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“Il discepolo”
“Dite:… Il Regno di Dio
si avvicina.”
(Lc 10, 9)
di
Lia Cerrito
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INTRODUZIONE: LETTURA EVANGELICA
(LUCA 10, 1- 16)
Lettore:
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé
in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono
pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate:
ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non
salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se
vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno
della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno,
mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano e dite loro: E’ vicino
il Regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e
dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro
di voi; Sappiate però che il Regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà
trattata meno duramente di quella città. Guai a te, Corazim, guai a te , Betsaida! Perchè se in
Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero
convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno
trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui
che mi ha mandato”.
Coro 1:
Coro 2:
Raccontaci del “discepolo”.
Su raccontaci del “discepolo”.
Narratore: Il discepolo può essere uno di noi: il più umile, semplice, sprovveduto, carico però
del fardello della Parola di Dio. Il discepolo cammina sulla terra fino alla fine del
mondo, finché ci sarà sulla terra un povero, piccolo uomo caricato del fardello della
Parola di Dio e mandato ad annunziare il Regno.
Assemblea: Raccontaci, allora, del discepolo.
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I° Atto
Narratore: I due camminavano dalla mattina e adesso che il sole volgeva al tramonto le loro
ombre si allungavano sulla strada, disuguali.
Il primo, infatti, era alto e imponente, l’altro un ometto smilzo e sprovveduto: la
rada barbetta rendeva più pallido il suo volto e, negli occhi oscuri, si affacciava
un’anima meravigliata che, a tratti, si perdeva nella profondità di un pensiero.
Era gente del lago e il Maestro li aveva mandati, con altri settanta, avanti a sé ad
annunziare il Regno alle città e ai villaggi della Galilea.
Così avevano lasciato alle loro spalle Cafarnao e, adesso, vedevano già vicine , le
prime case e gli orti di una borgata.
Solista:
E quando entrate nelle case
dite: pace!
Dice il Signore.
E quando sedete a mensa
spezzate il pane e benedite
dice il Signore.
E quando incontrate qualcuno per via
ditegli: E’ vicino il Regno di Dio!
dice il Signore.
Non dite tante parole
dice il Signore.
Dite che il Regno viene
Dite: il Signore è vivo!
Dite: Dio è qui!
così dice il Signore
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II° Atto
Narratore:
Il primo, così forte e sicuro di sé quasi si infastidiva della presenza dell’altro,
non ne aveva bisogno: lui, era capace di fare da solo, aveva le idee chiare e il
discorso pronto e un grande entusiasmo che gli metteva le ali ai piedi.
L’altro, invece, non pensava a nulla, si lasciava portare da una realtà che lo
penetrava, che lo riempiva fin quasi a sostituirsi a lui, una realtà che egli
accettava di non capire fino in fondo, che non chiedeva di capire: il Maestro,
più che capirlo, lui lo “sentiva” che poi era quasi la stessa cosa perché se ne
persuadeva e l’amava.
Discepolone:
Dovremmo cercare un alloggio…
Narratore:
Disse il primo arrivati che furono alle porte del villaggio.
Discepolone:
aspetta qui, mi darò da fare io, se ci sarà posto per due verrò a chiamarti.
Narratore:
L’altro rimase com’era, seduto a ridosso di un muro, sotto un albero, in
faccia ad un vigneto.
Attorno non si vedeva nessuno, ma lui non pensava all’alloggio: incontrare
un uomo, questo aspettava perché per questo sentiva di essere stato mandato
e allora si sarebbe ritenuto arrivato e alloggiato.
Solista:
Io penso che il cuore di ogni uomo,
Signore,
è una porta aperta o chiusa
su un mare di luce
e la luce sta là,
ma se la porta è chiusa
lui non la vede…
e la luce sta là:
non è essa, forse, il Regno di Dio?
Cosa potrò fare, io, Signore,
cosa potrò fare?
Bussare alla porta…
Questo… soltanto
E poi?
Poi dire: - Guarda.
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III° Atto
Narratore: Avvolto nel suo mantello, burbero in faccia, un uomo si avvicina: il padrone della
vigna certamente.
Vignaiolo: Che fai qui? Che aspetti? Chi sei?
