Economia pagg. 67-75 L’oggetto delle negoziazioni: i titoli Nel mercato mobiliare secondario (la Borsa) si scambiano valori mobiliari, ovvero titoli emessi da enti pubblici o da società private. I titoli sono quindi strumenti finanziari e sono costituiti da: un mantello, in cui è riportata la quota nominale del capitale; un foglio cedole, costituito da un certo numero di cedole ognuna delle quali dà diritto alla riscossione di un certo interresse periodico (a determinate scadenze). I principali titoli oggetto delle negoziazioni di Borsa sono: le azioni: sono titoli di credito che rappresentano una quota del capitale sociale di un un’impresa costituita sotto forma di società per azioni o in accomandita per azioni. Acquistando un’azione si diventa socio dell’impresa, con tutti i diritti, doveri e poteri che ne conseguono. le obbligazioni: sono titoli di credito emessi dalle società per azioni e in accomandita per azioni. Esse rappresentano i debiti che la società emittente si assume verso terzi dai quali abbia ricevuto un prestito. Sottoscrivendo obbligazioni dunque non si diventa socio. Le obbligazioni normalmente danno il diritto a una riscossione periodica di un interesse e al rimborso secondo modalità stabilite all’atto dell’emissione. I titoli di stato: sono obbligazioni emesse dallo Stato per far fronte a squilibri economici temporanei e non. I titoli di stato sono stati e lo sono ancor oggi i titoli più diffusi tra i risparmiatori. I principali titoli di stato I più diffusi titoli di stato italiani sono: BOT (Buoni Ordinari del tesoro): sono titoli a breve termine (3,6 e 12 mesi). Il taglio minimo è 1.000 euro. Sono emessi alla metà e alla fine di ogni mese. Sono privi di cedola, quindi l’interesse viene riscosso in un’unica soluzione alla scadenza e il rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di emissione e il valore rimborsato alla scadenza. BTP (Buoni poliennali del tesoro): sono titoli a medio-lungo termine (da 2 a 10 anni). Hanno cedole semestrali (quindi l’interesse è riscosso periodicamente). Il tagli minimo è 1.000 euro. CCT (Certificati di Credito del Tesoro): sono titoli di stato a medio-lungo termine. Il taglio minimo è di 1.000 euro. L’interesse è calcolato sulla base del rendimento dei BOT (si parla di interesse variabile indicizzato), aumentato poi di una ammontare fisso, detto spread. CTO (Certificati del Tesoro con Opzione): sono titoli a tasso fisso e a cedola semestrale; sono caratterizzati dal fatto che il sottoscrittore può richiedere il rimborso anticipato ad una data prefissata che si colloca esattamente a metà della vita del titolo. CTZ (Certificati del Tesoro Zero coupon: sono titoli di stato a 18 o 24 mesi; sono sprovvisti di cedola (zero coupon) e sono collocati sul mercato al di sotto della pari; il taglio minimo è 1.000 euro; il rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di emissione e il valore rimborsato alla scadenza. Tra i titoli pubblici rientrano anche i BOC, ovvero titoli emessi da enti locali (Comuni, Unioni di Comuni ecc.) destinati esclusivamente a finanziare gli investimenti. Devono avere durata superiore a 5 anni e devono essere collocati sul mercato alla pari. Il rendimento non può essere superiore, al momento dell’emissione, a quello dei titoli di stato di pari durata emessi nel mese precedente e maggiorati di un punto. Titoli a reddito fisso e a reddito variabile. I titoli a reddito fisso sono quei titoli che danno il diritto ai loro possessori di percepire un reddito secondo una periodicità stabilita o in funzione di un tasso di interesse (es. obbligazioni e titoli pubblici). 1 Economia pagg. 67-75 I titoli a reddito variabile sono titoli che rendono in funzione degli utili che la società emittente riesce a produrre (es. azioni). Il valore dei titoli Si distinguono i seguenti tipi di valori dei titoli: Valore nominale: è il valore dichiarato dalla società o ente emittente e stampato sul titolo. Nel caso della azioni esso è dato da il rapporto fra il capitale sociale e il numero delle azioni in circolazione. Per legge le azioni devono avere tutte lo stesso valore nominale. Per le obbligazioni il valore nominale è apri al valore unitario in cui è stato diviso il prestito. Il valore nominale può essere superiore, uguale o inferiore al prezzo di emissione : si parla, in proposito, di emissione sopra la pari, alla pari e sotto la pari. Valore di emissione: è il prezzo al quale i titoli vengono offerti ai risparmiatori. Per legge le azioni non possono essere emesse sotto la pari. Le obbligazioni e i titoli di stato, invece, possono essere emessi alla pari, sotto la pari e sopra la pari. Valore patrimoniale: esso esprime la quota di patrimonio netta che il titolo rappresenta. Tale valore si riferisce solo alle azioni e si ottiene dividendo il patrimonio