante di Dio, come nel caso di Paolo di Tarso, ma
normalmente è come un cammino, che inizia il giorno del Battesimo e termina al momento della nostra
morte.
* Il primo passo da compiere è quello di conoscere Gesù come Uomo, cioè come una Persona che ha un
corpo e un'anima, un volto, un cuore, una sensibilità come la nostra, anzi più della nostra, avendo Egli una
natura umana perfetta. Ci può essere di aiuto in questo la lettura di una vita di Gesù, o dello stesso Vangelo,
o la frequentazione del Sacramento della Eucarestia, dove è presente veramente Gesù come Dio e come
Uomo. Gesù non è un fantasma, ma è una Persona viva, vicina a noi, anche se non possiamo percepire la
sua presenza con i sensi, ma solamente con la fede.
* Il secondo passo da compiere è quello della ricerca, cioè dell' approfondimento progressivo della
conoscenza della Persona di Gesù, superando via via gli ostacoli che la nostra sensibilità e la nostra
intelligenza frappongono. La fase della ricerca di fede è una fase importante nel cammino di conversione.
Non dobbiamo meravigliarci e tanto meno scoraggiarci perché ci sorgono dei dubbi di fede, ciò che è
importante è non stancarci nella ricerca. Il Card. Martini, anche nella Catechesi quaresimale di martedì
scorso su Telenova e Radio Marconi, commentando l'episodio della pecorella smarrita, ha detto che: 'Noi
siamo degli smarriti che cercano e dei ricercatori sempre a rischio di smarrimento '. Per questo ha
introdotto a Milano l'iniziativa della 'Cattedra dei non credenti " per ascoltare le ragioni di coloro che sono
in ricerca della fede e per incoraggiare coloro che incontrano difficoltà a credere.
* Quando la ricerca è sincera, volonterosa, costante, anche la mèta diventa sicura, perché il Signore si fa
sempre trovare da 'coloro che lo ricercano con cuore sincero '. E' la certezza della fede, che consiste in un
profondo convincimento interiore, dono dello Spirito Santo, che 'Gesù è l'unico Salvatore del mondo, ieri,
oggi e sempre!', per il quale vale la pena di vivere e di morire. La costanza della ricerca del Cieco nato è
stata premiata con la scoperta della divinità di Gesù. Il Vangelo non dice che cosa ha fatto il Cieco dopo la
scoperta di Gesù, ma è probabile che si sia messo al '.suo seguito o che sia diventato un SUO testimone
entusiasta.
Conclusione. Il frutto della vera fede è la testimonianza. Come un bicchiere quando è ricolmo d'acqua,
travasa, così il cuore quando è ricolmo di fede trabocca e si fà annuncio ed evangelizzazione. Se non
riusciamo a trasmettere Gesù in casa, nell ' ambiente di lavoro e dove il Signore ci colloca a vivere
quotidianamente è perché il cuore non è ancora colmo di fede e di amore per il Signore. Non
scoraggiamoci, ma invochiamo 10 Spirito Santo perché ci sveli il Volto del Signore, come l'ha svelato a
Mosè sul Monte Sinai. Preghiamo soprattutto per coloro che si rifiutano di credere chiudendo gli occhi per
non vedere. Li affidiamo alla misericordia di Dio, perché 'non sanno Quello che fanno '.
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