Discepolo: Aspetto te.
Narratore: rispose l’altro.
Vignaiolo: Ma io non ti conosco…
Narratore: disse l’uomo.
Narratore: che vuoi?
Discepolo: Qualcuno mi ha incaricato di dirti che il Regno di Dio si avvicina e bisogna
convertirsi…
Vignaiolo: Che intendi dire?
Narratore: Il discepolo ebbe come una vertigine: sentì che il maestro aveva messo sulle sue
labbra parole più grandi di lui, forse il suo compagno avrebbe saputo trovare una
risposta, forse ne stava parlando da qualche parte, in qualche casa.
Discepolo: Il Regno di Dio…
Narratore: Cominciò come se qualcuno prendesse il suo posto.
Discepolo: il Regno di Dio è la presenza di Dio operante tra noi…
Narratore: Quello non capiva.
Discepolo: Si, dico giustizia, misericordia, amore, tutto questo, ma se tu lo fai vero perché
queste sono le leggi del Regno e bisogna metterli in pratica…
Narratore: Rise:
Vignaiolo: Io? !Io dovrei fare la giustizia, io?… Non sarei forse giusto? Sono forse un
pubblicano o un samaritano?
Narratore: Il piccolo uomo allora, con voce pacata ma grave, disse:
Discepolo: Hai pagato oggi i tuoi operai?
Narratore: Quello andò in collera:
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Vignaiolo: Tu sei forse uno di loro? Non ti conosco, non ti ho preso a giornata, vattene a casa
tua!
Discepolo: Non ho una casa mia, ho la tua se mi darai ospitalità per questa notte, potremo
parlare ancora e cercheremo di capire insieme che cosa è il Regno di Dio e che
cosa fare per convertirci ad esso e la pace verrà su di noi.
Vignaiolo: Non voglio fannulloni tra i piedi! Vattene via ti ho detto!…
Narratore: E alzò il bastone per colpirlo.
Il discepolo si alzò e se ne andava mentre quello continuava a gridare:
Vignaiolo: Io, sono giusto! E i miei operai so ben io quando devo pagarli!
Narratore: Si volse e disse:
Discepolo La grande giustizia si compie alla sera di ogni nostra giornata, amico!
Vignaiolo: Vattene via!
Narratore: Continuò a gridare quello stizzito scagliandogli contro le pietre…
Il compagno non si vedeva ancora. Perché non tornava? Il pane offerto all’operaio
degno della sua mercede, non voleva dunque dividerlo con lui?
Camminò per un tratto senza inoltrarsi nel paese e passò la notte sul ciglio della
strada.
Le stelle brillavano nel cielo pulito e dai campi veniva odore di stoppie.
Solista
Se qualcuno vi scaccia
andate altrove
dice il Signore.
E se la pace vostra
qualcuno non accoglie
essa torna su di voi…
Una grande pace
sulla tua stanchezza,
sulle tue mani vuote,
sui passi dati invano…
La pace che avevi data
è tornata al tuo cuore,
come colomba che ritorna all’arca
perché non trova un ramo
su cui posarsi…
Custodisci nel cuore
questa tua pace,
bussa ancora
alla porta degli uomini
qualcuna si aprirà
dice il Signore.
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Coro 1:
Io pure ero molto smarrito quando mi hanno mandato nelle piazze, nei pub,
nelle discoteche, in mezzo ai miei coetanei per la missione giovanile.
Coro 2:
Io ero convinto che era giusto farlo: era una obbedienza, ma avevo tanta
paura…
Coro 3:
Quando devo fare un cenacolo sento che le parole che devo dire sono più
grandi di me…
Solista:
Non preoccupatevi di come e di che cosa dovrete dire: è lo Spirito del Padre
vostro che parla in voi, dice il Signore.
