Daniele Rossi 5M
20/06/2017
PRESENTA IL MOVIMENTO DELLA SCAPIGLIATURA FACENDO RIFERIMENTO IN
PARTICOLARE AI DUE TESTI DI PRAGA (VENDETTA POSTUMA) E I TARCHETTI (LA
LETTERA “U”).
La Scapigliatura fu un movimento artistico e letterario sviluppatosi nell'Italia
settentrionale a partire dagli anni sessanta dell'Ottocento e fu il primo movimento dove
venne presentato il disagio dei letterati italiani all’interno della società borghese. Ebbe il
suo epicentro a Milano, in quanto centro editoriale nazionale, affermandosi
successivamente in tutta la penisola. Il termine è la libera traduzione del termine francese
bohème (vita da zingari), che indicava l’ambiente degli artisti francesi emarginati costretti
a una vita povera e disordinata (sfidarono le regole morali della società), nei bassifondi
delle grandi città.
Gli scapigliati, seppur in maniera disorganizzata, erano giovani letterati ed artisti animati
da uno spirito di ribellione nei confronti della cultura tradizionale, da una volontà di
rinnovamento e di scandalo. La loro sfida alle convenzioni sociali si manifestò in una
condotta di vita sregolata, spesso pagata con la morte in giovane età a causa dell’eccesiva
consumazione di droghe ed alcool.
Le attività tra gli scrittori scapigliati alternavano poesia, giornalismo e narrativa. Essi
vollero distinguersi dal modello del romanzo manzoniano preferendo scrivere racconti
brevi e cercarono di manifestare la loro ricerca di novità con la polemica letteraria e
sociale. Infatti è soprattutto nella poesia che la loro sfida alle convenzioni tradizionali si
fece palesemente provocatoria, in un insieme di temi scabrosi, macabri, funebri, erotici
(“Vendetta postuma”) , affrontando lati della vita oscuri e sconosciuti come ad esempio la
follia e il delirio (“La lettera U”), la malattia e altre esperienze drammatiche e ripugnanti,
gettando in faccia al pubblico borghese la cruda realtà, distinguendo il crudo contrasto tra
l’“ideale” che si vorrebbe raggiungere e il “vero” della situazione sociale del Paese.
Emilio Praga (1839-1875) è l’esponente più noto di questa generazione, per la vita
“maledetta” e sregolata (egli fu fin da giovane un alcoolista). Nelle sue poesie alterna temi
realistici a temi provocatori e/o sensuali.
Nella poesia “Vendetta postuma” spicca subito la volontà dell’autore di scandalizzare i
lettori. Il poeta utilizza un lessico formale, inserendo riferimenti riguardanti l’uso di droga
e alla sessualità della donna di cui il protagonista è innamorato; temi innovativi (come
appunto droga ed erotismo) che ebbero un forte impatto sulla borghesia benestante. Nel
racconto il protagonista è in preda alla follia; egli si sente tradito dalla morte della donna
che aveva giurato di essere per sempre la sua musa, lasciandolo solo e senza ispirazione,
perciò è contento di sapere che il suo “corpo stecchito” all’interno della tomba verrà pian
piano mangiato dai vermi.
Tra i maggiori esponenti della Scapigliatura c’è anche Iginio Ugo Tarchetti (1839-1869).
Una delle sue opere più note è “La lettera U”. Il tema principale è la pazzia e il
manicomio. Questo testo ha un carattere innovativo; il linguaggio è strettamente
condizionato dai problemi psichici dell’autore che è disgustato dalla lettera U. Egli, dopo
averne prima eseguito un analisi grafica, attribuisce a questa vocale la colpa di possedere
una natura infernale, di incarnare in sé tutti i mali della natura e di conseguenza di tutte le
sciagure della sua vita: dall’emarginazione dalla società fin da giovane, ai matrimoni falliti
fino all’aggressione della sua ultima compagna che lo condannò a trascorrere il resto della
sua vita rinchiuso in un manicomio.