Le proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio

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Le proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio
Nel Libro Terzo del trattato De architectura Vitruvio descrive le
misure ideali del volto e del corpo umano. Su queste si basa il famoso
disegno di Leonardo da Vinci che rappresenta un uomo inscritto in
un cerchio.
Leonardo da Vinci, Le proporzioni del corpo umano, Venezia, Galleria
dell’Accademia
“Il centro naturale del corpo umano è l’ombelico; infatti, se una persona
si distendesse a terra supina a braccia e gambe divaricate, puntando il
compasso sull’ombelico e tracciando una circonferenza, questa
toccherebbe entrambe le estremità dei piedi e delle mani. Nondimeno,
com’è possibile inscrivere il corpo in una circonferenza così se ne può
ricavare un quadrato; misurando la distanza dai piedi alla sommità del
capo e riportandola a quella che intercorre tra un estremo e l’altro delle
braccia aperte si costaterà che le misure in altezza e larghezza
coincidono come nel quadrato tracciato a squadra.”
(cit. da Marco Vitruvio Pollione, De Architectura Libri X, trad. di L.
Migotto, Studio Tesi, Pordenone 1990, pag. 127).
A titolo di curiosità riportiamo la teoria sviluppata da Vitruvio nella
versione del Barbaro, arricchita di commenti, edita nel 1629.
“Vuole Pomponio Gaurico, che la giusta altezza sia di nove teste, altri
alquanto più. Il Cardano nel libro della sottilità dice. Questa esser la
forma del corpo humano perfecto, la faccia è la decima di tutte le
lunghezze dal nascimento de i capelli all’estremo del pollice del piede.
La faccia si divide in tre parti eguagli: l’una si fa dalla radice de i
capelli alla sommità del naso: altra è la lunghezza del naso: la terza è
dal fine del naso al mento. La lunghezza della bocca è uguale alla
lunghezza dell’occhio, & la lunghezza dell’occhio è quanto lo spacio da
un’occhio all’altro di modo, che in tre parti si divida lo spacio, che è
dall’uno angolo dell’occhio allo angolo dell’altro, cioè due occhi, & lo
spacio che vi è di mezo, & tutto questo è doppio alla lunghezza del
naso. Di modo che la lunghezza dell’occhio & l’apritura della bocca sia
doppia alla nona parte della lunghezza della faccia, & perquesto
addiviene, che la lunghezza del naso sia sesquialtera1 all’apritura della
bocca & alla lunghezza dell’occhio la qual lunghezza del naso essendo
tripla allo spacio ch’è dal naso alla bocca, ne segue che questo spacio
sarà la misura dell’apritura della bocca, & della lunghezza dell’occhio.
Il circuito della bocca è doppio alla lunghezza del naso, & triplo
all’apritura. Adunque tutta la lũghezza della faccia è sesquialtera al
circuito della bocca, & allo spacio, che è dall’angolo esteriore d’un
occhio, all’angolo esteriore, dell’altro: percioche questo spacio è quanto
il circuito della bocca. Il circuito del naso da basso è pari alla sua
lunghezza. Il circuito della orecchia, è uguale al circuito della bocca. Il
foro della narice è la quarta parte della lunghezza dell’occhio, & in tal
guisa è disposta la misura del corpo humano, come qui sotto si vede.
La faccia parti diciotto, tra due angoli esteriori de gli occhi parti dodici,
la lunghezza del naso parti sei: il circuito da basso del naso parti sei:
la lunghezza dell’orecchia parti sei: dalle radici de’ capelli al naso parti
sei: dal mento al sottonaso parti sei, la lunghezza della bocca parti
quattro, la rotondità della bocca parti dodici, dalla cima della testa al
fine di dietro parti ventiquattro, dalla sommità del petto alle somme
radici de i capelli parti trenta, dalla forcella sopra il petto alla cima
della testa parti trentasei, il circuito dell’orecchia parti dodici, la
lunghezza dell’occhio parti quattro, la distanza tra l’uno occhio & l’altro
parti quattro, dal sottonaso alla bocca parti due, dalla bocca al mento
parti quattro, il foro del naso parte una, l’ambito della fronte di sopra
parti diciotto, dalla giontura della mano alla sommità del dito di mezo
la palma parti diciotto, dal mento alla sommità della testa parti
ventiquattro, il piede parti venti, il cubito parti trenta, il petto parti
trenta. Tutto il corpo parti cento & ottanta.”
1
Sesquialtera: in rapporto di tre a due.
Alcune delle proporzioni descritte da Vitruvio sono basate sul
rapporto aureo.
da: Marino di Iacopo, detto Il Taccola (Siena 1382-1458),
De Ingeneis, Libri I-II, Cod. Lat. Monacensis 197 II
Bayerische Staatsbibliothek, Monaco di Baviera
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