Assemblea:
Io vorrei che il mio cuore fosse una porta sempre aperta per
ricevere l’annunzio del Regno…
Quando arriverà il discepolo nella mia casa io lo accoglierò con gioia…
Coro 1:
Dacci di riconoscere il tuo discepolo, Signore quando busserà alla nostra
porta…
Coro 2:
Quando ho incominciato a parlare delle esigenze del Regno, e soprattutto,
quando ho cominciato a vivere secondo il Regno di Dio, mi si sono rivolti
contro, per poco non mi hanno cacciato dalla mia comitiva… ma la pace ha
riempito il mio cuore…
Assemblea:
Quando l’annunzio del Regno ci metterà in crisi, Signore, fa che non ci
rivoltiamo contro il tuo discepolo, ma dacci l’umiltà e la grazia della
conversione.
Solista:
La pace che avevi data
è tornata al tuo cuore
come colomba che ritorna all’arca
perché non trova un ramo su cui posarsi.
Custodisci nel cuore questa tua pace,
bussa ancora
alla porta degli uomini:
qualcuno ti aprirà
dice il Signore.
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IV° Atto
Narratore: Adesso che sorgeva l’alba aveva freddo e anche fame.
Da una casa uscì una donna e venne ad attingere acqua ad un pozzo poco lontano.
Vide l’uomo:
Prostituta: Chi cerchi? Chi aspetti?
Discepolo: Aspetto te…
Prostituta: Dovevi pensarci ieri sera…
Narratore: Gli rispose ridendo.
Prostituta: Ma questa sera va bene lo stesso…
Narratore: Poi calò il secchio nel pozzo.
Il discepolo la guardava e ricominciò con voce serena:
Discepolo: Qualcuno mi ha incaricato di dirti che il Regno di Dio è vicino e bisogna
convertirsi.
Prostituta: Non credo che mi riguardino questi discorsi.
Narratore: Disse con voce amara.
Prostituta: O prima o poi finirò sotto le pietre e a scagliare la prima, sarà la mano che mi ha
accarezzato la sera.
Discepolo: Nel Regno di Dio…
Narratore: Continuò quello con una voce dove pareva tremasse il vento leggero che a
primavera spezza i rigori del gelo e apre le gemme.
Discepolo: Nel Regno di Dio non c’è nulla di perduto che rimanga perduto…
Prostituta: Vieni piuttosto a mangiare.
Narratore: Gli disse la donna che aveva visto il suo volto scavato, le labbra aride, gli occhi
affossati nelle orbite oscure.
Il discepolo sedette accanto alla porta, mangiò quello che gli venne offerto e rimase
tutto il giorno a guardare i bambini che entravano e uscivano, giocavano sull’aia.
Per loro tagliò zufoli pensando che il Regno di Dio non si spiega ai bambini perché
essi ci sono già. A sera:
Prostituta: E’ forse meglio che te ne vada…
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Narratore: Gli disse la donna.
Prese allora il suo bastone e già si avvia quando lei:
Prostituta: Che cosa hai detto stamattina…
Narratore: Gli gridò dietro.
Prostituta: Del Regno di Dio?
Narratore: Lui rimase un momento assorto a cercare le parole che aveva detto, ma guardando
la donna e la casa e la sera che scendeva se le ritrovò:
Discepolo: Il Regno di Dio è là dove non c’è nulla di così perduto che non si possa ancora
ritrovare, credo di averti detto.
Narratore: Lo vedeva allontanarsi e gli gridò ancora:
Prostituta: Nulla o nessuno?
Narratore: Lui si volse:
Discepolo: Nulla e nessuno…!
Narratore: Ed era ancora una volta sulla via.
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Solista:
Dunque tutto è nuovo
per il Signore?
E tutto nasce dalle sue mani
Come il primo giorno…
Prorompono le acque delle
montagne, limpide,
e solo una stagione prima erano
melma…
Con le sue dita
prende un grumo di fango
e nasce un fiore.
Fonde il cuore dell’uomo
nel suo amore
e gli restituisce
un cuore di fanciullo
innocente, sereno.
Prende il mio cuore
questo mio cuore
come strada trita
da passi d’uomo
e senza un filo d’erba,
e senza frescura d’ombra,
e senza canto di libertà,
gesto d’amore,
senza volti di amici…
e lo chiude tenero
come al primo sguardo
di innamorato.
E’ vita, è vita sempre nuova
il Signore.
E’ forse questo il Regno?