netto della società per il numero delle azioni in circolazione. Valore di mercato: rappresenta il prezzo che si forma giornalmente sul mercato e quindi il prezzo di scambio dei titoli. La quotazione di Borsa La procedura in base alla quale un titolo viene ammesso alla negoziazione ufficiale della Borsa prende il nome di quotazione di Borsa. Per ottenere l’ammissione alla quotazione dei loro titoli, le società richiedenti devono superare l’esame di una specifica procedura per verificarne i requisiti. Innanzitutto, la società che intende farsi quotare nomina uno sponsor (una SIM, una banca o una merchant bank), che ha il compito di assisterla nelle fasi precedenti la quotazione e, in caso di titoli azionari, almeno per una anno dopo l’ammissione. Il compito di valutare i requisiti spetta alla Borsa Italiana s.p.a., la società che gestisce la borsa. In particolare, si richiedono: - L’esibizione degli ultimi tre bilanci; - La certificazione contabile dell’ultimo bilancio; - La libera trasferibilità dei titoli; - L’idoneità ad essere oggetto di liquidazione di borsa; - Un grado di diffusione dei titoli fra il pubblico (c.d. flottante) di almeno il 25% del capitale; - Capitalizzazione di mercato prevedibile di almeno 5 milioni di euro. Il mercato ristretto o Borsino Accanto alla borsa valori esiste i mercato ristretto o Borsino in cui si scambiano titoli, come quelli delle società locali, che, pur essendo oggetto di scambi adeguati, non possono acceder al mercato borsistico. La contrattazione in Borsa La rivoluzione informatica ha apportato profondi cambiamenti nelle modalità di negoziazione dei titoli in borsa contribuendo a una riduzione dei costi e dei tempi relativi all’organizzazione e alla trasmissione delle informazioni. La rivoluzione informatica ha anche determinato la scomparsa della tradizionale Borsa gridata rimpiazzata dalla Borsa telematica e dalla contrattazione continua. 2 Economia pagg. 67-75 Sistemi di liquidazione delle negoziazioni Si possono distinguere due principali tipi di si sistemi di liquidazione: Liquidazione a termine: era il sistema caratteristico delle borsa gridata, oggi non più utilizzato. Esso prevedeva che tutte le operazioni negoziate in un determinato periodo di tempo,chiamato mese borsistico,(dalla metà di un mese solare alla metà del mese successivo), fossero liquidate, fosse cioè effettuata la materiale consegna dei titoli o della somma pattuita come prezzo, in un’unica data: il giorno della liquidazione mensile. Questo sistema di liquidazione favoriva però le tecniche speculative (al rialzo e al ribasso), come il negoziare allo scoperto, ovvero acquistare o vendere titoli senza posseder il denaro sufficiente o senza esserne ancora entrati in possesso. Liquidazione a contanti: è il sistema caratteristico della corsa telematica. Esso prevede che ogni giorno di Borsa aperta sia il giorno di liquidazione delle negoziazioni concluse il quinto giorno di Borsa aperta antecedente. Questo sistema ha notevolmente ridotto le possibilità di speculazione, ma ciò non toglie che speculare sia diventato ipossibile. Gli operatori di borsa Gli operatori che agiscono sul mercato borsistico possono essere suddivisi in, a seconda degli intenti perseguiti, nelle seguenti due categorie: Speculatori: Risparmiatori (cassettisti). Gli speculatori Gli speculatori sono operatori di borsa che abitualmente svolgono attività di acquisto e di rivendita dei titoli allo scopo di trarne profitto. Gli speculatori al fine di garantirsi il conseguimento di un guadagno, devono accertarsi che il prezzo di vendita al momento del realizzo superi il prezzo di acquisto aumentato dei costi accessori. Lo speculatore può essere: Rialzista: colui che acquista titoli, confidando in un rialzo delle quotazioni, per poi rivenderli ad un prezzo superiore e realizzare così un utile differenziale (guadagno in conto capitale); Ribassista: colui che vende titoli, confidando in un ribasso delle quotazioni, per poi riacquistarli ad un prezzo inferiore e realizzare così un utile differenziale (guadagno in conto capitale). I risparmiatori I risparmiatori sono quegli operatori che acquistano titoli non per speculare, ma per effettuare investimenti di medio-lungo periodo. Il risparmiatore (detto anche cassettista) investe i propri risparmi basando le sue scelte sul trinomio rischio - rendimento – sicurezza. I principi basilari che dovrebbero ispirare la condotta del cassettista sono: - Rinunciare all’acquisto di titoli che presentano abitualmente ampie oscillazioni di prezzo; - Diversificare i propri investimenti tra titoli emessi da società ed enti diversi, distribuiti il più possibile per settori di attività economica; - Orientare le proprie scelte verso titoli di primo piano ad alto contenuto patrimoniale o reddituale (blue chips). 3