Coro 1: Signore, sono come una strada trita da passi d’uomo…
Coro 2: Sono come un grumo di fango tra le tue mani…
Assemblea: Prendi questo mio cuore,questo mio cuore senza frescura d’ombra, né canto di
libertà… … senza volto di amici, gesto di amore. Schiudilo tenero e nuovo come al primo
sguardo di innamorato…
Coro: E’ vita, è vita sempre nuova il Signore!
Coro1: E’ questo il Regno!
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V° Atto
Narratore: Poi, incontrò l’amore o quello che avrebbe potuto diventare per lui l’amore solo
se avesse indugiato.
La casa era linda, i muri bianchi, la soglia pulita a dalla porta usciva il caldo odore
del pane.
La ragazza era un fiore e si muoveva avanti e indietro nel cortile, leggera e
fragrante, cristallina come l’acqua: innocente. E lui era stanco…
Aveva camminato sulla strada polverosa e rovente.
Aveva camminato per giorni e giorni e lei gli versò acqua sui piedi.
Poi lo guardava… E gli offrì da bere. E lo guardava…
Discepolo: Come vorrei restare qui…
Narratore: Mormorò l’altro sentendo intorno a sé la frescura della vite, la voce discreta
dell’acqua nel silenzio del cortile e, sulle sue mani lo sguardo di lei.
Ma la ragazza intanto chiedeva:
Donna:
Perché sei venuto?
Narratore: Nell’occhio profondo del discepolo, dove era passata un’ombra di smarrimento,
apparve la figura di Gesù che si pose in mezzo tra lui e la ragazza come una lama
di luce …
Discepolo: Ero venuto per dirti che il Regno di Dio si avvicina…
Donna: Il Regno di Dio? Che cosa è il Regno di Dio?
Narratore: La voce di lei gli arrivava da molto lontano.
Come un ceco cercò il suo bastone, ancora abbagliato da una sola luce. Si alzò:
Discepolo: Il Regno di Dio…
Narratore: Disse andando e lasciandosi alle spalle la casa, il profumo del pane, l’ombra del
fico, l’acqua della fonte.
Discepolo: Il Regno di Dio è come una perla preziosa che uno, per comprarla, vende tutto
quello che ha, e anche tutto quello… che potrebbe avere…
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Solista:
Tu non voltarti indietro
dice il Signore
Tu che metti la mano all’aratro:
traccia il tuo solco
e non cercare più
quanto hai lasciato!…
Traccia il tuo solco,
gettaci il tuo seme
e insieme al seme getta la tua vita
e lasciala marcire nella terra
che frutto non ti dà
se non ci muore…
Non pensare alla casa:
lascia tuo padre, la tua sposa
i figli, la rete nella barca,
la barca a riva…
Io valgo molto di più dice il Signore
Narratore: Tutti gli chiedevano: che cosa è il Regno di Dio?
Coro 1: Che cosa è il Regno di Dio?
Coro 2: Che cosa è il Regno di Dio?
Coro 3: Che cosa è il Regno di Dio?
Assemblea: Che cosa è il Regno di Dio?
Coro 1: Ho un amico handicappato, storpio, per nulla autosufficiente:
Che cosa è per lui il Regno di Dio, che non può muoversi, che non può parlare?
Coro 2: Una mia carissima amica è morta a diciotto anni, era
figlia: cos’è per sua madre il Regno di Dio?
contenta di vivere, era l’unica
Coro 3: Non riesco più a ritrovarmi in questa società: la gente ride disprezza, arraffa,
rivaleggia, uccide…Cos’è per tutti questi il Regno di Dio?
Coro 4: Nel mio ambiente di lavoro siamo sempre scontenti, si contesta, si sciopera, si lotta
ma non è facile capirci tra Sindacati e Cobas… Cos’è per tutti noi il Regno di Dio?
Coro 5: Nel mio ufficio sono tra gente ostile, cercano di scavalcarmi, di mettermi i bastoni tra
le ruote, di danneggiarmi: Che cos’è per me il Regno di Dio?
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VI° Atto
Narratore: Che cosa è il Regno di Dio?
E’ sapere che un’anima grande può restare in un corpo
distrutto…
E’ essere certi che la morte non dice l’ultima parola…
Il Regno di Dio è rispetto di sé e degli altri.
Che cosa è il Regno di Dio? Il Regno di Dio è là dove il tuo lavoro non ti fa
schiavo né del tuo ventre né del tuo denaro né della tua collera… Così aveva
risposto il discepolo.
E ancora: E’ che tu volevi farmi del male e a me non duole!
E ancora: E’ che tu mi disprezzi e dici di odiarmi e io ti amo ancora… è il Regno di
Dio. Così aveva risposto il discepolo.
Coro:
Il Regno di Dio sei tu, Signore, in mezzo a noi!
Assemblea: Il Regno di Dio sei tu, Signore Gesù, in mezzo a noi!
VII° Atto
Narratore: Poi rincontrò il suo compagno.
Discepolone: Eccoti finalmente! Ma dove ti sei cacciato?!…Te ne sei andato per conto tuo!…
Narratore: E li una sfuriata senza dargli il tempo di parlare che anche lui avrebbe potuto fargli
la stessa domanda.
Discepolone: Hai predicato il Regno di Dio? Si sono convertiti?…
Discepolo: Non so se ho predicato, e non mi pare di avere convertito qualcuno…
Narratore: Disse semplicemente.
Discepolone: E te ne stai spensierato a perdere il tuo tempo?… Ma che hai fatto dunque?…
Discepolo: Ho incontrato della gente.
Narratore: Rispose tranquillo come se l’impazienza del primo non lo toccasse neppure.
Discepolo: Non so se ho perduto del tempo: volevano tutti sapere da me che cosa è il Regno di
Dio, tu, che cosa avresti risposto?
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Discepolone: Io? Non ho risposto, io ho parlato per primo e tutti sono stati ad ascoltarmi zitti e
attenti, senza fiatare ed erano molto soddisfatti e così ho parlato, oh, quanto ho
parlato!…
Discepolo: Io, invece, ho faticato tanto a trovare una risposta per tutti, ho dovuto cercarne una
diversa per ciascuno, la stessa e diversa, e, qualche volta, prima di trovarla, ho
dovuto restar con loro, fare quello che facevano loro se no, le parole non erano
quelle giuste.
Discepolone: Come si fa ad avere le idee così confuse…
Narratore: Disse il primo.
Discepolone:invece di fare il tuo dovere va perdendo tempo: il Maestro ti ha mandato a
predicare, non a sprecarti così…
Discepolo: Il Maestro, mi pare che abbia comandato a tutto il mio essere di parlare e non
soltanto alle mie labbra…
Discepolone: Adesso basta…
Narratore: Fece il primo.
Discepolone: Dobbiamo andare avanti, è già troppo che siamo qui!
Narratore: Così da un villaggio ad un altro, passo un altro periodo di tempo.
Solista:
Io sono tutta una voce,
e tu, Signore,
sei la mia parola…
Sono una corda tesa
che tu tocchi
e vibra
ma la musica si tu…
Sgrana dalla mia vita
le tue note
e canterò la gloria del tuo nome.
Dirò: il Signore è vivo!…
Dirò: il Signore è qui!…
Sul ritmo del mio sangue
che scorre nelle vene,
sul ritmo del mio cuore
che scandisce il mio tempo,
sul ritmo dei miei passi
che tessono,
come parola assidua,
la tela di ogni giorno…
Nel gesto delle mani,
nei miei silenzi,
nelle mie parole,
negli sguardi che portano
messaggi di un pensiero…
Sgrana, Signore, le tue note…
e canterò il tuo nome.
Dirò: il Signore è qui!…
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VIII° Atto
Discepolone: Ora bisogna prendere la via del ritorno.
Narratore: disse una sera il discepolo alto e robusto.
Discepolo: Qual è la via del ritorno?
Narratore: Chiese più a se stesso che al compagno, l’altro.
Discepolo: A me pare che tutte le strade abbiano la direzione giusta ed io sono sempre arrivato
e non sono mai partito e vado sempre e sono sempre tornato…
Discepolone: E’ malato, è malato, certamente…
Narratore: Disse il primo.
Discepolone: Già è stato sempre un po’ strano, lo dirò al Maestro.
Narratore: E volse i suoi passi verso Cafarnao, lasciandolo sulla via.
Dopo, il discepolo piccolo e sprovveduto non seppe mai quanto tempo fosse
passato, forse tutto il tempo, non si chiese mai quante strade avesse percorso, forse
tutte le strade e in quante case fosse rimasto, su quante soglie fermato, forse su
tutte…
Quante volte, accanto alla sua ombra, sulla strada al tramonto si era allungata
un’altra ombra, ché, come il pane aveva anche diviso l’annunzio e aveva
conosciuto compagni dolci e compagni irascibili, dimessi e presuntuosi, generosi e
gelosi o tutte queste cose insieme, perché così sono gli uomini anche quelli carichi
del fardello della Parola di Dio…
Ma quale era la via che portava a Cafarnao? Cafarnao? Ma lui non cercava
Cafarnao: lui cercava il Maestro ed anche se l’aveva sempre incontrato sentiva che
un “ritorno” doveva pur esserci, un ritorno senza mai volgere indietro i suoi passi.
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Solista:
La mia Parola è come il pane
dice il Signore.
Se lo spezzi da solo
esso diventa amaro…
La mia parola è come la luce
dice il Signore.
Come la luce che ti riempie gli occhi
e il cuore vuol gridare:
meraviglia sorpresa, gioia che trabocca…
La mia Parola è grande,
è più grande di te
dice il Signore.
Devi cercare chi ti aiuti a portarla
ché la tua vita, le tue braccia, il tempo tuo
non basta
troppo povera cosa sono…
La mia Parola è gioia
ed è tormento,
dice il Signore.
Ti grida contro
mentre tu la dici,
chiude le tue labbra
mentre l’annunzi,
perché gridi più forte la tua vita.
Scoppia dentro al tuo cuore
e si fa come di sangue
che germina la vita che non muore,
così dice il Signore.
Coro 1: Il discepolo ha camminato per tutte le strade; cammina ancora sulle nostre strade…
Assemblea: Discepolo del Signore, passa per la mia strada!…
Coro 2: Discepolo sei tu che passi per le strade degli altri portando la Parola di Dio.
Assemblea: Dacci la fedeltà alla tua Parola, Signore, l’ubbidienza al tuo mandato!
Coro 3: Il discepolo è sempre più piccolo della Parola che annunzia…
Assemblea: Dacci l’umiltà nel servizio della parola!
Coro 4: Il discepolo semina la Parola insieme alla sua vita…
Assemblea: La tua Parola è pane,
la tua Parola è luce,
la tua Parola è gioia del cuore,
la tua Parola è vita,
la tua Parola è il seme dl Regno…
Coro: E’ il seme del Regno!
Coro 1: Su, parlarci ancora del discepolo!
Coro: Parlaci del discepolo!
Assemblea: Parlaci ancora del discepolo!
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IX° Atto
Narratore: Rivide Cristo.
Sulle soglie del mondo e del tempo…
Lo rivide al di fuori di sé, perché dentro di sé l’aveva sempre sentito e visto.
Gesù:
Adesso potrai finalmente riposare, mio servo fedele…
Discepolo: Signore non sono stanco, credo che se tu mi mandassi ricomincerei ancora.
Narratore: Il Signore lesse sul suo volto i segni delle lotte e nel cuore le ferite che gli uomini
fanno all’amore:
Gesù:
Tu perdonerai a chi ti ha fatto del male, vero?
Discepolo: Nessuno mi ha fatto del male, Signore, non ho incontrato nemici ma solo fratelli…
Narratore: Il Signore posò il suo occhio sulle cicatrici, sui solchi che le lacrime avevano
scavato nelle guance, lo posò sulle mani indurite, sui poveri piedi stanchi:
Gesù:
Tu hai sofferto, fratello mio!
Narratore: Egli disse.
Discepolo: Quando mai ho sofferto, Signore?
Narratore:
Gesù:
Narratore:
Discepolo:
Chiese il piccolo uomo aprendo i suoi occhi meravigliati e profondi.
Tu verrai nel mio Paradiso.
Disse Gesù con dolce tono di invito.
Il tuo Paradiso, Signore?!… O si, se tu vuoi: io credo, si, credo di conoscerlo già…
THE AND
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